Tutti gli articoli relativi a: università | ricerca

“Aids, l’Italia scopre la ‘tana’ del virus”, Il Resto del Carlino 03.03.15

Uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo di un farmaco che curasse il virus dell’Hiv, anticamera dell’Aids, era, fino ad oggi, il fatto che quando il virus penetra nella cellula da infettare scompare: se ne perdono le tracce. L’efficacia dei farmaci in commercio si ferma all’ingresso della cellula, con il risultato di rallentare l’evoluzione del virus ma non di debellarlo. Ora i ricercatori dell’Icgeb (International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology) di Trieste, coordinato dal genetista Mauro Giacca, hanno scoperto la tana’ del virus. DAI PRIMI anni 80, quasi 80 milioni di persone sono state infettate ma nemmeno una è guarita debellando il virus: nessuno era mai riuscito a spiegare dove finisse. Ora si è scoperto che il virus integra il proprio Dna vicino al guscio esterno che delimita il nucleo, in corrispondenza alle strutture del polo nucleare. La ricerca ha un rilievo enorme perché spiana la strada allo sviluppo di farmaci che potranno essere più efficaci, con un bersaglio più preciso da colpire. La scoperta è stata pubblicata sul sito di Nature ed è il …

Assegni ricerca, Ghizzoni “Proroga necessaria ma non risolutiva” – comunicato stampa 03.03.15

  Con la norma sostenuta dalla parlamentare modenese del Pd Manuela Ghizzoni e inserita nel decreto Milleproroghe, passa da quattro a sei anni il periodo in cui si può essere titolari di un assegno di ricerca. L’obiettivo è impedire l’espulsione di tanti giovani di talento dall’ambito della ricerca e arginarne la scelta quasi obbligatoria di recarsi all’estero per vedere valorizzate le proprie competenze. Il provvedimento, da solo, non basta. Ecco allora cosa c’è ancora da fare nella dichiarazione di Manuela Ghizzoni:   “A oltre quattro anni dall’approvazione della legge Gelmini, senza che nel frattempo si siano realizzati i tanti impegni promessi da quella riforma, molti assegnisti rischiavano nel 2015 di essere definitivamente espulsi dal mondo della ricerca pubblica. L’estensione della durata massima dell’assegno da quattro a sei anni, che siamo riusciti ad inserire nel dl Milleproroghe, era quindi necessaria per dare continuità all’attività dei ricercatori coinvolti. Ma non può definirsi un provvedimento risolutivo. Occorre ora lavorare ad una serie di misure organiche per riordinare la situazione del pre-ruolo universitario. Fondamentale sarà la definizione di un’unica …

“Proroga sugli assegni di ricerca: una misura necessaria, ma non risolutiva”, di Manuela Ghizzoni – Scuola 24 – 03.03.15

  Il decreto “milleproroghe”, convertito in legge la settimana scorsa, contiene una novità importante per il mondo della ricerca: passa infatti da quattro anni, in totale, a sei il periodo nel quale si può essere titolari di assegni di ricerca presso le università e gli enti pubblici di ricerca. Sono stata promotrice di questa proposta dopo molte riflessioni, ben cosciente di quanto la materia sia spinosa. Da un lato, infatti, la proroga potrebbe essere interpretata come un mero incentivo al prolungarsi di un precariato già di per sé lunghissimo. Da un altro lato, però, c’è da considerare che sono già passati quattro anni dall’approvazione della legge 240 (Gelmini), quindi, tantissimi assegnisti nel corso del 2015 sarebbero stati definitivamente espulsi dal mondo della ricerca pubblica, senza aver avuto alcuna possibilità di essere messi alla prova per il passaggio a posizioni di ruolo, o almeno a posizioni più tutelate – ancorché a termine – come quelle di ricercatore universitario a tempo determinato. Per molti di loro sarebbe rimasta un’unica alternativa realmente possibile per continuare a far ricerca, …

“Saper comunicare i saperi”, di Angelo Varni – Il Sole 24 Ore – 01.03.15

È fondamentale, accanto all’insegnamento della retorica, dedicarsi alla corretta diffusione di un linguaggio scientifico, superando la falsa dicotomia con le «humanities» Saper costruire un discorso persuasivo. Ordinare le proprie ragioni secondo una logica argomentativa in grado di suscitare l’adesione sentimentale e intellettuale dell’interlocutore. Riappropriarsi dei meccanismi del linguaggio capendone le connessioni, tanto più in presenza delle nuove strumentazioni tecniche amplificatrici all’infinito delle antiche forme espressive e gestuali. Appare oggi, cioè, più che mai indispensabile far proprie le modalità dell’antica retorica, come fu tanti secoli fa codificata da Aristotele, Cicerone, Quintiliano, perché solo conoscendone i meccanismi ci si può dotare degli antidoti in grado di farci guardare con consapevolezza critica alle tante insinuanti operazioni di manipolazione delle coscienze. Bene, dunque, ha fatto il «Domenicale» ad aprire un dibattito sul tema, auspicando una sua diffusione scolastica, in grado di insegnare ai giovani la virtù del dialogo. Quella insostituibile relazione, cioè, dove l’uso meditato della parola faccia da ponte al rapporto con l’altro e consenta, in tal modo, uno scambio di considerazioni, insieme a un intreccio di valutazioni …

“L’anticorruzione dei cervelli”, di Carlo Rizzuto – Il Sole 24 Ore – 01.03.15 

Tra corruzione, ricerca e “fuga dei cervelli” esiste un rapporto ben preciso, dimostrato dai numeri, come mostrano le indagini svolte da organismi come lo European Research Centre for Anti-corruption and State-building e l’Eurobarometer: l’innovazione scientifica e tecnologica in un Paese è inversamente proporzionale al suo tasso di corruzione. È così che l’Italia si trova in coda – e addirittura in preoccupante regresso negli ultimi anni – sia nel controllo della corruzione che nell’innovazione. Corruzione, nel senso più generale, è anche la presenza e il successo di personaggi come Vannoni, e il caso Stamina di cui in questi giorni si celebra la fine, nei Tribunali e in Parlamento. Ma, purtroppo, questo non è l’unico caso di ciarlatani che ottengono udienza a livello politico e danneggiano pesantemente la ricerca. Nel caso Stamina forse i danni sono stati adesso limitati al passato. Ma il caso dello scioglimento dell’Istituto Nazionale di Fisica della Materia è uno in cui i ciarlatani di turno se la sono cavata… . E continuano. Se n’è parlato anche all’ultima Falling Walls conference, il convegno …

“Per i ricercatori a tempo indeterminato cambiare università è praticamente un miraggio”, di Marzio Bartoloni – Scuola 24 26.02.15

“Condannati” a vita (quella lavorativa) a restare nel proprio ateneo. È il destino a cui è costretta la stragrande maggioranza dei ricercatori a tempo indeterminato. Una figura “in via di estinzione”, perché sostituita nel 2010 da quella dei ricercatori a tempo determinato (di tipo a e b) della riforma Gelmini, che però conta ancora quasi ventimila persone. Per loro la mobilità da un ateneo all’altro è praticamente un miraggio. La colpa è a da una parte dei vincoli normativi e dall’altra del taglio delle risorse che in passato servivano proprio a questo compito. Nasce da qui unainterrogazione a firma di Manuela Ghizzoni (Pd) e Ilaria Capua (Scelta civica) depositata nei giorni scorsi in cui si chiede una soluzione al ministro Giannini. La mobilità è un miraggio Nella loro interrogazione le due deputate ricordano come i ricercatori universitari a tempo indeterminato rappresentino ancora oggi «nonostante che il ruolo sia stato posto sostanzialmente ad esaurimento» dalla riforma Gelmini una «quota notevole» del personale docente universitario. E tra di loro ci sono anche persone «relativamente giovani assunte dal 2008 …

“Un anno per leggere 25 righe, così la  ricerca in Italia finisce nel nulla”, di Orsola Riva – Corriere Scuola.it – 20.02.15

Dodici mesi per leggere 25 righe di presentazione. Possibile? Pare di sì. A più di un anno dalla pubblicazione del bando Sir (Scientific independence of young researchers) per giovani ricercatori italiani e stranieri, restano ancora da valutare una ventina di progetti sui 5.250 arrivati. Il ministero dell’Istruzione assicura che presto si chiuderà la prima fase di valutazione (che consiste appunto nella lettura di un “summary” di 25 righe più il curriculum del candidato) con l’indicazione di una rosa di candidati: dopo la nuova protesta anche via twitter dal Miur è arrivata una nuova promessa a fare presto. Si fa per dire. Perchè per sapere il nome dei vincitori ci vorranno ancora mesi (una seconda “shortlist” e poi i colloqui), mentre in teoria la selezione avrebbe dovuto concludersi entro la fine dell’anno scorso. La lettera Stanchi di aspettare, a metà febbraio alcuni dei ricercatori hanno deciso di scrivere una lettera al ministro Stefania Giannini (per ora l’hanno firmata in 400) per denunciare i tempi biblici del bando “impensabili per il mondo della ricerca contemporanea”. E infatti, …