Tutti gli articoli con tag: terrorismo

2017, un pessimo inizio

Un pessimo inizio. A Istanbul un attentato nelle notte di Capodanno si è portato via 39 vite. Per un puro caso non ci sono vittime italiane, sebbene 5 connazionali fossero presenti: 3 sono modenesi, ma hanno preferito mantenere l’anonimato – e questo deve far riflettere – per l’aria pesante che si respira a Istanbul dopo il “fallito” golpe dell’estate scorsa. In Italia, in questo tempo sospeso tra il Capodanno e l’Epifania, la cronaca si concentra sull’approdo al “garantismo” di Grillo, sui casi di meningite e sul fenomeno migratorio, in particolare dopo la rivolta del CPA di Cona. Fatti molto diversi, che qualcuno potrebbe leggere comunque come forieri di un futuro preoccupante. Non sarà così se saranno letti e affrontati – come si è augurato qualche giorno fa Pisapia per il campo della politica, ma l’auspicio credo sia giusto estenderlo a tutti – superando la faziosità e le strumentalizzazioni. Bene, quindi se la base del M5S accoglierà il principio democratico che un avviso di garanzia non coincide con una dichiarazione di colpevolezza, se i casi di …

Il mio 2 agosto

Domani non potrò essere alla cerimonia per ricordare le vittime dell’attentato terroristico fascista del 2 agosto 1980. Lo celebro oggi, con un mio atto solitario, ma con gli stessi sentimenti di rabbia e pietà (identici a quelli che provai allora, solo lo sbigottimento ha lasciato il posto alla consapevolezza) e lo stesso groppo alla gola che avrei domani, sfilando insieme a chi non vuole dimenticare. Alla stazione di Bologna oggi, come allora, c’è tanta tanta gente, tanti viaggiatori carichi di valige, in attesa o che corrono trafelati per raggiungere il treno che li porterà a casa o in vacanza. Davanti al muro squarciato della sala d’spetto non si ferma invece nessuno. Lo faccio io. Ostento la mia sosta davanti alla lastra di vetro che rappresenta la frattura con un prima della bomba, e un dopo. Qualcuno penserà che sono matta, con le spalle al binario 1, guardando il “nulla”. Poi scatto qualche foto. E solo allora un paio di persone, adulte, si incurioscono al mio gesto. Sento che si domandano “ma cos’è?”. Leggono la targa. …

Un istante, una vita

#istantediunavita Immagini digitali e terrorismo. Prende le mosse da qui la riflessione odierna di Belpoliti, su Repubblica, per ragionare della vita. Un tentativo riuscito per dare senso ai sentimenti di smarrimento, inquietudine e rabbia che abbiamo provato nell’osservare le immagini digitali delle vittime degli attentati terroristici. Immagini di chi aveva la vita davanti. Immagini di chi non c’è più. Immagini di un istante che fa la differenza. Leggendolo ho pensato, in particolare, ai giovani di Suruc, immortalati nel pieno della gioia poco prima di essere colpiti a morte da una altrettanto giovane terrorista kamikaze. A loro, alla loro insensata fine e ai loro ideali – che li hanno fatti scegliere come vittime – è stata intitolata intitolato un Circolo Pd di Modena. Lo so, ben poca cosa, ma è un modo, laico, per estendere quell’istante di gioia nella vita ad un tempo indefinito.

Bangladesh, una strage vicina, una strategia di risposta da individuare

L’italiano sopravvissuto, Gian Galeazzo Boschetti, è modenese. Tra gli imprenditori del tessile uccisi c’era chi aveva rapporti di lavoro diretti con il distretto del tessile carpigiano. La strage di Dacca coinvolge anche il territorio modenese.g Effetti della globalizzazione. Anche ciò che accade in un altro continente ci tocca direttamente. E’ per questo che a chi invoca una guerra contro i terroristi non resta che chiedere “Ma guerra a chi?”. L’attentato è stato attribuito in un primo momento all’Isis, ma non è più così certo. Chi indaga in Bangladesh segue anche la pista di Al-Qaeda, come pure quella di gruppuscoli estremisti locali che si sono solo ispirati alle compagini integraliste più conosciute. Guerra all’Islam, allora? Eppure, proprio nell’attentato di Dacca, abbiamo visto all’opera il fanatismo dei terroristi che in nome di Allah si sono fatti giustizieri, ma anche il giovane studente universitario musulmano che per difendere le sue due amiche indiane si è fatto martirizzare. L’unica domanda, mi sembra, che dovremmo porci è: “Erano intercettabili? Avevano mandato segnali che potevano essere meglio e in anticipo intercettati? …

Strage di Orlando, l’odio verso il diverso che sconvolge le comunità

Tutto il logoro armamentario dell’odio verso il diverso è concentrato nell’orrore della strage di Orlando. Orrore per il grande numero delle vittime: 50 morti e 53 feriti. Orrore per l’arma utilizzata, un fucile mitragliatore pensato per andare in guerra. Orrore per il luogo scelto: una discoteca, spazio di divertimento e di fratellanza tra appartenenti a una stessa minoranza, gli omosessuali. Il nostro cuore è naturalmente con le vittime e soprattutto le loro famiglie e i loro amici. La nostra mente ci conferma come molti elementi ci riportano alla strategia delle stragi parigine, con l’aggravante dell’omofobia. Che Omar Marteen sia stato armato dall’Isis, o che sia un lupo solitario fanatico, la strage, nella sua brutalità, sfata miti e luoghi comuni. Omar è nato e cresciuto negli Stati Uniti, così come era avvenuto per lo stragista di San Bernardino e i fratelli autori della strage alla maratona di Boston. Non sono né profughi, né clandestini coloro che sparano nel mucchio accecati dall’odio verso l’altro, il diverso perché di etnia, o di religione, o di orientamento sessuale, o …

lavagna

Perché solo l’istruzione potrà battere il terrorismo, di Gordon Brown

Dal Il Sole 24 del 02 gennaio 2016, un interessante articolo dedicato al Medio Oriente. Chiunque visiti il Medio Oriente non può fare a meno di notare l’enorme abisso tra le aspirazioni educative, imprenditoriali e occupazionali dei giovani della regione e la dura realtà che priva molti di loro di un futuro positivo. Infatti, metà della popolazione giovanile tra i 18 e i 25 anni che vive nel Medio Oriente è o disoccupata o sottooccupata. La crisi globale dei rifugiati sta aggravando questa situazione con lo spostamento di circa 30 milioni di bambini, di cui sei milioni solo dalla Siria, pochissimi dei quali faranno ritorno a casa in età scolare. Non è quindi sorprendente che il gruppo noto nella regione come Daesh (Stato islamico) crede di aver trovato terreno fertile per reclutare in questa vasta popolazione di giovani insoddisfatti e che non possiedono nulla. I propagandisti di Daesh stanno abusando dei media sociali nello stesso modo in cui i loro predecessori e contemporanei estremisti hanno spesso abusato delle moschee, ovvero come forum per la radicalizzazione. …