Chernobyl, 30 anni dal disastro nucleare
L’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl, 30 anni dopo. Quelli della mia età ricorderanno sia la grande paura che serpeggiò in tutta l’Europa, sia le ricadute sulla vita quotidiana, quali il consiglio di limitare le uscite all’aria aperta (ma milioni di italiani erano andati a godersi il bel tempo in giro, grazie al ponte del 25 aprile, mentre il vento sospingeva la nube tossica verso l’Europa continentale) o il divieto di mangiare insalata (precauzione più adatta a pacificare le cattive coscienze, forse, che non a proteggere la salute…). ll pericolo nucleare si palesò in tutta la sua drammaticità: 66 i morti ufficiali, migliaia (secondo alcuni milioni) i decessi come conseguenza delle radiazioni. L’esplosione a Cernobyl ha condizionato – giustamente – le scelte dell’Italia sul proprio piano energetico, con il referendum che ribadì il proprio no al nucleare: non fu una reazione emotiva, bensì la valutazione dei rischi connessi alla produzione di quel tipo di energia, in particolare delle conseguenze di possibili contaminazioni o danni alle centrali nucleari, che chiedono un prezzo da pagare assolutamente sproporzionato …