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Tutte insieme a spingere sul soffitto di cristallo

Il soffitto di cristallo esiste e resiste e la parità di genere è ancora di là da venire, anche nelle società più aperte e culturalmente avanzate. La sconfitta di Hillary Clinton nella corsa alla presidenza degli Stati Uniti ha riacceso l’attenzione su un tema critico per l’avanzamento della società, qualunque società: il gap persistente tra uomini e donne, nel mondo del lavoro, nella vita pubblica e in quella familiare. Certo la situazione è progressivamente migliorata, ma non poi tanto quanto vorremmo credere. Lo testimonia uno studio americano messo a punto da The Boston consulting group: le donne giovani, che si affacciano alla vita lavorativa, sono entusiaste e convinte di potersi confrontare alla pari con gli uomini; le donne più anziane sono, invece, molto più diffidenti e soprattutto disilluse. Non è solo una questione di atteggiamento mentale e di fiducia in se stesse. E’ la dura realtà dei fatti. Uno studio del World Economic Forum, riportato nei giorni scorsi da L’Unità, conteggiava in 170 anni il tempo necessario affinché, a livello globale, si raggiunga la parità …

Perchè Hillary non ha vinto? La misoginia della più grande democrazia del mondo

Gli analisti, a caldo, hanno cercato di spiegare perché, alle presidenziali Usa ha vinto Trump. Altrettanto importante (soprattutto da un punto di vista femminile), è, però, provare a capire perché non ha vinto Hillary. Dino Amenduni ricorda come Trump abbia avuto un milione di voti in meno rispetto a Romney nel 2012, ma Hillary ha raccolto ben sei milioni di voti in meno rispetto a quanto fatto da Obama nel 2012 (secondo mandato). Quindi – dice Amenduni – è la sconfitta di Hillary, prima ancora della vittoria di Trump. Le ragioni di un tale tonfo sono molte e articolate, non ultimo un sistema elettorale che premia il voto frammentato su più Stati, piuttosto che grandi masse di consensi aggregate in alcuni punti del Paese. Ci sono, però, alcune considerazioni fatte da artisti e giornalisti che sto leggendo in queste ore e che mi hanno colpito per la loro lungimiranza, da un lato, ma anche perché, dati alla mano, si ricostruisce il volto di un Paese che, noi, continuiamo (e credo anche a ragione) a definire …

Elezioni Usa, quel sogno di rivalsa che per tanti si e’ trasformato in un incubo

Hillary ha ammesso la sconfitta, Donald Trump è il 45esimo presidente degli Stati Uniti, con buona probabilità l’uomo più potente al mondo. Un risultato non previsto dai sondaggi e dai media, che sta facendo barcollare le borse di mezzo mondo, che apre tanti interrogativi sul futuro di questo grande Paese e, a caduta, del mondo occidentale. Così, a caldo, provo a mettere in fila un po’ di considerazioni che, mi sembra, possano essere racchiuse in un assunto: ha vinto chi ha saputo vendere al meglio un sogno che, per tanti, si è già trasformato in un incubo. Prova ne è l’intasamento dei siti canadesi di informazione sulle modalità di espatrio. Le idee politiche di Donald Trump, che nei dibattiti televisivi erano apparse confuse, al contrario di quelle spiegate con dovizia di particolari da Hillary Clinton, sono, invece, apparse sufficientemente chiare a quella marea di elettori bianchi, appartenenti alla middle class, abitanti nelle zone de-industrializzate, che si sono recati in massa alle urne per votare per l’uomo che prometteva di far tornare grande l’America. Hillary Clinton, …

Stragi nazi-fasciste, creare una memoria storica condivisa

Insieme ai colleghi modenesi del Pd Davide Baruffi, Maria Cecilia Guerra, Giuditta Pini e Stefano Vaccari ho convintamente firmato la mozione – presentata alla Camera dal deputato De Maria e al Senato dal senatore Chiti – con cui si impegna il Governo a perseguire tutte le azioni necessarie, in rapporto anche con la Germania, per far sì che si crei una memoria storica condivisa sugli anni di guerra dal ’43 al ’45, in particolare per quanto riguarda le stragi nazi-fasciste, in modo che sul passato non cali l’oblio e non si lasci spazio a un revisionismo storiografico potenzialmente pericoloso per il presente. A fine Seconda guerra mondiale furono aperti oltre 2.300 fascicoli riguardanti gli eccidi dei nazi-fascisti sul territorio italiano che, si è calcolato, causarono la morte di qualcosa come 15/20mila civili. Quei fascicoli, nell’immediato dopoguerra, furono sottratti ai magistrati militari territoriali, come confermato dal ritrovamento, nel 1994, di 659 di questi fascicoli “sepolti” nel cosiddetto Armadio della vergogna presso la Procura generale militare di Roma. Da allora, i magistrati militari territoriali sono riusciti ad …

Riforma costituzionale, risparmi di spesa per il funzionamento di parlamento e consigli regionali (art. 69 e 122)

Il viaggio nella riforma costituzionale affronta, oggi, il tema della riduzione delle spese per il funzionamento del Parlamento e dei consigli regionali, attraverso l’analisi degli articoli che riguardano l’indennità parlamentare (art. 69) ed il limite agli emolumenti per i consiglieri regionali (art. 122). Per effetto della modifica apportata all’articolo 69, ai senatori non sarà più riconosciuta alcuna indennità, che verrà quindi corrisposta ai soli deputati, secondo quanto stabilito dalla legge. La legge vigente (n. 1261 del 1965), al fine di garantire “il libero svolgimento del mandato”, stabilisce che l’indennità non può superare il trattamento lordo corrisposto ai magistrati presidenti di Sezione della Corte di Cassazione, diminuito del 10%. Esso è costituito da quote mensili “comprensive anche del rimborso di spese di segreteria e di rappresentanza”oltre alla diaria, a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma. La modifica dell’art. 69 determina quindi che ai senatori, che sono anche sindaci e consiglieri regionali, spetterà solo il compenso per la carica di rappresentanza territoriale che rivestono. Per i nuovi senatori di nomina presidenziale (5 complessivamente, che …

Approvata la legge sul cinema e l’audiovisivo, grande risorsa della cultura italiana

Alla Camera, stamattina, dopo l’esame del Senato, abbiamo approvato in via definitiva la nuova legge per il cinema e l’audiovisivo: una norma attesa da trent’anni, a cui la legge di stabilità per il 2016 ha fornito i fondi necessari per il definitivo decollo. Ricordo che, dieci anni fa, da capogruppo Pd in Commissione Cultura alla Camera, fui ricevuta, con il mio omologo al Senato, dall’allora ministro della Cultura Rutelli che ci annunciò l’avvio di due importanti provvedimenti legislativi sollecitati e sostenuti dal Governo Prodi: la legge sullo spettacolo dal vivo, di cui si sarebbe occupata la Camera e la legge sul cinema, che sarebbe stata di competenza del Senato. Quella legislatura durò troppo poco per permettere alle due iniziative di essere concluse… Nella legislatura successiva (governi Berlusconi e Monti) alla Camera riprendemmo l’esame sullo spettacolo dal vivo, senza concluderlo… Oggi, invece, la legge sul cinema, diventa finalmente realtà. Come ho detto, è un provvedimento collegato alla legge di Stabilità dello scorso anno: siamo riusciti a farlo diventare legge nel giro di “appena” un anno (periodo …

Riforma costituzionale: perché rimangono il divieto di mandato e le immunità (art. 67 e art. 68)

La revisione costituzionale lascia inalterate le disposizioni che, per deputati e senatori, riguardano il divieto di mandato imperativo e le immunità. Vediamone i motivi. Dall’art. 67 della Costituzione la riforma espunge la previsione che ogni membro del Parlamento rappresenti la Nazione, in coerenza con il nuovo art. 55 che assegna questa funzione di rappresentanza ai deputati in quanto membri della sola Camera “politica”, ma resta invece in vigore per tutti i parlamentari l’esercizio della propria funzione senza vincolo di mandato, tanto per i deputati quanto per i senatori. Perché questa scelta e, soprattutto, cosa significa non dover sottostare ad un mandato imperativo? Come decise l’Assemblea costituente, significa garantire ai parlamentari una tutela da possibili condizionamenti o vincoli, tanto dagli elettori dai quali riceve un mandato generale, quanto dal partito di appartenenza. Il divieto del vincolo di mandato è un tratto comune nelle democrazie liberali, con un’unica eccezione, che riguarda il Bundesrat, che è stata spesso richiamata in comparazione con la natura del nuovo Senato. Nel caso tedesco i membri del Bundesrat provenienti dal medesimo Land …