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Italia Oggi – il nuovo reclutamento chiude con il passato Ma per avere stabilità e continuità il percorso è lungo

Oggi martedì 9 maggio 2017 il quotidiano Italia Oggi ha pubblicato un mio articolo dal titolo “Il nuovo reclutamento chiude con il passato. Ma per avere stabilità e continuità il percorso è lungo” sul nuovo sistema di formazione e accesso al ruolo di docente alle medie e alle superiori. Ecco il testo integrale dell’articolo: Il nuovo sistema di formazione iniziale e accesso al ruolo degli insegnanti della scuola secondaria opera un mutamento di paradigma: mai più defatiganti precariati a cui seguivano abilitazione e concorso, ma subito un concorso per accertare le competenze disciplinari e poi, solo per i vincitori, un percorso triennale retribuito di formazione, tirocinio e inserimento progressivo nella professione fino all’assunzione a tempo indeterminato. Molta attenzione ha suscitato la disciplina transitoria, che condizionerà il successo del nuovo sistema se riuscirà a chiudere con il passato con equità, vale a dire avendo riguardo per i diritti degli attuali docenti precari, formati sul campo, dotati di esperienza e spesso in possesso dell’abilitazione all’insegnamento. Si tratta di una sfida complessa, che deve contemperare anche i diritti …

Emanuel Macron

Francia-Italia, la forza delle idee

I problemi non sono spariti sebbene, per il momento, sia stato scongiurato il pericolo che a guidare la grande e antica democrazia francese, nata dai principi di “Libertè, Egalitè, Fraternitè”, sia un’esponente nazionalista, populista, xenofobo, razzista… Chi non vede (o non voglia vedere, per opportunità politica) la relazione della Le Pen figlia con la cultura fascistoide (mentre dichiaratamente fascista era il movimento ereditato dal padre) compie un errore grossolano di lettura della contemporaneità, pensando oltretutto che il fascismo sia archiviabile alla voce “incidente irripetibile”. L’elezione di Emmanuel Macron alla presidenza della Repubblica francese consente quel respiro di sollievo che l’Europa, martoriata dalla Brexit e minacciata dal trumpismo, sperava di poter tirare. E con l’Europa, tirano un sospiro di sollievo anche le forze politiche che, nei diversi Paesi, non hanno raccolto la bandiera “antisistema”. Il messaggio sembra essere: il populismo, il nazionalismo, il sovranismo non sono necessariamente destinati a dilagare, nonostante le paure e la rabbia di cui si sono fatti portavoce esistano e siano la traduzione in sentimento viscerale di problemi reali delle persone. E …

Da Swg un contributo per leggere la società: risentimento e apprensione generata da un “futuro corto”

Sul nostro Paese, pur in relativa e lenta uscita dalla congiuntura economica, aleggia la “triade del risentimento”, ovvero disgusto, tristezza e rabbia. Sono impressionanti, ma anche decisamente illuminanti, i risultati dell’indagine condotta da Swg dal titolo “Il clima sociale che aleggia in Italia”. La società di ricerca ha tracciato il quadro di quelle che definisce “forme di apprensione generate dal futuro corto”. In sostanza, se le preoccupazioni strettamente economiche si stanno alleggerendo, se è in crescita il numero di coloro che si dicono relativamente sereni (ma c’è ancora un 40% che si definisce semplicemente “infelice”), si innestano sul clima sociale e personale una serie di emozioni viscerali negative che spiegano tanta parte di quegli “odi” che, ad esempio, vediamo sgorgare liberamente in Rete e che costituiscono il nutrimento di quella sorta di “sindrome di accerchiamento” che sembra paralizzare la vita e il pensiero di tanti. Swg dice: “frenano le speranze, lievitano i sentimenti rancorosi, radicalizzanti e intolleranti”. E il malcontento viene intercettato dalle forze politiche che vengono definite correntemente “antisistema”: il Movimento 5 stelle raccoglie …

Ong, la “fanghiglia” e i produttori di polemiche

Ogni anno faccio una donazione a Medici senza frontiere (insieme ad UNICEF e Banco alimentare). Sono, quindi, una delle migliaia di persone che permette all’associazione, in assoluta trasparenza finanziaria, di essere dove c’è bisogno di soccorso umanitario e sanitario. Aiutano le persone, soprattutto, “a casa loro” in Africa, in Asia e anche in Italia. E nel mare Mediterraneo. Le ragioni le ha spiegate, martedì 2 maggio, il presidente di MSF (link) in Italia audito in Commissione Difesa del Senato in merito alla recente polemica (al momento, di questo si tratta) che vorrebbe le ONG, tutte, colluse con i trafficanti di vite umane. Questa “fanghiglia” sarebbe stata impastata sulla.scorta di presunte informative dei Servizi segreti, dai quali sempre martedì è arrivata la smentita circa la loro esistenza. E questo è un dato del quale dovranno rendere conto i produttori di polemiche . Che comunque hanno raggiunto gli obiettivi proposti che mi pare, a bene vedere, siano estranei alla ricerca della verità, puntuale e circostanziata: discredito generale di associazioni che da sempre operano sulla base del rapporto …

Post-sisma, questi cinque anni visti “da fuori”

A volte può essere utile sapere come ci vedono da fuori, per inquadrare i nostri problemi, che comunque rimangono, in un più ampio spettro di esperienze e comparazioni. Si avvicina il quinto anniversario dal terribile sisma del 20 e 29 maggio 2012 che devastò le nostre terre, con un carico di morti e danni che ancora pesano sui nostri cuori e sulle nostre braccia. Il quotidiano La Stampa ha mandato un inviato a verificare il percorso della ricostruzione post-sisma: cinque anni sono un tempo ancora corto, ma comunque significativo in caso di calamità naturali. Il giornalista elenca i risultati non scontati dell’opera di ricostruzione: nessuno vive più nei Map, i moduli abitativi temporanei; non c’è più cassa integrazione da post-sisma; 9 famiglie su 10 sono rientrate nelle loro abitazioni; ricostruite il 60% delle abitazioni private. E’ evidente che dalla famiglia sulle dieci ancora fuori casa, o dal titolare e dai lavoratori dell’impresa o dell’ufficio a cui non sono ancora arrivati i fondi pubblici per ripartire (o che hanno chiuso dopo il sisma, per non riaprire …

Nuovi docenti, sì ai 24 Cfu ma non a tutti i “costi”

Non c’è ancora il decreto attuativo che definisce ambiti e modalità che già il mercato si è attrezzato per offrire pacchetti formativi a pagamento per gli aspiranti docenti. Ed è per prevenire possibili abusi nei confronti dei laureati e laureandi che intendono intraprendere il nuovo percorso formativo per la professione docente nelle scuole medie e superiori che ho presentato una interrogazione alla ministra dell’Istruzione e dell’Università Valeria Fedeli. Il decreto approvato dal Consiglio dei ministri che istituisce il nuovo sistema è in corso di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Stabilisce che per poter accedere al nuovo concorso nazionale, tra gli altri requisiti, occorre aver acquisito anche almeno 24 crediti formativi universitari nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e in quelle concernenti le metodologie e le tecnologie didattiche. Questi crediti hanno un valore “orientativo” per i futuri docenti, chiamati a misurarsi, prima del concorso, con le discipline delle scienze dell’educazione, in un utile esercizio di apprendimento e autovalutazione rispetto ai contenuti di base delle competenze professionali. Sebbene manchi ancora la norma che stabilirà i dettagli sui settori scientifico-disciplinari e quindi …

Foto PD

Le primarie del Pd, ecco perché “La democrazia è qui”

Un commentatore francese, nei giorni precedenti al primo turno delle presidenziali in Francia, spiegava l’evoluzione recente del sistema dei partiti dicendo che si è passati dal sistema della domanda, quello in cui un partito provava a rispondere alle esigenze di un gruppo sociale, al sistema dell’offerta, quello in cui un singolo o un movimento spiega la sua proposta a chi voglia o possa accoglierla. Si tratta di una mutazione sostanziale dello scenario politico: il passaggio da un voto di appartenenza, spesso anche ideologico, a un voto deciso in base alla sensibilità del momento e alla risposta a bisogni sempre più specializzati se non “personali”. E’ un cambiamento generalizzato che non riguarda solo la Francia, un’evoluzione dai partiti novecenteschi al quadro politico attuale, reso più complicato dalla lunga crisi economica che semina incertezza in larghe fasce della popolazione. Quale allora il valore e il ruolo dei partiti, quelli ancora strutturati, con iscritti e simpatizzanti, con attività interna e iniziative di approfondimento e autofinanziamento come il Partito democratico? Rimanendo alla Francia, la questione arriverà ben presto al …