Tutti gli articoli relativi a: scuola | formazione

"Il bricolage dei genitori per la scuola Senso civico o sconfitta della politica?", di Silvia Balestra

Da qualche anno, la scuola non è più solo quella dei bambini e degli insegnanti. Esiste anche una scuola dei genitori . I genitori sono spesso presenti (pure troppo, ci raccontano alcune cronache, ma questa è un’altra faccenda): vigilano, contribuiscono, partecipano. Spendono. In un modo senza precedenti, infatti, in questi anni molti genitori italiani si sono abituati a dedicare tempo e denaro a quella che ritengono una opportunità centrale nella formazione dei figli . Un’istituzione che però, anno dopo anno, hanno visto smontare, impoverire, colpire con tagli ingiusti (e non staremo qui a ricordare che sin dalla materna, in alcune zone, fra cui la ricchissima Lombardia, tocca portarsi da casa sapone e carta igienica). Dal 1999, con l’istituzione dell’autonomia scolastica, padri e madri sono stati esplicitamente invitati ad affiancare insegnanti e dirigenti nell’impegno di ampliare l’offerta formativa di ogni singola scuola. Eccoli allora arrivare dopo l’orario scolastico per riunirsi, confrontarsi, concertarsi. Nella gestione ordinaria, i genitori vengono coinvolti nel reperimento dei fondi: se vogliono rafforzare le occasioni di apprendimento e renderle più varie — uno …

Per l'insegnamento della lingua e della cultura italiana all'estero

Dopo aver appreso da fonte sindacale (si veda qui) dell’esito deludente dell’incontro tra MAE e OOSS (purtroppo il MIUR era assente) sulla situazione del personale scolastico all’estero, insieme alle colleghe Coscia e Garavini abbiamo presentato una interrogazione al Governo, che trovate in calce (ma potete leggerla anche cliccando qui). Continua il nostro impegno per l’insegnamento della lingua e della cultura italiana all’estero ****** Al Ministro degli affari esteri, al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca. — Per sapere – premesso che: il 17 aprile 2014, il Ministro degli affari esteri ha convocato al tavolo le organizzazioni sindacali per affrontare diverse questioni concernenti la situazione del personale scolastico all’estero (restituzioni a domanda e per fine mandato; criteri per la definizione del contingente in relazione all’anno scolastico 2014/2015; aggiornamento sulle nomine ex legge n. 125 del 2013); il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca non era presente al tavolo; fonti sindacali riferiscono dell’esito dell’incontro in termini deludenti, poiché l’amministrazione si sarebbe limitata a fornire mere informazioni preventive, quali il numero previsto di rientri in Italia (61, di …

Scuola, Ghizzoni “In una scuola bella e sicura si impara meglio”

La parlamentare modenese Pd sulla messa in sicurezza del patrimonio scolastico pubblico. “In una scuola bella e sicura si impara meglio”: la messa in sicurezza del patrimonio scolastico pubblico, insieme alla sua modernizzazione, è uno degli obiettivi fondamentali per assicurare una didattica efficace e un tempo scuola soddisfacente per gli studenti. Il tema, di grande attualità, è uno di quelli su cui, da tempo, è impegnata la parlamentare modenese del Pd Manuela Ghizzoni, vicepresidente della Commissione Istruzione della Camera dei deputati. Ecco la sua ricetta: “Scuole accessibili, sicure, belle e funzionali alle nuove metodologie didattiche sono condizione per una buona istruzione e, quindi, per un Paese migliore. Pochissime scuole italiane, però, rispondono a questi requisiti, per una serie di ragioni, prima di tutte la scarsità delle risorse disponibili e della capacità di spesa. Troppo spesso fondi stanziati non si riescono a spendere, mentre enti proprietari come Province e Comuni devono rinunciare a interventi già preordinati a causa dei vincoli del patto di stabilità. Due questioni dirimenti devono quindi essere affrontate e risolte: occorre rimuovere dal …

"Scuole più sicure per un’istruzione migliore", di Manuela Ghizzoni e Raffaella Mariani

Mettere in sicurezza il patrimonio scolastico pubblico, modernizzarlo attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie, elevarne il livello di benessere e di accessibilità. L’interesse del Partito democratico per l’edilizia scolastica nasce dalla convinzione che scuole accessibili, sicure, belle, funzionali alle nuove metodologie didattiche (dovremmo infatti parlare di architettura dell’educazione) e perno di una pianificazione urbanistica in qualità di civic centers iano condizione per una buona istruzione e, quindi, per un Paese migliore. Oggi le nostre scuole rispondono a questi requisiti? No, se non in parte davvero residuale. Per quali ragioni? Molte, tra queste la principale sta nella scarsità delle risorse disponibili e della capacità di spesa. Anche se, invero, dovremmo precisare che le risorse sono dove non si riescono a spendere. Dal 2003 al 2013 il parlamento ha finalizzato all’edilizia scolastica oltre 4 miliardi di euro, come somma di ben 12 linee di finanziamento: ad oggi, circa un miliardo e mezzo non sono ancora stati spesi. Ad esempio, delle risorse provenienti dai fondi Fas, deliberati nel 2008 ma resi disponibili solo due anni dopo, a luglio 2013 …

"Perché le ragazze non scelgono le materie tecnico-scientifiche?", Marta Serafini

I numeri non lasciano scampo. Il gap tra maschi e femmine sulle discipline tecnico-scientifiche nel nostro Paese è più alto del resto d’Europa. E a guardare i dati di una ricerca McKinsey-Valore D che viene presentata oggi a Roma nell’ambito di Nuvola Rosa, progetto promosso da Microsoft Italia, viene da pensare che per raggiungere la parità anche nel settore tecnologico, la strada sia davvero lunga. Le laureate in materie scientifiche sono il 9.9 per cento a fronte del 14.8 dei maschi. Una differenza che ci vede ancora una volta fanalino di coda, dopo Svezia e Finlandia. Ma anche Grecia e Portogallo. Il rapporto «Occupazione-Istruzione-Educazione: le trappole nascoste nel percorso delle ragazze verso il lavoro» cerca però di andare oltre le statistiche e di analizzare le cause di questo divario. Come da tempo sottolinea anche la 27esima ora, blog dedicato alle questioni di genere de il Corriere della Sera , il gap deve essere fatto risalire all’infanzia. Già nelle scelte dei giochi le bambine iniziano inconsapevolmente a tracciare un solco che le separerà dai maschi per …

"Scatti e assunzioni, nulla di fatto", di Alessandra Ricciardi

Una primavera intesa, per la scuola. Perché tra annunci fatti e impegni (ancora) non mantenuti da parte del governo, sale lo scontento tra i dipendenti del settore. A cui in questi giorni, mentre nel Def si annunciava un nuovo blocco del rinnovo del contratto per tutti gli statali, la ministra dell’istruzione, Stefania Giannini, è tornata a promettere a breve misure di «valorizzazione del lavoro… Contratto bloccato, per il Mef non è detto. ItaliaOggi ne aveva parlato sul numero di mercoledì scorso: nel documento economico e finanziario approvato dal governo, si prevede che «a legislazione vigente» le retribuzioni dei dipendenti pubblici resteranno ferme fino al 2018, quando saliranno di uno 0,3% annuo per il triennio 2018-2020 per la corresponsione dell’indennità di vacanza contrattuale. Insomma, il governo ha previsto che, finito il blocco attualmente in vigore, anche nel 2018 non ci siano rinnovi, per cui scatta l’indennità. Una notizia su cui poi è intervenuto il ministero dell’economia: le previsioni contenute nel Def, ha precisato la nota del dicastero guidato da Pier Carlo Padoan, «sono elaborate sulla base …

"Dalla parte del professor Lucignolo", di Elisabetta Rosaspina

Lucignolo ha fatto strada. Tanto per cominciare, si è trovato un buon avvocato: il Checco. Del quale scarseggia un’iconografia ufficiale, perché se n’è sempre restato nell’ombra, alle spalle della sua controfigura: un maturo, rispettabile professore, dal viso rotondo e cordiale, capace di scardinare in poche battute le difese del più ostico degli «adolescenti ingrati». Loro non amano i banchi di scuola? Sapessero quanto poco li ha amati lui! Loro fanno impazzire insegnanti e genitori? Bazzecole, in confronto alle imprese fanciullesche del Checco, che, per chiarire fin dal principio la sua opinione dell’autorità costituita, si presentò al mondo in posizione podalica. Sessantasette anni fa. E se non tutti i docenti osano ammettere la loro insofferenza dinnanzi alla tirannia dei programmi scolastici ministeriali, e alla relativa, inflessibile tabella di marcia, il Checco non si fa problemi: «Che palle, li odio!». A nove anni, in quarta elementare, forse non si sarebbe azzardato a esprimersi così direttamente, ma riuscì comunque a persuadere il maestro Giorgio a organizzargli addirittura «un piano personalizzato di lavoro», per consentirgli di sviluppare il suo …