Tutti gli articoli relativi a: scuola | formazione

"La scuola dei bei voti", di Anais Ginori

Finalmente una riforma popolare. Il governo francese vuole abolire i brutti voti. Secondo il ministro dell’Istruzione bisogna essere più «clementi» con i ragazzi, incentivarli anziché scoraggiarli. Ecco dunque che avanza l’idea del 6 politico. Tutti con la sufficienza. Un cambio di linea radicale per un sistema, come quello francese, che è centrato su pagelle severissime e medie aritmetiche per accedere alle migliori scuole, in una selezione durissima che comincia nelle grandi città già per l’ingresso alle scuole medie proprio in base ai voti ottenuti alle elementari. Il ministro dell’Istruzione, Benoit Hamon, ha annunciato ieri che sarà lanciata una grande consultazione di esperti per arrivare a un metodo di valutazione più giusto. L’esito ancora non è chiarissimo: il nuovo sistema probabilmente sostituirà i “numeri in pagella” con un nuovo criterio di formulazione dei giudizi, ma anche se sarà mantenuto l’istituto della bocciatura, quel che si annuncia è una rivoluzione. Perché nel paese dell’ egalité il divario tra buoni e cattivi alunni è tra i più forti del mondo occidentale, senza però che questa severità si traduca …

"Una maturità per i docenti", di Franco Lorenzoni

Messaggio agli insegnanti: mettiamoci nei panni degli studenti e immaginiamo di sostenere le loro prove. Un esercizio per ripensare l’approccio alla Storia, favorendo l’interdisciplinarietà È interessante leggere tutti i testi proposti all’attenzione dei ragazzi per la maturità di quest’anno, perché evocano l’immagine di una scuola possibile, critica, profonda, capace di affrontare di petto i nodi cruciali del nostro tempo. Terminata la lettura, tuttavia, un’idea luciferina mi balza alla mente: questi temi, che pongono problemi da far tremare i polsi, perché non li proponiamo a noi insegnanti a settembre invece di affidarli ai ragazzi a giugno? Non solo quelli che riguardano la nostra disciplina, naturalmente, ma tutte le tracce a tutti. Sarebbe un bell’esercizio di umiltà che aiuterebbe a metterci nei panni dei ragazzi, perché certamente ciascuno di noi avrebbe bisogno di sostegno, dovrebbe sforzarsi, mettersi in gioco, chiedere aiuto ai colleghi… Provando a entrare nel merito ci renderemmo conto che nelle scuole reali del Paese – specie in quelle delle periferie che Renzo Piano invita a rammendare – siamo ancora molto lontani dal riuscire a …

"Asili nido comunali, più costosi al Nord: Lecco città più cara. Un bimbo su tre resta senza posto", da www.ilsole24ore.it

Trecentonove euro al mese: tanto costa mediamente in Italia mandare il proprio figlio all’asilo nido comunale, con notevoli differenze territoriali fra Nord, Centro e Sud, e fra le diverse province. Un costo che rappresenta il 12% delle uscite mensili di una famiglia tipo e che, considerando che gli asili nido in media vengono utilizzati per 10 mesi l’anno, ammonta a circa 3.100 euro annuali. Sono i risultati principali di un’indagine dell’Osservatorio nazionale prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva che ogni anno fornisce un quadro nazionale delle spese sostenute dalle famiglie italiane in merito ai servizi pubblici locali (asili nido, acqua, rifiuti, trasporti pubblici). Asili più costosi al Nord Gli asili più costosi sono al Nord (380 euro) seguiti dal Centro (322) e infine dal Sud (219). La regione più economica è la Calabria con una tariffa media mensile di 139 euro, la più costosa la Valle D’Aosta con in media 432 euro. Fra i capoluoghi di provincia il primato dei costi più alti spetta a Lecco con 515 euro al mese (5150 euro all’anno), mentre Vibo …

"Il rammendo delle periferie nella coscienza collettiva", di Renzo Piano

Quando i commissari d’esame hanno aperto le buste con i temi mi sono reso conto che il rammendo delle periferie è entrato nella coscienza collettiva. Che dire? Sono l’architetto e senatore più felice del mondo. Quello che intendo come ruolo di senatore a vita è questo: risvegliare le coscienze, soprattutto quelle dei giovani che in questi giorni affrontano la maturità. A loro va il mio più sincero in bocca al lupo, visto che per scaramanzia gli auguri non si fanno. Quello che è importante nella mia veste di senatore, che non può essere diversa da quella di architetto, è piantare dei semi nell’immaginario dei giovani e non solo. Il mio contributo è parlare e lavorare sulle periferie che sono la città del futuro così come sulle scuole che oggi accolgono gli italiani di domani. In questo terreno si piantano i semi ed è importante che sia coltivato, fertile e ben irrigato. Sono certo che i semi germoglieranno perché i nostri giovani sono straordinari, eredi di una cultura che non ha pari. E lo dice uno …

"Quasimodo, Europa e la grande guerra. La maturità vista dagli intellettuali", di Paolo Fabi

Prima prova scrittta per i quasi 500mila maturandi. Domani saranno alle prese con la prova d’indirizzo (matematica allo scientifico, greco al classico o lingua straniera al liceo linguistico). Lunedì il quizzone e poi gli orali. Lo storico Cardini: «Temi interessanti ma anche un po’ prevedibili». Alle 8,30 di questa mattina è iniziato l’esame di maturità per quasi 500mila studenti italiani. Il codice di accesso per “decriptare” le tracce per il primo scritto dell’esame (quello di italiano) è stato letto dal ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, in diretta al Tg1. Le commissioni hanno, quindi, potuto scaricare le tracce abbinando il codice a quello già in l,oro possesso inviato dal Miur. Salvatore Quasimodo è uno degli argomenti proposti ai maturandi 2014. Del poeta siciliano (già uscito nel 2002) vengono sottoposti agli studenti i versi della poesia Ride la gazza, nera sugli aranci, dalla raccolta Ed è subito sera. Il tema di ordine generale è una frase tratta da Il rammendo delle periferie, articolo di Renzo Piano: «Siamo un Paese straordinario e bellissimo, ma allo stesso tempo molto fragile». …

"Ma l’esame dovremmo farlo allo stato della nostra scuola", di Mila Spicola

Quattro le tipologie che il ministero metterà sul tavolo dei maturandi per la prima prova scritta, quella di italiano: analisi del testo, saggio breve/articolo di giornale, tema storico e tema di carattere generale. Tra i 465mila studenti alcuni miei ex alunni. «Prof, secondo lei cosa è più facile?». «Valeria, quel che sai far meglio, no? Leggi tutte e quattro le tracce, fatti uno schemino per ciascuna, se l’argomento lo conosci e lo governi, vai e scrivi. Rifletti, bevi, respira, non ti far prendere dall’ansia..». «Pare facile prof! Lei non si fece prendere dall’ansia?». «Nel tema no, nella versione sì». «Ogge su santo, prof! La versione!». Negli ultimi giorni i miei ingressi su Facebook sono stati costellati dalle domande e dai dubbi dei miei primi ex alunni alle prese con l’esame di Stato nella Secondaria di Secondo Grado. Quelli almeno che ci sono arrivati. I miei ex pulcini da mesi mi chiedono, mi interrogano, mi raccontano e mi fan ricordare e ritenere come i giorni e i tempi prima degli esami siano sempre identici. Tanto da …

"Terza media, l'esame fuori tempo", di Maurizio Tiriticco*

Nel 2007 l’obbligo di istruzione è stato innalzato di due anni. Si è trattato di una iniziativa largamente attesa, perché in una società ad alto sviluppo otto anni di istruzione obbligatoria erano veramente pochi, stante lo sviluppo di quelle competenze di base estremamente necessarie per qualsiasi processo lavorativo. In effetti nella società della conoscenza la tradizionale separatezza tra lavoro manuale e lavoro intellettuale si sta attenuando sempre più rapidamente, e non c’è attività che non richieda anche conoscenze di base di alto profilo. In seguito all’innalzamento dell’obbligo, ci si aspettava che il tradizionale diaframma tra scuola media, dove la prossima settimana si svolgeranno gli esami conclusivi, e istruzione secondaria superiore si andasse via via attenuando e che la verifica delle competenze di cittadinanza e delle competenze culturali acquisite dagli studenti, puntualmente definite nel dm 139/2007, e debitamente coordinate con quanto richiesto dall’Unione europea a tutti i sistemi scolastici degli Stati membri, costituisse il vero momento terminale di dieci anni di studi obbligatori. Ma questa attesa non si è mai realizzata. Le ragioni di tale insuccesso …