Tutti gli articoli relativi a: scuola | formazione

"Gli abusivi della cattedra", di Giovanni Belardelli

Sono ancora i professori ad avere la responsabilità pedagogica dell’insegnamento nelle nostre scuole? È in fondo questa la domanda che nasce dalla lettura di una recente sentenza del Tar del Lazio, che ha annullato la bocciatura di uno studente di un liceo classico romano il quale aveva riportato alcune pesanti insufficienze: 3 in matematica, 4 in fisica, 3 in storia dell’arte. Al di là delle motivazioni più tecnico-giuridiche della sentenza, spicca il rimprovero del Tar agli insegnanti per non avere adeguatamente valutato la preparazione complessiva dello studente, all’interno della quale — secondo i giudici amministrativi — un 3 in matematica e un 4 in fisica sarebbero meno gravi trattandosi di un liceo classico. Anche a prescindere dall’opinione che si può avere su un’argomentazione del genere (personalmente, la reputo una sciocchezza), a lasciare di stucco è il fatto che in questo modo il Tar salga, letteralmente, in cattedra. Finisce infatti per sostituirsi agli insegnanti in quell’attività chiave della loro funzione pedagogica che consiste nella valutazione di uno studente: una valutazione che può fare a ragion veduta …

"E se l'Europa avesse torto?", di Mariangela Colombo

Leggo la nota Cidi, Anticipo a 5 anni, perplessità e questioni aperte, a firma di Giuseppe Bagni, e debbo dire di sottoscriverne ogni riga. Ma sono soprattutto le prime parole di quella nota che mi fanno sussultare: “L’Europa ci chiede che il ciclo di studi…” Ma come?! Abbiamo dichiarato a gran voce, governo dopo governo, parlamento dopo parlamento, che le riforme non dobbiamo farle “perché ce lo chiede l’Europa”, ma solo quando e se esse vengano considerate necessarie per l’evoluzione e il miglioramento del Paese! Ora arriva una nuova ministra, di provenienza universitaria e – per così dire – di estrazione politica liberal-democratica, e subito – senza colpo ferire – tira fuori dalla scarsella l’invito ad allinearci a quello che vuole (e un po’ ovunque fa) l’Europa, ossia licenziare dalla superiore gli studenti diciottenni, e quindi tagliare di un anno la loro frequenza scolastica, ovviamente provvedendo a ghigliottinare l’ordine e grado considerato come il meno importante, il meno doloroso, il meno significativo e (soprattutto, e tuttora…) il meno normato: quello della scuola materna. Il tutto, …

Il Pd di Modena al Sottosgretario Reggi “Scuole sicure e a misura della nostra comunità”

Consegnato al sottosegretario all’Istruzione il documento “La scuola prima di tutto” I problemi della scuola, causati da tagli alle risorse e restrizioni del personale, sono aggravati a Modena dalle conseguenze del sisma e dell’alluvione, ma anche dalle carenze di organico: la denuncia di una situazione che mette a rischio la qualità del nostro sistema scolastico è contenuta in un documento – a firma Lucia Bursi, Filippo Molinari e Cristina Ceretti – che il Pd modenese ha consegnato, venerdì scorso, al sottosegretario all’Istruzione Roberto Reggi. Erano oltre duecento gli amministratori che, nel pomeriggio di venerdì 27 giugno, hanno partecipato a Modena all’incontro, organizzato dal Pd regionale, con il sottosegretario all’Istruzione Roberto Reggi sui temi dell’edilizia scolastica. Nell’occasione, il Pd modenese ha consegnato al sottosegretario un documento incentrato non solo sull’edilizia scolastica, ma, più in generale, sul diritto alla scuola dal titolo “La scuola prima di tutto”, a firma del segretario provinciale Pd Lucia Bursi, del responsabile Enti locali del Pd provinciale Filippo Molinari e dell’assessore provinciale all’Istruzione Cristina Ceretti. Nel documento, dopo aver ricordato il grado …

"Scuola e lavoro: Un divario da colmare", di Roberto Vacca

IN USA LE AZIENDE INVESTONO IN RICERCA E SVILUPPO MOLTO PIÙ CHE DA NOI. QUINDI, LA PERCENTUALE DEI DISOCCUPATI è metà che in Italia. Pure gli industriali americani denunciano un grave divario fra le competenze/abilità ottenute dalle scuole superiori e quelle di cui hanno bisogno (SKILLS GAP). Sul problema la Intelligence Unit dell’Economistha appena pubblicato un rapporto, sponsorizzato dalla fondazione Lumina che in Usa crea iniziative per innalzare i livelli di diplomati e laureati. Le aziende sostengono che spendono molto più di prima per addestrare il personale. È vitale farlo: il 60% dei posti di lavoro richiedono oggi una formazione post-diploma, dato che prodotti, processi e strumenti professionali vengono innovati di continuo (non solo nel settore informatico). Lo studio dell’Economist si basa su interviste a 343 dirigenti di aziende che hanno da 100 a oltre 10.000 addetti e volumi di affari da milioni di dollari a oltre 10 miliardi. Per ridurre o annullare il divario citato, i 2/3 degli intervistati ha già in corso collaborazioni con università. Un terzo collabora con Community College. Più della …

"Il maestro Eggers insegna a raccontare", di Elena Stancanelli

Lo scrittore ha avviato un esperimento nelle scuole americane ora esportato in Italia: “Proviamo ad appassionare i giovani alle storie” «SE mi limitassi a scrivere», dice Dave Eggers, «non mi sentirei a mio agio. Tutto quel tempo da solo, a pensare al modo migliore per esprimere le mie emozioni… Non crede che scrivere romanzi sia, almeno in parte, un esercizio di egoismo?». Lo dice senza alcuna arroganza, come se non volesse offendere nessuno. È il suo modo: gentile, disarmato, attento agli altri. È arrivato a Firenze per il premio Von Rezzori. Il suo ultimo romanzo, Ologramma per un re, era entrato nella cinquina. Siamo su un pullman, abbiamo appena visitato una piccola scuola di Campi Bisenzio (periferia fiorentina), il Porto delle Storie. Un circolo di scrittura nascosto in un bar, inventato da Leonardo Sacchetti, insieme alla Cooperativa Macramè. Un progetto che si ispira a quello di Dave Eggers, 826 Valencia. Per questo lo scrittore americano si è offerto di andarli a trovare. Per tutta la mattina ha ascoltato i racconti ispirati alle copertine dei suoi …

"Dall'asilo all'università, scuola vuol dire sfiducia", di Raffaello Masci

I numeri del Censis raccontano la delusione degli italiani. Meno iscritti e più abbandoni: e aumentano i ricorsi al Tar La scuola ha deluso. Mettiamola così: è sempre il veicolo principale del sapere, è sempre quel percorso da cui non si può prescindere. Ma la promessa che si sintetizzava nello slogan «più studi, più lavori (e più guadagni)» non è più credibile. Almeno per i ragazzi italiani degli anni della crisi: ci si iscrive di meno alle superiori, si abbandona più facilmente e si diserta l’università ogni giorno di più. È la fuga dall’istruzione quella su cui fa un focus il Censis in una ricerca presentata ieri? Forse no. È presto per dirlo. Ma è certo che «aumenta la sfiducia nella scuola come strumento di mobilità sociale», come annuncia il centro studi presieduto da Giuseppe De Rita. Non si crede più, in sostanza, che studiando si possa migliorare la propria condizione sociale ed economica. E i numeri assecondano questa sensazione, tant’è che se si osserva la generazione dei ventenni di oggi che hanno una occupazione, …

"Diamo giudizi ma senza bocciare", di Marco Rossi Doria

Da qualche tempo laFrancia s’interroga sui voti e sulle bocciature. Questo dibattito di Oltralpe è utile anche a noi. Ci aiuta a guardare ai nostri punti di forza o di debolezza. E forse ci suggerisce qualche trasformazione già da tempo matura. In Italia, come ovunque, sappiamo che bisogna raggiungere presto e bene le conoscenze irrinunciabili, ben descritte nelle indicazioni nazionali dove è detto cosa si deve sapere nelle diverse discipline in seconda, in quinta, in terza media e poi nelle diverse scuole superiori. Perciò, tutti sappiamo che ci vuole qualcuno – la maestra, il prof. – che ti dica: «guarda che questa cosa la sai ma quest’altra non la sai o la sai in parte e la devi e puoi apprendere». Il voto numerico è solo un modo, anche abbastanza grossolano, per fare questo. Il principio secondo il quale un adulto educatore vaglia, insieme al suo alunno o studente, le conoscenze e competenze non viene messo in discussione quando si discute del voto numerico. Né in Francia né qui. Quel che si discute oggi in …