Tutti gli articoli relativi a: scuola | formazione

"Un anno in meno a scuola? Le ragioni del sì e quelle del no", di Mila Spicola

Ha provocato un vespaio il semplice accenno del sottosegretario all’Istruzione Marco Rossi Doria all’eventualità di riforma del ciclo d’istruzione, cioè la proposta di diminuirlo di un anno. Attualmente è di 13 anni : i ragazzi rimangono 5 anni alle elementari, cioè la scuola primaria, 3 anni alla scuola media, cioè secondaria di primo grado, 5 anni alle superiori, secondaria di secondo grado. La proposta è di ridurlo di un anno agendo alle medie o alle superiori. Come del resto già avviene in tanti paesi europei, dalla Francia alla Germania, dove la scuola dura meno eppure i profitti dei ragazzi, come testimoniano ricerche nazionali e internazionali, sono di gran lunga preferibili a quelli italiani, per cui la minore durata del ciclo non inficia i livelli cognitivi di quei ragazzi che vengono immessi nel mondo del lavoro o in quello universitario con un anno di vantaggio. La proposta è accompagnata dall’ipotesi di innalzamento dell’obbligo scolastico : dagli attuali 15 anni (prima della Gelmini era di 16 anni: è stato diminuito a 15) ai 18. Le ragioni del …

"Sicurezza, il governo Monti fa sul serio", da La Tecnica della Scuola

Il ministro Profumo annuncia che è in dirittura d’arrivo l’anagrafe degli edifici e che presto chiederà al Cdm di intervenire. Segnali di presa di responsabilità anche dal responsabile del dicastero della Coesione territoriale, Fabrizio Barca: tramite Twitter rassicura gli studenti che gli istituti siciliani più a rischio verranno messi in sicurezza. Dopo una settimana di critiche e perplessità, derivanti da decisioni e dichiarazioni troppo distanti dalle emergenze espresse dai lavoratori e dai loro rappresentanti, l’immagine del ministero dell’Istruzione torna a recuperare quella credibilità che aveva contrassegnato le prime settimane del nuovo corso “targato” Profumo: a far alzare le quotazioni del Miur sono state prima le dichiarazioni dello stesso Ministro a proposito della volontà di chiudere una volta per tutte il cerchio attorno all’anagrafe degli edifici scolastici, al fine di recepire informazioni utili a pianificare gli interventi di manutenzione ed assistenza. In effetti, gli ultimi dati indicano che non c’è tempo da perdere: almeno un istituto su tre, in particolare quelli costruiti prima degli anni Settanta, è privo di certificazione antisismica e necessita di interventi. Nello …

"La scuola è la mia casa", di Luigi Berlinguer

Caro Direttore, «la scuola è la mia casa». Ho coniato questo motto per far capire la necessità di un cambiamento radicale dell’attività educativa, dell’istruzione. Ieri affidata al rapporto tra cattedra e banchi e oggi, almeno nei Paesi evoluti (non è ancora, purtroppo, il caso dell’Italia) in cammino verso una vera comunità educante. I Paesi che conservano la vecchia scuola (quella del sapere trasmesso solo per via orale dalla cattedra ai banchi, con le aule immutabili. Siamo nel terzo millennio ma quando si entra in un edificio scoalstico ancora troppo spesso sembra di essere tornati all’800) tagliano fuori un numero troppo grande di giovani e perdono progressivamente anche in qualità. La società della conoscenza è l’enorme sviluppo dei saperi, dei bisogni culturali (e civili) dei cittadini. Il diploma di scuola media non basta più. Per nessuno. La conseguenza è che occorre adeguare l’intero sistema formativo a tali necessità. Se vogliamo (in una cornice europea e sovranazionale) più cultura, più qualità, più istruzione, più professioni qualificate, più lavoro non alienante e meno precario, dobbiamo opportunamente soddisfare anche …

Scuola, Ghizzoni (Pd): su riduzione percorso studio serve cautela e molta riflessione

“Sono molti gli obiettivi sull’istruzione che l’Europa indica e che l’Italia disattende da troppo tempo: tra questi, per citare solo quelli più urgenti, che consentirebbero la necessaria valorizzazione del capitale umano, l’azzeramento della dispersione scolastica, l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, l’aumento del numero dei diplomati e una maggiore attenzione alle discipline scientifiche. Su questi punti – dopo il disinteresse dei tre anni precedenti – occorre ora investire con convinzione e senso strategico. E’ vero anche che l’Europa indica un percorso scolastico piú breve, di un anno, rispetto al nostro: un obiettivo da affrontare con la cautela imposta da un contesto sottoposto allo choc degli assurdi tagli del governo precedente. Su tutto ciò occorre portare avanti una seria riflessione, coinvolgendo e rendendo protagonista il mondo della scuola: stupiscono quindi le indiscrezioni odierne, tanto più che di tutto ciò il ministro Profumo non ha parlato durante la recente audizione in commissione”. Lo dichiara la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni. ****** Tutti contro Rossi Doria: impensabile ridurre di un anno il ciclo …

"La scuola solubile", di Raffaele Iosa

Volevo intitolare questo articolo “ scuola liquida” per descrivere come vedo la scuola italiana oggi. Ma per non scimmiottare Baumann, e per ragioni più prosaiche, ho deciso di chiamarla “solubile”: cioè uno stato liquido senza forma, senza scheletro, amebica ma con tracce di sali e zuccheri sciolti qua e là che non riescono a fare massa. Dalle tracce forse si può ri-partire per ri-trovare un sensato senso pubblico per una futura formazione nel nostro paese migliore dell’attuale? Una nuova Italia pubblica? Nonostante l’incipit pessimista, ho trovato una possibile risposta positiva per trovare nuove tracce nei dati della ricerca di Ilvo Diamanti pubblicata il 9 gennaio 2012 su Repubblica dal titolo “Voglia di un paese migliore”. Ricerca imperdibile per chi si occupa di scuola con una visione democratica delle opportunità dopo anni di depressione. Nel settore “fiducia nelle istituzioni” gli italiani danno fiducia alla scuola con un bel 55,7%, +3,3% rispetto al 2010. La scuola è ottima terza. Prime le forze dell’ordine (71,8% con un -2,6 dal 2010), e il Presidente della Repubblica (65,1 dal 70,9 …

"Pierino e l'Italia delle firme false", di Mila Spicola

Pierino falsifica la firma del papà in una giustificazione, la professoressa se ne accorge e lo rimprovera aspramente “se tu fossi adulto, per un simile atto potresti andartene in galera”. Il papà avvertito, prende Pierino e lo rifà nuovo a rimproveri. Questo ci aspettiamo no? E invece no. Il papà e la mamma di Pierino, turbati dal turbamento della creatura, sangue del proprio sangue, occhi dei propri occhi e atti dei propri atti, vanno dai Carabinieri e denunciano la professoressa per abuso dei mezzi di correzione. Una querela da 35mila euro richiesti come risarcimento danni. “Perchè mica ci si può permettere di dare del galeotto a un innocente..So ragazzi!!!” E dunque intanto ti querelo e te la faccio pagare in euro la tua mal creanza e acredine e persecuzione nei confronti del mio bambino. Soldi tutti da investire nel futuro e negli studi del povero perseguitato immagino. Ma anche no. Ci sarebbe il secondo bagno da rifare in casa. Mò ti faccio vedere io chi ha ragione. Tutto questo di fronte a un Pierino tra …

"Vita da supplente", di Giovanni Belfiori

Storie normali di un paese anormale: la prof che pianta la tenda nel giardino della scuola perché non ha più i soldi per la benzina, la precaria che attende invano lo stipendio e intanto forma docenti di ruolo, l’assessore che paga le supplernze rischiando di violare la legge. Tempi duri per i supplenti. A Oristano, così riporta il quotidiano La Nuova Sardegna, Maddalena Calvisi,40 anni, docente precaria dal 2002, due figli, ha deciso, suo malgrado, di diventare un’insegnante a ‘chilometri zero’: ha montato una tenda da campeggio nel giardino della scuola e si è sistemata lì dentro. La scuola, infatti, non le paga più le supplenze e lei aveva due possibilità: rinunciare all’incarico o tagliare le spese di trasporto. Nel contratto che ha firmato c’era scritto che sarebbe stata pagata solo quando la scuola avesse avuto dal ministero dell’Istruzione i fondi necessari per la liquidazione degli stipendi, quei fondi non sono arrivati e lei non è stata pagata. “Non è solo una questione economica – ha commentato l’insegnante – ma anche l’inizio di una battaglia …