Tutti gli articoli relativi a: scuola | formazione

"Catia la secchiona, cervello delle aste on line", di Laura Alari – Il Resto del Carlino 21.08.14

Un premio di 40mila dollari, da spendere mica in shopping o in vacanze esotiche ma per utilizzare risorse di calcolo. Lo ha messo in palio la Microsoft e se qualcuno pensa che a vincerlo sia stato il classico scienziato pazzo, con gli occhialini sul naso e i capelli bianchi arruffati, sbaglia di grosso. Il merito è di Catia Trubiani, una ragazza di Teramo poco più che trentenne, bella e solare, un genio dell’informatica che ha concluso gli studi a tempo di record ma senza mai sacrificare se stessa. Esempio perfetto di come una donna possa portare avanti con successo progetti scientifici e di vita. Cominciamo dal futuro, Catia: qual è il suo prossimo obiettivo? «Un’utopia». Si spieghi meglio. «Mi piacerebbe tanto restare in questo Paese per contribuire a cambiarlo. Ma mi rendo conto che si tratta di un sogno irrealizzabile, appunto». Quindi anche lei ha già le valigie pronte, come quasi tutti i giovani migliori? «Vediamo, ci penserò fra un anno. Ma la tentazione forte di andarsene c’è, inutile negarlo». Eppure finora è rimasta qua, …

E poi dicono che non c'è più religione… – Manuela Ghizzoni

La scuola taglia e gli insegnanti di religione aumentano. I dati riportati dall’articolo che segue parlano di 310 docenti in più nel nuovo anno scolastico, mentre la frequenza dell’ora di religione diminuisce (l’esenzione nel 2012/2013 è arrivata all’11,1%). Credo che nessuno voglia promuovere nuove “guerre di religione”, ma dopo la stagione dei tagli imposti alla scuola – di cui ancora oggi il sistema patisce le conseguenze – sarebbe certamente opportuna una stretta corrispondenza tra contingente dei docenti di religione e numero di alunni “frequentanti” (e non tra tutti gli alunni iscritti all’anno scolastico), in coerenza con quanto avviene per le altre discipline. Ma la coerenza, anche nelle politiche scolastiche, è merce rara… La Repubblica 19.08.14 RICOMINCIA LA SCUOLA E AUMENTANO (ANCORA) I DOCENTI DI RELIGIONE di Salvo Intravaia A settembre, la scuola italiana avrà bisogno di più insegnanti di Religione dello scorso anno. Duemila in più rispetto a dieci anni fa. A certificarlo è l’organico dei docenti di Religione 2014/2015 del ministero. E se da un decennio a oggi nella scuola italiana tutto (o quasi) …

"Il buco nero dell'aggiornamento", di Giovanni Scancarello – Italia Oggi 19.08.14

I docenti italiani devono tornare a formarsi. È l’impegno assunto dal governo Renzi sul fronte delle riforme per la scuola. Del resto che i docenti debbano continuamente fare formazione ce lo dice l’Ocse, ma anche la logica. Ma è proprio questo il punto. Non si capisce quale sia stata finora la strategia sulla formazione dei docenti al punto che l’Ocse rileva un buco. La storia dell’aggiornamento dei docenti italiani, o come la chiama l’Ocse «dello sviluppo professionale», a cavallo della riforma dell’autonomia scolastica, lascia infatti perplessi. Oggi l’Ocse dice che, oltre al basso livello di coinvolgimento dei docenti in attività formative, i nostri insegnanti chiedono di essere formati su Bes e Tic. Tralasciando il riferimento ai bisogni educativi speciali, nonostante l’Italia sia stata tra i primi Paesi al mondo, quarant’anni fa, a integrare gli alunni diversamente abili nelle classi normali, soffermandoci per un momento sul bisogno formativo nelle Tic, non può sfuggire il fatto che se ne torni a parlare in un Paese in cui si è investito di più negli ultimi anni. Pensiamo solo …

Laurearsi all'estero è un'opportunità, non una via di fuga – Manuela Ghizzoni

Nell’articolo che riporto da La Stampa si lamenta le difficoltà di ingresso nelle Università straniere per gli studenti italiani. L’idea che potrebbe insinuarsi nel lettore (complice anche un titolo allarmistico) è che i “prestigiosi” atenei anglosassoni non si fidano del sistema di istruzione italiano e quindi delle competenze dei nostri studenti, ai quali verrebbe richiesta una valutazione superiore agli altri per potersi iscrivere. In realtà, a tutti gli studenti che non hanno conseguito l’International Baccalaureate è chiesto un punteggio molto alto, non solo agli italiani. E vale la pena ricordare che gli stessi “prestigiosi” atenei si affrettano ad accaparrarsi i nostri giovani ricercatori e laureati. L’articolo, poi, si chiude accennando al prestito d’onore (che consente di non pagare le tasse scolastiche, per restituirle una volta conseguito il primo stipendio) come opportunità offerta alle matricole dagli atenei inglesi e ulteriore motivo di migrazione. L’autore, però, dimentica di dire (ma lo scorso anno diverse testate non sono incorse nella stessa dimenticanza) che nei sistemi anglosassoni, in particolare negli USA, l’indebitamento con gli istituti di credito per accedere …

"Il dibattito impazzito sui fondi europei", di Giorgio Santilli – Il Sole 24 Ore 15.08.14

Sui fondi strutturali Ue è forse utile riprendere alcuni fondamentali fili della discussione perché il dibattito pubblico sembra impazzito. Non rischiamo di perdere 41 miliardi della programmazione 2014-2020 perché comunque chiuderemo l’accordo quadro con Bruxelles (se non a settembre, a ottobre): rischiamo, questo sì, di partire malissimo, come già successo con il ciclo 2007-2013 e di dover spendere in cinque anni quello che andrebbe speso in sette. Rischiamo di stare fermi proprio ora che avremmo un gran bisogno di far ripartire gli investimenti. Rischiamo soprattutto di perdere 7-8 miliardi dei fondi 2007-2013. Un piccolo segnale positivo c’è stato fra il 31 maggio e oggi: la spesa contabilizzata è passata dal 55,8% al 57,5%. Non c’è da sprizzare ottimismo. Capiremo presto se l’accelerazione riguarda la sola contabilizzazione o se il lavoro di stimolo fatto da Graziano Delrio abbia spinto lavori veri. Un dato confortante riguarda la Campania che ha contabilizzato 251,4 milioni di spesa Fesr, passando dal 33,3% al 38,7%. La fotografia impietosa scattata dal Sole 24 Ore il 29 giugno, con dati ufficiali Opencoesione del …

"Viva la scuola pubblica e imperfetta", di Marco Lodoli – La Repubblica.it del 14.08.14

PER fortuna in Italia il precettore privato non è ancora arrivato, e speriamo che non arrivi mai, sarebbe davvero un gesto di sfiducia definitiva verso la condivisione del sapere e la bellezza di crescere insieme ai propri coetanei. Sarebbe un assurdo atto di separazione e di egoismo che nulla ha a che fare con la cultura. Certo, i ricchi di nuovo hanno preso il largo, iscrivono i loro rampolli nelle scuole americane o tedesche, con i prati ben rasati e lo stemma dell’istituto ricamato sulle giacche blu. Si tengono lontani dalla scuola pubblica perché, in qualche modo, rappresenta e rispecchia il paese: è un qui e ora che li spaventa e al quale sperano di contrapporre un altrove privilegiato, dove non può e non deve entrare alcun disordine, alcun malessere. Il ricco nostrano considera decisive le relazioni che si stringono in una scuola che costa soldoni, perché è convinto che più della conoscenza contano le conoscenze. Passare cinque anni in classe con piccoli benestanti aiuterà suo figlio, più avanti si ritroverà nell’agenda una serie di …

Da settembre scuola e lavoro più vicini – Manuela Ghizzoni

Fare e imparare o imparare facendo. E’ il senso della norma già approvata nel decreto Carrozza (ar. 8 bis) nell’ottobre 2013 e diventata operativa con l’approvazione del recente decreto interministeriale per essere introdotta nel nuovo anno scolastico. Come spiega l’articolo in calce tratto dal Sole 24 Ore, le aziende potranno assumere con un contratto di apprendistato studenti dell’ultimo biennio delle superiori, un’età in cui l’obiettivo lavoro è già presente nei progetti dei ragazzi. E’ un’ iterazione scuola – lavoro che dà una svolta al percorso formativo orientandolo all’ esperienza aziendale, ma cambia anche il concetto di “apprendistato”: non più un metodo per ridurre i costi del lavoro, ma un reale investimento per l’azienda sulla “costruzione” di risorse di qualità. Comincerà l’Enel, già in parte ispiratrice del progetto, che assumerà 15 studenti apprendisti. L’unico neo della proposta è che non sono previste risorse aggiuntive per le scuole e in particolare per i docenti (a questo proposito il governo approvò un mio OdG), che dovranno impegnarsi in attività di programmazione e tutoraggio. Così come le aziende dovranno …