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“Falso movimento”, di Fabrizio Dacrema

Eppure il Ministro Profumo aveva visto giusto. Si trattava di dare alla scuola chiari segnali di inversione di tendenza pur nel quadro economico e finanziario emergenziale in cui versa il paese. Corrette le priorità individuate: rilancio dell’autonomia scolastica, potenziamento della filiera dell’istruzione e della formazione per il lavoro, sviluppo del sistema nazionale di valutazione, sicurezza e qualità dell’edilizia scolastica. Come il protagonista del vecchio film di Wim Wenders, il Ministro nel decreto semplificazioni avrebbe voluto “poter scrivere qualcosa di assolutamente necessario”, invece ha dovuto limitarsi al possibile, cioè a quanto autorizzato dagli occhiuti controlli del Ministero dell’Economia e delle Finanze. (MEF). L’occasione perduta dell’organico funzionale In particolare sul nodo decisivo delle risorse per l’autonomia scolastica l’idea di far partire subito il meccanismo dell’organico funzionale di scuola e di rete è stata accantonata e, di fatto, rinviata alla prossima legislatura. Avviando immediatamente l’organico funzionale si sarebbe, invece, inviato alle scuole il messaggio della fine dell’era dei tagli lineari a favore dell’attribuzione alle scuole di risorse professionali stabili e arricchibili progressivamente e in modo mirato al fine …

"Falso movimento", di Fabrizio Dacrema

Eppure il Ministro Profumo aveva visto giusto. Si trattava di dare alla scuola chiari segnali di inversione di tendenza pur nel quadro economico e finanziario emergenziale in cui versa il paese. Corrette le priorità individuate: rilancio dell’autonomia scolastica, potenziamento della filiera dell’istruzione e della formazione per il lavoro, sviluppo del sistema nazionale di valutazione, sicurezza e qualità dell’edilizia scolastica. Come il protagonista del vecchio film di Wim Wenders, il Ministro nel decreto semplificazioni avrebbe voluto “poter scrivere qualcosa di assolutamente necessario”, invece ha dovuto limitarsi al possibile, cioè a quanto autorizzato dagli occhiuti controlli del Ministero dell’Economia e delle Finanze. (MEF). L’occasione perduta dell’organico funzionale In particolare sul nodo decisivo delle risorse per l’autonomia scolastica l’idea di far partire subito il meccanismo dell’organico funzionale di scuola e di rete è stata accantonata e, di fatto, rinviata alla prossima legislatura. Avviando immediatamente l’organico funzionale si sarebbe, invece, inviato alle scuole il messaggio della fine dell’era dei tagli lineari a favore dell’attribuzione alle scuole di risorse professionali stabili e arricchibili progressivamente e in modo mirato al fine …

“Non comprate quei caccia meglio costruire 185 asili”, di Umberto Veronesi

Il mondo della scienza e il mondo civile sono sconcertati di fronte all´indicazione, emersa in questi giorni, di proseguire nel programma di acquisto dei cacciabombardieri F-35, riducendo il numero, nella migliore delle ipotesi, da 131 a 100. Chiunque abbia a cuore il nostro Paese e il suo futuro, su questo punto non può tacere. La decisione di aderire a questo programma militare di nove Stati, il più costoso della storia, che prevede per l´Italia un esborso di 15 miliardi di euro, fu presa nel 2002 (l´accordo fu firmato a Washington dall´attuale ministro della Difesa) e già allora suscitò forti polemiche. Ora però, quando per far fronte alla crisi il governo si trova costretto a minare i fondamenti economici di ogni famiglia: lavoro, pensioni, assistenza sanitaria, l´idea di dedicare una cifra iperbolica a questo programma, appare difficilmente accettabile. Ogni caccia costa 120 milioni di euro, che basterebbero per costruire 185 asili nido, permettendo a più madri di mantenere il loro posto di lavoro. La maggioranza dei cittadini non vuole nuovi investimenti in armi e qualcuno ha …

"Non comprate quei caccia meglio costruire 185 asili", di Umberto Veronesi

Il mondo della scienza e il mondo civile sono sconcertati di fronte all´indicazione, emersa in questi giorni, di proseguire nel programma di acquisto dei cacciabombardieri F-35, riducendo il numero, nella migliore delle ipotesi, da 131 a 100. Chiunque abbia a cuore il nostro Paese e il suo futuro, su questo punto non può tacere. La decisione di aderire a questo programma militare di nove Stati, il più costoso della storia, che prevede per l´Italia un esborso di 15 miliardi di euro, fu presa nel 2002 (l´accordo fu firmato a Washington dall´attuale ministro della Difesa) e già allora suscitò forti polemiche. Ora però, quando per far fronte alla crisi il governo si trova costretto a minare i fondamenti economici di ogni famiglia: lavoro, pensioni, assistenza sanitaria, l´idea di dedicare una cifra iperbolica a questo programma, appare difficilmente accettabile. Ogni caccia costa 120 milioni di euro, che basterebbero per costruire 185 asili nido, permettendo a più madri di mantenere il loro posto di lavoro. La maggioranza dei cittadini non vuole nuovi investimenti in armi e qualcuno ha …

“La fregatura delle insegnanti nonne”, di A.M.B. da La Tecnica della Scuola

L’Italia ha gli insegnanti più vecchi d’Europa, di questi l’80% sono donne, e mancano le giovani leve. L’allarme è rimbalzato su tutti i media in seguito alla pubblicazione di “Cifre chiave dell’istruzione in Europa 2012”, realizzata da Eurydice. C’è da riflettere. Fino a tre anni fa la pensione di vecchiaia per le donne era fissata a 60 anni, di punto in bianco è arrivata a circa 67, senza scaglioni che mitigassero la fregatura, e senza proteste. Le donne, si sa, accettano le ingiustizie con maggiore disposizione alla rassegnazione. Negli anni allegri della nostra storia, nel pubblico impiego si poteva andare in pensione con 19 anni, sei mesi e un giorno. Chi lavora adesso sta pagando le scellerate baby pensioni di lavoratori più “fortunati” che hanno potuto fare questa scelta. Naturalmente a pagare sono sempre i “poveri cristi”, come si suol dire, non certo i responsabili, cioè chi ha introdotto questa misura antieconomica per guadagnarsi un serbatoio elettorale. Tuttavia, la possibilità di uscire dal lavoro a 60 anni per le donne aveva una sua logica: era …

"La fregatura delle insegnanti nonne", di A.M.B. da La Tecnica della Scuola

L’Italia ha gli insegnanti più vecchi d’Europa, di questi l’80% sono donne, e mancano le giovani leve. L’allarme è rimbalzato su tutti i media in seguito alla pubblicazione di “Cifre chiave dell’istruzione in Europa 2012”, realizzata da Eurydice. C’è da riflettere. Fino a tre anni fa la pensione di vecchiaia per le donne era fissata a 60 anni, di punto in bianco è arrivata a circa 67, senza scaglioni che mitigassero la fregatura, e senza proteste. Le donne, si sa, accettano le ingiustizie con maggiore disposizione alla rassegnazione. Negli anni allegri della nostra storia, nel pubblico impiego si poteva andare in pensione con 19 anni, sei mesi e un giorno. Chi lavora adesso sta pagando le scellerate baby pensioni di lavoratori più “fortunati” che hanno potuto fare questa scelta. Naturalmente a pagare sono sempre i “poveri cristi”, come si suol dire, non certo i responsabili, cioè chi ha introdotto questa misura antieconomica per guadagnarsi un serbatoio elettorale. Tuttavia, la possibilità di uscire dal lavoro a 60 anni per le donne aveva una sua logica: era …

“Scuole all’addiaccio”, di Mila Spicola

“A scuola come a casa”, aveva scritto sul nostro giornale qualche tempo fa Luigi Berlinguer. A me tocca scrivere “a scuola come fuori”. All’addiaccio. Accade a Palermo. Vedi caso fatalità. Otto o dieci gradi nelle aule e nei corridoi, attraversati da spifferi e umidità. Praticamente la stessa temperatura che c’è all’esterno, in alcuni casi anche meno. Allora, per combattere il freddo si tirano fuori rimedi da piccola fiammiferaia: scaldini, bottigliette con acqua calda e stufette elettriche, in teoria vietate dalle norme sulla sicurezza, ma ammesse per amore della sopravvivenza. Un fenomeno, quello delle scuole-freezer, che attraversa tutta la città, dai quartieri periferici al centro della città: per una volta la scuola uguale per tutti, gelidamente uguale per tutti. Più di una ventina di istituti a Palermo non hanno impianto di riscaldamento o lo posseggono vecchio e pieno di perdite, oppure l’impianto è nuovo ma non ancora collaudato o incompleto. Altri non hanno avuto il rifornimento del gasolio. Il Comune “sta mettendo in atto” alcuni interventi per alleviare i disagi per intere scolaresche e centinaia di …