Tutti gli articoli relativi a: scuola | formazione

"I prof hanno paura e il «Raffaele Viviani» rischia di chiudere", di Massimiliano Amato

Nella scuola media del rione Parco Verde di Caivano, Napoli, disponibili 17 cattedre a tempo indeterminato. La preside va a prendere i ragazzi con la sua auto. Solo due iscritti. Era necessario uno scatto d’orgoglio. Costruire una trincea, decidere di indossare l’elmetto e accettare di combattere. Perché nella «banlieue» dei deportati del sisma dell’80, dove i guaglioni dello spaccio improvvisano spericolati rodei in sella agli scooter, tra falansteri di vetrocemento verde marcio, orridi, fatiscenti e senza fogne perché c’è il sospetto che siano stati utilizzati per tombare i bidoni tossici arrivati dal Nord, la «Raffaele Viviani» era un raggio di luce. Una speranza. Invece la Regione Campania ha deciso che quello in corso sarà l’ultimo anno scolastico per la scuola media del Parco Verde di Caivano, dove la preside, per combattere la dispersione, i ragazzi li va a prendere casa per casa con la sua Peugeot ammaccata che tutti hanno imparato a riconoscere in questi vialoni lunghi, dritti e senza nomi. Eugenia Carfora, bionda, minuta, un fascio di nervi che è un concentrato di energia, …

“La scuola in vetrina”, di Marina Boscaino

Sono appena terminati gli ultimi Open day, che – nel linguaggio cifrato dell’autonomia di facciata, ignoto a chi non abbia almeno un nipotino studente e invece assai familiare a genitori e insegnanti – scandiscono il periodo conclusivo del cosiddetto “Orientamento”, quello in cui le scuole devono tentare di attirare il maggior numero di iscritti, specie ora che la soglia dei mille alunni decide sopravvivenza o accorpamento. Le iscrizioni sono chiuse. Una domenica, in genere, con la scuola aperta, per accogliere potenziali utenti che possono così prendere contatto con struttura, Piano dell’offerta formativa, attività svolte durante l’anno; accompagnati da insegnanti – che accolgono, spiegano, illustrano – talvolta coadiuvati dagli studenti più grandi. Una lettera al Corriere vi individua «una sorta di campagna promozionale della scuola, in cui si mostrano i locali, si illustrano le attività ed i progetti e si conosce parte del corpo docente della scuola presso la quale si vorrebbe iscrivere il proprio figlio». Il “responsabile dell’orientamento” (l’insegnante affidatario dell’incarico) si dedica soprattutto a organizzare gli eventi e a girare per le scuole medie …

"La scuola in vetrina", di Marina Boscaino

Sono appena terminati gli ultimi Open day, che – nel linguaggio cifrato dell’autonomia di facciata, ignoto a chi non abbia almeno un nipotino studente e invece assai familiare a genitori e insegnanti – scandiscono il periodo conclusivo del cosiddetto “Orientamento”, quello in cui le scuole devono tentare di attirare il maggior numero di iscritti, specie ora che la soglia dei mille alunni decide sopravvivenza o accorpamento. Le iscrizioni sono chiuse. Una domenica, in genere, con la scuola aperta, per accogliere potenziali utenti che possono così prendere contatto con struttura, Piano dell’offerta formativa, attività svolte durante l’anno; accompagnati da insegnanti – che accolgono, spiegano, illustrano – talvolta coadiuvati dagli studenti più grandi. Una lettera al Corriere vi individua «una sorta di campagna promozionale della scuola, in cui si mostrano i locali, si illustrano le attività ed i progetti e si conosce parte del corpo docente della scuola presso la quale si vorrebbe iscrivere il proprio figlio». Il “responsabile dell’orientamento” (l’insegnante affidatario dell’incarico) si dedica soprattutto a organizzare gli eventi e a girare per le scuole medie …

“Quanta ideologia dietro il mantra della valutazione”, Benedetto Vertecchi

Nelle settimane passate è stato annunciato con enfasi l’avvio del progetto Vales, il cui scopo, secondo quanto è detto nel documento illustrativo diffuso dal Ministero dell’Istruzione, è di sperimentare un modello di valutazione della scuola e della dirigenza centrato su «criteri condivisi, trasparenti, efficaci e basati su indicatori ricavati da molteplici prospettive di osservazione». Ciò in vista della diffusione di «una cultura della valutazione esterna e della rendicontazione finalizzata al miglioramento del servizio». Mi chiedo se chi ha scritto queste righe sia consapevole del concentrato d’ideologia che contengono. Mi chiedo anche se sia stato considerato che la valutazione non consiste nell’assumere dati, anche se da differenti punti di osservazione, e nell’elaborarli per ricavarne indicatori, ma nell’interpretare i fenomeni e collocarli entro dimensioni interpretative estese che considerino non solo quanto appare al momento, ma ancor più il modo in cui si sono venute a produrre determinate distribuzioni di variabili. In altre parole, la valutazione riassume in un giudizio che contiene un apprezzamento (non importa, da un punto di vista generale, se positivo o negativo) tutti gli …

"Quanta ideologia dietro il mantra della valutazione", Benedetto Vertecchi

Nelle settimane passate è stato annunciato con enfasi l’avvio del progetto Vales, il cui scopo, secondo quanto è detto nel documento illustrativo diffuso dal Ministero dell’Istruzione, è di sperimentare un modello di valutazione della scuola e della dirigenza centrato su «criteri condivisi, trasparenti, efficaci e basati su indicatori ricavati da molteplici prospettive di osservazione». Ciò in vista della diffusione di «una cultura della valutazione esterna e della rendicontazione finalizzata al miglioramento del servizio». Mi chiedo se chi ha scritto queste righe sia consapevole del concentrato d’ideologia che contengono. Mi chiedo anche se sia stato considerato che la valutazione non consiste nell’assumere dati, anche se da differenti punti di osservazione, e nell’elaborarli per ricavarne indicatori, ma nell’interpretare i fenomeni e collocarli entro dimensioni interpretative estese che considerino non solo quanto appare al momento, ma ancor più il modo in cui si sono venute a produrre determinate distribuzioni di variabili. In altre parole, la valutazione riassume in un giudizio che contiene un apprezzamento (non importa, da un punto di vista generale, se positivo o negativo) tutti gli …

“Un miliardo per i giovani. Da Erasmus all’imprenditoria le azioni per ridurre la disoccupazione” di Francesca Barbieri

Uso più efficiente dei fondi, schemi innovativi per favorire il passaggio tra scuola e lavoro, aiuti alla mobilità tra uno Stato e l’altro. L’Unione europea scende in campo per contrastare la disoccupazione giovanile, “male” che affligge oltre 5 milioni di ragazzi tra i 15 e i 24 anni, cui si sommano 7,5 milioni di Neet, che non studiano né lavorano. In aggiunta all’invito rivolto agli Stati di spendere i fondi strutturali residui – oltre 82 miliardi, di cui 8 in Italia – per sostenere l’occupazione giovanile e le Pmi, le direttrici tracciate da Bruxelles puntano a ridurre la dispersione scolastica, sostenere tirocini e contratti di apprendistato, attraverso programmi collaudati come Erasmus (anche per imprenditori, si veda l’articolo a lato) e Leonardo da Vinci. Quest’ultimo, in particolare, con un budget di 25 milioni destinato all’Italia per il 2012, promuove stage in imprese o istituti di formazione per studenti e disoccupati. Per ridurre gli abbandoni scolastici la Ue riserva 4 milioni ai giovani che hanno lasciato prima del diploma per aiutarli a riprendere gli studi o un …

"Un miliardo per i giovani. Da Erasmus all'imprenditoria le azioni per ridurre la disoccupazione" di Francesca Barbieri

Uso più efficiente dei fondi, schemi innovativi per favorire il passaggio tra scuola e lavoro, aiuti alla mobilità tra uno Stato e l’altro. L’Unione europea scende in campo per contrastare la disoccupazione giovanile, “male” che affligge oltre 5 milioni di ragazzi tra i 15 e i 24 anni, cui si sommano 7,5 milioni di Neet, che non studiano né lavorano. In aggiunta all’invito rivolto agli Stati di spendere i fondi strutturali residui – oltre 82 miliardi, di cui 8 in Italia – per sostenere l’occupazione giovanile e le Pmi, le direttrici tracciate da Bruxelles puntano a ridurre la dispersione scolastica, sostenere tirocini e contratti di apprendistato, attraverso programmi collaudati come Erasmus (anche per imprenditori, si veda l’articolo a lato) e Leonardo da Vinci. Quest’ultimo, in particolare, con un budget di 25 milioni destinato all’Italia per il 2012, promuove stage in imprese o istituti di formazione per studenti e disoccupati. Per ridurre gli abbandoni scolastici la Ue riserva 4 milioni ai giovani che hanno lasciato prima del diploma per aiutarli a riprendere gli studi o un …