Tutti gli articoli relativi a: scuola | formazione

“L´ita(g)liano a scuola sempre più sconosciuto”, di Marco Lodoli

I dati sono chiari, spietati nella loro oggettività, incontestabili, e ci rivelano una verità che purtroppo conoscevo già da tempo: gli studenti italiani non sanno più scrivere. In tanti anni di insegnamento, dopo aver letto e corretto migliaia di temi, posso affermare con triste sicurezza che sono pochissimi i ragazzi capaci di sviluppare un ragionamento scritto. Capaci di argomentare, esemplificare, cucire le parole e le frasi tra di loro secondo logica e fantasia. Gli errori sono tanti, le concatenazioni sono slabbrate, il periodare è sgretolato, il lessico poverissimo. Sembra quasi che traducano pensieri ed emozioni in una lingua straniera, come quando cerchiamo di farci capire in inglese o in francese, già contenti se qualcuno più o meno ha compreso di cosa stiamo parlando, cosa ci serve, dove siamo diretti. Resta da capire da dove nasce questo smarrimento linguistico, come mai un diciottenne italiano fatica tanto ad esprimersi nella sua lingua. Certo, si legge poco, i libri sono considerati una noia mortale e anche i giornali sono visti come forme di un´altra epoca, reperti storici che …

I sindacati: «Ora le nuove regole sul reclutamento», di Claudio Tucci

Il via libera del Tesoro, dopo quello di Palazzo Vidoni, farà partire entro giugno le prove preselettive per formare (probabilmente tra un anno) 20mila nuovi abilitati all’insegnamento a medie e superiori. Tutto questo mentre Viale Trastevere non ha ancora sciolto il nodo del reclutamento (concorso pubblico o chiamata diretta dei professori da parte delle scuole). E non ha ancora fornito il numero esatto dei pensionamenti (a settembre 2012) che – a organici bloccati dalle manovre economiche di quest’estate – dovranno essere rimpiazzati con le nuove assunzioni. In questo quadro, ha sottolineato Domenico Pantaleo, numero uno della Flc Cgil, «l’avvio a tutti i costi dei Tfa rischia solo di aprire le porte a nuovo precariato e a una lotta tra persone per raggiungere il posto fisso, visto che i nuovi abilitandi si andranno necessariamente ad affiancare, come aspirazioni e anche diritti, agli oltre 200mila precari “storici” inseriti nelle graduatorie a esaurimento». Di qui l’urgenza di correre nel definire le nuove regole sul reclutamento «che dovranno necessariamente viaggiare di pari passo con i Tfa», ha aggiunto il …

"Dirigente Scolastico: cinque tratti per un profilo da ripensare", di Antonio Valentino

Tra nuove emergenze e complessità più elevate. Le disposizione della L. 111 del luglio scorso, che generalizza il modello degli istituti comprensivi, fissa, com’è noto, nuovi parametri per il dimensionamento degli stessi, portando lo standard a 1000 allievi. D’altra parte, le esperienze delle reggenze degli ultimi anni (che hanno interessato gran parte delle nostre scuole, con aggregazioni di istituti diversi e per un numero complessivo di studenti parecchio superiore ai 500-900 previsti dalle disposizioni per l’autonomia), prefigurano situazioni generalizzate di un modello scolastico con numeri molto oltre la soglia massima indicata. Queste sono, al riguardo, le disposizioni e le linee di tendenza con le quali dobbiamo fare i conti. Tra l’altro, gli interrogativi, come si sa, non riguardano tanto il numero degli allievi, quanto il livello di complessità collegato, nella scuola di base, alle verticalizzazioni e al numero dei plessi coinvolti, e, negli istituti del secondo ciclo, alla presenza di indirizzi afferenti a settori diversi e al numero di scuole aggregate. In ogni caso, i problemi si moltiplicheranno e richiederanno di fare i conti con …

“Dirigente Scolastico: cinque tratti per un profilo da ripensare”, di Antonio Valentino

Tra nuove emergenze e complessità più elevate. Le disposizione della L. 111 del luglio scorso, che generalizza il modello degli istituti comprensivi, fissa, com’è noto, nuovi parametri per il dimensionamento degli stessi, portando lo standard a 1000 allievi. D’altra parte, le esperienze delle reggenze degli ultimi anni (che hanno interessato gran parte delle nostre scuole, con aggregazioni di istituti diversi e per un numero complessivo di studenti parecchio superiore ai 500-900 previsti dalle disposizioni per l’autonomia), prefigurano situazioni generalizzate di un modello scolastico con numeri molto oltre la soglia massima indicata. Queste sono, al riguardo, le disposizioni e le linee di tendenza con le quali dobbiamo fare i conti. Tra l’altro, gli interrogativi, come si sa, non riguardano tanto il numero degli allievi, quanto il livello di complessità collegato, nella scuola di base, alle verticalizzazioni e al numero dei plessi coinvolti, e, negli istituti del secondo ciclo, alla presenza di indirizzi afferenti a settori diversi e al numero di scuole aggregate. In ogni caso, i problemi si moltiplicheranno e richiederanno di fare i conti con …

“Dirigente Scolastico: cinque tratti per un profilo da ripensare”, di Antonio Valentino

Tra nuove emergenze e complessità più elevate. Le disposizione della L. 111 del luglio scorso, che generalizza il modello degli istituti comprensivi, fissa, com’è noto, nuovi parametri per il dimensionamento degli stessi, portando lo standard a 1000 allievi. D’altra parte, le esperienze delle reggenze degli ultimi anni (che hanno interessato gran parte delle nostre scuole, con aggregazioni di istituti diversi e per un numero complessivo di studenti parecchio superiore ai 500-900 previsti dalle disposizioni per l’autonomia), prefigurano situazioni generalizzate di un modello scolastico con numeri molto oltre la soglia massima indicata. Queste sono, al riguardo, le disposizioni e le linee di tendenza con le quali dobbiamo fare i conti. Tra l’altro, gli interrogativi, come si sa, non riguardano tanto il numero degli allievi, quanto il livello di complessità collegato, nella scuola di base, alle verticalizzazioni e al numero dei plessi coinvolti, e, negli istituti del secondo ciclo, alla presenza di indirizzi afferenti a settori diversi e al numero di scuole aggregate. In ogni caso, i problemi si moltiplicheranno e richiederanno di fare i conti con …

"La passione per i numeri e quella per le leggende metropolitane", da Tuttoscuola

Prima che la questione dei 41 mila docenti che non insegnano potesse diventare una mina vagante per il Miur oppure una leggenda metropolitana dura da contrastare, il ministero è corso ai ripari con un comunicato stampa, accompagnato da tabelle di approfondimento, per chiarire in dettaglio (come aveva suggerito questa mattina anche Tuttoscuola) la composizione di quel numero straordinario e, per certi aspetti, piuttosto sorprendente. Va detto che quel numero era apparso sul Corriere della Sera in una intervista della dott.ssa Stellacci, neo Capo dipartimento per l’istruzione al Miur. Questo il testo del comunicato stampa in linea, con tempestività quanto mai opportuna, sul sito del Miur (www.istruzione.it). “Quanti sono in Italia gli insegnanti pagati dallo Stato per non fare lezione? Esistono decine di migliaia di “imboscati” nella nostra Amministrazione? Il Miur desidera rassicurare tutti i cittadini: si tratta di una leggenda metropolitana. Forse nata dalla difficoltà di dover distinguere con tirannica sintesi tra “cattedre” (posto in organico) e “persone”: nella stragrande maggioranza dei casi le due cose coincidono. Talvolta però una singola cattedra può avere più …

“La passione per i numeri e quella per le leggende metropolitane”, da Tuttoscuola

Prima che la questione dei 41 mila docenti che non insegnano potesse diventare una mina vagante per il Miur oppure una leggenda metropolitana dura da contrastare, il ministero è corso ai ripari con un comunicato stampa, accompagnato da tabelle di approfondimento, per chiarire in dettaglio (come aveva suggerito questa mattina anche Tuttoscuola) la composizione di quel numero straordinario e, per certi aspetti, piuttosto sorprendente. Va detto che quel numero era apparso sul Corriere della Sera in una intervista della dott.ssa Stellacci, neo Capo dipartimento per l’istruzione al Miur. Questo il testo del comunicato stampa in linea, con tempestività quanto mai opportuna, sul sito del Miur (www.istruzione.it). “Quanti sono in Italia gli insegnanti pagati dallo Stato per non fare lezione? Esistono decine di migliaia di “imboscati” nella nostra Amministrazione? Il Miur desidera rassicurare tutti i cittadini: si tratta di una leggenda metropolitana. Forse nata dalla difficoltà di dover distinguere con tirannica sintesi tra “cattedre” (posto in organico) e “persone”: nella stragrande maggioranza dei casi le due cose coincidono. Talvolta però una singola cattedra può avere più …