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Ue, ecco le mosse del governo «Nessuna manovra, solo crescita», da unita.it

Nessuna manovra correttiva: all’indomani dell’avvertimento della Commissione europea, che ha rilevato «eccessivi squilibri» nella situazione economica italiana, fonti di governo riferiscono che Matteo Renzi starebbe puntando tutto su misure economiche che permetterebbero di evitare una sanzione europea ad aprile. Le misure in questione sono quelle al quale l’esecutivo lavora da settimane e che il presidente del Consiglio presenterà mercoledì. Si parte dalla riforma del mercato del lavoro, passando per il piano di edilizia scolastica fino ad arrivare allo sblocco dei debiti della Pubblica Amministrazione. La priorità è tornare a far crescere il prodotto interno lordo. «Non ci sembra sia nell’aria una nuova manovra», hanno inoltre confermato fonti del Pd. Certo, le parole del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, voluto dal presidente della Repubblica proprio per rassicurare i mercati e le istituzioni europee, sono state ieri sera molto distensive: «Il monito è severo ma è anche in linea con quello che pensiamo noi», ha replicato il ministro alle critiche piovute ieri sull’Italia da Bruxelles. La Commissione Ue, aggiunge il titolare di Via XX Settembre, «mette in …

"Perché serve il reato di autoriciclaggio", di Angelo De Mattia

Il decreto legge per il rientro dei capitali illegittimamente esportati, del quale è in corso la conversione, non contiene, come in un primo momento era stato indicato, la previsione del reato di autoriciclaggio riguardante l’autonoma configurazione dell’illecito compiuto da chi impiega i proventi derivanti dalla commissione di un reato, insomma l’autoreimpiego del denaro conseguito con un illecito. Ancorché sia impossibile parlare di un condono vero e proprio, innanzitutto perché il rientro dei capitali deve avvenire non in forma anonima, bensì nominativa, la voluntary disclosure, e previo pagamento di tutte le tasse evase nonché di determinate sanzioni pecuniarie scontate, la mancanza nella relativa normativa dell’introduzione del reato in questione è stata vista da qualcuno come una tenaglia che nasce monca. E si sono accentuate le critiche di coloro che hanno parlato di nuova sanatoria, dopo lo scudo fiscale di tremontiana fattura. Si fa ora l’ipotesi che l’introduzione della descritta fattispecie possa avvenire nell’ambito del «decreto sicurezza». Negli ultimi approfondimenti dalla proposta sarebbe stato espunto l’autoreimpiego del denaro ottenuto con evasione fiscale, con un approccio che è …

"Gli ultimi ultras dell’austerity", di Paolo Soldini

Perchè proprio ora e perchè con tanta forza? La Commissione europea ha messo l’Italia sul banco degli accusati proprio nel momento in cui, si poteva sperare, avrebbe potuto anche decidere di aspettare e vedere che cosa verrà fuori dal cilindro del nuovo governo in fatto di misure per la crescita. E lo ha fatto mettendoci in una compagnia non proprio commendevole: insieme con un Paese in difficoltà serissime come la Slovenia e con uno, come la Croazia, in fase di assestamento dopo la recentissima adesione alla Ue. E nello stesso rapporto, c’è da aggiungere (e non è per niente irrilevante), in cui vengono invece molto stemperate le critiche al Paese che in fatto di competitività sta al polo opposto al nostro: la Germania. Qualche tempo fa pareva che la Commissione avesse quasi dichiarato guerra all’esuberanza dell’export tedesco, accusato di aggravare scientemente il gap esaltando lo squilibrio con i partner. Ora invece la critica resta, ma molto smussata, e soprattutto non più accompagnata da minacce di sanzioni. Ed è chiaro che l’ammorbidimento verso lo squilibrio indotto …

"Una riforma che per ora resta a metà", di Elisabetta Gualmini

Aspettavamo una scossa e la scossa c’è stata. Siamo un po’ tutti sotto shock per il mezzo-Italicum che oggi o domani dovrebbe ricevere il primo suggello parlamentare. Con un colpo a sorpresa Matteo Renzi ha dato il via libera (tirandosi dietro, con doppia sorpresa, pure Berlusconi) alla proposta dei soci di minoranza dello strano governo (Ncd e cuperlian-dalemiani) di applicare la riforma solo alla Camera, dando per assodato che il Senato quanto prima scomparirà. Anzi, facendo come se fosse già scomparso. Da ieri l’altro. Game over, direbbe Matteo. L’azzardo è dunque massimo, e pur essendo abituati alle corse senza respiro del Premier e alle vittorie al fotofinish molti elementi della sceneggiatura destano preoccupazioni che forse dovrebbero impensierire lui stesso. Primo. Il Senato c’è ancora. A dirla tutta, dovrebbe anche approvare la non-riforma del sistema di elezione che lo riguarda, prima di decretare la sua buona morte. Con una classe politica caduta al minimo della sua credibilità, cosa ci fa pensare che tra un anno e mezzo (referendum compreso) saremo approdati gioiosi e felici alla Terra …

"Il profitto malato", di Giovanni Valentini

Fra i diritti fondamentali della persona, universalmente riconosciuti, quello alla vita e alla salute è senz’altro il più fondamentale di tutti. E dunque, si può considerare davvero storica la maxi-multa che l’Antitrust italiana ha comminato a due colossi farmaceutici mondiali come Roche e Novartis con l’accusa di essersi spartiti il mercato a danno dei pazienti. n verdetto destinato a segnare una pietra miliare su scala internazionale nella difesa di quel bene indisponibile che è appunto la salute. Bisognerà aspettare necessariamente l’esito dei ricorsi al Tar, già annunciati dalle due multinazionali, per verificare la fondatezza e la legittimità della sanzione. Si tratterà in particolare di stabilire se il farmaco equivalente più economico che il “cartello” avrebbe boicottato, danneggiando così oltre ai malati anche il Servizio sanitario nazionale e le assicurazioni private, ha in realtà la stessa efficacia terapeutica e analoghi effetti collaterali. Ma un fatto intanto è chiaro: d’ora in poi, questa decisione costituirà un precedente e un deterrente. In Italia o altrove, Big Pharma sa che dovrà fare sempre più i conti con le autorità …

"L'Italicum dimezzato", di Roberto D'Alimonte

Alla fine l’ha spuntata chi non vuole che la riforma elettorale si faccia ora. Questo è il senso di quanto sta succedendo in queste ore in Parlamento. Il nuovo sistema elettorale – l’Italicum – verrebbe approvato solo per le elezioni della Camera. In attesa che si faccia la riforma costituzionale per il superamento del bicameralismo paritario resterebbe in vigore per l’elezione dei senatori il sistema di voto uscito dalla sentenza della Consulta. Proprio un bel pasticcio. In questo modo, se si dovesse tornare a votare prima che la riforma del Senato fosse fatta voteremmo con l’Italicum – che è un sistema maggioritario – per la Camera e con un sistema proporzionale per il Senato. Anzi, alla Camera ci sarebbe anche il ballottaggio. E al Senato naturalmente no. Il bello è che questa soluzione è stata proposta da coloro che si oppongono alla approvazione dell’Italicum per entrambi i rami del parlamento in nome della governabilità. Infatti l’argomento utilizzato per mettere i bastoni tra le ruote a Renzi è che un sistema elettorale a due turni potrebbe …

"La strada obbligata dell’ultimo azzardo", di Claudio Tito

A questo punto i passi indietro non sono più consentiti. La soluzione adottata ieri per la riforma elettorale segna infatti una strada obbligata. Che per Matteo Renzi prevede due soli esiti: il successo con l’abolizione del Senato o il fallimento. Si tratta di una nuova scommessa in cui si vince o si perde tutto. on c’è dubbio che l’intesa raggiunta ieri in extremis con Silvio Berlusconi presenti degli aspetti di indeterminatezza e di confusione istituzionale consistenti. Si cambia il sistema per l’elezione dei deputati con l’introduzione del ballottaggio al secondo turno. Ci sarà insomma un vincitore certo. A urne chiuse, gli elettori sapranno chi governerà e chi starà all’opposizione. Si supera il vizio italico della indefinitezza post-elettorale. Soprattutto si annienta il rischio di ripresentare al Paese un governo di larghe intese come accaduto in questa legislatura. Nello stesso tempo, però, si lascia inalterata la legge elettorale del Senato. Resta quella modificata a dicembre scorso dalla Corte costituzionale. Una proporzionale pura corretta solo dalla soglia di sbarramento. I vantaggi della prima legge sono totalmente neutralizzati dalla …