Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

"L’azzardo del premier fa superare le divisioni sull’Italicum", di Ninni Andriolo

L’azzardo di Renzi sull’economia miete consensi dentro il Pd, mentre la maggioranza ritrova unità dopo le divisioni sull’Italicum dei giorni scorsi. Le misure annunciate dal presidente del Consiglio su fisco e lavoro tornano a delimitare i confini tra l’alleanza di governo e l’opposizione, spazio politico dove si ricolloca Forza Italia prendendo le distanze con un certo imbarazzo dal premier-«Mandrake» bersaglio degli attacchi di Brunetta. Lega, Fratelli d’Italia, M5S e Fi chiudono, ma Vendola apre le porte alle misure messe in campo da Renzi e annuncia che Sel è pronta «a sostenere quei provvedimenti che combattono la crisi». Se il premier «ha gettato il cuore oltre l’ostacolo» scommettendo sull’impatto mediatico del suoi annunci shock – senza lasciarsi frenare dai conti che ancora non tornano – la sua maggioranza non affonda il coltello nella piaga delle coperture poco chiare o dei numeri che ballano. Pd, Ncd, Scelta civica, ecc. sostengono il presidente del Consiglio senza lasciarsi impressionare dai moniti della Commissione Ue e della Bce. Alla vigilia delle elezioni europee – come ha ammesso lui stesso l’altro …

"Gli stipendi. Manager di stato 500 milioni in meno tetto 248mila euro senza deroghe", di Roberto Mania

In una delle schede preparate dal commissario per la spending review, Carlo Cottarelli, c’è scritto che i tagli alle retribuzioni statali dovranno riguardare anche quelle dei dirigenti delle «società pubbliche». Vuol dire allargare la platea, andare ben oltre i dirigenti dei ministeri o delle Regioni, i primari degli ospedali, in vertici delle forze armate. La burocrazia in senso stretto. E d’altra parte solo così si può pensare di raggiungere l’obiettivo indicato dal premier, Matteo Renzi, di ottenere 500 milioni di euro di risorse da utilizzare per finanziare il piano di redistribuzione del reddito annunciato mercoledì pomeriggio da Palazzo Chigi. Perché se è vero che i dirigenti della pubblica amministrazione italiana guadagnano mediamente più dei rispettivi colleghi di Francia, Gran Bretagna e Germania, è anche vero che sono pochi (quelli di prima fascia tra i ministeriali sono circa 300) e che, dunque, per raggiungere un risparmio così imponente bisognerebbe più che dimezzare il loro stipendio. Una strada impervia che permetterebbe di conseguire un risultato del tutto al di sotto delle necessità. Vale la pena ricordare che …

Un premier nell’era della “poli-tainment”, di Giancarlo Bosetti

Il salto di stile nella comunicazione del primo ministro, tra Renzi e i suoi predecessori, tutti, compreso il già disinibito Berlusconi, è molto alto, tanto che qualcuno potrebbe anche farsi male. Le intenzioni dello show “con slides” sono chiare. Ricordano certi cambi di management nelle aziende decotte, quando arriva il tagliatore di costi (e di teste) che vuole dare un segnale scioccante: niente sarà come prima, la “svoltabuona”. L’annuncio della vendita su e-Bay di 1500 auto o la chiusura di sedi regionali Rai sono questo genere di segnali, anche se di problematica realizzazione. È come nei racconti di duri e spietati capitani d’impresa che chiedono a tutti i“quadri”di lasciare sul tavolo dell’amministratore delegato le carte di credito aziendali. Lo shock in quei casi funziona. E anche la battuta più forte di Renzi è chiara: «Il nostro avversario è chi dice: “Si è sempre fatto così”». Il manager che prepara il grande down- sizing di solito ha di fronte una platea di scettici o di increduli, che ritengono che poi tutto si aggiusterà e tornerà come …

"Benefici in busta paga per oltre 10 milioni di italiani", di Roberto Petrini

Circa 80 euro netti in più dalla busta paga di maggio per 10 milioni di lavoratori dipendenti italiani che guadagnano fino a 1.500 euro netti al mese (25 mila euro lordi annui). L’hashtag è: «Dieci miliardi per 10 milioni di persone». Parola del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che ieri, durante una conferenza stampa-show con slides ed effetti speciali, seguita ad un Consiglio dei ministri piuttosto breve, ha annunciato il suo piano di riduzione delle tasse che depositerà 1.000 euro all’anno netti negli stipendi dei lavoratori con redditi più bassi (compresi i cococo e gli incapienti sotto gli 8.000 euro: entrambe le categorie sono state espressamente citate da Renzi). «Con questa operazione ripartirà l’economia», ha annunciato il premier. «Effetti espansivi su crescita e occupazione», ha certificato il ministro per l’Economia Padoan. Conferma dell’ultima ora: l’ingresso del taglio dell’Irap, dopo la pressante richiesta della Confindustria: la tassa sarà ridotta del 10 per cento per un totale di 2,4 miliardi. Novità sulla copertura: l’aumento e rimodulazione delle rendite finanziarie dal 20 al 26 per cento (non i …

"Gli avversari spiazzati", di Federico Geremicca

Come al solito, ha spiazzato più o meno tutti: una manovra «di sinistra» mentre i più, non fidandosi delle anticipazioni, pronosticavano provvedimenti con un segno – lo diciamo così per semplificare – «di destra». Non solo. Una conferenza stampa come non se ne erano mai viste a Palazzo Chigi, pirotecnica, informale, leggera, con foto e disegnini che gli scorrevano alle spalle, ma con un annuncio «pesante», di quelli – appunto – mai sentiti in una conferenza stampa di un premier: se il bicameralismo perfetto non sarà superato – ha infatti annunciato Matteo Renzi – considererò conclusa la mia esperienza politica. Per il presidente del Consiglio – e non solo per lui – questo 12 marzo è una data da cerchiare in rosso. E non solo perché dopo anni di promesse – e a dispetto e nonostante le fortissime tensioni che l’hanno accompagnato nell’aula di Montecitorio – è arrivato il primo sì alla riforma della legge elettorale; ma soprattutto per l’effetto spiazzante determinato dalle misure economiche annunciate. Il rimescolamento di carte, infatti, è stato totale e …

"Lo shock e l'azzardo", di Massimo Giannini

Non è stato quel mercoledì da leoni che si poteva immaginare. Ma nemmeno quel giorno da pecora che si poteva temere. In un giorno solo, Matteo Renzi ha incassato un cospicuo «dividendo » politico. Il via libera della Camera alla riforma elettorale, che con tutti i suoi difetti materiali e costituzionali si rimette comunque in moto dopo otto anni di immobilismo. Il via libera del Consiglio dei ministri al pacchetto «lasvoltabuona », che con tutti i suoi svarioni tecnici e mediatici indica comunque la volontà di accelerare la fuoriuscita dalla crisi. Depurata da un tasso intollerabilmente alto di autocelebrazione retorica e propagandistica — che per troppe volte lo spinge a parlare di «rivoluzione impressionante per l’Italia » e di «passaggio storico incredibile» — il messaggio del premier in conferenza stampa oscilla tra lo shock e lo spot. Lo shock è evidente. Quando a dieci milioni di poveri italiani a reddito fisso, gravati da almeno cinque anni di saio fiscale, annunci uno sgravio in busta paga da circa mille euro all’anno a partire dallo stipendio del …

"A Matteo serve un successo alle europee", di Luigi La Spina

Tra mille agguati e mille affanni la cavalcata di Matteo Renzi si avvia a superare il primo ostacolo, l’approvazione alla Camera della legge elettorale. Ma il successo non dovrebbe illudere troppo il premier, sia perché il passaggio del testo al Senato si annuncia ancor più tempestoso, sia perché è sulla partita economica che si gioca l’azzardo più importante per le sorti del suo governo. È su questo terreno, infatti, che il neo-inquilino di Palazzo Chigi spera di stringere quella alleanza con la gran parte dei cittadini italiani che potrebbe consentirgli di abbattere le barricate che partiti, a cominciare dal suo, sindacati e Confindustria si apprestano a elevare per opporsi ai suoi progetti. Ecco perché l’appuntamento con le elezioni europee del 25 maggio è fondamentale per Renzi e a questo obiettivo sono subordinate tutte le scelte che, in questi mesi, si appresta a compiere. Un significativo successo elettorale permetterebbe al premier di far dimenticare «il peccato originale» della sua presa del potere, la manovra di palazzo che ha estromesso Enrico Letta da Palazzo Chigi, ma anche …