Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

Marianna Madia: “Subito il tetto al cumulo redditi-pensioni d’oro”, di Francesca Schianchi

Nei primi venti giorni da ministro ha scelto di non intervenire nel dibattito, anche quando è stata tirata in ballo per la sua gravidanza, rinviando il momento di dire la sua ai primi atti esecutivi del suo ministero. Così, ieri, dopo aver firmato una circolare che dà attuazione a una norma del precedente governo per cui i lavoratori pubblici non possono cumulare lavoro e pensione oltre 311 mila euro (lo stipendio del primo presidente di Cassazione), il ministro della Pubblica amministrazione e la Semplificazione, Marianna Madia, ha deciso di raccontare cosa sta facendo. Partendo da un dato: che il suo primo atto sia questo, non è per niente casuale. Perché ha voluto questo come suo primo atto da ministro? «E’ una scelta politica, per segnalare una priorità: l’attenzione all’equità sociale e al tema di un’intera generazione esclusa. In un’epoca in cui oltre il 40% dei giovani non trova lavoro, un milione e mezzo di persone, tra pubblico e privato, cumula lavoro e pensione. Capisco chi ha pensioni basse, ma ritengo non sia etico quando il …

"Il Senato alla sfida della legge elettorale", di Andrea Manzella

Può darsi che il funambolo caschi al Senato. Ma non è ragionevole fare il tifo perché finisca nel vuoto. Il progetto elettorale avviato alla Camera, sotto la “dettatura” dei giudici costituzionali, ha certo, e ben visibile, bisogno di emendamenti e rammendi. Ma non di un insensato disfare. Il mestiere di una seconda Camera è appunto di riflessione e di garanzia. Il Senato ha una splendida occasione per dimostrare di poter fare questo suo lavoro, presto e bene, con visione di equilibrio istituzionale. Allontanando ogni tentazione di ostruzionismi aperti o nascosti: proprio perché gli vorticano intorno indefiniti progetti di sua radicale mutazione. Insomma, ogni cosa al tempo e nella corsia giusta. Oggi il Senato si trova in una eccezionale posizione di “terzietà”. Deve, infatti, rivedere e giudicare un progetto elettorale che riguarda solo l’altra Camera e da questa già approvato. Nulla che per ora riguardi direttamente la sua elezione, né tantomeno la sua struttura. Ma è logico che ci sia stata questa separazione nel procedimento legislativo elettorale? Sì, è logico. E non perché “tanto il Senato …

"Altro che quote rosa, è democrazia paritaria", di Francesca Izzo

E’ accaduto con la parola “femminicidio”: al principio c’era una resistenza fortissima ad usarla perché brutta e urticante, ma poi l’ha spuntata perché è l’unico termine appropriato per denotare l’uccisione di una donna solo perché è donna. Quando con una grande campagna di informazione si è chiarito che mariti, fidanzati, conoscenti le uccidono perché, aspettandosi acquiescenza e subordinazione, non riescono invece a tollerare la loro libertà e il loro rifiuto, allora il termine è diventato di uso corrente. Ecco ora siamo alle prese con un’analoga situazione, forse ancora più difficile. L’espressione che deve entrare nell’uso comune è «democrazia paritaria» ma deve combattere per affermarsi contro quella semplice e diffusa di «quote rosa». In questi giorni di quote rose se ne è scritto e detto a destra e manca per raccontare dell’iniziativa di un consistente numero di deputate di inserire nella nuova legge elettorale il principio della parità. Chi si è dichiarato a favore chi contro, ma tranne pochissime eccezioni, tutti a parlare di quote rosa. Appena qualche giorno fa, ad esempio, Gian Antonio Stella ne …

"Il cambio di passo dell'Europa", di Giorgio Ruffolo e Stefano Sylos Labini

Dopo circa 15 anni dall’ultima grande manovra di riduzione delle tasse, quella attuata nel 2000 dall’allora ministro dell’Economia Vincenzo Visco nel governo Amato, il nuovo governo Renzi ha deciso di tagliare le tasse ai lavoratori con basso reddito. Si tratta di un intervento da 10 miliardi di euro che interesserà circa 10 milioni di lavoratori i quali avranno un incremento del potere di acquisto di 80 euro mensili. È una scelta giusta attesa da tempo immemorabile che può rilanciare i consumi, passo fondamentale per sostenere la produzione, l’occupazione e gli investimenti delle imprese. Immediatamente sono divampate le polemiche: la Banca Centrale Europea ha redarguito il governo italiano perché non sta attuando quelle misure necessarie per ridurre l’enorme debito pubblico. La critica della Bce è inaccettabile per due motivi fondamentali. Primo, perché la Bce dovrebbe preoccuparsi di intervenire per ridurre il valore dell’euro che ormai è arrivato ad 1,4 rispetto al dollaro: l’euro forte sta distruggendo le economie meno competitive dell’Unione Monetaria rendendo vane tutte le politiche di riduzione del debito pubblico. Secondo, perché il risanamento …

"Storie, trucchi e innovazioni Il lato oscuro della politica 2.0", di Cesare Buquicchio

Strumento di democrazia diretta, pagliacciata mediatica, grimaldello per varcare (virtualmente e non) i palazzi del potere, consolazione per anime solitarie, brillante veicolo di propaganda, acceleratore di populismi, simulacro della trasparenza a tutti i costi. Il rapporto tra politica e web non riesce ad essere incardinato in nessuna di queste definizioni. Tutte vere ed approssimative insieme. Ma non c’è da sbatterci troppo la testa: l’arte del possibile e la panoplia comunicativa della Rete sono materie già di per sé troppo malleabili e la natura umana che esse riflettono, sa essere persino più contraddittoria. È almeno dal 2008, dalla prima campagna elettorale di Barack Obama, che si è compreso quanto un uso sapiente della Rete potesse influenzare le campagne elettorali e il destino dei candidati. Ma, come ci fa notare Michele Di Salvo nel suo nuovo libro “Politica 2.0 – La politica e la comunicazione nell’era digitale” disponibile come e.book su Amazon.it, il web diventa vincente quando ti fa fare in modo nuovo (e più efficiente) le stesse cose che facevi prima. La rivoluzione web della prima …

Taddei: "Rinegoziare il Fiscal compact, delicato ma inevitabile", di Andrea Carugati

Filippo Taddei, 38 anni, economista bolognese e responsabile economico Pd da tempo proponeva una riduzione dell`Irpef come primo passo necessario. L`aveva fatto alle primarie con Civati, a Renzi l`idea era piaciuta e l`ha chiamato in segreteria. Ora quel disegno sta muovendo i primi passi. «Non voglio certo prendermi meriti non miei. La decisione è di Renzi. Sono ben felice di osservare che la sinistra di questo Paese si impegna con la più grande riduzione fiscale degli ultimi vent`anni e parte dai lavoratori dipendenti, che sono i contribuenti più fedeli e vanno premiati. La stella polare è questa, i loro interessi vengono messi davanti a tutto e il resto si muove di conseguenza. In passato, nei momenti di difficoltà, lo Stato metteva le mani nelle tasche di queste persone per tappare le falle: c`è un ribaltamento della logica. L`obiettivo primario è premiare il lavoro, poi certo ci aspettiamo dei vantaggi sulla crescita. La Cgia di Mestre stima che il 90% di questa restituzione vada in consumi: io sono più prudente, però la stragrande maggioranza di quei …

"L’austerity non è più un dogma", di Paolo Soldini

Forse lui non lo sa nemmeno, ma alla vigilia della sua difficile trasferta Matteo Renzi ha trovato a Berlino un alleato prezioso. Si tratta di Peter Bofinger, uno dei «cinque saggi» istituzionalmente incaricati di consigliare il governo federale in materia economica. È forse l’economista più conosciuto in Germania e certo il meno allineato sul- la tradizionale linea dell’austerity. Bo- finger stavolta ha indirizzato la sua inesausta vis polemica contro il proposito del ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble, annunciato con grande battage propagandistico nel piano finanziario presdentato in parlamento, di raggiungere nel 2015 il pareggio assoluto di bilancio, ovvero l’eliminazione di ogni debito. Secondo l’economista, non è proprio il momento di puntare allo «zero nero», come in gergo viene definita l’eliminazione totale dell’indebitamento nel bilancio. Oggi, alla luce del livello bassissimo del costo del denaro, che non è mai stato tanto favorevole, sarebbe invece molto conveniente eliminare il blocco degli investimenti in fatto di infrastrutture imposto dall’attuale rigida disciplina. Bisognerebbe spendere di più, insomma. Nell’anno in corso e nel prossimo, secondo l’economista dei «saggi», il governo …