Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

"Gli idealisti con il broncio", di Massimo Adinolfi

L’appello promosso da Gustavo Zagrebelsky, Stefano Rodotà, Roberta De Monticelli e altri illustri professori contro il disegno di legge costituzionale approvato dal governo è stato subito adottato dal Movimento 5 Stelle: che cosa significa questa così repentina adesione?Che Grillo e Casaleggio sono i migliori custodi dei valori della Carta? È alquanto improbabile. Nell’intervista televisiva di qualche giorno fa Beppe Grillo ha detto a chiare lettere che lui è a favore del vincolo di mandato per i deputati eletti, ed è difficile trovare un altro punto che più confligge con l’ispirazione parlamentare della nostra Costituzione. Dunque non si tratta di sacro rispetto per la Costituzione: almeno non da parte di Grillo. Allora cosa vuol dire questa così vistosa convergenza di vedute? Che i Cinque Stelle condividono l’allarme lanciato dai firmatari: la riforma proposta da Renzi rappresenta una minaccia per la democrazia, delinea una deriva di tipo plebiscitario, contiene i germi di un nuovo autoritarismo, assegna «poteri padronali» al premier. Se i firmatari avessero provato a dire un’altra cosa: che cioè il progetto licenziato dal governo si …

"Un patto tra Governo e Parlamento", di Luigi La Spina

È un passaggio cruciale e molto difficile. Renzi, a tutti i costi, deve rispettare il suo programma di riforme, anche perché gli annunci fatti con uno spiegamento di propaganda mediatica tambureggiante sono stati tali da suscitare nell’opinione pubblica attese quasi miracolistiche. Incoraggiato, da ultimo, persino dal presidente della più importante potenza mondiale, Barack Obama, confortato da un atteggiamento prudente, ma non ostile da parte dei colleghi europei, aiutato dal favorevole andamento del famoso «spread», termometro della fiducia dei mercati internazionali nei confronti dell’Italia, il premier sa di giocarsi, nei prossimi due mesi, la partita decisiva. A fine maggio, le elezioni europee, infatti, diranno se l’onda del consenso popolare, sul quale sta danzando con l’audacia di un surfista oceanico, lo consegnerà alla presidenza del semestre italiano della Unione con gli onori del successo oppure lo travolgerà nella delusione delle promesse mancate. Ed è proprio la consapevolezza del momento che costringe Renzi ad accelerare i tempi con un ritmo febbrile, a rendere più rigidi i margini di compromesso sulle sue proposte, a lanciare ultimatum che evocano scenari …

"Cambiare per fermare i populismi", di Ezio Mauro

La Patria che si sostituisce alla République, il popolo ai cittadini, la nazione all’Europa. Questa è la lezione generale che viene dalla Francia, dopo l’avanzata del Fronte di Marine Le Pen. Ma c’è qualcosa di più, che può riguardarci da vicino, e che conviene analizzare per tempo. Il primo dato è la spoliazione repubblicana operata dalla crisi, che mette in causa lavoro, risparmio, aspettativa di futuro, ruolo sociale, sicurezza. La reazione è di spaesamento e di abbandono, con la percezione di un impoverimento politico per l’incapacità di governare da soli fenomeni complessi come la globalizzazione, che determinano una sensazione di perdita generale di controllo. A questo sentimento di dispersione identitaria si accompagna la crisi dei canali di intermediazione e di rappresentanza, dalle categorie ai sindacati ai partiti. SMARRITO nella solitudine repubblicana, il cittadino ritorna individuo: e deve fronteggiare privatamente le nuove paure pubbliche che la crisi ingigantisce e che nessuna cultura comunitaria ha avuto il tempo e il modo di elaborare, riducendole a politica e smitizzandole. Bisogna avere il coraggio di ammettere che la destra …

"Lo spettro che si aggira sulla ripresa", di Carlo Bastasin

Con un’inflazione vicina a zero, in Italia è ora allo 0,4%, e una crescita potenziale a livelli simili, adempiere agli impegni di riduzione del debito pubblico italiano non è possibile. Nei primi due anni, per esempio, sarebbero necessari surplus primari pari a un totale del 5% del Pil in più del previsto. L’esperienza del 2011-2012 in Grecia e in Italia ha dimostrato che correzioni di bilancio molto rapide e di dimensioni superiori al 4% hanno effetti controproducenti. A seguito dell’aumento delle tasse e dei tagli alle spese, il Pil scende e il debito aumenta ulteriormente e tutto ricomincia da capo in condizioni peggiori. Quando questo avviene, gli inasprimenti fiscali vengono percepiti come permanenti e non più come transitori, così imprese e famiglie riducono investimenti e consumi, aggravando ancora la recessione. Nemmeno le riforme strutturali funzionano bene in tali circostanze, perché il quadro macroeconomico ha un effetto non trascurabile sulla loro riuscita. Si può per esempio facilitare in varie forme l’impiego di nuovi lavoratori, ma non è detto che ci sia qualcuno che voglia assumere quando …

Renzi: «No, il Senato non sarà più elettivo», di Aldo Cazzullo

«Il Senato non deve essere eletto, se non passa la riforma finisce la mia storia politica. Se Pera o Schifani avessero lanciato avvertimenti come Grasso, la sinistra avrebbe fatto i girotondi sotto Palazzo Madama». Matteo Renzi, in un’intervista al Corriere, reagisce così alle parole del presidente del Senato sulla riforma. «Basta con i professionisti dell’appello – insiste -, ho giurato sulla Costituzione non su Rodotà e Zagrebelsky. Se vogliamo ribaltare burocrazia ed establishment dobbiamo partire dalla politica». Matteo Renzi, il presidente del Senato è contro la sua riforma costituzionale. La leader della Cgil è contro la sua riforma del lavoro. Più in generale, l’impressione è che l’establishment, il sistema, non sia entusiasta dell’esordio del suo governo. «L’impressione è che se ne siano accorti, che facciamo sul serio. Ci hanno messo un po’, ma se ne sono accorti. Domani (oggi per chi legge) presenteremo il disegno di legge costituzionale per superare il Senato e il titolo V sui rapporti Stato-Regioni. Sarà uno spartiacque tra chi vuole cambiare e chi vuole far finta di cambiare. Entriamo nei …

"La riforma del Senato in tre mosse conservando nome e tradizione", di Michele Ainis

Tre settimane fa il governo ha diffuso una bozza di riforma costituzionale. Oggi la bozza uscirà dal bozzolo, sicché vedremo di che colore è la farfalla. Mentre attendiamo il lieto evento, tuttavia, c’è già chi organizza i funerali. E infatti si moltiplicano gli altolà e gli appelli contro tale decisione. L’appello a prescindere, avrebbe detto il buon Totò. Perché fin qui ne conosciamo i contorni, non i dettagli, che in queste faccende sono invece l’essenziale. Per esempio: quanti sindaci nel nuovo Senato? Erano 108 nella prima idea di Renzi, poi 60, magari domani diventeranno la metà. E ci sarà spazio per correzioni sui poteri del premier, oltre che sul bicameralismo e le Regioni? Infine: il governo scriverà un unico progetto oppure un paio? Quest’ultima domanda solleva un problema di metodo, e il metodo è a sua volta essenziale. Se accorpo in un testo tutti gli interventi lo rendo più efficace, perché in una Costituzione tout se tient . Ma al primo intoppo perderò le capre insieme ai cavoli. Viceversa se scrivo testi separati ho buone …

"Elettori di sinistra in fuga: pessimo segnale per le Europee", di Paolo Soldini

Parigi resterà alla sinistra ed è già qualcosa. Il secondo round delle amministrative francesi conferma il disastro dei socialisti, l’avanzata della destra «normale» e lo sfondamento, dove si è presentato, del Front National di Marine Le Pen. Pessimo presagio per le elezioni europee ormai quasi imminenti. Un centinaio di comuni con più di 10 mila abitanti passano dalla sinistra alla destra e nell’elenco i socialisti debbono amaramente annotare città importanti come Strasburgo, Tolosa, Metz, Reims, Amiens, Roubaix e tantissimi centri più piccoli considerati, fino al terremoto di domenica scorsa, roccaforti tranquille. Tre città importanti, Bezières, Frejus e Hayange vanno al Front National, che fallisce, comunque, il tentativo di conquistare Avignone. Nella capitale però la socialista Anne Hidalgo riesce a spuntarla nonostante il salasso dei voti sottratti al PS soprattutto da un’astensione con un chiaro marchio politico e potrebbe continuare l’opera di rinnovamento e la buona amministrazione (riconosciuta dai più) del sindaco Bertrand Delanöe. Si può anche leggere il risultato in negativo: più che di una vittoria della candidata di Hollande si sarebbe trattato di una …