Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

"Le troppe Mete esotiche per il nuovo Senato", di Michele Ainis

Un Senato? No, 52. Perché sono 52 i progetti di riforma che ingombrano la commissione Affari costituzionali, e ogni testo è un viaggio verso mete esotiche, e nessun viaggio è uguale all’altro.Ma il rischio è di rimanere ametà strada, inchiodatiin un aeroporto di scalo. Succede, quando i voti si trasformano in veti. E conle riforme ci succede da trent’anni. Come nel gioco dell’oca: gira e rigira, ti ritrovi sempre alla stazione di partenza. Scoprendo infine che i partiti nonsono mai partiti, che era tutta una finta, una manfrina. Siccome però a questo viaggio ormai ci abbiamo preso gusto, siccome la riforma del Senato è l’architrave su cui poggia ogni altra riforma economica e sociale, siccome sul nuovo Senato si è scatenata una bagarre, almeno stavolta converrà attrezzarsi. Attrezzarsi come? Intanto con un vademecum per i viaggiatori: tre avvertenze per le loro partenze. Primo: la fantasia costituzionale. È una qualità, ma senza esagerare. Resistendo alla tentazione di creare il mondo daccapo ogni lunedì, ma resistendo pure al copia-incolla, alla scimmiottatura delle esperienze altrui. Ogni Paese ha …

"Otto famiglie italiane su dieci sono in difficoltà economica", da lastampa.it

Il rapporto Confcommercio-Censis: c’è un leggero miglioramento del clima di fiducia. Il 66% ritiene che il Governo sia in grado di far superare al paese la lunga fase di crisi economica. Otto famiglie su dieci vivono «una sensazione di precarietà e instabilità», solo una su cinque «ritiene invece di essere in una situazione di solidità». Dati dell’outlook Confcommercio-Censis sul primo semestre 2014. C’è comunque «un leggero miglioramento del clima di fiducia», legato ad «ottimismo sulle riforme Renzi»: emerge che «ben il 66% del campione ritiene che il Governo sia in grado di far superare al paese la lunga fase di crisi economica». Il rapporto rileva «un miglioramento del clima di fiducia, il primo dal 2011 ad oggi», ma sottolinea che comunque «l’incertezza è il sentimento prevalente con una quota di quasi il 40% delle famiglie che vivono adottando un comportamento di attendismo, in attesa dell’evolversi degli eventi». «Il protrarsi della crisi , la mancanza di lavoro, il peso delle tasse», evidenzia l’outlook Confcommercio-Censis su consumi e clima di fiducia per il primo semestre 2014, «continuano …

"In bilico sul crinale tra rilancio e ricaduta", di Fabrizio Galimberti

Nel giorno della Liberazione, è arrivato anche l’annuncio di una “liberazione” dell’economia italiana dalle catene del deficit e della recessione? L’annuncio di una delle tre grandi agenzie di rating – la Fitch – di un passaggio delle prospettive del debito pubblico italiano da negativo a stabile è senz’altro una buona notizia. I giudizi delle agenzie sui debiti sovrani sono da prendere sul serio, dato che sono esenti dal “peccato originale” del loro modus operandi: nessuno le paga per i giudizi sui Paesi, mentre sono invece pagate dalle emittenti stesse dei titoli per le obbligazioni private, creando un chiaro conflitto di interessi. Il giudizio della Fitch, ampiamente motivato ed equamente assortito di fattori positivi e negativi, conferma le luci e le ombre che erano andate stagliandosi negli ultimi mesi. Il miglioramento dello spread e il tasso medio sul debito italiano ai minimi storici non sono banali conseguenze dell’abbondanza di liquidità nella finanza internazionale. Sono stati meritati attraverso una politica di bilancio che ha portato i fondamentali della finanza pubblica italiana in una situazione migliore di quella …

"La memoria per il futuro", di Paolo Di Paolo

«Pensavo a tutto quel che era accaduto in quella lunghissima giornata, ma pensavo soprattutto al domani»: sono le parole con le quali Ada Gobetti commentava, nel suo Diario partigiano appena ripubblicato, la grande giornata del 25 aprile 1945. Fate attenzione a questa frase: «pensavo soprattutto al domani». La donna che era stata accanto al giovane, intransigente antifascista Piero Gobetti proiettava subito l’esperienza resistenziale su un orizzonte futuro. Questa mi sembra la lezione più essenziale: «Non ci sarebbero più stati bombardamenti, incendi, rastrellamenti, arresti, fucilazioni, impiccagioni, massacri. Questa era una grande cosa», scrive ancora Ada. Poi aggiunge: «Si trattava di non lasciar che si spegnesse quella piccola fiamma d’umanità solidale e fraterna che per venti mesi ci aveva sostenuti e guidati». Tocca ancora a noi tenere viva quella fiamma: e non come esercizio retorico o di conservazione istituzionale del passato, ma appunto come una storia che implica ancora e sempre il presente, se siamo disposti a proteggere quelle conquiste, a non tradirle. Le manifestazioni di ieri e di ogni 25 aprile in tutta Italia sono un …

"Tutti i contendenti del 25 aprile ", di Michele Serra

È stato un 25 aprile nervoso, e questa non è una novità. È almeno dai primi anni Settanta che la festa della Liberazione è (anche) occasione di attrito tra “ufficialità”, vera o presunta. EVIVACI movimenti che valutano di essere “i veri partigiani”, a volte rubando la scena ai reduci sempre più vecchi, sempre più fragili e sempre meno numerosi di quella guerra giusta e vittoriosa. Ma quest’anno il nervosismo ha assunto le forme, davvero molto contemporanee, di uno sbriciolamento tipicamente “local”, che nel nome delle cause più varie, alcune nobili alcune abbastanza stravaganti, ha inteso rivendicare la Resistenza come una cosa propria, indegnamente usurpata dalle varie autorità sui vari palchi cittadini. A Roma è stata la questione mediorientale a prendersi la scena, con scontri verbali molto aspri tra “brigate ebraiche” e simpatizzanti della causa palestinese, entrambe le fazioni ovviamente arciconvinte di essere “i veri partigiani”. A Torino alcuni No Tav hanno contestato l’Anpi, colpevole di “essere nel Pd”, mentre si sa che “i veri partigiani” eccetera eccetera. A Palermo è stata molto percepibile la causa …

"Se riparte l'economia ma il credito resta fermo", di Carlo Bastasin

Con zelo e buona sorte, quasi tutti gli indicatori dell’eurozona sembrano muoversi nella direzione giusta a un mese esatto dalle temute elezioni europee. Così, sfidando il diffuso euroscetticismo, entra nel dibattito elettorale l’interrogativo se la crisi stia addirittura finendo. In fondo l’economia tedesca sta dando segni di grande vigore e i Paesi confinanti ne ricevono impulso. La Spagna ha chiuso il primo trimestre 2014 con la crescita più alta da sei anni. La Grecia ha un surplus di bilancio maggiore del previsto. Inoltre il Portogallo, come già aveva fatto l’Irlanda, è tornato a finanziarsi sui mercati e vuole uscire dal programma di assistenza grazie a risultati di bilancio migliori di quelli richiesti dalla troika. Quanto ai “mercati” sembrano piuttosto contenti di se stessi. In effetti i dati sono più controversi e l’ottimismo andrebbe quanto meno temperato. La disoccupazione nei Paesi critici è esorbitante, il livello degli investimenti lontano da quello del 2008. L’ipotesi che le riforme approvate nei Paesi più fragili abbiano modificato il clima di business è da verificare. I debiti pubblici continuano ad …

La crisi di Piombino è un caso europeo", di Patrizio Bianchi

Tutto il mondo dell’acciaio è entrato da tempo nell’altoforno della crisi e sembra inevitabilmente costretto ad una lenta cremazione. A Piombino, nel giorno in cui è annunciata la chiusura delle lavorazioni a caldo, arriva però l’accordo tra governo e Re-ione per un ridisegno dell’intera area industriale, per porre in sicurezza il territorio, bonificare i terreni, risistemare la viabilità, rendere più funzionale il porto. Le risorse poste in campo dal governo e dalla Regione permetteranno ai lavoratori di mantenere aperto lo stabilimento, sostenere i redditi e quindi mantenere viva una città che ormai nei decenni ha visto a più riprese crisi aziendali che anche qui diventano crisi personali, umane, civili. Dobbiamo tuttavia ricordare che il tema di una politica industriale per l’intero comparto dell’acciaio resta del tutto aperto e per sua dimensione non può essere affidato alla sola azione della Regione e del governo nazionale. Il 13 giugno dello scorso anno la Commissione Europea presentò al Parlamento lo schema di un Piano d’azione per portare fuori dalla crisi la siderurgia. Questo piano si basava sul principio …