Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

"Una rivoluzione, ma tutta da fare", di Fabrizio Forquet

Le misure annunciate vanno in gran parte nella direzione giusta. Attaccano le inefficienze della burocrazia e avvicinano il cittadino alla pubblica amministrazione. Renzi le ha prospettate come una rivoluzione. Ancora una volta, però, si tratta di annunci e non di decreti e disegni di legge. Questi seguiranno. Forse. O magari seguiranno in parte. Ma intanto Renzi avvia il processo. Magari è una truffa, ma può anche essere un metodo: quello di creare il consenso sulle riforme per poi renderle praticabili. Si vedrà presto. Nel merito dei singoli provvedimenti, una delle novità più importanti, anche se poco vistosa, è l’abolizione della distinzione tra dirigenti di prima e seconda fascia. Un sistema anacronistico, che oggi irrigidisce l’organizzazione degli uffici e ha l’unica ragion d’essere nella difesa delle posizioni (e degli stipendi) di un nucleo più ristretto di dirigenti. Su mobilità obbligatoria e valutazione dei risultati, per ora, si può solo sperare che sia la volta buona. Un segnale forte è l’annunciato accorpamento delle (almeno) cinque scuole della pubblica amministrazione. Se ne parla da anni, ma finora nessuno …

"Si può criticare il capitalismo?", di Claudio Sardo

Un twitter di Papa Francescp ha seminato il panico fra i teo-con e, più in generale, fra quanti intendono il capitalismo come la religione naturale dell’uomo moderno. «L’inequità è la radice dei mali sociali»: è il messaggio lanciato il 28 aprile dall’account @Pontifex. Non si tratta, a dire il vero, di una novità assoluta. L’espressione è la sintesi di un più complesso periodo della Evangelii gaudium, l’esortazione apostolica che costituisce finora il «manifesto programmatico» di Francesco. Il problema è che soltanto nella lingua italiana il termine inequità attenua la forza della condanna morale. In inglese inequality vuol dire ineguaglianza. In tedesco Ungleichheit si traduce con diseguaglianza. E così anche in spagnolo, la lingua del Papa: la parola inequidad non consente altra traduzione che diseguaglianza. Insomma, non c’è più una diseguaglianza iniqua da condannare e una più morbida da perseguire: la radice del male è l’«economia dello scarto» che rende gli uomini sempre più diseguali. L’impatto non poteva non essere traumatico, soprattutto negli Stati Uniti dove si è scatenata immediatamente una vivace polemica sui social network. …

"Democratici e arrabbiati, tra le due polizie", di Carlo Bonini

Il Prefetto di lungo corso schiarisce la voce e la dice come se volesse levarsi un peso: «Guardi, ha ragione il senatore Luigi Manconi quando dice che una parte della Polizia italiana è malata. Io aggiungo che lo è non da oggi, purtroppo. Non è certamente maggioranza ed è ragionevolmente lontana dal diventarlo. Ma è tutt’altro che numericamente indifferente. Direi che un 20, 25 per cento del Corpo mostra segnali inequivocabili di… come vogliamo chiamarlo?… scollamento democratico, frustrazione patologica, smarrimento, rancore. E Rimini è solo una tappa di questo percorso. Non è stata la prima, come è noto. E non sarà l’ultima. Perché la forza di questo contagio è importante». Esistono dunque “due Polizie”. Che vestono la stessa divisa ma coltivano un culto diametralmente opposto della Costituzione e della legge. «C’è chi la “serve” e per questo se ne considera sottoposto — osserva amaro il Prefetto — C’è chi se ne ritiene depositario, custode, interprete e dunque, sostanzialmente immune. È la Polizia che non si lascia processare, che si ritiene orfana di una dirigenza e …

"Quattro giovani su dieci restano senza occupazione", di Luigina Venturelli

La realtà dei numeri, punto più punto meno, continua ad essere drammatica. L’Istat ha diffuso ieri i dati provvisori di marzo che, ancora una volta, raccontano di un’emergenza occupazionale da livelli record, con un tasso di disoccupazione pari al 12,7%, in calo dello 0,1% rispetto al mese precedente, ma in aumento dello 0,7% rispetto ad un anno fa. Variazioni decimali che non cambiano l’ordine di grandezza del fenomeno e fotografano una situazione «sconvolgente», per usare le parole scelte dal premier Matteo Renzi. Ma se il quadro generale è stabile, ed è caratterizzato dal lavoro che non c’è, soprattutto per i giovani che si ritrovano con una disoccupazione ferma al 42,7% – vale a dire, quasi un giovane su due tra quelli che hanno dai 15 ai 24 anni cerca inutilmente lavoro – si vede anche qualche piccolo segnale di ripresa. Per la prima volta in questa fase della crisi, infatti, si registra un’inversione di tendenza nell’andamento dell’occupazione, il cui tasso si assesta ora al 55,6%. A marzo gli occupati sono saliti 10 a 22 milioni …

Il premier alla battaglia più difficile", di Paolo Baroni

Matteo Renzi sa benissimo in quale (altro) vespaio sta per andare a ficcarsi e mette le mani avanti: «Molte cose faranno discutere» dice il presidente del Consiglio. Oggi assieme al ministro Marianna Madia il presidente del Consiglio presenta i primi provvedimenti sulla pubblica amministrazione e annuncia che il metodo sarà «diverso dal solito». E infatti, anziché prendere di petto come al solito lo statale, sempre fannullone nell’accezione comune, salva la truppa (che tra l’altro in questa fase rappresenta anche un bel bacino elettorale) ed esclude tassativamente che ci siano degli esuberi, quindi punta dritto contro i dirigenti. I capi, i veri privilegiati. Tutta gente che di qui a breve potrebbe essere addirittura licenziata e che certamente si vedrà tagliare in maniera significativa lo stipendio. Poi, giusto per restare sul terreno degli argomenti delicati, e proseguire nel braccio di ferro con la magistratura, annuncia che intende pure affrontare il problema della giustizia amministrativa, o meglio dello strapotere dei Tar. Posto che in Italia nel settore degli appalti, come aveva denunciato mesi fa, lavorano più gli avvocati …

"Gli stipendi e il mercato", di Michele Ainis

Il nostro premier ha bisogno d’un ombrello. In questi giorni gli stanno piovendo sulla testa scomuniche e anatemi, è a rischio di bernoccolo. Mittenti: manager pubblici, vertici militari, alti magistrati, authority . La crema dello Stato, cui il decreto Irpef ha ridotto gli stipendi: adesso il tetto è 240 mila euro, pari all’indennità del presidente della Repubblica. E vale per tutti, senza eccezioni. Ma l’eccezione è quel decreto: l’unico precedente risale a Mussolini, che nel maggio 1927 tagliò del 10% le retribuzioni dei dipendenti pubblici. Tuttavia quella volta ci andarono di mezzo i soldatini, stavolta i generali. D’altronde, in tempi di vacche magre, nessuno accetta il pascolo d’alcune vacche grasse. E semmai resta da chiedersi come sia potuto accadere, quale demone sindacale abbia permesso (per esempio) che il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica percepisse 460 mila euro, dieci volte rispetto al ministro della Difesa (che è il suo diretto superiore), il doppio rispetto al capo dello Stato (che ha il comando delle Forze armate). Avevamo perso la misura, insieme alla decenza. Viceversa nel 1985 Sandro …

"Il Ppe e l’amico imbarazzante", di Paolo Soldini

Forse non sapremo mai che cosa è successo tra Roma, Bruxelles e Berlino nelle 48 ore che sono trascorse tra la disastrosa sparata di Berlusconi sui tedeschi «per i quali i campi di concentramento non ci sono mai stati» e le durissime con- danne arrivate ieri prima da Juncker e poi dal portavoce di Merkel. Eppure sarebbe interessante saperlo perché quel che è accaduto tra il Ppe e l’ancora leader di FI nelle ultime ore potrebbe aiutarci molto a capire che cosa sta maturando nel seno del più grande partito del continente a pochi giorni dalle Europee. Vediamo la sequenza dei fatti. L’ex cavaliere si produce nelle sue scempiaggini alla presentazione dei candidati di Forza Italia sabato pomeriggio a Milano. Immediate le forti reazioni di tutti gli esponenti dei partiti europei, sinistre radicali, socialisti e democratici, liberali e Verdi, con l’unica eccezione del Ppe. Nonostante le sollecitazioni che vengono da ogni parte, e nonostante l’evidentissimo disagio dei pochi popolari che non riescono a sfuggire ai cronisti nonché le voci di una fortissima irritazione alla cancelleria …