Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

"Quei nostalgici di ricette fallite", di Ronny Mazzocchi

Complice anche la fiorente pubblicistica che ha riportato in auge il «tema diseguaglianza», abbiamo imparato a familiarizzare con le complesse misure statistiche che fino a poco fa erano confinate agli studi degli economisti. L’indagine del Censis sulla distribuzione dei redditi e dei patrimoni nel nostro Paese ha tuttavia il vantaggio di tradurre indici e coefficienti in numeri concreti e facilmente accessibili a tutti. Scoprire che i 10 uomini più ricchi d’Italia vantano un patrimonio che è superiore a quello di cui dispongono tutti gli abitanti di Milano messi insieme fa senza dubbio un certo effetto. Così come sapere che, negli ultimi dodici anni, il reddito reale di una famiglia della classe media si è ridotto di un quinto, mentre quello dei più ricchi è addirittura aumentato. Il problema della crescente diseguaglianza non è certo qualcosa che riguarda solo il nostro Paese. Gli studiosi si sono a lungo interrogati – e tuttora dibattono in modo acceso – sulle ragioni di questo preoccupante e repentino peggioramento nella distribuzione di redditi e ricchezza. Indubbiamente la crescente globalizzazione dei …

"Renzi: c’è chi resiste nella classe dirigente ma il sistema non fermerà la rivoluzione", di Aldo Cazzullo

È iniziata la rivoluzione. Una rivoluzione pacifica, ma che le resistenze del sistema non fermeranno — dice Matteo Renzi al Corriere della Sera —. Il fatto che tutti gli organismi siano contro lo considero un elemento particolarmente incoraggiante: noi non facciamo favoritismi». Matteo Renzi, la attaccano sindacati e prefetti, protestano le banche, la burocrazia, le Camere di commercio. Non sta esagerando? Come si fa a governare avendo tutti contro? «Noi siamo qui per cambiare l’Italia. Se qualcuno pensava che fossimo su Scherzi a parte, si sarà ricreduto. Trovo legittimo il malumore di tante realtà. Certo, non mi sarei aspettato che rappresentanti delle istituzioni abituati a servire lo Stato usassero espressioni come “coltellate alla schiena”. Ma il punto è un altro: l’Italia ha tutte le carte in regola per essere un leader nel mondo e il leader in Europa; ma per farlo deve cambiare. Non basta cambiare il Senato o le Province o i poteri delle Regioni; ma se ci riusciamo, se la politica dimostra che può riformare se stessa, allora abbiamo l’autorevolezza morale per cambiare …

"Il governo alla prova di leadership", di Bill Emmott

A luglio l’Italia si troverà davanti a un’opportunità e al contempo a una responsabilità. Un’opportunità per dimostrare la sua capacità di leadership dinanzi all’Europa, un’opportunità per avviare qualcosa che potrà essere ricordata come una fase importante e popolare del progetto europeo. Ed è un’opportunità, inoltre, per lanciare, o meglio rilanciare, qualcosa che aiuterebbe molto l’imprenditoria e le famiglie italiane, oltre ad essere la risposta più seria e pratica che il Vecchio continente può dare ai piani di Vladimir Putin in Ucraina. Questo «qualcosa» è quello che può essere chiamato «Unione energetica» europea. E l’opportunità in questione è la presidenza di turno del Consiglio dei ministri europeo, che durerà per sei mesi a partire dall’1 luglio. Questa presidenza di turno di sei mesi di solito viene inaugurata con annunci e dichiarazioni relative ad ambiziose intenzioni, specialmente davanti ai mezzi di informazione nazionali, che sottolineano l’importanza del ruolo assunto. Proclami che vengono puntualmente dimenticati a causa del pantano di summit noiosi, comunicati sciatti e progressi compiuti a passo di lumaca. Per ora, la presidenza di turno italiana …

"Il caimano e l’elefante", di Luca Landò

E’ tornato l’elefante. E’ vero, per un po’ ci siamo illusi di poter riavere, dopo tanti anni, una campagna elettorale normale, accesa e iperbolica naturalmente (tutte le campagne elettorali lo sono) ma dove a prevalere fossero le esigenze del Paese e dell’Europa, dove si par- lasse del lavoro che sparisce e della diseguaglianza che cresce, con la notizia sconvolgente (ma non sorprendente) diramata ieri dal Censis che le dieci persone più ricche d’Italia hanno un patrimonio pari a quello di 500mila famiglie operaie messe insieme. Dieci contro mezzo milione. Di questo vorremmo che si parlasse in questa campagna elettorale che riguarda l’Europa ma parla all’Italia. Invece, eccolo lì il pachiderma. Enorme, pesante, possente. Soprattutto impossibile da evitare, co- me ha spiegato con lucida analisi George Lakoff: perché una volta che lo nomini, lui è lì davanti a te. E anche se non vuoi, anche se ti ripeti «Non pensare all’elefante» (il titolo del suo libro più famoso) quella tonnellata con proboscide ti si piazza di fronte con tutta l’aria di rimanerci a lungo. Perché più …

"Europee, la crescita di Grillo Forza Italia ancora sotto il 20% Pd in testa al 34,3%", da Il Corriere della Sera

La campagna elettorale sta entrando nel vivo e la settimana è stata caratterizzata da alcune roboanti dichiarazioni di Grillo e di Berlusconi che sembravano avere finalità diverse: il primo intenzionato ad ampliare il proprio elettorato cercando di intercettare il voto di scontenti e delusi dagli altri partiti; il secondo a limitare le defezioni degli elettori di Forza Italia adottando toni e argomenti forti e facendo leva su aspetti identitari. È presto per dire se queste strategie comunicative avranno effetto. Per il momento nelle intenzioni di voto di questa settimana non si rilevano novità: il Pd rimane in testa con il 34,3%, seguito dal M5S (22,5%), FI (19,2%), Ncd (6,1%) e Lega Nord (5,3%). Al momento sarebbero questi i partiti al di sopra della soglia del 4%, ma la partita è davvero aperta soprattutto per Fratelli d’Italia (3,9%) e, più staccati, Tsipras (3,3%) e Scelta europea (3,0%). I partiti si distinguono non solo per potenziale di voto ma anche per il profilo degli elettorati. I segmenti sociali, infatti, esprimono domande eterogenee e reagiscono diversamente alle promesse …

"Alfabeto Grillo", di Mario Lavia

In fondo, l’anatema più sintetico e terribile che Beppe Grillo abbia scagliato contro i politici italiani è questo: voi siete fuori dal tempo. Se da un lato non è certo la prima volta che nella vicenda nazionale si imponga il clivage vecchio-nuovo, è certamente inedito il fatto che dal punto di vista elettorale ciò si sia connotato come il vero discrimine fra un soggetto – il MoVimento 5 Stelle – e tutti gli altri. Il (presunto) nuovo contro il (presunto) vecchio. Nella grande scia storico-psicologica apertasi con la crisi di Lehman Brothers, e nel vento italiano striato di arancione e rottamazioni varie, il grillismo è diventato come la picca alla quale infilare la testa del vecchio sistema (d’altronde i riferimenti a miti e simboli della Rivoluzione francese si vanno sprecando: e la picca rende l’idea). L’esito è noto, e conforme alla dicotomia dell’uno contro tutti: uno solo ha vinto e tutti gli altri hanno perso. Ergo, Grillo non ha vinto sull’idea di futuro. Sulle proposte. Non si può credere che abbia conquistato tutti quei voti …

"Avanza lo spettro del nuovo populismo I l suo fondatore è il «vecchio» Bossi", di Paolo Franchi

Populismo, populisti. A meno di un mese dalle elezioni per il Parlamento di Strasburgo se ne parla come di uno spettro che si aggira per l’Europa. Senza trovare nei partiti e negli establishment tradizionali degli acchiappafantasmi capaci di metterlo in scacco. Se si materializzerà lo capiremo subito dopo il 25 maggio, quando sapremo se il fronte neopopulista incardinato sull’alleanza tra Marine Le Pen e il leader del Pvv olandese Geert Wilders sarà riuscito o no a dar vita a un suo eurogruppo, per la cui costituzione occorrono 25 deputati eletti (e sta qui la difficoltà principale) almeno in 7 dei 28 Stati membri dell’Unione. Già adesso paghiamo però, e ancor più rischiamo di pagare in futuro, un prezzo salato anche al pressapochismo politico e culturale con il quale in questi anni è stato affrontato un fenomeno che non si lascia esorcizzare né da sprezzanti alzate di spalle né, tanto meno, dagli anatemi. Perché ha una storia ormai antica, che comincia con i narodnik russi e il People’s Party americano di fine Ottocento, e passa per …