Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

Donne e riforma, esplicitato il concetto di equilibrio tra i sessi nella rappresentanza politica

E’ una novità importante, frutto delle annose, e non sempre facili, battaglie delle donne e dei loro movimenti. Con la riforma costituzionale entra in Costituzione il concetto dell’equilibrio tra i sessi nella rappresentanza politica. Il nuovo comma dell’articolo 55 recita: “Le leggi che stabiliscono le modalità di elezione delle Camere promuovono l’equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza” (anche il successivo articolo 122, relativo alla composizione delle assemblee legislative, ora fa riferimento a tale equilibrio). Si tratta di un passo avanti ulteriore rispetto a quanto già stabilito dall’articolo 51, che ha introdotto il concetto di pari opportunità, sulla scorta della elaborazione culturale femminile. Nell’articolo 51, infatti, si stabilisce che tutti i cittadini, dell’uno e dell’altro sesso, possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge, ma una modifica del 2003 ha aggiunto: “la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini”, poiché non è sufficiente enunciare un diritto (l’accesso agli uffici pubiblici e alle cariche elettive) ma occorre rendere quel diritto …

Riforma costituzionale, più strumenti al servizio della volontà popolare

Uno degli argomenti usati dal fronte componente per il No al referendum (sorvolo sulle accuse di pseudo-fascismo, subordinazione ai poteri forti, apertura delle istituzioni ai corrotti etc. etc. etc.) è che la riforma costituzionale limiterebbe la democrazia e la volontà popolare. In uno degli ultimi post dedicati alla riforma, prima del silenzio elettorale e prima del voto, vorrei quindi ricordare tre modifiche che, a mio avviso, enfatizzano l’iniziativa legislativa popolare. 1) la prima riguarda il referendum abrogativo: nel caso le firme raccolte in calce al quesito raggiungano quota 800mila (dalle attuali 500mila) si abbassa il quorum necessario per la validità della consultazione, dalla metà più uno degli aventi diritto alla metà più uno dei votanti alle ultime elezioni politiche. Gli ultimi referendum abrogativi hanno, infatti, segnato in maniera chiara la volontà dei votanti, ma non hanno raggiunto il quorum necessario per rendere valida la consultazione. In questo modo, rendendo più accessibile il raggiungimento il limite necessario, si favorisce l’espressione della volontà popolare. 2) Secondo strumento previsto: diventa obbligatorio, la prima volta, l’esame da parte del …

Riforma costituzionale, perchè la tutela del diritto alla salute diventa materia di competenza statale

Diritto e tutela della salute pubblica e la riforma costituzionale: la cronaca ci propone nuove notizie che, a mio parere, confermano la bontà della scelta del legislatore di intervenire sul riparto delle competenze tra Stato e Regioni (il famoso Titolo V della Costituzione). Dopo la Regione Emilia-Romagna, anche il Consiglio comunale della città di Trieste ha approvato l’obbligo delle vaccinazioni per i bambini che frequenteranno il primo anno degli asili-nido. Senza fanatismi, nella consapevolezza che l’informazione è comunque lo strumento fondamentale per aumentare la consapevolezza delle famiglie, trovo che la decisione della mia Regione prima, e della città di Trieste ora, vadano nella giusta direzione della tutela della salute pubblica. Da notare che, dal punto di vista politico, si tratta di due amministrazioni schierate all’opposto: ciononostante, proprio in un’ottica superiore di bene comune, sono arrivate a una medesima conclusione. E i bambini e le famiglie che vivono in altre Regioni o in altre città? Ma è possibile che su una materia fondamentale per la vita dei cittadini i singoli territori possano agire in ordine sparso, …

La finanziaria in pillole per università, ricerca e scuola

UNIVERSITA’ E RICERCA Garanzia di accesso all’università e prosecuzione degli studi, perché nessuno resti indietro Ridefinita la disciplina della tassazione universitaria: per gli studenti dei corsi di laurea, di laurea magistrale e dei corsi AFAM che appartengono ad un nucleo familiare con ISEE fino a 13.000 euro, è istituita la “no tax area”. Per gli studenti con ISEE fino a 30.000 euro è definita una tassazione “calmierata”. Sono inclusi nelle disposizioni gli studenti fino al primo anno fuori corso. I dottorandi di ricerca che non sono beneficiari di borsa di studio sono esonerati dal pagamento delle tasse e dei contributi universitari. Si compensano gli atenei dei mancati introiti con un incremento del Fomdo di finanziamento ordinario di 105 milioni di euro. Aumentato stabilmente di 50 milioni di euro il Fondo integrativo statale per la concessione delle borse di studio, che supererà quindi i 216 milioni. Le risorse saranno assegnate sulla base dei fabbisogni finanziari regionali, da attribuire entro il 30 settembre di ogni anno. Si prevede l’istituzione, in ogni regione, di un unico ente erogatore …

Violenza contro le donne, le ultime azioni compiute e le risorse stanziate

100mila donne, sabato pomeriggio, a Roma, sono scese in piazza all’insegna dello slogan “Non una di meno”. Per tutta la giornata sono stata impegnata, a Bologna, nel seminario nazionale promosso dal Partito democratico sui temi dell’università, se no, come certamente sa chi mi segue sul blog o su fb, sarei stata in piazza, insieme alle altre, per ribadire un no deciso alla violenza sulle donne. Una vera e propria emergenza nazionale, come anche gli ultimi dati ci dimostrano. Una emergenza sulla quale, comunque, anche se con fatica, cominciano a convergere azioni e risorse. Nelle ultime settimane sono arrivate a compimento alcune iniziative su cui il Governo e il Parlamento sono impegnati da tempo. E’ chiaro che c’è ancora tanto da fare, soprattutto per provare a cambiare una mentalità che è, purtroppo, trasversale alle classi sociali, alle etnie, alle fasce d’età, ma passi in avanti sono stati certamente compiuti. Provo a elencarne gli ultimi in ordine di tempo: Come previsto dal Piano nazionale, sono stati finalmente insediati e convocati la Cabina di regia e l’Osservatorio contro …

Riforma costituzionale, risparmi di spesa per il funzionamento di parlamento e consigli regionali (art. 69 e 122)

Il viaggio nella riforma costituzionale affronta, oggi, il tema della riduzione delle spese per il funzionamento del Parlamento e dei consigli regionali, attraverso l’analisi degli articoli che riguardano l’indennità parlamentare (art. 69) ed il limite agli emolumenti per i consiglieri regionali (art. 122). Per effetto della modifica apportata all’articolo 69, ai senatori non sarà più riconosciuta alcuna indennità, che verrà quindi corrisposta ai soli deputati, secondo quanto stabilito dalla legge. La legge vigente (n. 1261 del 1965), al fine di garantire “il libero svolgimento del mandato”, stabilisce che l’indennità non può superare il trattamento lordo corrisposto ai magistrati presidenti di Sezione della Corte di Cassazione, diminuito del 10%. Esso è costituito da quote mensili “comprensive anche del rimborso di spese di segreteria e di rappresentanza”oltre alla diaria, a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma. La modifica dell’art. 69 determina quindi che ai senatori, che sono anche sindaci e consiglieri regionali, spetterà solo il compenso per la carica di rappresentanza territoriale che rivestono. Per i nuovi senatori di nomina presidenziale (5 complessivamente, che …

Riforma costituzionale: perché rimangono il divieto di mandato e le immunità (art. 67 e art. 68)

La revisione costituzionale lascia inalterate le disposizioni che, per deputati e senatori, riguardano il divieto di mandato imperativo e le immunità. Vediamone i motivi. Dall’art. 67 della Costituzione la riforma espunge la previsione che ogni membro del Parlamento rappresenti la Nazione, in coerenza con il nuovo art. 55 che assegna questa funzione di rappresentanza ai deputati in quanto membri della sola Camera “politica”, ma resta invece in vigore per tutti i parlamentari l’esercizio della propria funzione senza vincolo di mandato, tanto per i deputati quanto per i senatori. Perché questa scelta e, soprattutto, cosa significa non dover sottostare ad un mandato imperativo? Come decise l’Assemblea costituente, significa garantire ai parlamentari una tutela da possibili condizionamenti o vincoli, tanto dagli elettori dai quali riceve un mandato generale, quanto dal partito di appartenenza. Il divieto del vincolo di mandato è un tratto comune nelle democrazie liberali, con un’unica eccezione, che riguarda il Bundesrat, che è stata spesso richiamata in comparazione con la natura del nuovo Senato. Nel caso tedesco i membri del Bundesrat provenienti dal medesimo Land …