Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

Scorta Biagi, si indaga per «omicidio per omissione», da L'Unità

Claudio Scajola quando ricopriva la carica di ministro dell’Interno sapeva il rischio che il giuslavorista Marco Biagi stava correndo. Sapeva che il professore di Bologna, assassinato il 19 marzo del 2002 da un commando delle Nuove Brigate Rosse, era sotto minaccia ma nonostante questo non gli ri-assegnò la scorta . Sapeva perché era stato informato. Sapeva, ma non fece nulla. Anzi, pubblicamente, anche a distanza di tempo, sostenne sempre di non sapere, di non conoscere, di ignorare. D’altronde una costante di tutta la sua attività politica. Da ieri, anche questa ricostruzione sembra lasciare spazio a un’altra verità. Tanto che la procura di Bologna ha riaperto l’inchiesta archiviata sui comportamenti omissivi di funzionari di Stato nella revoca della scorta a Biagi con l’ipotesi di reato di omicidio per omissione. L’inchiesta è ripartita dopo che dall’archivio del ministro, in cella con l’ipotesi di accusa di aver aiutato la latitanza di Amedeo Matacena, sono spuntati nuovi documenti. Carte conservate dall’ex segretario di Scajola, Luciano Zocchi. «Ho sempre detto la verità e non da oggi. Ho conservato i documenti …

Da Nord a Sud, l’Italia che ho visto", di Fabrizia Bagozzi

Il viaggio nel paese dei candidati dem Alessandra Moretti, Alessia Mosca, Silvia Costa, David Sassoli. In affanno, a tratti anche sfiancata dalla crisi, ma meno rabbiosa e – magari anche solo per necessità – un po’ più disposta a dar credito alla politica, se davvero nuova. Se davvero in grado di saper rompere vecchi schemi. È questa l’immagine che restituiscono dell’Italia i candidati democratici alle elezioni europee che da Nord a Sud stanno battendo il territorio palmo a palmo: dai mercati ai convegni, dai confronti con le categorie produttive agli incontri pubblici con i cittadini. La richiesta di fondo, quella più insistente, rimane ancora e ovunque il lavoro, la possibilità di svolgerlo e di crearlo senza rimanere intrappolati in pastoie burocratiche senza fine. «Questa mattina, in Friuli, ho incontrato un produttore di vino – spiega a Europa Alessandra Moretti, capolista nel Nord Est – mi ha spiegato che dalla vigna alla bottiglia l’Italia impone 17 controlli, la Francia tre. Una cosa che si commenta da sé: gli imprenditori vanno messi in condizione di poter lavorare …

"La malattia populista e la cura dei partiti", di Piero Ignazi

L’urlo, l’invettiva, il dileggio, non sono nuovi nella politica italiana. I lazzi e le volgarità di Beppe Grillo affondano le loro radici in un lontano passato, costellato di dannunziane insolenze verso l’avversario, come il “Cagoia” affibbiato dal Vate al capo del governo Francesco Saverio Nitti, o di quarantottesche denigrazioni popolate di trinariciuti e servi sciocchi. Le espressioni grevi e tonitruanti del leader grillino risuonano però anche d’altro, al di là dello scadimento nel cabarettismo da angiporto: portano a galla una storia antica di rabbia e di esclusione. È con questo filo rosso della nostra cultura politica che dobbiamo fare i conti. Grillo è il sintomo di una malattia, di un malessere profondo che è esploso ora, dopo aver scoppiettato qua e là per molti anni. In fondo, se risaliamo ai primi decenni della repubblica, le lotte sindacali e politiche della sinistra esprimevano anche la protesta per un senso atavico di esclusione, una condizione che larghi strati della popolazione sentivano come incombente e ineluttabile. Poi la stagione dei movimenti, a sinistra (‘68 e autunno caldo) e …

"Il prezzo della non-Unione. Quanto ci costa restare divisi", da L'Unità

A forza di gridare ci sono quasi riusciti: gli euroscettici hanno convinto una parte della popolazione del Continente che l’Unione europea è costosa e opprimente. Gli economisti però da trent’anni sfornano rapporti per cercare di calcolare il «costo della non-Europa» e sulla Ue sono arrivati a conclusioni molto diverse: divisi saremmo molto più poveri. L’ultimo rapporto di questo tipo, che è una rassegna degli studi più recenti ed è stato pubblicato a marzo dal Parlamento europeo, stima che se non si attuassero le misure di integrazione economica in diversi settori, a partire dal mercato unico digitale e dal mercato unico dei consumatori, nel periodo 2014-2019 si perderebbero 800 miliardi di euro, pari all’80% del bilancio complessivo dell’Ue nel periodo 2014-2020. Si tratta di una stima per difetto, perché è difficile quantificare in cifre il costo politico, sociale, culturale e quindi economico che si pagherebbe a vivere isolati nel proprio bozzolo nazionale in un mondo globalizzato. Però la cifra fa giustizia delle tante accuse rivolte ai cosiddetti euroburocrati, incolpati di essere troppi e troppo pagati, e …

"Dal bavaglio ai tribunali del popolo", di Stefano Menichini

La minaccia di Grillo ai giornalisti si fa dettagliata, ma chi per vent’anni ha riempito le piazze contro Berlusconi tace o minimizza. Forse oggi a Roma Renzi potrebbe dire qualcosa in merito. Non so che cosa di Beppe Grillo penserebbero oggi Indro Montanelli, che di Marco Travaglio è stato maestro, o Enzo Biagi, al cui ultimo programma si ispira la testata del Fatto. Di una cosa però sono certo: questi due grandi del giornalismo italiano si ribellerebbero all’ultima minaccia rivolta alla stampa da un capo partito che dichiara di puntare alla presa del potere totale. Del preannuncio dell’istituzione di tribunali popolari per processare i giornalisti “avversari” (con molti dettagli sulla procedura adottata) possiamo decidere di ridere. A patto però di liquidare come pagliacciate anche tutte le altre cose che Grillo e Casaleggio vanno dicendo in questi giorni. Oppure possiamo decidere di non ridere, memori dell’errore compiuto nel ’94 quando le sparate di Berlusconi ci sembravano così eccessive da non dover essere prese sul serio. Per vent’anni la sinistra, i sindacati e le associazioni hanno riempito …

"Caro sindaco, sull'uguaglianza si rilegga don Milani", di Mila Spicola

Gentile sindaco Fucci, io lo so, tu non hai fatto che interpretare alla lettera il famoso adagio di Don Milani. «Non si divide in parti uguali una torta tra diseguali». Vorrei però rilevare che si è creato un increscioso equivoco, che, con tutte le faccende in cui è affaccendato di questi tempi un sindaco, sicuramente ti sarà sfuggito il senso di quella frase. Forse hai letto distrattamente, ma quel prete lì intendeva tutt’altra cosa quando parlava di eguali e diseguali. Intendeva renderli tutti uguali nei diritti. Diversi uno per uno, i nostri studenti, ma eguali nei diritti. Per compensare ciò che non hanno, non per passarci sopra l’evidenziatore fluò. Quanti di noi docenti ripongono quaderni nuovi nell’armadio di classe, dicendo a tutti loro e non solo a quel bimbo lì, «se qualcuno ha dimenticato il quaderno, lo prenda dall’armadio»? E libri, squadrette, persino scarpe da ginnastica. Così, distrattamente, i bambini diversi per sfortuna, tornano uguali tra i banchi. Senza che nessuno se ne accorga. Compensare per eguagliare, caro sindaco. È la normalità nelle classi, giusto …

"Le scelte che fanno la differenza", di Massimo L. Salvadori

Che cosa può dare il voto ad un elettore che non scambi l’urna per il luogo in cui appagare i suoi ultimi desideri? Consente di scegliere tra le diverse opzioni che offre in concreto lo stato politico di un paese, bello o brutto che sia. In Italia è quello che è. Ma, proprio per le gravi difficoltà in cui versa il paese, il voto è importante. Uno può buttare via il suo voto in quattro diversi modi: standosene a casa (il che equivale a dire: “andate tutti al diavolo!”) oppure consegnando scheda bianca (il che, se non si è organicamente indifferenti, equivale a dire: “vorrei fare il mio dovere di cittadino, ma fate tutti egualmente schifo”) oppure dando un voto di punizione (il che equivale a dire: “vorrei votare per te in base alle mie inclinazioni di fondo, ma non lo faccio perché desidero darti una lezione e quindi scelgo un altro anche se non mi piace”) oppure do la mia preferenza ad un partito incapace di influire sui rapporti di forza per dare quanto …