"Prepensionamento a 70 anni: uscita «graduale» per 450 toghe", di Donatella Stasio
C’è chi evoca l’Ungheria, dove a dicembre 2011 fu adottata la nuova Costituzione che falciava di tre anni (dal 2015 al 2012) il mandato del presidente della Corte suprema, sgradito al governo, Andras Baka (che però ha presentato ricorso alla Corte di Strasburgo e ha vinto); chi ricorda che con l’unificazione tedesca tutti i giudici della DDR furono mandati a casa perché la loro cultura giuridica era incompatibile con l’economia di mercato e chi vede nell’«eliminazione di cinque generazioni di magistrati» nonché nell’avvicinamento alla pensione delle «battagliere generazioni degli anni 60-70» (formatesi alla scuola di Rodotà, Zagrebelsky, Ferrajoli) qualcosa di più di una semplice operazione di ricambio generazionale. C’è infine chi mette l’accento sull’incostituzionalità di una «rottamazione» che, con un tratto di penna, manda casa dall’oggi al domani 450 toghe ma soprattutto discrimina tra colonnelli e soldati semplici, prevedendo una minima gradualità per i primi (lasciati in servizio fino a tutto il 2015) e invece l’accetta per i secondi (costretti ad andarsene a ottobre). Certo è che non bisogna scomodare né la storia né la …