Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

"Roma-Berlino, la trappola antropologica", di Gian Enrico Rusconi

Prepariamoci ad una possibile turbolenza tra Germania e Italia. Ci sono tutte le premesse. Ma la peggiore sarebbe quella di attingere al collaudato armamentario dei reciproci giudizi e pregiudizi. Magari con la retorica della «memoria storica» – quella lunga, più che centenaria (per rimanere soltanto alla storia dei nostri Stati nazionali) o a quella più recente della costruzione europea. La cosa peggiore è ricorrere all’antropologia da strapazzo, camuffata da «psicologia dei popoli», che parla genericamente «degli italiani» e «dei tedeschi». E’ tempo di cambiare stile e modo di argomentare. Scambio di ragioni, senza malcelati sospetti, senza risentite accuse di reciproci inadempimenti. Domenica scorsa, su questo giornale, abbiamo criticato un noto giornalista tedesco per l’infelice titolo di un suo commento «Il tradimento dell’Italia» (Faz). Era basato sull’assunto che «l’Italia riceve aiuti immediati contro vaghe promesse, e la Germania ha motivo di sentirsi raggirata». E’ forse questo ciò che teme il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, con il suo commento ironico al discorso di Matteo Renzi? Ma tre giorni fa, su un altro grande quotidiano tedesco (SZ), …

"La verità (in ritardo) sulla Terra dei fuochi", di Roberto Saviano

LEGGETE qui: «Eccesso di bambini ricoverati nel primo anno di vita per tutti i tumori. Nella provincia di Napoli si è osservato un eccesso di incidenza per tumori del sistema nervoso centrale nel primo anno di vita». È il verdetto dell’Istituto superiore di sanità: è l’aggiornamento allo studio epidemiologico “Sentieri”, eseguito su ben 55 comuni nelle province di Napoli e Caserta. È la conferma di ciò che esperti e senso comune dicevano da tempo, ma che i governi si ostinavano a negare. Esiste un nesso tra la devastazione di intere aree, tra i rifiuti intombati e le morti per cancro, i bambini che si ammalano nel primo anno di vita, i bambini che nascono con malformazioni. L’allarme non era esagerazione. Nella Terra dei Fuochi si muore di tumore allo stomaco, al fegato, al polmone, alla vescica, al pancreas, alla laringe, ai reni, alla mammella. L’Istituto superiore di sanità ammette che fra i «fattori di rischio accertati o sospetti» c’è «l’esposizione a un insieme di inquinanti ambientali che possono essere emessi o rilasciati da siti di …

"Berlino sfora il tetto del surplus commerciale ma la Ue non si muove", di Federico Fubini

La crisi dell’euro è arrivata e (apparentemente) se n’è andata lasciando dietro di sé una scia di regole nuove. Ci sono quelle sui conti pubblici. Poi ci sono quelle di nuova generazione sui cosiddetti «squilibri macroeconomici ». Possono avere senso dopo l’esperienza di questi anni, eppure c’è un Paese che sembra godere di un’esenzione speciale: la Germania. La prima economia dell’area è in aperta violazione delle procedure, eppure non solo non sembra preoccuparsene: neppure la Commissione europea o gli altri governi, Italia inclusa, fanno molto per ricordarlo. Le ultime raccomandazioni europee ai vari Paesi spiccano per il silenzio che circonda questa strana situazione. Di che si tratta? Quando nel 2011 la zona-euro ha creato il «six pack», in quel pacchetto di sei regole per evitare nuove tempeste in futuro non c’erano solo vincoli di finanza pubblica. La crisi era anche frutto di squilibri negli scambi con l’estero delle varie economie. Grecia, Spagna, Irlanda, Portogallo e Italia erano in rosso da tempo. Il loro saldo negli scambi di beni, servizi e partite finanziarie con il resto …

Il coraggio di regole per un lavoro «semplice», di Alberto Orioli

L’Italia intenzionata a far prevalere l’Europa dei cittadini e del lavoro versus l’Europa degli egoismi rigoristi e burocratici non può permettersi di fallire l’appuntamento del varo della delega sul lavoro. La discussione in Senato entra nel vivo la prossima settimana: avrà, oltre al normale carico “emozionale” che caratterizza l’argomento da almeno 40 anni, anche un’attenzione specificamente europea, con gli occhi degli altri partner, primi quelli di Angela Merkel, pronti a cogliere da questa prova parlamentare i segnali di vera svolta nel riformismo italiano. Che, non va dimenticato, è l’unica moneta di scambio per un’Italia intenzionata a “comprare” la flessibilità di cui c’è gran bisogno per evitare l’insostenibile maratona di riduzione del debito imposta dal fiscal compact e ormai diventata proibitiva in tempi di deflazione e di crescita prossima allo zero. Non ci sarà spazio per nuovi ammortizzatori sociali se questi diventeranno una fonte di spesa pubblica aggiuntiva e non invece misure di redistribuzione delle risorse esistenti o remunerate secondo nuovi sistemi “assicurativi” per categorie che oggi non concorrono al finanziamento di strumenti di sostegno di …

"Il topolino parlante", di Massimo Gramellini

«Il giorno della chiusura dei giornali si avvicina», esulta Grillo sul suo blog. La visione di macerie, per ora solo immaginarie, esercita sempre su di lui un effetto afrodisiaco. «Ci resterà comunque Topolino», conclude, gettando nel panico l’incolpevole ratto. Quando tutti i giornali saranno stati sepolti senza funerale e il fumetto di Walt Disney si aggirerà malinconico nelle rastrelliere dei supermercati (le edicole nel frattempo saranno state dichiarate fuorilegge), Topolino sarà costretto a reggere da solo l’urto della rabbia barbuta. Verrà messo alla gogna sul blog come «giornalista del giorno» nei giorni pari (in quelli dispari Pippo), accusato di appartenere a una multinazionale, dileggiato per l’eccessivo spazio concesso al Pdl di Paperone e al Pdmenoelle di Paperino, senza contare le giovani marmotte renziane Qui Quo Qua e l’odioso protettore dei poteri forti, commissario Basettoni.     Qualche volta ci vorrebbe Archimede Pitagorico per penetrare nel cervello a forma di bile del brontosauro pentastelluto. I giornali vanno chiusi, e va bene. Ma anche la tv, «che ci ha tolto voti perché ha omologato i nostri parlamentari …

"Matteo: l’Europa non è dei banchieri", di Alberto D'Argenio

L’EUROPA non è dei banchieri tedeschi, l’Europa è dei cittadini europei». Il premier Matteo Renzi legge con disappunto l’attacco che gli riserva il potente presidente della Bundesbank Jens Weidmann. Ma non perde le proprie certezze. MA IL premier non perde la calma. «Bene bene, questo è un ottimo segnale, se pensano di farci paura lo vedranno, hanno sbagliato governo ». Però al secondo giorno consecutivo di attacchi tedeschi all’Italia – mercoledì era stato il capogruppo del Ppe a Strasburgo Manfred Weber – a Palazzo Chigi rifiutano di parlare di incidente tra Roma e Berlino. Già, perché la convinzione di Renzi e del suo staff è che né Weidman, né Weber, né Schaeuble rappresentino la linea della Germania. «In Germania decide la Merkel e la linea della Cancelliera è un’altra». Il governo italiano non perde il sangue freddo nella battaglia per ottenere maggiore flessibilità sui conti in cambio di riforme. D’altra parte, ricordano tutti come un mantra, «Roma non chiede di cambiare il Patto di stabilità, ma di interpretarlo in modo più elastico per far ripartire …

"Tendenze elettorali, il ritorno alla volatilità del voto", di Paolo Natale

Gli elettori si sentono perduti, perdono il senso della partecipazione elettorale, cercano di sperimentare nuovi percorsi che non li convincono. Fanno dei tentativi, in un senso o nell’altro. Monti, Grillo, Renzi, Salvini Ha fatto bene Ilvo Diamanti (Repubblica del 30 giugno) ad accostare il tifo calcistico alle appartenenze politiche. Ma l’ha fatto in maniera impropria: giustapponendoli, anziché affiancarli. Perché sempre di tifo si tratta, o meglio, di identificazione collettiva, in entrambe le situazioni. La storia elettorale del nostro paese è vissuta per parecchi decenni di intense contrapposizioni, di radici sub-culturali che sfociavano poi, nel segreto dell’urna, in un classico voto di appartenenza. L’identificazione con il partito era forte, riempiva la vita, ne era una parte fondamentale: non si poteva fare a meno di votare Pci, o Dc, perché quella era la manifestazione della propria personalità, della propria visione del mondo. Un mondo fatto di solidarietà con i propri simili, di forte identificazione in un progetto di vita e di relazioni con gli altri, di una forte credenza in un certo tipo di società. Dalla culla …