Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

"La forza della politica", di Claudio Tito

La politica ha sempre una logica. È quella che fa riferimento ai numeri e al consenso. E quindi ai rapporti di forza. E quel che è successo ieri dentro il Movimento 5Stelle è esattamente la dimostrazione che la politica alla fine trova la sua utilità in quella logica. ERA diventato impossibile anche per un “istrione” come Beppe Grillo confinare i consensi del suo movimento nel congelatore dell’inazione e dell’isolamento. Ibernarli per un presunto futuro radioso che però non stava sorgendo all’orizzonte. Le aperture al dialogo cui l’ex comico è stato costretto dai suoi stessi sostenitori trovano la ragion d’essere proprio in quella “logica della politica”. L’ultimo risultato elettorale, quello delle europee, ha lasciato il segno. Il 40,8% del Pd e il sostanziale arretramento dell’M5S hanno decisamente invertito i rapporti di forza. Grillo ha dovuto adesso — forse in maniera definitiva — prendere atto che la sua linea politica ha perso. La trincea del “no” ad ogni confronto era già stata travolta il 25 maggio scorso, quella sconfitta è stata ora metabolizzata. Con un effetto, però, …

"C’è un cuoco un po’ miope nella cucina delle riforme", di Michele Ainis

La legge elettorale? A bagnomaria, cucinata a fuoco lento. E il Senato? Al forno, ma attenti alle ustioni. Intanto, mentre le pietanze cuociono, c’è già chi accusa un mal di pancia. Colpa degli ingredienti, anche se nessuno li ha ancora assaggiati. Oppure colpa delle pance. D’altronde non ce n’è una uguale all’altra: per saziarle, servirebbero mille menu per i nostri mille parlamentari. Le soglie di sbarramento, per esempio: Bersani le trova troppo basse, Berlusconi troppo alte. O le immunità: sì da Alfano, sì da Forza Italia in coro, no da Grillo e Vendola, Pd non pervenuto. L’elezione diretta del Senato: a favore la minoranza della maggioranza (da Chiti a Minzolini), però stavolta la maggioranza rischia d’andare in minoranza. E le preferenze? Bersani le vuole, Berlusconi le disvuole, Renzi forse le rivuole, Grillo preferisce le spreferenze (un voto per promuovere, un voto per bocciare). Troppi cuochi, verrebbe da obiettare. E troppa carne al fuoco. Ma per ottenere un piatto commestibile, bisogna anzitutto scegliere un’unica ricetta. È questo il nostro problema culinario: pencoliamo dalla nouvelle cuisine (il …

"Madri e operaie: i diritti ottenuti a caro prezzo", di Andrea Bonzi

Le discriminazioni nelle grandi fabbriche, le lotte per la conquista di una parità che non è ancora tale. «SENZA GIUSTA CAUSA» ci porta nella Bologna degli anni ’50. Qaundo militare nel sindacato o nel PCI e diffondere l’Unità costava il posto. Rosa fu licenziata perché, «dopo settimane di lavoro senza riposo, chiesi di poter rimanere a casa al mattino perché dovevo studiare». Bruna ricorda come il padrone «ci facesse lavorare fino alle dieci di sera senza pause. Faceva in modo di avere un magazzino bello pieno e poi, dopo due o tre mesi, ci licenziava». E quando fu cacciata Teresa pianse, perché, nonostante tutto «alla Sasib volevo bene. A me, che ho fatto la quinta elementare la fabbrica mi ha insegnato come se fossi andata all’Università, a muovere le mani, a lavorare, a ragionare, a ponderare le cose». Racconti forti, quelli delle donne licenziate per rappresaglia politico-sindacale negli anni ’50 a Bologna, uno dei cuori manifatturieri dell’Italia di quegli anni, raccolti nel volume “Senza giusta causa” di Eloisa Betti e Elisa Giovannetti uscito per i …

"Migliorare senza fermare il treno", di Tommaso Nannicini

Ci attendono settimane decisive per capire se e come le riforme istitutzionali andranno in porto. Lo diciamo da un po’, ma a questo giro potrebbe essere vero. La legge elettorale, dopo essere stata relegata in secondo piano dallo scontro sul Senato, torna sotto i riflettori. Vuoi per la recente disponibilità al dialogo del M5S, vuoi perché è difficile ipotizzare che i partiti trovino un accordo complessivo senza fissare i paletti delle regole che tradurranno i loro voti in seggi. Sul piano politico, si registra una curiosa voglia di far parte del futuro accordo, almeno a parole.Berlusconi ha richiamato all’ordine i malpancisti all’interno dei suoi gruppi parlamentari. Il M5S è invece uscito dall’isolamento che si era auto-imposto. Sul Corsera di ieri, Luigi Di Maio ha detto che premio di maggioranza e doppio turno non sono un ostacolo al dialogo col Pd. Di più: ha fatto capire che la strategia grillina è cambiata perché ci sono «altri 4 anni di legislatura davanti» e bisogna incidere sulle scelte che si profilano. In verità, da una semplice analisi degli …

"Quei sei milioni di debiti che i partiti non vedono", di Luca Ricolfi

C’è maretta, nel Pd e nel Pdl, nella maggioranza e nell’opposizione, nei partiti grandi e nei partiti piccoli. Le acque sono agitate perché le riforme sulle regole del gioco, prima fra tutte la legge elettorale, non possono essere rimandate per l’ennesima volta e un po’ tutti ne approfittano per alzare il prezzo del proprio consenso. Ma il vento che agita il Pd è solo una leggera brezza a confronto del turbine che sconquassa il Pdl. Nel Pdl, infatti, le normali divergenze di opinione sui contenuti delle riforme si intrecciano inestricabilmente con il dibattito sotterraneo sul dopo Berlusconi. Un dibattito che, apparentemente, deve rispondere alla domanda: chi guiderà il centro-destra dopo Berlusconi? Ma in realtà sta già cercando di rispondere a un’altra e ben più importante domanda: che cosa sarà il centro-destra dopo Berlusconi? Questa seconda domanda è la domanda cruciale. Se qualcosa hanno insegnato le elezioni europee è che, per adesso, esiste una sola forza di governo, il Pd. Il punto è dunque se, anche alle prossime elezioni politiche, il centro-destra non si presenterà in …

"La strada stretta di Bruxelles", di Paolo Guerrieri

È cominciato in salita il semestre italiano di presidenza Ue. Dopo le aperture contenute nel documento programmatico (l’Agenda Strategica) approvato nell’ultimo Consiglio europeo, sono arrivate le prime pesanti reazioni negative dei rigoristi ad oltranza, in prima fila tedeschi. Siamo solo agli inizi di un confronto che si preannuncia molto aspro e che interesserà nei prossimi mesi le nuove Istituzioni europee. L’esito, tutt’altro che scontato, sarà decisivo per le sorti della nostra economia e delle sue riforme. Non è certo retorico affermare che un rinnovato modo di interpretare le regole europee, e che sia finalizzato alla crescita, serva oggi non solo all’Italia, ma anche e soprattutto all’Europa. Dopo sei anni di crisi, a una ritrovata stabilità dei mercati finanziari si associano condizioni a dir poco drammatiche della stragrande maggioranza delle economie dell’area euro, con oltre 27 milioni di disoccupati. Ed è opinione diffusa che la fragile ripresa in corso riuscirà a incidere poco o niente su questo stato di grande disagio. A preoccupare di più, a dispetto dell’ottimismo di alcuni, è che nelle condizioni attuali l’area …

"Tregua Roma-Berlino, ma Renzi tiene il punto", di Raffaella Cascioli

Il premier vuole evitare lo scontro con la Merkel, non quello con i suoi ultrà. Altolà alla Bundesbank, tutto bene con Barroso «L’Europa appartiene ai cittadini, non ai banchieri tedeschi o italiani che siano». Nella “normale” dialettica tra cancellerie che ogni cinque anni surriscalda il dibattito sulla composizione dell’esecutivo comunitario, la battuta del premier Matteo Renzi sembrerebbe una dichiarazione di guerra se non fosse accompagnata da frasi come «non c’è alcuna polemica con il governo tedesco in ordine alla stabilità e alla flessibilità» o «il rapporto con la cancelliera Angela Merkel è ottimo». Un distinguo importante. D’altra parte proprio mentre Renzi, in qualità di presidente di turno dell’Unione europea riceve a villa Madama la Commissione uscente, a Berlino il portavoce del governo tedesco conferma che Italia e Germania vogliono un’Europa competitiva e remano nella stessa direzione. In realtà se a Berlino si rifiutano di commentare l’attacco all’Italia lanciato dal presidente della Bundesbank Jens Weidman in quanto indipendente, Renzi respinge le critiche al mittente: «Io non parlo delle Sparkassen o delle Landesbanken». Una stoccata, alla luce …