Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

"Il museo di massa", di Rachel Donadio

Milioni di visitatori, soprattutto d’estate, affollano il Louvre e il Prado, il British Museum e gli Uffizi. La ressa davanti a quadri e dipinti dura il tempo di un selfie, ma alle volte danneggia i capolavori. E ora si cercano soluzioni per conciliare accessibilità e tutela delle opere   IL tempo è uggioso e la coda per entrare al Louvre in questi giorni gira attorno alla piramide di vetro e acciaio e prosegue per tutti e due i cortili. All’interno del museo una piccola folla è assiepata davanti alla Gioconda a scattare foto e selfie con i cellulari. Nella ressa accanto alla Nike di Samotracia Jean-Michel Borda, che arriva da Madrid, esclama: «Sembra di stare sul Métro la mattina presto». In estate sono milioni i visitatori che affollano il Louvre (al primo posto nel mondo con 9,3 milioni di presenze nel 2013) e gli altri grandi musei europei. Ogni anno aumentano, con l’emergere delle nuove classi medie soprattutto in Asia e in Europa dell’Est. L’estate scorsa il British Museum ha registrato un record di presenze …

"Perché Fi non può più permettersi liste bloccate", di Roberto D'Alimonte

Sulle preferenze Berlusconi e Verdini sbagliano. A loro non piacciono. Neanche a me piacciono. Non piacciono né a loro né a me perché con il voto di preferenza i partiti rischiano di spaccarsi e di diventare una rete di comitati elettorali dei vari candidati. Le preferenze favoriscono la corruzione, l’influenza delle lobbies, il potere delle organizzazioni criminali in certe aree del paese. Quando i partiti erano forti facevano meno danni. Ai tempi della Prima Repubblica il Pci ha convissuto tranquillamente con il voto di preferenza. I suoi candidati in lista non si azzardavano a fare campagna elettorale per conto proprio. La mattina delle elezioni i militanti passavano in sezione a ricevere istruzioni su chi votare. E tutto filava liscio. Gli eletti erano esattamente quelli che aveva deciso il partito, nell’ordine deciso dal partito. Era come se il voto di preferenza non ci fosse. Partito e ideologia erano gli strumenti di raccolta del consenso. Per la Dc era diverso. Il voto di preferenza era il meccanismo su cui si reggeva l’organizzazione delle correnti su cui era …

"A chi tocca decidere", di Nadia Urbinati

Il Ministro Pier Carlo Padoan intervenendo alcuni giorni fa in Parlamento sugli esiti dell’Ecofin, ha chiuso la porta a facili entusiasmi sulla portata delle politiche sociali ed economiche in merito a crescita dell’occupazione e a rilancio dell’economia: «i progressi saranno indicati nel Def di settembre», ha detto il ministro, ma è indubbio che «per la crescita non esistono scorciatoie». Crescita che sarà debole e incerta, specchio degli stretti margini di manovra a disposizione del governo (e dei governi Ue). Si tratta di un riconoscimento dell’impotenza del potere decisionale degli Stati nazionali, non soltanto per i vincoli del Patto di Stabilità, ma ancora prima quelli imposti dalla crisi finanziaria, dai costi sempre più alti delle politiche sociali e dal peso del debito pubblico. L’unica progettualità certa sembra consistere nel restringimento del ruolo dello Stato nelle politiche sociali e nei tagli. E i dati Istat sulla crescita della povertà assoluta, l’erosione del benessere diffuso e del senso di sicurezza sul futuro lo confermano. Ha scritto Zygmunt Bauman, in un saggio dal titolo significativo Verso un nuovo umanesimo …

"L’Unità e l’editoria. Lo specchio del Paese in crisi", di Carlo Buttaroni

In tutte le economie di mercato le imprese sono soggette alle leggi della domanda e dell’offerta. Chiudono e aprono, prosperano o falliscono, in base ai gusti dei consumatori, alla competitività del rodotto, alla concorrenza.Aquesti criteri, ineludibili, non si sottraggono le imprese editoriali come l’Unità stessa, perché i «mercati » non rispondono ai sentimenti, nemmeno quelli più nobili. E non conta quanta storia ci sia alle spalle, se le vendite calano e non c’è equilibrio fra entrate e uscite. Piaccia o no, questa è la ruvida legge dei mercati. Talmente ruvida che, in tutte le economie occidentali, un complesso sistema di norme ne disciplina il funzionamento. Le norme anti-trust, per esempio, tutelano la concorrenza, impedendo che le imprese pregiudichino la regolare competizione economica con abusi di posizione dominante e condizioni di monopolio. Ma c’è di più: le politiche pubbliche dei Paesi a economia di mercato si sono assunte il compito di contenerne gli eccessi, prevenirne gli squilibri e orientarne lo sviluppo, operando direttamente come attori economici e occupandosi di far crescere quei settori strategici sui quali …

"Solo contro tutti e quindi popolare", di Ilvo Diamanti

IL DIBATTITO sulle riforme istituzionali, che si sta svolgendo in Parlamento, rammenta, sempre di più, una contesa personale. Quasi un corpo a corpo. Renzi contro tutti. Da solo. INTORNO a lui, un manipolo di fedeli. La ministra Boschi per prima. Dall’altra parte, tutto il mondo (politico) contro. Renzi: vuole riformare la legge elettorale ma, prima ancora, il nostro bicameralismo perfetto, unico in Europa. Ostacolo a ogni percorso decisionale rapido ed efficace. Così ha ingaggiato la sua lotta — senza confini e senza tregua — contro i freni e i vincoli che si frappongono e oppongono alla costruzione di una democrazia efficiente e “riformata”. La realtà, ovviamente, è più complessa. E le ragioni di chi si oppone e frappone al progetto del governo non sono tutte e del tutto irragionevoli. Tuttavia, questa è la “rappresentazione” che emerge dalle confuse vicende parlamentari degli ultimi giorni. Renzi contro tutti. Perché lui si è esposto in prima persona. Bersaglio di tutte le critiche e di tutti gli oppositori. Esterni, come Grillo e il M5s. E poi, la Lega e …

"Naufragio e riscatto, metafora della storia d’Italia", di Marco Ferrari

Le grandi tragedie navali italiane hanno segnato un mutamento d’epoca. Siamo un popolo di naviganti e in epoca di comunicazioni rapide forse siamo rimasti tali. Le tragedie d’acqua segnano il nostro destino, marcano il nostro immaginario, alimentano la volontà di ripresa, elevano il senso di riscatto. È’ sempre stato così. E il dramma della “Concordia” sta a testimoniarlo. Non c’è un solo italiano che non si sia affranto e rammaricato per l’incidente del Giglio, quasi che quella nave simboleggiasse la nostra grandezza, il nostro prestigio, la nostra consapevolezza comune. Non a caso il premier Matteo Renzi, ieri a Genova, ha fatto scattare un senso d’orgoglio per l’impresa di portare il colosso del mare sulla banchine genovesi con una soluzione tecnica inedita e per le prospettive che si aprono per i porti italiani, per le costruzioni e le demolizioni navali. Come in un romanzo di Joseph Conrad il mare è la metafora della nostra misura di società e chi compie il viaggio all’inferno e ne ritorna vivo ha una considerazione nuova della solidarietà. È questo concetto …

"I terreni del demanio ceduti a 50 mila giovani agricoltori", di Luisa Grion

Coinvolto nell’operazione anche il corpo forestale dello Stato. Lo Stato-contadino venderà o affitterà i suoi campi ai giovani. Si tratta di terreni pubblici adatti alla coltivazione, spesso frazionati in piccole parti, ancor più spesso incolti. L’idea di riportarli a nuova vita trasformandoli in una occasione di lavoro per le nuove generazioni era venuta al governo Letta un paio di anni fa, ma per concretizzare quella legge del 2012 ci è voluto un decreto applicativo firmato qualche giorno fa da Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole. Sul piatto ci sono 5.550 ettari di terreni agricoli pubblici — il corrispondente più o meno di 7 mila campi da calcio — che da settembre saranno concessi in affitto o ancor meglio ceduti: possibilmente a giovani che già hanno un’impresa agricola (secondo le stime della Coldiretti poco più di 50 mila) o che intendono metterla in piedi e che s’impegnano — per i prossimi 20 anni — a destinare quelle terre alla coltivazione. In entrambe i casi infatti (vendita o affitto) gli under 40 potranno godere di un diritto …