Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

“Il tweet dell’infamia”, di Natalia Aspesi – La Repubblica 19.01.15

E noi paghiamo!». Povero Gasparri: cosa mai gli sarà venuto in mente di credere proprio alla voce offensiva e scema di un sito ignoto contro Vanessa e Greta, e soprattutto di servirsene per fare l’ennesima brutta figura? CON un suo tweet volgarissimo, «sesso consenziente con i guerriglieri? E noi paghiamo! », ha confermato come a una certa categoria di maschi dia ancora fastidio che la drammatica avventura abbia riguardato due donne, che in quanto tali dovrebbero stare in cucina a casa loro e non praticare solidarietà soprattutto tra derelitti stranieri e ancora peggio islamici. Donna e sesso sono inscindibili per i tipi come Gasparri, per i quali è impossibile pensare che i rapitori, essendo maschi, non stuprino le prigioniere che sono donne. Purtroppo è vero che troppo spesso gli uomini, non solo i terroristi e non solo in Siria, ma parecchio anche in Italia, usino violenza alle donne, così in tanti al ritorno delle due ragazze le hanno subito guardate per misurare il loro stato di prostrazione e quindi di possibili violenze subite: loro hanno sostenuto di non …

Dimissioni Napolitano, parlamentari Pd “Grazie, presidente!” – comunicato stampa – 14.01.15

  In mattinata, come largamente preannunciato, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha formalizzato le dimissioni da presidente della Repubblica. “Autorevolezza, prestigio, credibilità, autonomia – scrivono i parlamentari modenesi del Pd Davide Baruffi, Carlo Galli, Manuela Ghizzoni, Maria Cecilia Guerra, Edoardo Patriarca, Giuditta Pini, Matteo Richetti e Stefano Vaccari – sono le parole che più hanno accompagnato il suo nome sulla stampa nazionale e internazionale. Questo Paese gli deve moltissimo.”. Ecco la loro dichiarazione comune:   “Giorgio Napolitano ha formalizzato le sue dimissioni da presidente della Repubblica. Dopo un primo settennato di straordinaria importanza e delicatezza, com’è noto, ha accettato, per spirito di servizio, un secondo mandato che non aveva precedenti nella storia repubblicana. Ha chiesto con forza riforme in cambio della sua rielezione. Ha perseguito con ostinazione il dialogo e la collaborazione tra forze politiche di segno opposto per non lasciar naufragare la Nazione. Ha retto l’Italia nel momento in cui il sistema politico era crollato, quando il nostro debito sovrano era sotto attacco, quando osservatori e investitori internazionali non avevano più fiducia e …

“Ue, Renzi a Strasburgo: “Applauso per Napolitano. Italiani sanno: la sfida è a casa nostra”, di

Accompagnato e preceduto dal presidente dell’Europarlamento Martin Schulz, il premier Matteo Renzi ha tenuto all’assemblea di Strasburgo in riunione plenaria il discorso che segna la fine del semestre di presidenza italiana dell’Unione europea. Un intervento nel corso del quale Renzi ha chiesto il saluto del Parlamento a un europeista convinto come Giorgio Napolitano, prossimo a lasciare la presidenza della Repubblica Italiana. Renzi ha inoltre ricordato la sfida da vincere contro la demagogia della paura. Quanto ai risultati del semestre Ue a presidenza italiana, il premier si è rammaricato per la sconfitta del “made in” e ha sottolineato la necessità di un cambiamento per la crescita che con la Commissione Juncker c’è stato, anche se nei fatti “ancora non si vede”. Ma ha anche ribadito che l’Italia sa che i suoi problemi “deve affrontarli a casa sua”. Il presidente Schulz, prima di introdurre l’intervento di Matteo Renzi, ha espresso un monito all’Europarlamento, pensando a quanto accaduto a Parigi. “Avveniva 70 anni fa. I russi liberavano il campo di Auschwitz, oltre un milione di morti, ebrei di …

“Mai una donna al Colle Da Iotti a Jervolino tutti i veti che hanno impedito una svolta”. di Sebastiano Messina – La Repubblica 7.1.15

Dieci donne sono già salite al Quirinale, in questi settant’anni di Repubblica. Dieci donne: ma come mogli, o come figlie (anche se due di loro, la moglie di Pertini e quella di Cossiga, non vollero dormire in quel palazzo abitato dai papi e dai re neanche per una notte). Una presidente, però, l’Italia non l’ha mai avuta. Dagli anni Ottanta in poi, alla vigilia di ogni elezione spunta immancabilmente il nome di una donna — da Tina Anselmi a Nilde Iotti, da Rosa Russo Jervolino a Emma Bonino — che però alla fine viene puntualmente bocciato. L’ultima volta, poi, sonovolati anche gli insulti. Siamo nell’aprile 2013 e Pierluigi Bersani mette nella rosa dei suoi candidati la più longeva senatrice del Pd, Anna Finocchiaro, una donna che siede in Parlamento dal tempo di Reagan contro Gorbaciov. Anche sette anni prima era circolato il suo nome, ma poi la scelta era caduta su Napolitano, e lei non aveva nascosto la sua amarezza, sibilando: «Un uomo con il mio curriculum l’avrebbero già fatto Presidente della Repubblica da tempo». In …

“Così la paura cambia il volto delle destre”, di Mauro Magatti – Corriere della Sera 4.1.15

A vincere sarà la paura? Sotto i colpi del disordine globale causato dalla crisi è attorno a questo interrogativo che l’intero asse destra-sinistra si va ristrutturando. Di fronte a una globalizzazione sempre più contraddittoria e sempre meno capace di mantenere le sue promesse, la rabbia e il risentimento rischiano di contagiare l’intera Europa (e non solo). Precari e giovani senza lavoro, anziani che vivono in periferie degradate e famiglie in difficoltà infoltiscono ogni giorno di più la schiera degli arrabbiati e degli sfiduciati. La sinistra sembra lontana dalle inquietudini che attraversano i ceti popolari. A parte il caso della Grecia, i partiti di sinistra oggi rappresentano soprattutto i ceti medi istruiti e metropolitani: legati ai valori della tolleranza e del cosmopolitismo (sempre più spesso associati alla logica del mercato e della tecnocrazia), essi guardano con sufficienza a dimensioni quali la famiglia, l’identità culturale e territoriale, l’appartenenza religiosa. Nel vuoto lasciato dalla sinistra, a crescere è la nuova destra che ormai si pone esplicitamente in contrapposizione al neoliberismo degli ultimi decenni. Un po’ dappertutto, a raccogliere …

“L’anticorruzione solo a parole”, di Giovanni Bianconi – Corriere della Sera 3.1.15

Se nell’ultimo «messaggio augurale» agli italiani Giorgio Napolitano ha voluto annoverare tra «le più gravi patologie» del Paese «una corruzione capace di insinuarsi in ogni piega della realtà sociale e istituzio nale», è per indicare un cammino da compiere. Una strada che sarebbe finalmente ora di imboccare, a più di vent’anni dalle inchieste di Mani pulite sull’onda delle quali nacque la cosiddetta Seconda Repubblica. Che gran parte del percorso sia ancora da compiere non è certo un buon bilancio, ma questo non può diventare l’alibi per non guardare avanti e procedere con quel che c’è da fare. Negli stessi giorni in cui gli inquirenti romani citati dal presidente della Repubblica (che ancora ieri ha invocato un «deciso sforzo nella lotta alla criminalità nelle sue svariate forme», compresa quella che passa per tangenti e mazzette , nel suo messaggio a papa Francesco) svelavano un malaffare a cui hanno attribuito i connotati del «metodo mafioso», l’associazione Transparency International rendeva noto l’ultimo rapporto sull’indice di percezione della corruzione che vede l’Italia al 69° posto della classifica mondiale, ultimo …

“Le sfide della cooperazione”, di Nadia Urbinati – La Repubblica 2.1.15

La bufera giudiziaria Mafia Capitale che ha coinvolto alcune cooperative mette in luce i problemi strutturali della cooperazione rubricabili sotto due grandi capitoli: la debolezza della politica e l’opacità della sussidiarietà. Sul primo fronte, valgono le parole del presidente di Coop Italia, Marco Pedroni, al Congresso nazionale della Lega delle Cooperative: «nessuna giustificazione può avere l’ignoranza» e la cooperazione che deve fare di più «per arrivare anche prima dei magistrati». La politica della trasparenza è figlia dei principi sui quali si regge la cooperazione: la mutualità e l’associazionismo solidale. Sul secondo fronte, la questione si fa più seria perché la crescita della cooperazione è avvenuta in concomitanza con la politica della sussidiarietà, entrata a far parte della Costituzione con il Titolo V. Delineando il programma futuro al Congresso della Lega, Mauro Lusetti ha messo tra i settori in espansione «la sussidiarietà rispetto a uno Stato non più in grado di mantenere l’universalità dei servizi». La cooperazione a sfondo sociale vive di finanziamento pubblico, è in crescita e si è dimostrata permeabile all’ infiltrazione mafiosa e …