Tutti gli articoli relativi a: partito democratico

"Pietro Ingrao 99 anni tra passione e poesia", di Walter Veltroni

Son quasi cent’anni, questi di Ingrao. Ma non di solitudine. Perché ha vissuto immerso nella storia e in quel grande magma che è stato il ’900. Eppure, in qualche modo, potremmo anche parlare di solitudine per questo uomo che parla si sé definendosi un «carattere d’orso», sempre tentato da una riflessione introversa ed eretica. Insomma Pietro Ingrao compie 99 anni. È nato nel 1915 nell’Italia agricola e un po’ periferica della sua Lenola proprio mentre la febbre della prima Guerra Mondiale stava per travolgere anche il nostro Paese e nel resto d’Europa i morti si contavano già a centinaia di migliaia, milioni. Ha attraversato un tempo lungo, un secolo drammatico segnato da due guerre, dalla tragedia della Shoah, dal grande sogno del comunismo e dalla sua crisi. Ho incontrato Ingrao nella sua casa pochi mesi fa. Stavo lavorando al film su Berlinguer e volevo raccogliere la sua testimonianza. Come sempre incontrarlo mi ha molto colpito: ero partito con tante domande in testa emi sono sentito rivolgere mille domande. Ero andato a cercare memoria, mi son …

L'Europa cambia se cambia l'Italia e l'Italia cambia se la cambia il PD

“Questa Direzione vuole segnare il punto della situazione del partito per il governo e le future scadenze. Solo parzialmente affronterà il tema delle europee. Una nuova riunione sulle liste elettorali, verrà fissata nella settimana tra il 7 e il 13, magari lunedì 7 o martedì 8 aprile.” Lo ha annunciato il premier e segretario del PD Matteo Renzi, aprendo i lavori della Direzione del PD. Il PD come motore di cambiamento. “Il PD a 60 giorni dalle prossime elezioni è il motore del cambiamento, ha la responsabilità di aver messo in moto un cantiere che suscita aspettative e speranza. Gli italiani ci danno fiducia, ce lo dice il clima, e sarebbe letale tradirla. Per questo ci vuole un lavoro pancia a terra nei prossimi giorni. Vorrei che alcuni Comuni – e cito sempre Prato – tornassero a guida PD. Prato è un simbolo del riscatto per me. Noi abbiamo preso degli impegni, durante le primarie, che ora dobbiamo mantenere: a Palermo un importante appuntamento sull’Europa e sul Mediterraneo, dove inviterò Martin Schulz; un evento a …

"Province addio, 160 sì", di Claudia Fusani

La campagna delle riforme parte. Ma le serve una bella spinta per non restare inchiodata ai blocchi di partenza. La legge che svuota le Province, in attesa che la riforma costituzionale le abolisca, strappa la fiducia al Senato e torna alla Camera per la terza e definitiva lettura. Ma i numeri pronunciati ieri sera alle sette dal presidente Grasso non sono una festa per il premier. Su 296 presenti, votano 193 senatori e il ddl Delrio passa con appena 160 sì. I no sono 133. Sono ventidue voti di differenza. Per chi ha in mente gli equilibri numerici del Senato, è subito chiaro che senza i venti voti di Popolari e Scelta civica la prima delle tante invocate riforme sarebbe stata bocciata. Ed è inevitabile chiedersi cosa sarebbe successo se Forza Italia fosse stata presente al gran completo. Il leghista Roberto Calderoli si frega le mani, a modo suo: «Questo governo è fermo a 160, non ha la maggioranza che è 161. In queste condizioni non potrebbe neppure eleggere il Presidente del Senato ». Calderoli …

"La sinistra deve ritrovare l’anima", di Michele Prospero

Non è una generica politica ad essere graffiata dal populismo, che in molti paesi d’Europa si aggira come un avvoltoio. E al blasfemo lessico della rivolta contro le tecnocrazie, premiato con il successo annunciato delle truppe di Le Pen figlia alle amministrative francesi, non si può rispondere invocando la correttezza della politica normale. Quella politica che con i suoi lumi deve tornare al governo del continente, come se non ci fosse una precisa scelta politica anche dietro l’egemonia dei signori dell’austerità, del rigore, della finanza. Nata urlando a squarciagola la miracolosa parola d’ordine della libera concorrenza dei mercati, come sigillo di una splendida età di progresso illimitato per individui ridotti a imprenditori di loro stessi, e scagliandosi contro le arcaiche clausole costituzionali novecentesche dell’eguaglianza e dell’inclusione sociale, l’integrazione europea non è stata affatto una esperienza senza politica, ma è stata piuttosto un laboratorio succube di una cattiva politica. La battaglia per arginare la deriva cognitiva del populismo, che crea inimicizie di comodo per non attaccare le fonti reali dei conflitti di classe, non è quindi …

Marianna Madia: “Subito il tetto al cumulo redditi-pensioni d’oro”, di Francesca Schianchi

Nei primi venti giorni da ministro ha scelto di non intervenire nel dibattito, anche quando è stata tirata in ballo per la sua gravidanza, rinviando il momento di dire la sua ai primi atti esecutivi del suo ministero. Così, ieri, dopo aver firmato una circolare che dà attuazione a una norma del precedente governo per cui i lavoratori pubblici non possono cumulare lavoro e pensione oltre 311 mila euro (lo stipendio del primo presidente di Cassazione), il ministro della Pubblica amministrazione e la Semplificazione, Marianna Madia, ha deciso di raccontare cosa sta facendo. Partendo da un dato: che il suo primo atto sia questo, non è per niente casuale. Perché ha voluto questo come suo primo atto da ministro? «E’ una scelta politica, per segnalare una priorità: l’attenzione all’equità sociale e al tema di un’intera generazione esclusa. In un’epoca in cui oltre il 40% dei giovani non trova lavoro, un milione e mezzo di persone, tra pubblico e privato, cumula lavoro e pensione. Capisco chi ha pensioni basse, ma ritengo non sia etico quando il …

"Gli avversari spiazzati", di Federico Geremicca

Come al solito, ha spiazzato più o meno tutti: una manovra «di sinistra» mentre i più, non fidandosi delle anticipazioni, pronosticavano provvedimenti con un segno – lo diciamo così per semplificare – «di destra». Non solo. Una conferenza stampa come non se ne erano mai viste a Palazzo Chigi, pirotecnica, informale, leggera, con foto e disegnini che gli scorrevano alle spalle, ma con un annuncio «pesante», di quelli – appunto – mai sentiti in una conferenza stampa di un premier: se il bicameralismo perfetto non sarà superato – ha infatti annunciato Matteo Renzi – considererò conclusa la mia esperienza politica. Per il presidente del Consiglio – e non solo per lui – questo 12 marzo è una data da cerchiare in rosso. E non solo perché dopo anni di promesse – e a dispetto e nonostante le fortissime tensioni che l’hanno accompagnato nell’aula di Montecitorio – è arrivato il primo sì alla riforma della legge elettorale; ma soprattutto per l’effetto spiazzante determinato dalle misure economiche annunciate. Il rimescolamento di carte, infatti, è stato totale e …

"Lo shock e l'azzardo", di Massimo Giannini

Non è stato quel mercoledì da leoni che si poteva immaginare. Ma nemmeno quel giorno da pecora che si poteva temere. In un giorno solo, Matteo Renzi ha incassato un cospicuo «dividendo » politico. Il via libera della Camera alla riforma elettorale, che con tutti i suoi difetti materiali e costituzionali si rimette comunque in moto dopo otto anni di immobilismo. Il via libera del Consiglio dei ministri al pacchetto «lasvoltabuona », che con tutti i suoi svarioni tecnici e mediatici indica comunque la volontà di accelerare la fuoriuscita dalla crisi. Depurata da un tasso intollerabilmente alto di autocelebrazione retorica e propagandistica — che per troppe volte lo spinge a parlare di «rivoluzione impressionante per l’Italia » e di «passaggio storico incredibile» — il messaggio del premier in conferenza stampa oscilla tra lo shock e lo spot. Lo shock è evidente. Quando a dieci milioni di poveri italiani a reddito fisso, gravati da almeno cinque anni di saio fiscale, annunci uno sgravio in busta paga da circa mille euro all’anno a partire dallo stipendio del …