Tutti gli articoli relativi a: partito democratico

"Quei sei milioni di debiti che i partiti non vedono", di Luca Ricolfi

C’è maretta, nel Pd e nel Pdl, nella maggioranza e nell’opposizione, nei partiti grandi e nei partiti piccoli. Le acque sono agitate perché le riforme sulle regole del gioco, prima fra tutte la legge elettorale, non possono essere rimandate per l’ennesima volta e un po’ tutti ne approfittano per alzare il prezzo del proprio consenso. Ma il vento che agita il Pd è solo una leggera brezza a confronto del turbine che sconquassa il Pdl. Nel Pdl, infatti, le normali divergenze di opinione sui contenuti delle riforme si intrecciano inestricabilmente con il dibattito sotterraneo sul dopo Berlusconi. Un dibattito che, apparentemente, deve rispondere alla domanda: chi guiderà il centro-destra dopo Berlusconi? Ma in realtà sta già cercando di rispondere a un’altra e ben più importante domanda: che cosa sarà il centro-destra dopo Berlusconi? Questa seconda domanda è la domanda cruciale. Se qualcosa hanno insegnato le elezioni europee è che, per adesso, esiste una sola forza di governo, il Pd. Il punto è dunque se, anche alle prossime elezioni politiche, il centro-destra non si presenterà in …

"La strada stretta di Bruxelles", di Paolo Guerrieri

È cominciato in salita il semestre italiano di presidenza Ue. Dopo le aperture contenute nel documento programmatico (l’Agenda Strategica) approvato nell’ultimo Consiglio europeo, sono arrivate le prime pesanti reazioni negative dei rigoristi ad oltranza, in prima fila tedeschi. Siamo solo agli inizi di un confronto che si preannuncia molto aspro e che interesserà nei prossimi mesi le nuove Istituzioni europee. L’esito, tutt’altro che scontato, sarà decisivo per le sorti della nostra economia e delle sue riforme. Non è certo retorico affermare che un rinnovato modo di interpretare le regole europee, e che sia finalizzato alla crescita, serva oggi non solo all’Italia, ma anche e soprattutto all’Europa. Dopo sei anni di crisi, a una ritrovata stabilità dei mercati finanziari si associano condizioni a dir poco drammatiche della stragrande maggioranza delle economie dell’area euro, con oltre 27 milioni di disoccupati. Ed è opinione diffusa che la fragile ripresa in corso riuscirà a incidere poco o niente su questo stato di grande disagio. A preoccupare di più, a dispetto dell’ottimismo di alcuni, è che nelle condizioni attuali l’area …

"Tregua Roma-Berlino, ma Renzi tiene il punto", di Raffaella Cascioli

Il premier vuole evitare lo scontro con la Merkel, non quello con i suoi ultrà. Altolà alla Bundesbank, tutto bene con Barroso «L’Europa appartiene ai cittadini, non ai banchieri tedeschi o italiani che siano». Nella “normale” dialettica tra cancellerie che ogni cinque anni surriscalda il dibattito sulla composizione dell’esecutivo comunitario, la battuta del premier Matteo Renzi sembrerebbe una dichiarazione di guerra se non fosse accompagnata da frasi come «non c’è alcuna polemica con il governo tedesco in ordine alla stabilità e alla flessibilità» o «il rapporto con la cancelliera Angela Merkel è ottimo». Un distinguo importante. D’altra parte proprio mentre Renzi, in qualità di presidente di turno dell’Unione europea riceve a villa Madama la Commissione uscente, a Berlino il portavoce del governo tedesco conferma che Italia e Germania vogliono un’Europa competitiva e remano nella stessa direzione. In realtà se a Berlino si rifiutano di commentare l’attacco all’Italia lanciato dal presidente della Bundesbank Jens Weidman in quanto indipendente, Renzi respinge le critiche al mittente: «Io non parlo delle Sparkassen o delle Landesbanken». Una stoccata, alla luce …

"Con Piccolo, uno Strega alla sinistra moderna", di Stefano Menechini

Nel trentennale della morte di Berlinguer, non solo un gran libro di un ottimo scrittore, ma un’operazione culturale onesta. Su una generazione che ha deciso di sciogliere la contraddizione tra integralismo etico-politico e la vita reale nella società di tutti. Nel trentennale della morte di Enrico Berlinguer s’è fatto, detto e scritto un po’ di tutto. Tante agiografie, alcune riletture critiche (da Claudia Mancina la più importante); Veltroni ha filmato l’abisso di consapevolezza tra generazioni, Petruccioli (su Europa) ha individuato nella sconfitta elettorale del ’79 un passaggio cruciale di solito trascurato. Beppe Grillo ha azzardato una grottesca rivendicazione durata il tempo di mezza campagna elettorale. Nel valore assai relativo che hanno i premi letterari, la vittoria di Francesco Piccolo allo Strega conta come riconoscimento, oltre che a un grande scrittore, all’operazione culturale migliore e più onesta che sia stata fatta sul tema. Non sulla figura di Berlinguer, bensì su quello che il segretario del Pci ha significato per milioni di persone; e, fra quei milioni, per i tanti che a un certo punto hanno accettato …

"Matteo: l’Europa non è dei banchieri", di Alberto D'Argenio

L’EUROPA non è dei banchieri tedeschi, l’Europa è dei cittadini europei». Il premier Matteo Renzi legge con disappunto l’attacco che gli riserva il potente presidente della Bundesbank Jens Weidmann. Ma non perde le proprie certezze. MA IL premier non perde la calma. «Bene bene, questo è un ottimo segnale, se pensano di farci paura lo vedranno, hanno sbagliato governo ». Però al secondo giorno consecutivo di attacchi tedeschi all’Italia – mercoledì era stato il capogruppo del Ppe a Strasburgo Manfred Weber – a Palazzo Chigi rifiutano di parlare di incidente tra Roma e Berlino. Già, perché la convinzione di Renzi e del suo staff è che né Weidman, né Weber, né Schaeuble rappresentino la linea della Germania. «In Germania decide la Merkel e la linea della Cancelliera è un’altra». Il governo italiano non perde il sangue freddo nella battaglia per ottenere maggiore flessibilità sui conti in cambio di riforme. D’altra parte, ricordano tutti come un mantra, «Roma non chiede di cambiare il Patto di stabilità, ma di interpretarlo in modo più elastico per far ripartire …

"Tendenze elettorali, il ritorno alla volatilità del voto", di Paolo Natale

Gli elettori si sentono perduti, perdono il senso della partecipazione elettorale, cercano di sperimentare nuovi percorsi che non li convincono. Fanno dei tentativi, in un senso o nell’altro. Monti, Grillo, Renzi, Salvini Ha fatto bene Ilvo Diamanti (Repubblica del 30 giugno) ad accostare il tifo calcistico alle appartenenze politiche. Ma l’ha fatto in maniera impropria: giustapponendoli, anziché affiancarli. Perché sempre di tifo si tratta, o meglio, di identificazione collettiva, in entrambe le situazioni. La storia elettorale del nostro paese è vissuta per parecchi decenni di intense contrapposizioni, di radici sub-culturali che sfociavano poi, nel segreto dell’urna, in un classico voto di appartenenza. L’identificazione con il partito era forte, riempiva la vita, ne era una parte fondamentale: non si poteva fare a meno di votare Pci, o Dc, perché quella era la manifestazione della propria personalità, della propria visione del mondo. Un mondo fatto di solidarietà con i propri simili, di forte identificazione in un progetto di vita e di relazioni con gli altri, di una forte credenza in un certo tipo di società. Dalla culla …

"Renzi, la stampa europea gli crede", di Raffaella Cascioli

Il ciclone Renzi nei media europei. Nuovo round con i tedeschi previsto per l’autunno quando saranno revisionati i patti di riforma dei bilanci. A Juncker gli italiani proveranno a strappare un impegno sugli investimenti. In Europa è Renzimania. Un ciclone che si è abbattuto su Bruxelles. Svegliando il vecchio continente, lanciando una nuova Odissea europea, sfidando a recuperare l’anima dell’Europa. Il giorno dopo l’esordio del premier italiano davanti all’Europarlamento in occasione della presentazione del semestre di presidenza Ue dell’Italia, Renzi campeggia sulle pagine dei principali quotidiani europei (ma non solo) che tra apprezzamenti e critiche scoprono un nuovo protagonista della scena europea. Se i toni più entusiastici emergono da una lettura dei principali quotidiani francesi (da Le Figaro a Le Monde passando per Liberation), sono i giornali tedeschi – e non poteva essere diversamente visto lo scontro avuto dal premier italiano con il tedesco Manfred Weber, capogruppo Ppe nel parlamento europeo – ad usare il chiaroscuro nel dipingere Renzi. E così la Sueddeutsche Zeitung, che solo qualche giorno fa aveva dedicato un lusinghiero articolo al …