Tutti gli articoli relativi a: partito democratico

"Lavoro, rinvii e distrazioni", di Maurizio Ferrara

L’Italia sta chiedendo più flessibilità all’Europa sulle regole di bilancio e in cambio promette incisive riforme economiche. La partita è delicata, ma non potrà iniziare sul serio se il governo Renzi non dà prima qualche segnale immediato sulle riforme. Il fronte su cui, giustamente, vi sono le maggiori aspettative è il mercato del lavoro, che funziona malissimo e ostacola la crescita. I dati parlano chiaro. Su cento italiani fra 20 e 64 anni, meno di 60 hanno un’occupazione. In Germania sono 77, nel Regno Unito 75, in Francia 70. Anche negli altri Paesi c’è stata la crisi, perciò non si può dar la colpa solo a questo. La distanza rispetto ai valori dell’area euro era già molto alta prima del 2008. Nello scorso maggio si sono creati 50 mila nuovi posti di lavoro. È una buona notizia, ma nello stesso mese la Germania ne ha creati (fatte le debite proporzioni) quattro volte di più. Dobbiamo cambiare passo, e alla svelta. I problemi «strutturali» del mercato del lavoro italiano sono noti. I servizi per l’impiego sono …

"La riforma (e le obiezioni) ai raggi X", di Marco Bresolin

Domani inizieranno le votazioni sul ddl che modifica la Costituzione. I tempi stringono e restano molte resistenze: avrà l’ok entro la pausa estiva? Si riparte domani, con le prime votazioni sul disegno di legge sulle Riforme licenziato dalla commissione Affari Costituzionali (che ha apportato modifiche significative al testo del governo). In Senato gli emendamenti arrivati sono quasi ottomila e la prima sfida, dunque, è contro il tempo. La maggioranza vuole fare presto e chiudere la partita nel giro di un paio di settimane, anche perché si rischia un ingorgo con altri decreti in scadenza che devono essere approvati. Ma non sarà semplice. Il perché sta scritto (anche) nel Mattinale di Forza Italia, che chiede più «serenità». Al di là del termine tanto caro a Renzi (e un po’ meno a Letta), il messaggio che arriva dal centrodestra è chiaro: il Patto del Nazareno resta in piedi, ma «dobbiamo considerare senza ansie il merito di emendamenti e proposte migliorative. Non è ammesso alcun tipo di frettolosità sudamericana, né contingentamento di tempi, né ghigliottine». Poi ci sono …

"Regge il tavolo Renzi-Di Maio, preferenze in cambio del doppio turno di lista", di Francesco Maesano

Il vicepresidente della camera entusiasta: «Con i nostri voti, insieme al Pd, gli italiani ad ottobre avranno le preferenze nella legge elettorale» Il Rio delle Amazzoni è un po’ più stretto. I diritti su questa metafora appartengono a Matteo Renzi, che l’ha utilizzata parlando della riforma del senato. Ma, per ora, ad essersi ridotta sensibilmente è la distanza tra Pd e M5S sulla legge elettorale, tanto da consentire a Di Maio una, seppure molto ottimistica, rivendicazione del primo passo fatto: «Con i nostri voti, insieme al Pd, gli italiani ad ottobre avranno le preferenze nella legge elettorale». Il vicepresidente della camera, piuttosto teso, si era presentato al tavolo con l’ennesima lista di punti: le preferenze, il no alla presenza dei condannati in parlamento e alla candidature plurime, il doppio turno di lista e l’assenza delle soglie di sbarramento. Renzi, arrivato all’incontro un po’ a sorpresa, si è occupato della spunta. Ok a una norma per il “parlamento pulito” e allo stop alla presenza in più collegi dello stesso candidato. Fin qui tutto facile. Sul doppio …

"Il nostro debito verso quei morti", di Paolo Soldini

Non sappiamo che cosìè davvero accaduto nel cielo sopra il confine tra l’Ucraina e la Russia. Chi e come ha ammazzato 295 esseri umani che il destino ha sorpreso in una delle tante parti del mondo in cui la guerra uccide non solo gli uomini e le donne innocenti, ma anche le certezze che avremmo il diritto di considerare ovvie. Come quella di salire su un aereo per tornare a casa, andare a lavorare, oppure in vacanza. Forse non lo sapremo mai, perché la logica dei conflitti moderni rifiuta e disprezza l’obbligo della verità e della trasparenza. Sia stata una mostruosa provocazione o un errore, è anche possibile che nessuno potrà mai dare ai parenti e agli amici di quei morti la consolazione, minima ma dovuta, di sapere perché è toccato proprio a loro. Una cosa però la sappiamo. Quello che accade in quella parte d’Europa riguarda tutta l’Europa. Quella guerra è intollerabile e lo era anche prima che sacrificasse i 295 sventurati che avevano preso quell’aereo ad Amsterdam, una delle nostre capitali. Non c’è …

"Una guerra che riguarda tutti", di Cesare Martinetti

Alla fine l’incidente è arrivato, lo scenario da guerra fredda è da ore sugli schermi tv-computer-smartphone di tutto il mondo. Quale che sia la causa e chi sia il colpevole, un aereo non può cadere per caso in un zona di guerra. Qualcuno ha premuto un grilletto. Le 298 povere vittime originarie di ogni angolo del pianeta trasformano il conflitto che da mesi sobbolle in quella periferia di confine tra Ucraina e Russia in un conflitto dal valore globale. Non è più una nuova, vecchia, sporca storia tra ex sovietici. Quella guerra, ora più che mai, ci riguarda tutti. Anche per questo la mancata nomina dell’Alto commissario per la politica estera stende sulla già critica immagine dell’Unione europea un’ulteriore patina di grottesca impotenza. Mentre a Bruxelles si discute e non si decide, nel Donbass si muore. Certo la composizione della Commissione europea – l’organismo che di fatto «governa» 28 Paesi – non è cosa semplice. Non va dimenticato che l’Europa è una realtà ma è anche – ancora – un processo. Come diceva Helmut Kohl …

"Un semestre già in bilico", di Stefano Folli

La tragedia dell’aereo malese caduto, e probabilmente abbattuto, al confine fra Ucraina e Russia è un dramma anche per l’Unione europea e un pessimo segnale per la stessa presidenza italiana. La ragione evidente è che la crisi a est si è aggravata in forme imprevedibili, cogliendo l’Europa una volta di più senza una politica estera comune e senza un accettabile grado di coesione interna. Come è ovvio, non c’è una responsabilità specifica di chi ha appena assunto la guida transitoria dell’Unione, ma si misura tutta la difficoltà del compito. Quando la storia fa il salto, chi è debole ne paga le maggiori conseguenze. Del resto, ieri sera i sospetti erano tutti a carico dei separatisti filo-russi e delle armi loro fornite da Mosca. Ma sappiamo che in guerra, secondo il vecchio adagio, la prima vittima è la verità. Non sarà facile chiarire chi ha davvero sparato il missile fatale. Però in casi del genere le supposizioni valgono in termini politici quanto un verdetto. E quell’aereo malese quasi certamente esploso in volo, con i poveri corpi …

"Il Mibact cambia verso, arriva la rivoluzione di Franceschini. Il Mibact cambia verso, arriva la rivoluzione di Franceschini", di Paola Fabi

Parla il ministro Dario Franceschini: «Amministrazione efficiente per valorizzare il nostro patrimonio». E ai privati dice: «Ora non ci sono più alibi» Non è un piccolo cambiamento ma «una grande rivoluzione». Lo aveva annunciato già da tempo il ministro Dario Franceschini e ieri la sua riforma per la riorganizzazione del sistema culturale e turistico italiano ha preso forma. Un cambiamento profondo che consentirà «di investire sull`incredibile patrimonio culturale che possediamo». L`obiettivo è arrivare a un`amministrazione efficiente e meno costosa attraverso sei passaggi fondamentali: rinnovamento della struttura centrale e semplificazione di quella periferica; integrazione tra cultura e turismo; valorizzazione dei musei italiani; rilancio delle politiche di innovazione e formazione; valorizzazione delle arti contemporanee; semplificazione delle procedure per ridurre i contenziosi tra amministrazione centrale e periferia ed il taglio delle figure dirigenziali (37 dirigenti in meno). Uno snellimento che, secondo Franceschini, «porterà dei vantaggi sia per i cittadini che per il territorio». Ministro Franceschini, la riorganizzazione del ministero delle attività dei beni e delle attività culturali e del turismo è una vera e propria rivoluzione. Ma come …