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"E ricordate che noi italiani portiamo bellezza", di Renzo Piano – La Repubblica 29.11.14
"Cari ragazzi ringraziate di essere europei", di Umberto Eco – La Repubblica 29.11.14
"Italia, donne meno discriminate, ma la politica resta cosa da uomini", di Ilaria Mariotti – Pagina 99 28.11.14
Se paragonate al resto della popolazione femminile mondiale, le donne italiane sembrerebbero non cavarsela male in fatto di discriminazione di genere. La buona notizia è infatti che secondo l’Ocse, che ha appena pubblicato un aggiornamento dell’indice Sigi (Social Institutions and Gender Index) estendendolo a 160 nazioni, l’Italia fa parte del gruppo dei paesi in cui la disparità uomo donna è più attenuata. “Very low” è il livello di disuguaglianza riscontrato da noi e in altri 15 paesi sia europei che non (c’è per esempio Cuba, l’Argentina, la Repubblica Ceca, e la Mongolia). Tradotto, significa che qui le donne possono «contare su misure che forniscono uguali diritti all’interno della famiglia e nell’accesso alle risorse, e che ne promuovono le libertà civili» spiega il report.
Sono cinque gli indicatori misurati. Si analizzano i codici familiari («norme giuridiche o sociali che limitino le capacità decisionali delle donne»), le restrizioni all’integrità fisica (ad esempio «nell’autonomia riproduttiva») o nell’accesso alle risorse, nel caso in cui il sesso femminile «trovi difficoltà a usufruire di alcuni servizi senza la mediazione di un uomo». Si indaga poi nell’applicazione delle libertà civili e nella perpetrazione di una cultura che favorisca la discendenza maschile. Su ciascuno di questi fronti l’Italia esce promossa a pieni voti (almeno sulla carta, essendo l’indagine basata sugli usi e costumi di un paese estrapolati attraverso le maglie del suo sistema legislativo). Non ci sarebbe traccia secondo i dati Ocse di discriminazioni nelle abitudini familiari o nelle opportunità offerte al genere femminile anche nella partecipazione alla vita pubblica. Anzi l’Italia è perfino citata come esempio di best practice per la promozione della leadership femminile. Merito della scelta di lanciare anni fa – su input dell’ultimo ministero per le Pari opportunità oggi retrocesso a mero dipartimento – il programma Donne, Politica e Istituzioni, che avviò in 41 atenei corsi gratuiti per l’insegnamento del management politico.
Ed è proprio qui che il quadro italiano comincia ad appannarsi, e si fa strada un paradosso. L’Italia non brilla affatto per presenza in politica delle donne. Non bastano le quote rosa, pur presenti sia «nelle istituzioni nazionali che in quelle locali». Nel Parlamento italiano «siede il 30% delle donne» rileva l’Ocse, una quota più ristretta rispetto a quella dei paesi più avanzati. «I sindaci italiani sono rappresentati da 7238 uomini e 789 donne». Una disomogeneità che si ripete nei consigli e nelle giunte regionali (occupati da 86mila e mille uomini rispettivamente contro 19mila e 118 seggi femminili). Tanto che, sottolinea il report, «tranne rare eccezioni non ci sono mai stati leader politici in Italia di sesso femminile, né capi di Stato o presidenti del Consiglio donna». La politica resta quindi per lo più cosa da uomini, tanto che a superarci in questo campo sono diversi altri paesi Ocse tra cui Usa, Uk, Francia, Portogallo.
Non rassicura neppure il resoconto sulla violenza domestica, «presente nel 19 per cento delle relazioni di coppia secondo uno studio dell’Agenzia per i diritti umani, e con un tasso di 120 donne uccise nel solo 2012». L’incidenza è più bassa che in Germania (22), Belgio (24) e Regno Unito (29), ma potrebbe esserci una grande sottostima della realtà dovuta «alla vergogna provata dalle donne nel riconoscere questo tipo di abusi» evidenzia l’indice. Retaggi culturali dunque, gli stessi che fanno ritenere «accettabile al 7% di italiani la violenza dentro le mura domestiche in determinate circostanze».
Che in Italia la strada verso l’effettiva parità uomo donna fosse ancora lunga lo aveva documentato anche un altro studio, il Global Gender Gap del World Economic Forum. I miglioramenti ci sono, era l’assunto, ma per il raggiungimento dell’uguaglianza assoluta in termini di occupazione e salari ci vorranno altri 81 anni (per parità salariale siamo 129esimi). Non a caso tra i paesi che spiccano per basse percentuali di discriminazione l’Italia si attesta in settima posizione, sotto paesi più arretrati come la Serbia e l’Argentina. Forse perfino facilitata dal fatto che dalla classifica siano esclusi diversi big dell’Occidente come la Germania, il Regno Unito e gli Stati Uniti per «non aver apportato dati a sufficienza», fanno sapere i responsabili del Sigi. Sopra di noi si posizionano Spagna, Slovenia e Francia, mentre va al Belgio la medaglia d’oro come paese che tratta meglio la popolazione femminile. Ricorda la ricerca che nel paese nordeuropeo «la violenza domestica è reato», al pari delle molestie sessuali, combattute con una serie di leggi che ne hanno aggravato le pene. Qui le donne occupano il 40% dei seggi in Parlamento e la metà dei posti di governo. Un eldorado lontano anni luce dalla drammatica condizione rilevata dall’indice Sigi nel resto del mondo, specie quello in via di sviluppo. Visti da questa prospettiva anche i problemi dell’Italia si ridimensionano: in media il 16% delle minorenni dei paesi extra Ocse è già sposato (il 60% in Niger). Il lavoro di cura continua a essere appannaggio delle donne, che tendono a dedicargli il triplo del tempo rispetto agli uomini (in Pakistan la moltiplicazione va fatta per dieci). Nel complesso solo un parlamentare su cinque è di sesso femminile, e circa un terzo delle donne è stato vittima di qualche forma di violenza nel corso della vita. Ammontano invece a 90 milioni le disperse di tutto il mondo (di cui l’80% di origine cinese e indiana).
"Edilizia scolastica, dalle Regioni ok definitivo all’anagrafe nazionale", di Alessia Tripodi – Scuola 24
Via libero definitivo per il Sistema nazionale delle anagrafi dell’edilizia scolastica (Snaes). Ieri nella riunione della Conferenza unificata è stato infatti approvato l’accordo che consentirà alle Regioni, a partire dal prossimo lunedì, 1 dicembre, di inserire in un’apposita piattaforma informatica tutti i dati relativi al patrimonio edilizio scolastico di competenza degli Enti locali.
Più trasparenza
Il 6 febbraio scorso il Sistema è stato oggetto di un accordo tra Governo, Regioni e gli Enti locali che oggi ha concluso il proprio iter dando concretezza alle decisioni prese allora.
«Obiettivo dello Snaes è censire l’intero patrimonio dell’edilizia scolastica del nostro paese e acquisire informazioni relative alla consistenza, alla situazione e alla funzionalità degli edifici – spiega il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone – Ciò, oltre a rendere trasparente il sistema, rappresenta uno strumento essenziale per le programmazioni legate all’edilizia, permettendo di individuare le priorità e consentendo di utilizzare in modo più efficace ed efficiente le risorse, già a partire dal prossimo anno quando continuerà il piano di edilizia scolastica del governo Renzi. Gli edifici scolastici saranno “schedati” e finalmente potremo avere un quadro chiaro dello stato dell’edilizia delle nostre scuole. Per decidere è necessario conoscere. Avere i dati è un passaggio fondamentale per pianificare le azioni e gli investimenti e per intervenire in modo più puntuale e mirato».
In questa prima fase, sottolinea Viale Trastevere, non tutte le Regioni trasmetteranno i propri dati: le sei che al momento sono in ritardo, assicura il Miur, si sono impegnate a farlo rapidamente nei prossimi mesi.
Ghizzoni “Le barriere architettoniche si abbattono con la cultura” – comunicato stampa 27.11.14
La deputata modenese del Pd Manuela Ghizzoni è relatrice della proposta di legge, di cui prima firmataria è la collega Ileana Argentin, per l’inserimento dello studio delle tecniche e delle tecnologie per il superamento delle barriere architettoniche nelle scuole superiori e nelle università. La proposta di legge è stata calendarizzata in Commissione Cultura alla Camera. “In Commissione – conferma Manuela Ghizzoni – arriveremo alla giornata internazionale delle Persone con disabilità del 3 dicembre con azioni concrete e non solo con buoni propositi”.
“Eliminare le barriere architettoniche non basta, bisogna lavorare affinché non vengano costruite. In Commissione Cultura arriveremo alla giornata Internazionale delle Persone con disabilità del 3 dicembre con azioni concrete e non solo con buoni propositi”. Così Ileana Argentin e Manuela Ghizzoni, deputate del Partito democratico, annunciano la calendarizzazione in Commissione Cultura, Scienze e Istruzione della Camera dei deputati della proposta di legge per l’inserimento dello studio delle tecniche e delle tecnologie per il superamento delle barriere architettoniche nelle scuole secondarie e nelle università di cui Argentin è prima firmataria e Ghizzoni è relatrice. “La proposta di legge all’esame della Commissione si basa sulla consapevolezza che solo attraverso una adeguata formazione potrà radicarsi la cultura dell’accessibilità. Il percorso formativo scolastico e universitario deve essere strutturato al fine di dotare i futuri tecnici delle adeguate competenze di progettazione e realizzazione delle strutture pubbliche e private. Per arrivare a un reale superamento delle barriere architettoniche – spiega Argentin – le necessità di tutti i possibili utilizzatori, a prescindere della loro età, dalla condizione fisica e capacità psichica, devono essere poste al centro della progettazione, seguendo i principi dell’universal design”. “Non basta un giorno per sostenere l’inclusione delle persone con disabilità e per evitare le discriminazioni – concludono le deputate Pd – le barriere architettoniche si abbattono con la cultura”.
"Sisma, Ghizzoni e Baruffi “Norme per le popolazioni e i Comuni” – comunicato stampa 27.11.14
Sono tre gli emendamenti alla Legge di stabilità riguardanti le zone colpite dal sisma, promossi dal Pd, che hanno passato il vaglio della Commissione Bilancio della Camera. Ne danno notizia i deputati modenesi del Pd Manuela Ghizzoni e Davide Baruffi che seguono, da tempo, la fase post-emergenza del terremoto. “Si tratta dell’allentamento del Patto di stabilità per i Comuni – confermano i deputati Pd – del dimezzamento del taglio alla dotazione del Fondo di solidarietà comunale, e della possibilità di pagare gli straordinari, anche per il 2015, per i dipendenti di Regione e Comuni che lavorano alle pratiche per la ricostruzione”.
La Commissione Bilancio della Camera, lo scoglio più insidioso per ogni nuova potenziale norma, ha approvato tre emendamenti, targati Pd, che prevedono norme a sostegno delle zone colpite dal sisma del 2012. “Innanzitutto – spiegano i deputati modenesi del Pd Manuela Ghizzoni e Davide Baruffi, impegnati da tempo su questo fronte – è stato riconosciuto l’allentamento del Patto di stabilità per i Comuni secondo criteri che verranno definiti da un successivo decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, da emanarsi comunque entro gennaio. Poi è stato accolto un emendamento, sostenuto dall’Anci, l’associazione nazionale dei Comuni italiani, che prevede il dimezzamento del taglio alla dotazione del Fondo di solidarietà comunale”. In sostanza, la Legge di stabilità dispone una riduzione del Fondo in questione di 1.200 milioni di euro annui, a partire dal 2015. Ebbene questo taglio si dimezza per i Comuni colpiti dal sisma 2012, così come per quelli che hanno subito danni da sisma nel territorio aquilano e in quello lucchese. “Infine – continuano i deputati modenesi del Pd – ha passato il vaglio della Bilancio anche un altro emendamento che avevamo condiviso con la Regione Emilia-Romagna, ovvero la possibilità anche per l’anno 2015 sia per la Regione che per i Comuni di pagare gli straordinari al personale impegnato nelle pratiche per la ricostruzione”. La norma prevede esplicitamente un “compenso per prestazioni di lavoro straordinario reso e debitamente documentato per l’espletamento della attività conseguenti allo stato di emergenza, nei limiti di trenta ore mensili”. “Ancora una volta – concludono gli on. Ghizzoni e Baruffi – la politica della concertazione con il territorio e dell’impegno continuativo su tutti i fronti istituzionali porta risultati operativi a favore delle popolazioni e dei Comuni colpiti dal sisma, molto più di quella urlata, sfruttata in campagna elettorale dalle forze dell’opposizione, che alza i toni dello scontro, senza però alcuna ricaduta concreta”. Il passaggio in Aula degli emendamenti è previsto a giorni, ma l’approvazione in Commissione Bilancio garantisce la copertura economica dei provvedimenti che ora non hanno più ostacoli nel loro cammino.