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Area Nord, parlamentari Pd “Da M5s bieche strumentalizzazioni” – comunicato stampa 08.02.15

Area Nord, parlamentari Pd “Da M5s bieche strumentalizzazioni”

I parlamentari modenesi del Pd Davide Baruffi, Manuela Ghizzoni e Stefano Vaccari, che più attivamente in questi anni si sono occupati di post-sisma e ricostruzione, bollano come bieche strumentalizzazioni le parole dei parlamentari del Movimento 5 stelle che, sabato scorso, nel corso di una conferenza stampa, hanno seminato sospetti generalizzati sulla ricostruzione e sulla realizzazione della Cispadana, tirando in ballo perfino la lotta per la Liberazione dal nazifascismo. Ecco la loro dichiarazione:

«Ancora una volta il M5S sceglie la fin troppo facile via della strumentalizzazione più bieca di una vicenda seria, serissima, come l’indagine della Direzione distrettuale antimafia Aemilia per provare a dare la caccia a quattro voti, sputando sentenze al posto dei giudici e seminando qualunquismo e sospetti a buon mercato, senza uno straccio di  supporto o prova. Una conferenza stampa, quella di sabato scorso, che, mixando, come al solito, voci, dubbi e insinuazioni calunniose, accomuna tutto e tutti, gettando fango sull’operato degli amministratori e di coloro che, da due anni a questa parte, stanno lavorando, in maniera indefessa, per la ricostruzione. Dal cappello dei 5stelle è uscito di tutto, dalla richiesta di una Commissione d’inchiesta alla Cispadana alla lotta al nazifascismo, senza alcun legame apparente tra gli argomenti tirati in ballo se non la volontà di far leva sulle paure e i timori di una comunità colpita ripetutamente da catastrofi naturali. Di un’altra Commissione d’inchiesta non si sente il bisogno: se i parlamentari pentastellati vogliono, davvero, saperne di più si rivolgano alle Commissioni esistenti, l’Antimafia in particolare, si leggano gli atti della Dia e Dna, oltre a quelli dell’inchiesta Aemilia. Il quadro che ne esce è molto preoccupante, ma anche molto chiaro. La Cispadana è un’opera attesa a lungo dal territorio, chiesta da amministratori, imprenditori e comunità locali. Se c’è nel raggruppamento che la dovrà realizzare, qualche impresa con frequentazioni dubbie (ma non devono essere solo sospetti, vanno provate!) allora non lavorerà al progetto. Questo però non significa assolutamente che l’opera non si debba fare, o, peggio ancora, che tutti i soggetti coinvolti siano corrotti. E poi sentire Di Battista che cita la lotta al nazifascismo è stato davvero l’apoteosi! Non accettiamo lezioni da uno con la sua storia politica. La Resistenza è stata una lotta contro la dittatura, Grillo e Casaleggio la tolleranza non sanno neppure dove sta di casa!»

“Milleproroghe, altri due anni di contratto agli assegnisti delle università”, di Eugenio Bruno – Scuola 24 06.02.15

Gli assegnisti di ricerca in scadenza possono tirare un sospiro di sollievo. Grazie a un emendamento al decreto milleproroghe che è stato approvato ieri in commissione Affari costituzionali della Camera e che allunga da 4 a 6 anni la durata dei loro contratti.

L’emendamento del Pd
La proposta di modifica a firma Manuela Ghizzoni e Simona Malpezzi (Pd) stabilisce che «la durata complessiva dei rapporti instaurati ai sensi dell’articolo 22, comma 3, della legge 30 dicembre 2010, n. 240, è prorogata di due anni». La norma della riforma Gelmini alla quale si fa riferimento stabilisce che gli assegni di ricerca possono avere una durata compresa tra uno e tre anni, sono rinnovabili e non cumulabili con altre borse di studio. Fissando subito dopo in quattro anni (a esclusione del periodo coincidente con il dottorato) la durata complessiva di tali contratti. Con l’emendamento approvato ieri si arriva invece a sei anni. Con una precisazione però: la misura non dispone la proroga automatica degli assegni in essere. Consente solo la possibilità per gli atenei di attribuirli per altri 2 anni a un ricercatore che ne ha già goduto per 4 anni. Così da armonizzare la loro durata complessiva con la nuova campagna di posizioni da ricercatore a tempo determinato che verranno bandite nel corso del prossimo biennio, come disposto dalla legge di stabilità.

L’impatto della misura
L’obiettivo della modifica – sottolineano le due deputate democratiche – è quello di dare continuità di ricerca agli aspiranti ricercatori a tempo determinato, che, dopo il dottorato, hanno attivato degli assegni a partire dal 2011 e che sarebbero scaduti quest’anno. «Se non ci fosse stata questa proroga – spiega Ghizzoni – avremmo rischiato di perdere un capitale umano di ricercatori di livello, che il sistema italiano della ricerca, sottodimensionato, non assorbe». E non possiamo proprio permettercelo – prosegue – «perché l’Italia ne ha a oggi un numero bassissimo, circa 150.000, a fronte dei 510.000 della Germania, 430.000 dell’Inghilterra, 340.000 della Francia e 220.000 della Spagna». Fin qui l’intervento immediato. Più avanti – spiegano in coro – si cercherà «di cancellare la selva di figure contrattuali pre-ruolo attraverso l’istituzione di un contratto unico con tutele sociali e previdenziali».

Edilizia scolastica
Sempre in tema di istruzione va segnalata poi l’approvazione di un altro emendamento targato Malpezzi (seppure riformulato) che ha ad oggetto stavolta l’edilizia scolastica. E che proroga fino a fine 2015 i poteri derogatori concessi a sindaci e presidenti di provincia in qualità di commissari governativi nella gestione dei lavori di messa in sicurezza delle scuole finanziati con 150 milioni del Dl 69/2013 (il cosiddetto «decreto del fare»).

Milleproroghe: Ghizzoni e Malpezzi, buone notizie per i ricercatori italiani – comunicato stampa – 05.02.15

05/02/2015 – 14:45

La proroga di due anni per gli assegni di ricerca segna un passo in avanti verso la continuità e prova ad arrestare l’emorragia di ricercatori verso l’estero, nell’attesa di attuare norme per la stabilizzazione.

– Lo dichiarano Manuela Ghizzoni e Simona Malpezzi, deputate del Pd in Commissione Cultura, Scienze e Istruzione della Camera dei Deputati, dopo l’approvazione dell’emendamento al decreto Milleproroghe, che proroga da 4 a 6 anni la durata complessiva degli assegni di ricerca attribuiti ad un ricercatore –

“Se non ci fosse stata questa proroga avremmo rischiato di perdere un capitale umano di ricercatori di livello, che il sistema italiano della ricerca, sottodimensionato, non assorbe. Non possiamo perdere altri ricercatori perché l’Italia – spiega Ghizzoni, presentatrice dell’emendamento – ne ha a oggi un numero bassissimo, circa 150.000, a fronte dei 510.000 della Germania, 430.000 dell’Inghilterra, 340.000 della Francia e 220.000 della Spagna.

“Il nostro obiettivo di medio periodo – sottolineano le deputate – è quello di cancellare la selva di figure contrattuali pre-ruolo attraverso l’istituzione di un contratto unico con tutele sociali e previdenziali. Ora, però, era necessario un intervento immediato, come quello proposto dall’emendamento, per non disperdere il patrimonio di competenze e talenti e nell’attesa che questi giovani ricercatori possano conquistare uno dei posti da ricercatore disposti dalla legge di stabilità”.

“Il governo Renzi sia quell’interlocutore istituzionale, troppo spesso latitante nell’ultimo ventennio, che tuteli le ragioni della ricerca e dell’innovazione – concludono Ghizzoni e Malpezzi – per dare forza di fatto ad un settore cruciale per il futuro del Paese”.

Milleproroghe, on. Ghizzoni “Buone notizie per i ricercatori” – comunicato stampa – 05.02.15

 

La durata massima degli assegni di ricerca sarà estesa dagli attuali quattro a sei anni. Lo stabilisce un emendamento al dl Milleproroghe presentato dalla parlamentare modenese del Pd Manuela Ghizzoni, componente della Commissione Istruzione della Camera, e approvato a maggioranza in commissione Affari costituzionali e Bilancio di Montecitorio. L’emendamento naturalmente ha valore nazionale, ma per la sola Università di Modena e Reggio Emilia potrebbe riguardare oltre 150 assegni di ricerca attivati nel 2011 e che, secondo la norma in vigore, avrebbero potuto essere rinnovati solo fino a quest’anno. “Per queste persone di alta formazione – commenta Manuela Ghizzoni – si apre ora la possibilità di continuare a fare ricerca per altri due anni”. Ecco la dichiarazione di Manuela Ghizzoni:

 

«La proroga di  due anni per gli assegni di ricerca segna un passo in avanti verso la continuità e prova ad arrestare l’emorragia di ricercatori verso l’estero, nell’attesa di attuare norme per la stabilizzazione. Se non ci fosse stata questa proroga avremmo rischiato di perdere un capitale umano di ricercatori di livello, che il sistema italiano della ricerca, sottodimensionato, non assorbe. Non possiamo perdere altri ricercatori perché l’Italia ne ha a oggi un numero bassissimo, circa 150.000, a fronte dei 510.000 della Germania, 430.000 dell’Inghilterra, 340.000 della Francia e 220.000 della Spagna. Il nostro obiettivo di medio periodo è quello di cancellare la selva di figure contrattuali pre-ruolo attraverso l’istituzione di un contratto unico con tutele sociali e previdenziali. Ora, però, era necessario un intervento immediato, come quello proposto dall’emendamento, per non disperdere il patrimonio di competenze e talenti e nell’attesa che questi giovani ricercatori possano conquistare uno dei posti da ricercatore disposti dalla legge di stabilità. Il governo Renzi sia quell’interlocutore istituzionale, troppo spesso latitante nell’ultimo ventennio, che tuteli le ragioni della ricerca e dell’innovazione  per dare forza di fatto ad un settore cruciale per il futuro del Paese».

Territorio, on. Ghizzoni “Rilanciare le Scienze della Terra” – comunicato stampa – 04.02.15

  

La Commissione Istruzione della Camera dei deputati, con voto unanime, ha dato il proprio via libera alla proposta di legge per il rilancio della formazione e della ricerca nel campo delle discipline geologiche, branca fortemente penalizzata dalla riforma Gelmini. La deputata modenese del Pd Manuela Ghizzoni è relatrice del provvedimento. “Occorrediffondere concretamente – dice l’on. Ghizzoni – una cultura di tutela del territorio che parta dall’investimento sulla formazione di professionisti esperti. E’ un atto dovuto al nostro Paese che mostra sempre più la sua fragilità idrogeologica, come drammaticamente testimoniano i territori della Bassa modenese, colpiti a breve distanza da terremoto e alluvione”.  A beneficiare del provvedimento saranno anche i Dipartimenti di Scienze della Terra emiliani, quello modenese compreso, che avevano perso la propria autonomia dipartimentale con la riforma Gelmini.

E’ stato adottato, martedì 3 febbraio, in Commissione Istruzione di Montecitorio il nuovo testo base della proposta di legge per il rilancio della formazione e della ricerca nel campo delle discipline geologiche. La proposta, avanzata dall’on. Raffaella Mariani di cui è relatrice la deputata modenese Pd Manuela Ghizzoni, mette al primo punto premi e borse di studio, aggiuntive rispetto a quelle erogate dal diritto allo studio, agli studenti iscritti ai corsi di laurea in Scienze della Terra. Previsti anche fondi per la ricerca, con la destinazione dell’1% del Fondo per la prevenzione del rischio sismico alle università che investono in strumenti per studio e previsione del rischio geologico, e con lo stanziamento di ulteriori 2 milioni di euro annuali, fino al 2017, a progetti sulla prevenzione dei rischi. Introdotta, inoltre, la deroga ai limiti fissati dalla legge Gelmini per poter costituire Dipartimenti autonomi nelle Università che avrà effetti particolarmente positivi sulla presenza delle scienze geologiche nel sistema universitario. “Il via libera, con voto unanime, della Commissione – commenta Manuela Ghizzoni – esprime la volontà di diffondere concretamente una cultura di tutela del territorio che parte dall’investimento sulla formazione di professionisti esperti. Nel dettaglio abbiamo posto rimedio alle limitazioni derivate dalla riforma Gelmini che avevano fortemente penalizzato i Dipartimenti di Scienze della Terra. Altresì sosteniamo queste discipline scientifiche sia attraverso misure incentivanti delle iscrizioni, sia con contributi all’attività di ricerca. E’ un atto dovuto al nostro Paese che mostra sempre più la sua fragilità idrogeologica, come drammaticamente testimoniano i territori della Bassa modenese, colpiti a breve distanza da terremoto e alluvione”. A beneficiare del provvedimento saranno anche i Dipartimenti di Scienze della Terra delle università emiliane, quello modenese compreso, che, pur vantando tradizioni di studio riconosciute a livello internazionale, avevano perso la propria autonomia dipartimentale con la riforma Gelmini. Lo scorso mese di novembre, ad esempio, Scienze della Terra di Modena si è classificata terza in Italia nella graduatoria di settore stilata dal Censis. Quanto al progetto di legge, per la settimana prossima è  previsto il passaggio al Miur e se il parere del Ministero sarà favorevole si potrà procedere all’approvazione del provvedimento in sede legislativa.

“Università, in arrivo la deroga alla legge Gelmini sui criteri minimi per i dipartimenti”, di Eugenio Bruno – Scuola 24 04.02.15

 

I criteri minimi per la costituzione di un dipartimento, previsti dalla riforma Gelmini del 2010, potrebbero avere i mesi contati. Una proposta di legge sul rilancio delle scienze geologiche – che vede come prima firmataria la democratica Raffaella Mariani e come relatrice la sua collega Manuela Ghizzoni – introduce infatti una deroga ai “paletti” fissati dalla legge 240 del 2010. Consentendo di costituirne uno “sotto-soglia” in presenza dell’80% di docenti e ricercatori della stessa area disciplinare (in numero comunque non inferiore a 20). Sul ddl – che è stato adottato ieri all’unanimità, in sede di comitato ristretto, come testo base dalla commissione Istruzione di Montecitorio – si attende ora il parere del Governo. Se fosse favorevole – secondo le proponenti ci sarebbero i margini per approvarlo in sede legislativa. Cioè senza passare dall’Aula.

La deroga alla legge Gelmini
Dei tre articoli che compongono la proposta di legge le novità più importanti, non fosse altro che per la loro rilevanza, sono contenute nel terzo. Che richiama l’articolo 2, comma 2, lettera b) della riforma Gelmini. Quello, cioè, che ha fissato in 35 tra ordinari, ricercatori di ruolo e ricercatori a tempo determinato appartenenti a settori scientifico-disciplinari omogenei (40 negli atenei con più di mille docenti) il numero minimo per costituire un dipartimento. Nel merito il testo messo a punto ieri stabilisce che «si prescinde dai predetti limiti numerici qualora ad un dipartimento afferisca almeno l’80 per cento dei professori e ricercatori dell’ateneo appartenenti alla medesima area disciplinare, comunque in numero non inferiore a venti».

Il rafforzamento delle scienze geologiche
In realtà il core business della proposta di legge Mariani-Ghizzoni è un altro: rafforzare la didattica e la ricerca nel campo delle scienze geologiche. A tal fine l’articolo 1 istituisce premi e buoni di studio a favore degli studenti iscritti a corsi di laurea appartenenti alla classe L-34 (scienze geologiche) o a corsi di laurea magistrale appartenenti alle classi LM-74 (scienze e tecnologie geologiche) e LM-79 (scienze geofisiche). Utilizzando il fondo per il merito. Premi e borse di studio cumulabili con quelle erogate in base alla normativa sul diritto allo studio universitario. A sua volta, l’articolo 2 si concentra sulla ricerca. Da un lato, destinando l’1% del Fondo per la prevenzione del rischio sismico attivato sul fondo del Mef (che ammonta a 145 milioni per il 2015 e 44 milioni per il 2016) all’acquisto da parte delle università della strumentazione tecnica necessaria per attività di ricerca finalizzate alla previsione e prevenzione dei rischi geologici; dall’altro, stanziando 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2015, 2016 e 2017 per il finanziamento dei progetti di ricerca presentati dalle università e finalizzati alla previsione e prevenzione dei rischi geologici. Misure su cui dovrà ora pronunciarsi il Miur e che troverebbeo d’accordo anche il minsietro dell’Ambiente.

“Borse di studio in Ue, con Studyportal basta un clic”, di Alessia Tripodi – Scuola 24 03.02.15

On line il sito della Commissione che offre a studenti delle superiori e universitari la «bussola» per orientarsi tra le offerte di oltre 1.600 università.

Basta un clic per orientarsi tra il mare magnum delle borse di studio e dei prestiti messi in campo dalle università europee. E’ il servizio offerto da www.studyportals.eu , il portale dell’Unione europea che incrocia domanda e offerta dei finanziamenti per lo studio offrendo agli studenti un motore di ricerca ultra dettagliato – che permette di scegliere tra programmi per la scuola superiore, universitari, master e dottorati in centinaia di paesi nel mondo – e alle università una vetrina privilegiata dove pubblicizzare le proprie iniziative.

Il portale
Ammontano a oltre 16 miliardi l’anno le risorse per borse di studio disponibili in Europa, ma le informazioni carenti e mal organizzate rendono difficile l’accesso ai programmi da parte degli studenti. Parte da qui l’idea di un sviluppare un portale dedicato alle opportunità di finanziamento che oggi raggruppa più di 1.660 università in 46 paesi e quasi tutte le grandi associazioni studentesche internazionali. Il sito, sostenuto dalla Commissione Ue e da molti altri istituti nazionali di Austria, Spagna, Inghilterra, Regno Unito e Norvegia, fa parte di un più ampio network di portali tematici su dottorati di ricerca, master, Phd.La guida alla compilazione delle domande
Iniziare la ricerca di una borsa di studio con il giusto anticipo, trovare il finanziamento più adatto alle proprie competenze e agli obiettivi formativi che si intende conseguire, preparare con cura la lettera di referenze. Sono alcuni dei suggerimenti offerti dal portale per aumentare le probabilità di successo quando si invia una domanda per una borsa o un prestito. La richiesta di partecipazione va corredata anche di tutti i necessari certificati di conoscenza delle lingue straniere e anche da una «lettera motivazionale», nella quale l’aspirante borsista può fornire anche informazioni sui propri interessi e aspirazioni, oltre a spiegare i motivi per cui un’università dovrebbe investire su di lui.