Tutti gli articoli relativi a: memoria

” L’ Ue contro gli antisemiti”, di Federica Mogherini – La Repubblica 07.03.15

Caro direttore, i nostri padri usciti dall’orrore della Seconda Guerra mondiale e della Shoah, per decenni hanno tenacemente costruito un’Europa nuova, un continente di pace, di rispetto dei diritti, di tutte le religioni. Eppure i valori per cui tanti si sono battuti sono di nuovo in pericolo. E tocca alla nostra generazione ora affrontare una sfida, diventata globale, proprio a quei principi. Gli attentati a Bruxelles, a Parigi e a Copenaghen hanno scosso l’Europa, l’hanno messa di fronte al dovere di agire, di non girare la testadall’altra parte. Siamo davanti a un terrorismo che non conosce confini e ha anzi trovato terreno fertile proprio nel cuore dell’Europa. Sono messi in discussione i valori universali di libertà, di dignità e di rispetto. Sono minacciate le comunità ebraiche e per la prima volta da decenni c’è chi si sente spinto a lasciare il proprio paese per trovare riparo altrove, echi di tempi che credevamo archiviati per sempre. Dietro gli attentati vi è un crescendo di violenza di pensiero, di antisemitismo, un nuovo linguaggio per proseliti di un odio …

“Da “Duce mia Luce” all’odio antisemita la marcia su Facebook dei 150mila fascisti”, di Carmine Saviano – La Repubblica 09.02.15

Commento di Manuela: La questione è proprio quella che si pone il giornalista: si può invocare il diritto alla libertà di espressione per tutelare l’incitamento al razzismo, alla discriminazione, all’odio? Penso proprio di no. E concordo con quanto stabilito dalla legge Mancino, nata per contrastare i crimini  di discriminazione, d’odio e violenzaper motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Nella primavera scorsa la Lega promosse la raccolta firme per abrogata. Teniamolo a mente La Repubblica 09.02.15 Da “Duce mia Luce” all’odio antisemita, la marcia su Facebook dei 150mila fascisti di Carmine Saviano Sono da poco passate le 16 del 31 gennaio scorso. Sotto il cielo grigio di Roma un corteo di automobili di Stato si appresta a entrare nel mausoleo che celebra i martiri della Fosse Ardeatine. Da una delle vetture scende Sergio Mattarella, eletto da poche ore dodicesimo presidente della Repubblica. Inizia il suo settennato così: ricordando chi è stato trucidato a sangue freddo dal nazismo e dal fascismo. Negli stessi istanti, sul web, va in scena una sfilata virtuale di insulti rivolti al nuovo …

27 gennaio,Ghizzoni “Lo Stato aiuti la trasmissione della memoria” – comunicato stampa 27.01.15

  “Fare memoria oggi significa anche prendersi cura di luoghi, teatro di oscene violenze, perché esse non abbiamo ripetersi”: nel giorno della Memoria, la parlamentare modenese del Pd Manuela Ghizzoni, componente della Commissione Cultura della Camera, sottolinea il valore di luoghi come il Campo di Fossoli e il Memoriale al Deportato e ribadisce che da luoghi patrimonio di una comunità devono diventare, con l’aiuto del Mibact, patrimonio nazionale. Ecco la sua dichiarazione:   «Primo Levi inizia “Sommersi e salvati” con la frase “La memoria umana  è uno strumento meraviglioso, ma fallace”. Una frase che attesta la straordinaria onestà intellettuale di chi, come Levi,  non ha mai smesso di fare testimonianza dell’esperienza del lager. Ma memoria non è solo esercizio del ricordo: per quelli come  noi, a cui è stata risparmiata quell’esperienza disumana, fare memoria significa prendere in carico quanto è stato e farne azione civile perché non accada più. Significa prendersi la responsabilità di tramandare  testimonianze non nostre. Significa prendersi cura di luoghi teatro di oscene violenze perché esse non abbiano a ripetersi. A Fossoli …

“La memoria chimica di Levi”, di Domenico Scarpa – Il Sole 24 Ore 25.01.15

L’elenco inedito dei deportati del primo convoglio per Auschwitz e le analisi dello Zyklon B, il veleno usato nelle camere a gas Settantasei su novantacinque significa l’ottanta per cento: un elenco dattiloscritto di settantasei nomi, ciascuno accompagnato da una lettera dell’alfabeto a indicarne il destino. Era il 3 maggio 1971 quando Primo Levi consegnò quel foglio – completo di conteggi e di legenda esplicativa – al pubblico ministero Dietrich Hölzner del tribunale di Berlino Ovest, giunto a Torino per raccogliere la sua testimonianza. Si chiudeva la fase istruttoria del processo contro l’ex colonnello delle SS Friedrich Bosshammer, collaboratore diretto di Eichmann, accusato della deportazione di 3.500 ebrei italiani. Tra i luoghi di partenza di quei deportati c’era il campo di raccolta di Fossoli-Carpi: il primo convoglio prese la via di Auschwitz il 22 febbraio 1944, viaggiando cinque giorni e quattro notti. I dodici vagoni contenevano 650 persone, tra cui l’allora ventiquattrenne Levi; il più giovane, Leo Mariani, aveva due mesi, la più anziana, Anna Jona, ottantotto anni. La sera del 26 febbraio, all’arrivo, meno di …

“Tutto il mondo (Italia esclusa) canta in piazza “Bella ciao”, di Francesco Merlo – La Repubblica 24.01.15

AParigi l’emozione di Bella Ciao è la resistenza della libertà d’espressione alla barbarie dei kalashnikov, ad Atene accompagna l’utopia populista di Tsipras, a Hong Kong scandisce l’opposizione alla Cina comunista, a Istanbul canta la rivolta contro l’Islam autoritario di Erdogan. Solo in Italia Bella Ciao è all’indice, confusa con Bandiera rossa e L’Internazionale , e mai cantata, come si dovrebbe, con l’alzabandiera del 25 aprile, ma trattata come un inno comunista, degradata da canto laico della liberazione e della concordia repubblicana a ballata dei trinariciuti, a manifesto del Soviet italiano. E invece, nel mondo, la canzone della Resistenza ha fatto la sua resistenza, e ha vinto, anche contro se stessa. È infatti evasa dalla gabbia del braccio armato e del pugno chiuso con la forza della melodia tradizionale, con quelle due parole “ciao” e “bella” che sono le password della nostra identità, con i timbri e i toni che sono il meglio della leggerezza di Sanremo, con la dolce malinconia del bel fiore sulla tomba, e ovviamente con il partigiano morto per la libertà e …

27 gennaio, Ghizzoni “Ricostruire un lessico della Memoria” – comunicato stampa 21.01.15

Promuovere gli studi sulla Resistenza attraverso banche dati che intrecciano le storie delle persone alla storia nazionale, un catalogo delle stragi nazifasciste, la creazione di un Centro nazionale di documentazione multimediale rivolto ai giovani, una rete dei luoghi della memoria, a cominciare dal campo di Fossoli e Villa Emma, programmi di dialogo e di pace che partono dalla conoscenza del conflitto. Sono gli impegni richiesti al Governo nella risoluzione, a prima firma della deputata modenese del Pd Manuela Ghizzoni e sottoscritta da ventiquattro deputati Pd, da ieri all’ esame della Commissione Cultura della Camera. E’ iniziata ieri in Commissione Cultura l’esame della risoluzione a prima firma della deputata modenese del Pd Manuela Ghizzoni sui programmi e le azioni da mettere in atto da parte del Governo per creare una rete di conoscenza e valorizzazione sui temi della Resistenza e delle stragi naziste. “Il 70esimo anniversario della Resistenza e della guerra di Liberazione – dichiara Manuela Ghizzoni – deve diventare l’occasione per portare a sintesi il patrimonio di informazioni e studi che, in questi anni, si …

“Versi ispirati dalle trincee”, di Gennaro Sangiuliano – Il Sole 24 Ore 18.01.15

«Assisto la notte violentata. L’aria è crivellata come una trina, dalle schioppettate degli uomini, ritratti nelle trincee come le lumache nel loro guscio». Sono i primi versi di una poesia di Giuseppe Ungaretti, Immagini di guerra scritta in una trincea di Valloncello di Cima, nella zona del monte San Michele, che fu uno dei teatri più duri della Grande Guerra, un’autentica fornace di vite umane. «Non dire alla povera mamma che io sia morto solo», scrive, invece, Corrado Alvaro, giovane ufficiale, che definisce le sue poesie dal fronte «grigio-verdi», come la divisa dei militari. Quella di «poeta soldato» è una formula ricorrente. La Prima guerra mondiale è certamente quella dei contadini scaraventati in un «inutile massacro», secondo la definizione che ne dette papa Benedetto XV, il primo conflitto di massa, la guerra della modernità. Ma è anche il momento a cui scrittori, poeti, giornalisti, accademici, non possono sottrarsi, perché dopo tante parole appare chiaro il “dovere” come osservò Gaetano Salvemini. Le trincee, il fango, il freddo, le mitragliatrici, e soprattutto la morte di tanti commilitoni …