Tutti gli articoli relativi a: memoria

“Hiroshima e Nagasaki, dopo 70 anni un monito al disarmo atomico”, di Federica Mogherini* – Il Corriere della Sera 06.08.15

Il braccio armato dell’uomo non era mai stato così devastante, l’umanità mai così fragile. Settant’anni dopo, Hiroshima e Nagasaki restano il manifesto più potente dell’atrocità della guerra. Anche nei momenti più difficili della contrapposizione Est-Ovest, quell’attacco nucleare è stato un monito assoluto a evitare di precipitare nello stesso orrore, fino a far prevalere il coraggio della pace. La fine della Guerra fredda ha segnato un passo importante e non scontato verso il disarmo. Con la fine di quell’equilibrio del terrore, leader coraggiosi e lungimiranti scelsero di investire nella sicurezza del mondo e così anche in quella dei propri cittadini: per la prima volta ci si rese conto che il disarmo e la non proliferazione potevano essere non solo strumento di pace, ma anche di sicurezza. Oggi questo è ancora più vero. Il Trattato di non proliferazione nucleare, l’Npt, è ancora lontano dall’essere pienamente applicato e, intanto, la minaccia si è fatta più frammentata, il rischio della diffusione di armi atomiche e di guerre «sporche» si è moltiplicato. In questo contesto, l’accordo che abbiamo firmato con …

Bosco Albergati, domenica si parla della Resistenza con Manuela Ghizzoni – comunicato stampa – 01.07.15

Si parlerà della Resistenza e delle difficili scelte compiute da quella generazione di giovani, la sera di domenica 2 agosto, alla Festa Pd di Bosco Albergati grazie al libro “L’inverno di Diego – le quattro stagioni della Resistenza” di Roberto Baldazzini. A discuterne con l’autore la deputata modenese del Pd Manuela Ghizzoni. Inizio alle ore 21.00. Per lo spettacolo, alla Tenda della Paninoteca Circus l’originale spettacolo di cabaret “La solita truffa” (ore 22.00). “L’inverno di Diego – le quattro stagioni della Resistenza”: è questo il titolo del libro al centro dell’incontro pubblico organizzato per la sera di domenica 2 agosto presso la Festa Pd di Bosco Albergati, in corso di svolgimento nell’area di via Lavicchielle, a Cavazzona di Castelfranco Emilia. A confrontarsi sui temi legati alla Resistenza e alle difficili scelte compiute da quella generazione di giovani così magistralmente descritta nella graphic novel di Roberto Baldazzini, saranno lo stesso autore e la deputata modenese del Pd Manuela Ghizzoni, componente della Commissione Cultura della Camera. L’appuntamento promosso in collaborazione con l’Anpi di Castelfranco è fissato per …

“Qualcosa è cambiato”, di Benedetta Tobagi – La Repubblica 23.07.15

Da ieri sera, qualcosa è cambiato, per tutti. Dopo 41 anni di inchieste e processi, il massacro del 28 maggio 1974 in piazza della Loggia — una bomba uccise otto persone durante una manifestazione antifascista — non è più una strage impunita. Non lo è grazie a due condanne di grande peso e significato. La Corte d’assise d’appello di Milano, nel giudizio di rinvio (dopo l’annullamento da parte della Cassazione nel febbraio 2014, il dibattimento era cominciato a fine maggio) ha condannato come organizzatore della strage il capo dell’organizzazione terrorista d’estrema destra Ordine Nuovo nel triveneto, Carlo Maria Maggi (uscito indenne dalle inchieste per piazza Fontana), e il suo sodale Maurizio Tramonte, poco più che ventenne all’epoca dei fatti, che era al contempo militante dell’Msi, membro della struttura eversiva capitanata da Maggi e, soprattutto, confidente del Sid, il servizio segreto militare dell’epoca. Proprio le note informative in cui, attraverso le confidenze di Tramonte, ossia la fonte “Tritone”, il Sid seppe quasi in presa diretta dei propositi stragisti del Maggi in nord Italia e delle manovre …

“La lezione di Paolo: indagini senza pregiudizi, richieste di condanna puntuali”, di Giuseppe Pignatone – Il Sole 24 Ore 19.07.15

L’eredità più preziosa di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone per i giovani magistrati, ma prima ancora per tutti noi cittadini di questo Paese, è il loro esempio: senso delle istituzioni e senso del dovere spinti fino al limite estremo del sacrificio, oltre che – naturalmente – eccezionali qualità professionali e umane. La prima lezione che ci viene da Borsellino, Falcone e dagli altri magistrati e appartenenti alle forze di polizia di quegli anni è che le indagini vanno fatte a 360 gradi, come spesso si dice, senza mai accettare che ci siano tabù o zone franche. C’è poi un nuovo metodo di lavoro: il lavoro di équipe (anche se nessuno ha mai dubitato del ruolo preminente di Falcone e Borsellino), un lavoro metodico volto a cogliere i nessi e i collegamenti tra una miriade di fatti apparentemente slegati tra loro, l’attenzione –forse per la prima volta- agli aspetti patrimoniali e alle indagini bancarie, la “scoperta” (se così si può dire) e l’utilizzo, tra mille polemiche, dei collaboratori di giustizia. Gli esiti di tutto questo sono …

“Comunità ebraica di Roma e scienziati: “Cancellare i nomi dei medici nazisti usati per le malattie”, di Rory Cappelli – La Repubblica 08.06.15

Cancellare i nomi di medici nazisti criminali di guerra dalle definizioni, ancora oggi utilizzate, di varie patologie e test scientifici. Una richiesta condivisa, quella di scienziati e comunità ebraica, rilanciata in occasione del workshop internazionale ‘Medici nazisti e malattie eponimiche’, organizzato a Roma dall’Università La Sapienza, Comunità Ebraica e Ospedale Israelitico. Al convegno la proposta è arrivata dal presidente della Comunità Ebraica di Roma, Riccardo Pacifici: “Quello che chiediamo è di sostituire, nelle definizioni in uso per varie malattie, ai nomi dei carnefici nazisti quelli delle vittime, che in molti casi sono note”. Lunga la lista delle patologie definite a partire dal nome di questi medici nazisti criminali di guerra. Dal test di Clauberg, ginecologo che effettuò gravi sperimentazioni, all’artrite di Reiter, batteriologo anche egli autore di esperimenti criminali. E ancora: la sindrome di Hallervorden-Spatz; la reazione Spatz-Stiefler; la sindrome di Cauchois-Eppinger-Frugoni e tante altre che prendono il nome da altri medici nazisti, come Murad Jussuf Bei Ibrahim, Eduard Pernkof, Hans Joachim Scherer, Walter Stoeckel e Friedrich Wegener. Durante il convegno, storici della medicina e …

“L’immunologo ad Auschwitz”, di Sergio Luzzatto – Il Sole 24 Ore 07.06.15

Primo Levi ha riconosciuto come decisivo per la sua sopravvivenza ad Auschwitz il fatto di avere potuto lavorare, da un certo momento in poi, nel Kommando Chimico di Monowitz-Buna. Di essere stato reclutato, grazie alla sua laurea scientifica, in quella caricatura della ricerca sperimentale che nella fabbrica Buna corrispondeva al laboratorio del Reparto Polimerizzazione. L’ebreo italiano tatuato con il numero 174517 è sopravvissuto perché aveva superato, al cospetto del «Doktor Pannwitz», un «esame di chimica» (è il titolo di un capitolo di Se questo è un uomo) talmente improbabile e grottesco da contenere – forse – l’«essenza della grande follia della terza Germania». Un anno prima di lui, a un altro uomo di scienza toccò di avvicinare l’essenza di quella grande follia. Era un uomo di oltre vent’anni più vecchio del venticinquenne Primo Levi, e ben più noto di lui prima di essere deportato. Era un medico polacco, un ebreo di Galizia che si chiamava Ludwik Fleck e che aveva pubblicato in tedesco, nel 1935, Genesi e sviluppo di un fatto scientifico: una pietra miliare …

“Mattarella: da settori Stato ostacoli a verità strage di Brescia” – askanews 28.05.15

E’ “sconfortante” la mancata condanna dei responsabili della strage di piazza della Loggia: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ribadito, in un messaggio, l’importanza della memoria e della ricerca della verità, e non ha trascurato di sottolineare il ruolo di “settori” dello Stato nell’ostacolarla. “Sono con voi, e con i cittadini di Brescia, che non dimenticheranno mai – ha scritto – la tremenda strage del 28 maggio 1974. Quel vile attentato stroncò otto vite umane, provocò il ferimento di un centinaio di persone e produsse una ferita profonda non solo nell’animo sconvolto dei familiari ma nell’intero corpo sociale del nostro Paese”. “Fu un’azione eversiva, il cui scopo – ha detto il capo dello Stato – era quello di destabilizzare l’ordine democratico e costituzionale. La solidarietà umana, che tutta la comunità nazionale deve a Brescia, e in particolare a coloro i quali piangono i parenti e gli amici scomparsi, non può essere disgiunta dalla mobilitazione civile: la bomba di piazza della Loggia aveva come bersaglio la convivenza, la partecipazione, la libertà politica e sindacale. Di …