Tutti gli articoli relativi a: memoria

"Pasolini e canzoni, lo stile Borgna", di Paolo Franchi

Con Gianni Borgna non se ne va soltanto una personalità per tanti aspetti irripetibile e impossibile da catalogare sulla scorta delle categorie che attualmente vanno per la maggiore. Se ne va una stagione della sinistra italiana. Un tempo in cui l’idea (e la pratica) di un rapporto stretto non solo tra politica e cultura, ma tra politica, cultura e amministrazione era, almeno come ambizione, nell’ordine delle cose. Un’epoca in cui un giovane colto e brillante che voleva vivere appieno il tempo suo e dei suoi coetanei senza mettersi a fare il grillo parlante poteva anche pensare che il lavoro politico a tempo pieno (o, se preferite, la politica come scelta di vita e come mestiere) fosse la forma più alta di attività intellettuale. Agli inizi degli anni Settanta (e poi forse per tutta la vita, nonostante un’infinità di delusioni) Gianni lo pensò, eccome. A chiamarlo a guidare la gioventù comunista romana fu il futuro sindaco della capitale, il viterbese Luigi Petroselli, all’epoca segretario del Pci a Roma, noto tra i suoi con il nomignolo di …

"Napolitano: «Grazie a l'Unità testimone e protagonista della nostra storia»"

Caro Direttore, In occasione del numero speciale con cui l’Unità festeggia il Novantesimo Anniversario della sua fondazione, intendo unire la mia voce a quella di quanti oggi ricordano la lunga storia del quotidiano da lei diretto. Sono lieto di rendergli omaggio per il contributo offerto alla causa delle istituzioni democratiche, al di là del personale ricordo delle mie collaborazioni, a partire da anni lontani, al dibattito politico sulle pagine de l’Unità. In questi novant’anni, l’Unità è stata testimone, e spesso anche protagonista, delle vicende che hanno segnato la storia del nostro paese. Fondata da Antonio Gramsci nel pieno della lotta contro l’instaurarsi del regime fascista, essa ha traversato in clandestinità i duri anni della dittatura, rinascendo a nuova vita durante la Resistenza e la guerra di liberazione. Dal 1945 è stata uno strumento importante – malgrado vincoli politici, limiti culturali e fuorvianti schemi ideologici – dell’educazione alla rinnovata democrazia di vaste masse popolari, che ha via via, nei decenni repubblicani, accompagnato in un cammino positivo, seppur segnato da un’aspra dialettica politica e sociale, verso importanti …

#medagliavalorecivile per #oberdan

Giuseppe Oberdan Salvioli ha compiuto un gesto coraggioso e generoso. Un gesto che gli è costato la vita, sacrificata per portare soccorso ai suoi concittadini travolti dall’alluvione del 19-20 gennaio a Bastiglia. Ecco perché è giusto che si attivino le procedure per onorare la sua memoria con il conferimento della medaglia al valore civile. Credo che tutti coloro che hanno partecipato alle esequie – parenti, amici, conoscenti, cittadini, rappresentanti delle istituzioni – abbiano partecipato ad un comune sentimento: tributare a quell’uomo, divenuto eroe suo malgrado, un riconoscimento pubblico in grado di onorarne la virtù civica. E la medaglia al valore civile è la risposta. Ritengo che tutti si impegneranno, ciascuno nel proprio ambito, a perseguire questo nobile obiettivo. Alcuni ragguagli e un riferimento normativo sul conferimento della medaglia al valore civile La medaglia al valore civile ha come finalità quella di premiare “atti di eccezionale coraggio che manifestano preclara virtù civica e segnalarne gli autori come degni di pubblico onore”. I destinatari dell’onorificenza sono i cittadini “che abbiano esposto la propria vita a manifesto pericolo …

"Questione morale e austerità. Quel che resta di Enrico", di Jolanda Bufalini

A giugno sono trent’anni che è morto Enrico Berlinguer, significa che una giovane donna di trent’anni, o un giovane uomo, non ha il ricordo fisico della sua presenza. A novembre sono venticinque anni che è crollato il Muro di Berlino. Dunque per una ragazza o un ragazzo appena usciti dalla scuola il mondo diviso in due, la guerra fredda, il comunismo sono un periodo appreso sui libri, piuttosto complicato e difficile da immaginare nelle sue tensioni, nelle sue passioni. Non c’è da stupirsi se alla domanda «Chi era Enrico Berlinguer?» solo il 25% degli intervistati dà la risposta giusta «il capo del Partito comunista italiano» mentre il 30 per cento non sa proprio chi fosse (il 26 non sa, il 4 risponde in modo non pertinente). Golpe in Cile, Salvador Allende esce dalla Moneda con il mitra in spalla. Gli articoli di Berlinguer sul compromesso storico. Vietnam, grappoli umani appesi ai pattini dell’elicottero militare Usa in fuga da Saigon. Italia, il referendum conquista la legge sul divorzio. Europa, crollano le dittature in Grecia, Spagna, Portogallo. …

"Foibe, la terza via storica del «genocidio ideologico». Né rivolta né vendetta: fu progetto politico", di Dario Fertilio

Dieci anni ben spesi, quelli dedicati al Giorno del Ricordo. Appesantita alla nascita da polemiche a sinistra e ipoteche di destra, con il rischio d’essere oscurata dalla Memoria della Shoah che si celebra appena due settimane prima, la solennità del 10 febbraio, nata per commemorare i massacri comunisti nelle foibe — e l’esodo dei giuliano-dalmati dalle loro case — si è trasformata progressivamente in appuntamento vero, capace di attraversare gli schieramenti, diffondere emozioni e superare le ideologie. 
Così sta avvenendo quest’anno: dalle 180 manifestazioni del 2006 e dopo le 500 dell’anno scorso, si raggiungeranno senz’altro cifre superiori. Colpisce anche la varietà delle iniziative: dalle celebrazioni più tradizionali alla Foiba di Basovizza, o a Redipuglia, all’incontro dei rappresentanti degli esuli con il Papa; dall’omaggio a Ottavio Missoni nel teatrino di Palazzo Grassi, a Venezia, alla «biblioteca di pietra» che si sporgerà idealmente dalla costa di Rimini verso quella opposta dell’Adriatico; dal concorso letterario «Tanzella», a Verona, riservato alle opere scritte nei dialetti delle popolazioni vittime, al concerto serale romano nella basilica di Sant’Andrea della Valle; e …

"Cari senatori, ecco perché il reato di negazionismo è un errore", di Emma Fattorini

Cari colleghi, mi rivolgo a voi, in questa occasione, non solo in veste di politica ma di storica che si è occupata per decenni della questione relativa alle persecuzioni contro gli ebrei. Scovando documenti, rintracciando responsabilità, e denunciandone gli orrori, in molti scritti. Vi scrivo questa lettera per ragionare insieme sul perché sarebbe un gravissimo errore approvare una legge che introducesse il reato di negazionismo. Ciò che, del resto, attraverso numerosissime e autorevoli prese di posizioni la comunità scientifica nazionale e internazionale ha proclamato a viva voce. E non si tratta di una preoccupazione per così dire corporativa degli studiosi, mossa dall’esigenza peraltro sacrosanta, di difendere la libertà della ricerca scientifica. Tanto meno si vuole dare espressione a un sussiego accademico un po’ snob che non vuole sporcarsi con la recrudescenza di manifestazioni antisemite purtroppo in crescita in tutta Europa, e di cui abbiamo visto le disgustose manifestazioni anche nei giorni scorsi a Roma. Qual è allora la materia in questione? Con la legge in discussione si introdurrebbe di fatto una “verità di stato”. La …

“La Musica come un giardino va coltivata da piccola”, di Pippo Frisone

Alla commemorazione di Abbado, il sen. Renzo Piano, nel suo primo intervento in Aula, ha lanciato una proposta: ” Claudio ed io, ha detto il senatore a vita, amico personale del compianto Maestro, abbiamo avuto sempre una convinzione comune: l’arte, la musica, la cultura di tutti i giorni, fatta di curiosità, passione, interesse personale che accendono negli occhi quella luce particolare che Abbado certamente aveva, rappresentano la bellezza. E la bellezza è ciò che salverà il mondo. Una persona alla volta ma lo salverà. E allora ho una proposta che voglio fare a questa assemblea nel nome di Abbado : far insegnare la musica in tutte le scuole italiane, come fanno in tutti i paesi civili. La musica è come un giardino ; va coltivata da piccola ” Dalla scuola dell’infanzia alle superiori. Sappiamo, invece, quello che è successo da noi. La scuola “riformata” della Gelmini ha cancellato dalla secondaria superiore l’insegnamento dell’educazione musicale . Delegata sempre più ad esperti esterni nella primaria, stereotipata con l’uso del flauto dolce nella media, alle superiori la Musica …