«Via Fani, gli 007 proteggevano le Br», di Massimo Solani
Trentasei anni dopo la strage di via Fani e con una nuova commissione di inchiesta che potrebbe vedere la luce presto, l’agguato in cui venne rapito Aldo Moro e trucidati i cinque uomini della scorta, si arricchisce di un nuovo mistero. Rivelazioni che sollevano nuove ombre su un presunto coinvolgimento di uomini dello stato e su coperture di cui le Brigate Rosse avrebbero goduto. Un mistero che ruota attorno alla misterioso moto Honda blu presente sulla scena dell’agguato la mattina del 16 marzo del 1978 e i suoi due passeggeri che aprirono il fuoco contro l’ingegnere Alessandro Marini, uno dei testimoni della strage. Due persone che secondo i brigatisti Mario Moretti e Valerio Morucci non avrebbero avuto nulla a che fare con le Br. A sollevare i nuovi dubbi è Enrico Rossi, ispettore di Polizia in pensione per anni all’antiterrosimo. È lui, dopo un lungo silenzio, a raccontare all’Ansa la nuova «verità». «Tutto è partito da una lettera anonima scritta dall’uomo che era sul sellino posteriore». Secondo Rossi i due appartenevano ai servizi segreti, e …