Tutti gli articoli relativi a: memoria

"La cultura rende l’uomo libero", di Enrico Berlinguer

Le forze conservatrici hanno visto e vedono nella cultura soltanto uno strumento: nel migliore dei casi, per l’acquisizione del dominio sopra la natura e, nel peggiore, per il mantenimento del privilegio e del dominio dell’uomo sull’uomo. Per le forze progressiste e rivoluzionarie, per noi comunisti, la cultura è un’altra cosa. È risorsa indispensabile per lo sviluppo ed è anche e soprattutto una finalità del vivere sociale degli uomini. La cultura è per noi leva determinante ed essenziale non per il dominio, ma per la liberazione di ogni singolo individuo e della società nel suo complesso. Quanto più avanza la conoscenza scientifica e quanto più sofisticate si fanno le tecniche tanto più assurdo appare il ruolo marginale assegnato alle forze della cultura e del sapere. È ormai ovunque necessaria una capacità di previsione e di programmazione e tale capacità vuol dire rapporto continuo tra politi- ca e conoscenza, tra istituzioni democratiche e mondo della cultura e del sapere. Sen- za una tale razionale capacità di previsione e di programmazione le stesse conquiste del- la scienza e …

"L'Italia e il D-Day", di Giorgio Napolitano

Venerdì per la celebrazione del 70° anniversario dello sbarco in Normandia erano rappresentati in quello storico luogo tutti i paesi che hanno contribuito alla lotta e alla vittoria contro le forze del nazi-fascismo: in primo luogo Gran Bretagna, Stati Uniti, Russia, ma insieme tutte le nazioni che hanno sofferto le odiose vicende dell’aggressione e dell’occupazione tedesca in Europa. L’Italia questa volta non poteva mancare: di qui l’invito rivoltomi dal Presidente francese Hollande, e rivoltomi anche con parole di specifico riferimento al mio personale legame con la tradizione dell’antifascismo italiano. Nel discorso del Presidente Hollande e nelle immagini che venivano contemporaneamente proiettate nel corso della cerimonia sulla spiaggia, è stata esplicitamente citata la Resistenza in Italia nel duro periodo dell’oppressione nazista. D’altronde due giorni prima dello sbarco in Normandia le Forze Alleate avevano liberato Roma, con il prezioso concorso della Resistenza che aveva operato nella Capitale pagando duramente il suo coraggio con l’orribile massacro delle Fosse Ardeatine. Inoltre, la peculiarità storica della posizione dell’Italia nel 1944 stava nell’essersi formato nel nostro Paese, cioè nell’Italia già liberata, …

"4 giugno 1944: 70 anni fa le truppe americane del Generale Clark entrarono in città tra gli applausi della gente in festa", di Bruno Gravagnuolo

Pochi lo sanno, ma tra le immagini storiche della Liberazione di Roma del 4 giugno 1944, ve ne sono moltissime legate a un celebre film del dopoguerra: Vacanze Romane, di Wilder. Quello con Audrey Hepburn e Gregory Peck sulla Vespa in giro per la città. Wilder girò, per conto dell’esercito americano metri e metri di pellicola, in parte usate per i cinegiornali Usa, e in parte come taccuino per un film su Roma. Perché il dettaglio? Ci è capitato di vederle di recente, e sono a colori. Irreali rispetto a quelle festose e mitologiche, ma pur sempre drammatiche in bianco e nero, che abbiamo immagazzinato in memoria con le note di Glenn Miller. Lo strano di quelle sequenze estive e colorate è che sono normali e quotidiane. Tranquille. Senza enfasi. Certo gioiose, ma per così dire «turistiche». Era quello che la propaganda Usa voleva fare vedere in Usa, dopo le ingenti perdite di Anzio, Nettuno, Salerno e soprattutto Cassino. Vedete, sembrava dire il raffinato regista: tutto bello e «easy», come in gita e la gente …

"Il 2 giugno delle donne, politica e numeri dal 1946 al 2014", di Giorgia Serughetti

“Una lunghissima attesa davanti ai seggi elettorali. Sembra di essere tornate alle code per l’acqua, per i generi razionati”. Così la giornalista Anna Garofalo descrive l’emozione del 2 giugno 1946, la prima volta delle donne al voto nazionale. “Abbiamo tutti nel petto un vuoto da giorni d’esame, ripassiamo mentalmente la lezione: quel simbolo, quel segno, una crocetta accanto a quel nome. Stringiamo le schede come biglietti d’amore. Si vedono molti sgabelli pieghevoli infilati al braccio di donne timorose di stancarsi e molte tasche gonfie per il pacchetto della colazione. Le conversazioni che nascono tra uomini e donne hanno un tono diverso, da pari”. La bellezza del 2 giugno è in quella famosa foto in cui un volto di giovane donna sbuca dalla prima pagina del Corriere della Sera che titola “È nata la Repubblica italiana”. È donna, come lo fu quella francese nelle vesti della Marianne. Ma qui non si tratta solo di allegorie tradizionali, perché il suffragio universale è stato appena conquistato, dopo una battaglia durata oltre mezzo secolo. In quel referendum del 2 …

"Quello che oggi ci manca di Enrico", di Ettore Scola

Nella storia dell’umanità alcune epoche sono state particolarmente segnate dal passaggio di un innovatore – profeta, poeta, scienziato, politico – il cui nome, preceduto da un avverbio, prima e dopo, definisce l’epoca nella quale è vissuto: prima e dopo Cristo, prima di Giotto, dopo Colombo, prima di Galilei. Fino ai nostri contemporanei, che sono più vicini a noi, ma spesso restano lontani nella memoria. Il flm Quando c’era Berlinguer – bello per la commozione che suscita e per la discrezione che lo distingue – si apre con una domanda che il regista pone a una decina di studenti scelti in varie città italiane: «Chi era Berlinguer?». Nella storia dell’umanità alcune epoche sono state particolarmente segnate dal passaggio di un innovatore – profeta, poeta, scienziato, politico – il cui nome, preceduto da un avverbio, prima e dopo, definisce l’epoca nella quale è vissuto: prima e dopo Cristo, prima di Giotto, dopo Colombo, prima di Galilei. Fino ai nostri contemporanei, che sono più vicini a noi, ma spesso restano lontani nella memoria. Il flm Quando c’era Berlinguer …

Caso Alpi, il Sisde: «Dietro l’omicidio il traffico d’armi», da L'Unità

L’ipotesi del traffico di armi quale movente dell’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin era emersa subito dopo l’omicidio, il20marzo1994, e veniva confermata dal lavoro dei servizi di intelligence italiani in Somalia. Il primo appunto riservato del Sisde (l’allora servizio segreto civile) risale al 7 maggio del 1994. Vi si riferisce la vox populi secondo le quali il duplice omicidio sarebbe stato «conseguenza, fra le altre ipotesi, della missione che i due italiani avrebbero effettuato qualche giorno prima della loro morte a Bosaso, città nella quale avrebbero avuto modo di visitare la motonave “21 ottobre”, sequestrata dai miliziani del Ssdf». «La giornalista – continuava la nota del Sisde – avrebbe inoltre, sul posto, raccolto informazioni riguardanti la vicenda del sequestro della nave e della cattiva gestione dei fondi investiti dal governo italiano ». Secondo il Sisde, a Bosaso, poco prima di morire, Ilaria e Mirovan avrebbero «in particolare documentato una partita d’armi marchiata Cccp». C’è un secondo appunto del Sisde (31 maggio 1994) che segue la stessa pista: «La nave della cooperativa italo-somala “Somalfish” sequestrata, …

“Biagi è in pericolo, dategli la scorta” l’allarme il giorno prima del delitto, di Carlo Bonini

Marco Biagi morì due volte. Del piombo brigatista, alle 20.15 del 19 marzo 2002. E quindi, come ora documentano gli atti e le testimonianze acquisite dalla Procura di Bologna, nelle tre settimane che seguirono, della sapiente opera di “cover up” della cosiddetta “Relazione Sorge”. Il documento di 57 cartelle commissionato da Claudio Scajola al suo allora capo di gabinetto doveva infatti elidere (come del resto fece) agli occhi dell’opinione pubblica e del Parlamento, ogni circostanza di fatto in grado di documentare la piena consapevolezza dell’allora ministro dell’Interno Claudio Scajola, del suo gabinetto e del vertice del Dipartimento di Pubblica sicurezza del rischio che il giuslavorista correva. Doveva tagliare ogni possibile nesso causale tra il cinismo di chi decise di non raccogliere il grido disperato di “un rompicoglioni” e la sua terribile fine. Per poter così agevolmente scaricare le responsabilità “amministrative” e politiche di quella morte sull’asserita ignavia degli uffici periferici di Polizia di Bologna, Milano e Roma. Quelli che, tra il settembre e l’ottobre del 2001, avevano proceduto alla revoca della scorta. La Relazione Sorge …