Tutti gli articoli relativi a: lavoro

"Ripartire dal coraggio dell'industria che innova", di Marco Fortis

Tra i temi economici toccati dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel tradizionale discorso di fine anno agli italiani spicca il suo autorevole riconoscimento alla vitalità con cui molti settori produttivi della nostra industria hanno saputo reagire alla crisi con l’innovazione e l’export. Un processo che parte da lontano, già dagli inizi degli anni Duemila, quando l’Italia ha dovuto rapidamente cambiare la sua specializzazione dovendo fare i conti col mutato scenario competitivo imposto dall’avvio dell’euro e dalla fine delle svalutazioni competitive, dalla globalizzazione e dalla prepotente ascesa dei Paesi emergenti in diversi settori di base. Un processo che da allora è proseguito costantemente e non si è interrotto nemmeno durante l’attuale recessione. Il peso dei settori tradizionali dei beni per la persona e la casa nell’export italiano, pur restando importantissimo (così come il ruolo di tali settori nelle fasce di più alto valore aggiunto in cui restiamo leader) è diminuito in termini relativi, mentre è straordinariamente aumentato quello di altri comparti che ci hanno resi più moderni e vincenti. I settori manifatturieri italiani che negli …

“Lavoro, serve un New Deal”, di Laura Pennacchi

Con l’approssimarsi del nuovo anno, che sarà il settimo della crisi globale più grave, chi come me dal 2012 argomenta intorno alla necessità di un Piano straordinario per il lavoro non può non essere compiaciuto per la centralità che la questione sta guadagnando nel Pd. Al tempo stesso, però, non può non essere allarmato dal rischio che anche questa occasione venga sprecata, con proclami più altisonanti verbalmente che densi contenutisticamente oppure con proposte oscillanti tra il dejà vu, come nel caso del contratto di inserimento, e la fallacia, come nel caso dell’ipotizzata soppressione non so- lo della cassa in deroga ma della cassa integrazione tout court. A preoccupare è la possibilità che si riprecipiti in una diatriba ideologica sull’articolo 18, ma ancor più che in nessun caso emergano ipotesi concrete di creazione diretta di lavoro e che l’armamentario a cui ci si riferisce – che si tratti di semplificazione normativa e burocratica o che si tratti di decontribuzione per chi assume – sia del tutto “convenzionale”. Di fronte al picco senza precedenti raggiunto dalla disoccupazione …

“Puntate sugli estremi o innovatori o vestali”, di Walter Passerini

Morte e mutazione del lavoratore intermedio. Il futuro non lascia scampo ai general-generici, ai tuttofare, ai travet, ai di tutto un po’. Il mercato del lavoro si sta reggendo su una irresistibile polarizzazione: al vertice della piramide le professioni eccellenti, i progettisti, i decisori, gli innovatori; alla base, gli esecutivi, gli accuditivi, le ancelle dei lavori di cura, di assistenza, di ordinaria manutenzione, di pulizia, che molti non vorranno più fare. Così nell’arco di un decennio, la piramide del lavoro si trasforma sempre di più in una clessidra, dentro la quale dovremo decidere dove stare. Nella parte superiore si noteranno esclusivamente white collar e abili prestigiatori delle nuove tecnologie. Troveremo architetti digitali, bioingegneri, terapisti di nanotecnologie, analisti simbolici, broker del tempo, ingegneri delle informazioni, detective delle catastrofi. In un mondo sempre meno prevedibile, sono già all’opera i costruttori di algoritmi e i disaster manager. Nella complessità crescente troveranno spazio gli specialisti di chaos management e di shock economy. Nelle professioni aziendali gli ottimizzatori e i consolidatori lasceranno il posto agli innovatori e ai team leader. …

“Microimprese. Una grande spia della crisi italiana “, di Carlo Buttaroni

In Italia, le microimprese, cioè quelle con meno di 10 dipendenti, rappresentano il 95,1% delle imprese attive. Se si considerano anche quelle fino a 15 dipendenti, la quota sale al 97,4%. Una galassia d’imprese con, mediamente, 2 ad- detti e che rappresenta il 60% del mercato del lavoro italiano e la quasi totalità del tessuto imprenditoriale. La retribuzione lorda di un dipendente di una microimpresa è meno di 18 mila euro, mentre quello di una grande impresa è di circa 30 mila euro l’anno. Il costo del lavoro a carico dell’azienda è poco meno di 25 mila euro nelle microimprese e poco più di 42 mila euro nelle grandi. Nonostante la grande differenza del costo del lavoro, il valore aggiunto per addetto è meno di 30 mila euro nelle microimprese e più di 71 mila euro in quelle grandi. Il valore aggiunto è l’incremento di valore che si ottiene nell’ambito della produzione. L’impresa, cioè, acquista una certa quantità di beni e servizi necessari a produrre altri beni e servizi e nel processo di trasformazione delle …

“Cassa integrazione record, 1 miliardo di ore”, di Riccardo Rimondi

Non ha ancora superato il miliardo, ma lo farà entro fine anno, per la terza volta dall’inizio della crisi. Secondo la Cgil, anche nel 2013 il numero di ore di Cassa integrazione oltrepasserà quella barriera psicologica già scavalcata nel 2010 (1,2 miliardi) e nel 2012 (1,1 miliardi). «Si prospetta l’ennesimo anno record in termini di ricorso alla Cig da quando, ormai sei anni fa, siamo stati investiti da una violenta crisi» afferma il segretario confederale della Cgil, Elena Lattuada, attaccando la Legge di Stabilità «che non mette in campo misure per invertire la tendenza. La discussione sulla riforma degli ammortizzatori sociali è mossa solo in termini di taglio delle risorse e mancano misure di contrasto alla crisi. Il Paese è in ginocchio e la situazione sociale diventa sempre più insostenibile: serve una svolta e serve ora». A tutto il 30 novembre sono stati accumulati 990 milioni di ore, un dato sostanzialmente invariato rispetto all’anno scorso (—1,41%). Un numero che lo studio del sindacato traduce in oltre mezzo milione di persone a zero ore, circa 517 …

“Qualche idea per dare diritti senza toglierli a chi li ha”, di Cesare Damiano

Da un po’ di tempo a questa parte nel dibattito politico va di moda contrapporre i diritti e le tutele delle vecchie generazioni a quelli delle generazioni più giovani. Mettendo da parte gli eccessi polemici proviamo a fare qualche ragionamento di merito. Con la riforma Dini del 1995 il sistema previdenziale ha adottato il contributivo pieno per coloro che entrano nel mondo del lavoro a partire dal 1°gennaio 1996. Questa data diventa, simbolicamente, lo spartiacque tra due modalità di calcolo, retributivo e contributivo. Il primo consente di avere condizioni più favorevoli: ad esempio, la pensione erogata con il sistema retributivo dopo 40 anni di lavoro equivale all’80% della media delle retribuzioni degli ultimi 10 anni, di solito i più favorevoli sotto il profilo della busta paga. Questa modalità di calcolo è stata conquistata nel 1969, dopo le imponenti mobilitazioni sindacali dell’epoca. Il metodo contributivo, invece, eroga una pensione calcolata sulla base dei versamenti effettuati lungo l’intero arco della vita di lavoro e, attraverso i coefficienti di trasformazione, è collegato all’andamento del Pil: un indicatore negativo, …

“Dopo sei anni di crisi c’è un’Italia che va settanta innovatori pronti a fare squadra”, di Federico Fubini

n questa Italia decresciuta già più che nella Grande Depressione, è ancora possibile credere all’impresa e al successo: quello che crea lavoro, conoscenza, il senso di non essere tagliati fuori dal mondo. Incredibile a dirsi nel sesto anno di crisi, in Italia è ancora possibile credere che un imprenditore riesca a beneficiare gli altri beneficiando se stesso. Non è certo a priori che in tutto questo Moncler si confermerà. Il progetto c’è ma il titolo ieri senz’altro è stato sospinto al rialzo anche da riflessi speculativi e dalla quantità di denaro a rimasto a lungo nascosto e come paralizzato dai traumi recenti. Ma un domanda 30 volte l’offerta su Moncler contiene anche un messaggio più ampio: dopo una caduta del Pil del 9% in pochi anni, qualcosa di mai visto in tempo di pace, gli italiani credono ancora al fare impresa. Anche in aziende che partono (o ripartono) da zero o da un punto difficile. Un gruppo di professionisti italiani fra Londra e New York si messo in rete, si è dato un nome (“Action …