Tutti gli articoli relativi a: lavoro

"Piano di Renzi: otto mesi per un nuovo codice del lavoro", di Maria Zegarelli

Non sarà una rivoluzione dolce quella che ha in mente Matteo Renzi e che i suoi tecnici stanno trasformando in un Job Act con l’ambizione di cambiare il volto dell’economia e del mercato del lavoro in Italia. La premessa: «L’Italia ha tutto per farcela. È un Paese che ha una forza straordinaria ma è stato gestito in questi anni da una classe dirigente mediocre che ha fatto leva sulla paura per non affrontare la realtà (straordinaria la pennellata di De Rita nella relazione Censis di quest’anno)». Nessun intervento soft, annuncia il segretario Pd, ma «un cambiamento radicale», «partendo dall’assunto che il sistema Paese ha le risorse per essere leader in Europa e punto di attrazione nel mondo. E che la globalizzazione non è il nostro problema, ma la più grande opportunità per l’Italia. Un mon- do piatto, sempre più numeroso e sempre più ricco, che ha fame di bello, quindi di Italia. A noi il compito di non sprecare questa possibilità; abbiamo già sprecato la crisi, adesso non possiamo sciupare anche la ripresa». Parte da …

"Disoccupazione giovanile al 41,6%: al top dal ‘77", da corriere.it

Il tasso di disoccupazione giovanile è cresciuto ancora toccando il 41,6% in aumento di 0,2 punti rispetto a ottobre (dato rivisto al rialzo al 41,4%) e di quattro punti rispetto a novembre 2012. Lo rileva l’Istat spiegando che il tasso è al top dall’inizio delle serie storiche, ovvero dal 1977. L’istituto precisa che a novembre 2013 erano occupati 924 mila giovani tra i 15 e i 24 anni in calo dell’1,3% rispetto al mese precedente (-12 mila) e del 12,4% su base annua (-131 mila). GLI UNDER 25 – Così il tasso di occupazione dei giovani è pari al 15,4% in calo di 0,2 punti rispetto a ottobre e di 2,1 punti rispetto a novembre 2012. I giovani disoccupati sono 659 mila con un aumento di 23 mila unità rispetto a novembre 2012. L’Istat ricorda che il tasso di disoccupazione giovanile è la quota dei giovani disoccupati sul totale degli attivi (occupati e disoccupati). L’incidenza dei disoccupati sull’intera popolazione in questa fascia di età è pari all’11%. I giovani inattivi sono nel complesso quattro milioni …

"Aziende più affidabili se guidate da donne per il 53% non ci sono rischi commerciali", di Agnese Ananasso

Le donne sono più affidabili degli uomini se si parla di affari. Da un’indagine condotta da Cribis D&B — società del Gruppo Crif — sull’intero universo delle imprese italiane, con dati aggiornati a ottobre di quest’anno, le imprese guidate dalle donne risultano commercialmente più sicure nel pagamento dei fornitori e nel rispetto delle varie scadenze. All’aumentare delle quote rosa tra i top manager diminuisce il rischio di insolvenza: se ai piani alti le donne sono più del 50% l’azienda è più ligia agli impegni presi con i fornitori, quando si scende sotto il 10% aumenta il grado di rischio. Senza considerare le differenze di genere nei board aziendali, le imprese italiane che presentano una rischiosità commerciale di basso livello sono pari al 43%, medio al 46%, alto all’11%. E per rischiosità commerciale si intende la possibilità di non pagare i fornitori nei prossimi 12 mesi. I dati cambiano però se nei board ci sono le donne: la bassa rischiosità scende al 40% se queste rappresentano meno del 10% dei componenti, si alza, sfiorando il 50% …

"L’immaginazione al potere", di Laura Pennacchi

Per tradurre in opportunità rivitalizzanti i gravi problemi che il 2014 porterà con sé, la politica ha bisogno di darsi grandi «missioni» per identificare le quali sono fondamentali pensiero e idee ma anche lo slancio dell’immaginazione. Nell’anno in cui ricorre il centenario dello scoppio della Prima guerra mondiale ciò è vero sia per l’Italia sia per l’Europa, entrambe attese, se non vogliono diventare preda di spinte populistiche rancorose, alla sfida di un profondo rinnovamento ideale. Ne è un segnale la gamma di problematiche per le quali si chiede una rottura delle «convenzioni» e delle prescrizioni standard che ci hanno guidato fin qui e si invoca la «non convenzionalità» delle politiche: dalla urgenza di uscire dalla recessione economi- ca, alla opportunità di dare soluzioni innovative alle crisi industriali e bancarie, alla necessità di generare lavoro per giovani e donne in quantità inusitata e in forme creative. L’«immaginazione al potere» può tornare ad essere uno slogan trascinante, grazie al quale mobili- tare le risorse per dare vita a un nuovo «progressismo» e a un nuovo «umanesimo» di …

"Tre condizioni per la crescita", di Paolo Guerrieri

Invocare la necessità di un ritorno alla crescita per il nostro Paese è divenuta quasi una ovvietà. Ma quando si passa alle terapie ci si continua a dividere tra chi vede nelle riforme interne la sola via d’uscita dalla crisi e chi ripone le possibilità di ripresa solo in una netta inversione di tendenza delle politiche di austerità dell’eurozona. Un po’ come avvenuto più di recente in occasione della discesa dello spread al di sotto dei 200 punti base, con la divisione tra chi ha attribuito il calo alla rete protettiva stesa lo scorso anno dalla Bce e da Mario Draghi e coloro che hanno sottolineato la rinnovata stabilità politica ed economica dell’Italia quale fattore determinante. È una contrapposizione sterile, in realtà. Perché sono vere tutte e due le tesi. Si dovrebbe in realtà ormai prendere atto dei destini come dire incrociati che legano da qualche tempo l’area dell’Euro e l’Italia. È vero che non ci sarà futuro per la nostra economia al di fuori del rilancio della crescita europea, ma è altrettanto vero che …

Renzi: il Pd non può permettersi che il governo stia fermo", di Vladimiro Fruletti

Noi siamo il Pd, tre milioni di persone non ci hanno assegnato una responsabilità di governo, ci hanno detto che questa è l’ultima occasione per cambiare davvero. Se c’è bisogno di discutere, di trovare una sintesi, va bene. Ok. Ma se l’obiettivo è di perdere tempo si sappia che noi non ci stiamo». Matteo Renzi non toglie il piede dall’acceleratore. Dopo la lunghissima riunione fiorentina della sua segreteria, quasi sei ore di discussione compresa una pausa panini acquistati dal dirimpettaio Eataly («il conto? 17 euro a testa» precisa), il segretario-sindaco fa capire che l’azione del Pd non è destinata a rallentare. Anzi. Sia sulla riforma elettorale che sul patto di governo l’intenzione è di affondare ancora di più, visto che il contropiede del 2 gennaio è fin qui ampiamente riuscito. «Sulla legge elettorale in tre giorni si sono fatti passi in avanti che non si erano fatti in tre anni» annota annunciando che entro la prossima settimana si potrà «da tirare la rete». Per poi avviare il percorso formale da concludere al massimo entro marzo. …

«Lavoro? Marchionne dovrebbe triplicare la produzione», di Massimo Franchi

«Solo per riportare al lavoro tutti gli operai ora in cassa integrazione Marchionne dovrebbe triplicare la produzione di vetture in Italia. Se lo farà sarò il primo a lodarlo, ma faccio molta fatica ad immaginare come: rilanciare Alfa Romeo non basterà». Il sociologo Luciano Gallino non minimizza «l’importanza» dell’acquisizione della Chrysler da parte di Fiat, ma avverte: «In questo modo si è portata a termine la ritirata produttiva cominciata dalla famiglia Agnelli 20 anni fa». Professor Gallino, è Fiat ad aver comprato tutta Chrysler o è vero esattamente il contrario? «La proprietà è indubbiamente del Lingotto. Però cervello e muscoli sono negli Stati Uniti, il baricentro è spostato tutto al di là dell’oceano. Basta osservare la sproporzione nei livelli di produzione: il gruppo nel 2013 ha prodotto 5 milioni di auto, di cui 3,5 milioni Chrysler e solo 1,5 milioni Fiat. Di queste solo 370mila in Italia. E cioé meno che in Paesi come la Slovacchia o il piccolo Belgio. Se pensiamo che nel 1993 nel nostro Paese si produce- vano due milioni di auto …