Tutti gli articoli relativi a: lavoro

"Lavoro, nessuna controriforma", di Luigi Mariucci

I titoli del «piano lavoro» di Renzi hanno avuto un primo svolgimento. Di chiaro e positivo c’è la riduzione del prelievo fiscale dei redditi da lavoro e assimilati fino ai 25mila euro lordi. Sono poi annunciate sotto il titolo “semplificazione” alcune misure di immediata attuazione con decreto legge. Sono misure in tema di apprendistato e contratto a termine. Rilevante è in particolare il tema del lavoro a tempo determinato, che è oggi la forma di assunzione largamente prevalente, nonostante che la legge italiana e le direttive dell’unione europea affermino che “il contratto di lavoro a tempo indeterminato costituisce la forma comune di rapporto di lavoro”. L’istituto del lavoro a termine è stato soggetto a partire dal 2001 a una serie di innumerevoli interventi che hanno reso la normativa particolarmente aggrovigliata e contorta, a seguito di modifiche di volta in volta orientate nel senso della liberalizzazione ovvero della restrizione o, meglio, della disincentivazione. Tanto da essere oggetto di reiterati interpelli, pareri e circolari ministeriali. L’intervento annunciato introduce due modifiche molto rilevanti: vengono aboliti sia l’obbligo di …

"Sempre più laureati senza impiego (e chi ce l’ha guadagna poco)", di Valentina Santarpia

Un laureato impiega almeno un anno per trovare un lavoro, precario e da poco più di mille euro netti al mese: ma se il graduato in questione è donna e, peggio ancora, se ha ottenuto il suo titolo in un ateneo del Sud, i tempi per ottenere un posto dignitoso si allungano e la busta paga, al contrario, si intirizzisce. La — desolante — conferma arriva dal sedicesimo rapporto di Almalaurea, realizzato su 450 mila laureati dei 64 atenei del consorzio, che inquadra il futuro lavorativo di chi, dopo aver raggiunto il massimo livello di istruzione, si confronta col mondo del lavoro, uscendone spesso con le ossa rotte. Anche se chi ha una laurea resta avvantaggiato rispetto a chi ha raggiunto solo il diploma di scuola media superiore, perché a 5 anni dal titolo solo l’8% dei laureati non lavora, il quadro generale è quello di «una sensibile, ulteriore frenata della capacità di assorbimento del mercato del lavoro». Nel dettaglio: tra i laureati di primo livello (laurea triennale, o breve), il tasso di occupazione è …

"Cercando la crescita", di Raffaella Cascioli

Esordio del ministro Padoan all’eurogruppo dove ha illustrato il piano del governo. Il nodo delle coperture per il taglio fiscale e sui conti pubblici una parola definitiva. Domani il consiglio dei ministri sui provvedimenti shock per l’economia. Con il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan da ieri a Bruxelles, per l’Eurogruppo prima e l’Ecofin poi, la ricerca delle coperture per l’annunciato taglio delle tasse sta diventando ora dopo ora sempre più frenetica. Entro domani il taglio del cuneo fiscale, annunciato dal premier Renzi, dovrà essere messo nero su bianco in uno dei provvedimenti che il governo si accinge a varare in quello che è già stato ribattezzato un mercoledì da leoni. Un pacchetto shock in grado di rilanciare la crescita e aumentare il numero degli occupati. Un debutto inusuale tra i colleghi europei per il ministro conosciuto solo fino a qualche settimana fa con un altro ruolo. L’obiettivo per Padoan è stato quello di illustrare a grandi linee «il programma di governo basato su aggiustamenti strutturali» improntati «su orizzonti temporali di medio termine, cioè l’orizzonte che …

"10 milioni di poveri. Altrettanti possono diventarlo", di Carlo Buttaroni

Dieci milioni di poveri. Altrettanti che vivono una situazione finanziaria che li porta ogni giorno a cercare di restare disperatamente aggrappati al ciglio di un piano inclinato che li spinge sempre più verso il baratro. È l’esercito dei disperati, di cui fanno parte, fra effettivi e riservisti, quasi 20 milioni di italiani. Un terzo della popolazione alle prese con debiti cui non riesce a far fronte, bollette da pagare e una quotidianità che ha alleggerito di molto il carrello della spesa. Dall’inizio della crisi, gli italiani diventati poveri sono più di 2 milioni, due terzi dei quali lo sono diventati negli ultimi due anni grazie alle politiche «lacrime e sangue». Non è difficile capire chi abbia versato sia le lacrime che il sangue, visto che i numeri sono spietati: il 10 per cento di quello che fu il nostro ceto medio, fatto di dirigenti, famiglie di impiegati con doppio reddito, commercianti e piccoli imprenditori, è scivolato verso la povertà. Poveri e «quasi poveri» che un tempo costituivano le fasce muscolari di un Paese che improvvisamente …

"Pil, siamo tornati al 2000 Draghi: «La gente soffre», di Laura Matteucci

Il Pil italiano è sceso sotto i livelli del 2000 con una flessione dell’1,9%, men- tre il debito pubblico è volato al suo re- cord storico. L’Istat fotografa la situazione dei conti pubblici al 2013, confrontandola con quella dell’anno precedente: certifica che il rapporto tra deficit e Pil è stato del 3% (47,3 miliardi), stesso livello del 2012, mentre l’avanzo primario è passato dal 2,5% al 2,2%. Il calo del Pil è stato superiore alle previsioni del governo (-1,7%), ma almeno inferiore rispetto all’anno prima (-2,4%, mentre dal 2007 la flessione è dell’8,5%). Per il debito è record: 132,6% del Pil, il massimo dal 1990, anno d’inizio delle serie storiche (127% l’anno prima). In calo la pressione fiscale complessiva: 43,8%, in diminuzio- ne di 0,2 punti. E in calo anche i consumi, con una caduta in volume del 2,2% e del 4,7% degli investimenti fissi lordi. La spesa delle famiglie è diminuita del 2,6%, dopo il crollo del 4% del 2012. La spesa per gli alimentari è caduta del 3,1%, e così i consumi per …

"Mamme fuori dal mercato del lavoro: una su quattro lo perde entro due anni", di Laura Preite

Donne che rinunciano al lavoro per la maternità, donne che rinunciano alla maternità per il lavoro. Da dove la si guardi la condizione delle donne “fertili” è sempre più difficile. Tasso di natalità tra i più bassi del mondo occidentale, tasso di occupazione femminile ugualmente fra i più bassi, che continua a scendere come confermano gli ultimi dati dell’Istat, siamo arrivati al 46,4%. I dati resi noti dalla Cgil fotografano un piccolo pezzo d’Italia ma significativo: le Marche. Nella regione sono 573 le madri nel 2013 che si sono dimesse nel primo anno di vita del figlio, durante la gravidanza o dopo la nascita. Si tratta di dimissioni volontarie, convalidate dalle direzioni provinciali del lavoro, come obbliga la legge Fornero. Alle madri si aggiungono 70 padri. In tutto 643 lavoratori. Nel quinquennio 2009 e 2013 sono stati 2.980 di padri e madri che hanno perso il lavoro. A questo numero se ne aggiunge un altro, difficile da quantificare, di mamme con contratti precari (che non devono convalidare alle direzioni provinciali). Un 18% trova un altro …

"Lo Stato spenda di più per ridare fiato all’Italia", di Carlo Buttaroni

La crescita del tasso di disoccupazione arriva come una doccia fredda sulle tiepide speranze di una rapida uscita dalla crisi. Attese alimentate dal miglioramento di alcuni parametri economici, e in particolare dal Pil dell’ultimo trimestre del 2013 che ha registrato un incremento, seppur modesto, dello 0,1%. Entrambi i risultati erano già stati annunciati dalle previsioni e, proprio da queste colonne, abbiamo più volte denunciato il rischio di una ripresa debole senza riflessi positivi sul piano occupazionale. Un andamento che, peraltro, riguarderà tutto il 2014, con una modesta risalita del prodotto interno lordo e una crescita della disoccupazione. A gennaio l’Istat ha registrato un tasso di disoccupazione del 12,9% che equivale a un esercito di oltre 3,2 milioni di persone senza lavoro. Ma dentro quel «quasi 13 per cento» c’è di più e di peggio, giacché più della metà dei disoccupati è composto da ex lavoratori, da coloro cioè che un lavoro ce l’avevano e l’hanno perso. Osservando gli andamenti dei due principali indicatori economici, Pil e disoccupazione, è lecito chiedersi perché essi vadano in direzione …