Tutti gli articoli relativi a: lavoro

L’imprenditrice con il figlio malato «Donne e lavoro, autorganizziamoci», di Rita Querzè

Mina Pirovano è un’imprenditrice, una mamma, e anche una che cerca di cambiare il mondo. Chi la vuole immaginare deve pensare a una signora bionda, 44 anni, pragmatismo e parlantina a profusione. A proprio agio in Assolombarda, il salotto buono dell’industria milanese. Ma anche seduta davanti a un tè a Dubai, concentrata nell’impresa di convincere un potenziale compratore. Cosa vuol dire fare andare d’accordo famiglia e lavoro? Mina Pirovano lo ha scoperto fino in fondo un pomeriggio di primavera di cinque anni fa. «Allora mi occupavo dell’azienda di famiglia — racconta — settore manifatturiero, stampaggi in plastica per l’industria automobilistica o degli elettrodomestici. La mia seconda passione era il mondo dell’associazionismo rosa, forse per il senso di uno squilibrio nel mondo del lavoro troppo evidente. Così, insieme con la Camera di Commercio di Monza, avevo organizzato gli Stati generali dell’imprenditoria femminile. Il giorno prima del simposio mio figlio, malato da qualche tempo, si sentì male. Le gambe paralizzate, non riusciva più a muoversi. Non l’avevo mai visto così. Rimasi con lui in ospedale il giorno …

“Piano-lavoro per 900mila giovani ", di Roberto Mania

IL primo maggio, giorno delle festa del lavoro, partirà il piano “Garanzia giovani” che offrirà a tutti i ragazzi tra i 15 e i 25 anni che hanno terminato la scuola o perso il lavoro, un’opportunità di formazione o di inserimento in un’azienda entro quattro mesi. L’annuncia in questa intervista il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. «È una novità straordinaria – dice -. Nella storia d’Italia non era mai successo che qualcuno si occupasse di un giovane appena uscito dalla scuola. E il primo maggio ha ovviamente un valore simbolico». Poletti si dice disposto a rivedere alcuni punti del decreto legge, all’esame del Parlamento, sui contratti a termine e l’apprendistato, poi spiega che il governo punta a ridurre le tipologie contrattuali attualmente esistenti ma non a sostituirle con l’unico contratto a tutele crescenti. Non c’è nell’agenda del governo la riapertura del cantiere delle pensioni se non per la parte che riguarda ancora i lavoratori cosiddetti esodati. E non c’è nemmeno la legge sulla rappresentanza sindacale su cui aveva scommesso in particolare il leader della Fiom, …

"Lavoro, Poletti ascolta ma il decreto cambia poco", di Massimo Franchi

Un incontro interlocutorio. Che ha confermato l’apertura del governo su piccole modifiche – calo da 8 a 6 del numero di rinnovi nel contratto a tempo determinato e il ritorno ad una limitata formazione pubblica obbligatoria per il praticantato – e la chiusura totale sullo stravolgimento degli altri punti del decreto. «Non vuol dire però prendere o lasciare – ha detto Poletti – che non possiamo presentare proposte». Così molto è lasciato al gioco degli emendamenti e delle possibili alleanze trasversali. Sul decreto Lavoro ieri sera si è tenuto l’atteso faccia a faccia fra il ministro Giuliano Poletti e i parlamentari del Pd. La disponibilità all’ascolto da parte di Poletti non si è comunque tramutata in una definizione compiuta e precisa delle possibili modifiche al testo, mentre da parte del partito le varie posizioni – molto critica da parte della minoranza (che però è largamente maggioritaria in commissione Lavoro, 17 componenti su 21 del Pd) e positiva da parte della maggioranza renziana – si tradurranno negli emendamenti che verranno presentati. Il cammino però è ancora …

“Nei campi 12 ore senza paga” i 100mila prigionieri dei caporali, di Valeria Teodonio

Il sole è appena tramontato e Kumar può tornare a casa. Da 12 ore è chinato sui campi per seminare. Ha le mani sporche di terra e la pelle già cotta dal sole. Per ogni ora passata piegato in due ha guadagnato meno di tre euro. Abita cinque chilometri più in là, vicino al Circeo, in 30 metri quadrati fatiscenti. Che divide con altri ragazzi indiani di etnia sikh come lui. Quanti, non lo dice. È partito dieci anni fa, Kumar. Appena diciottenne ha lasciato il Punjab, regione nel nord-ovest dell’India. Ha salutato i genitori e la giovanissima moglie. Per arrivare in Italia ha dato seimila euro ai trafficanti di uomini. Seimila euro per diventare schiavo. Sfruttato dalle aziende che lo pagano una manciata di euro al giorno, sfruttato da chi gli affitta una casa squallida a un prezzo esagerato. E la storia di Kumar non è la peggiore che possiamo raccontare. Ci sono altri braccianti indiani nel Lazio che non guadagnano neanche quei pochi euro a giornata. Lavorano gratis per mesi, a volte anni: …

"Più incentivi meno divieti", di Tommaso Nannicini

La discussione innescata dal decreto Poletti sui contratti a termine ci sta facendo ricadere in una trappola che il governo Renzi sembrava intenzionato a evitare. C’è infatti il rischio di disperdere energie e capitale politico in una discussione sulle regole tanto lacerante quanto inutile, visto che la ripresa dell’occupazione non passerà certo da qualche intervento d’ingegneria contrattualistica Prima di azzuffarci sfoderando le solite bandierine ideologiche, sarebbe utile fare un passo indietro per chiederci quali obiettivi dovrebbero perseguire le nostre politiche del lavoro. Due su tutti: 1) ridurre il dualismo tra garantiti e non garantiti, costruendo un nuovo sistema di tutele per i secondi; 2) favorire una mobilità socialmente sostenibile dei lavoratori dalle imprese meno produttive a quelle più produttive. Il decreto e il ridisegno complessivo annunciato dal governo vanno incontro a questi obiettivi? Al momento, è difficile rispondere, perché tutto dipende dagli interventi che saranno adottati nei prossimi mesi. Ci sono pochi dubbi che, lasciato da solo, l’attua- le decreto finirebbe per aumentare il dualismo del nostro mercato. Senza fare nessun progresso sul fronte di …

"Meno di 15mila euro per un italiano su due e 180 miliardi in mano al 5% più ricco", di Roberto Petrini

E’ l’Italia dei paradossi, delle ingiustizie e della crisi quella che disegnano le dichiarazioni dei redditi. Il paradosso: i lavoratori dipendenti guadagnerebbero, secondo i dati fiscali, più di artigiani e negozianti con ditte individuali. L’ingiustizia: il 5% dei contribuenti più ricchi guadagna quasi un quarto del reddito, il 22,7%: più di 180 miliardi. La crisi: rispetto al 2008 ci sono 350 mila lavoratori dipendenti e 32 mila imprenditori in meno. Le cifre diffuse ieri dal Dipartimento delle Finanze, relative all’anno d’imposta 2012, sono il termometro di un paese piuttosto provato, dove l’evasione fiscale non è affatto debellata e dove la ricchezza è assai mal distribuita. Complessivamente metà degli italiani guadagna meno di 15.654 mila euro lordi all’anno mentre un pugno di supericchi ha in mano un quarto del reddito. Chi guadagna di più e chi dichiara di meno. Il reddito medio dichiarato al fisco è di 19.750 euro. Chi sta sopra questo livello? Senz’altro il mondo del lavoro autonomo, professionisti, avvocati, notai, medici e commercianti, che guadagnano molto e hanno dichiarato al fisco in media …

“La Ue cambi su crescita e occupazione”, di Massimo Giannini

Voglio un’Italia che cresca di più, e in modo sostenibile. Voglio una crescita che sia molto più alta di quella che abbiamo conosciuto negli anni che hanno preceduto la Grande Crisi. E soprattutto voglio una crescita che sia ricca di lavoro, di nuova e buona occupazione, in un Paese che sia finalmente in grado di far funzionare l’economia e lo Stato in modo di gran lunga più semplice rispetto al passato. Abbiamo tre anni di tempo per cambiare l’Italia: possiamo e dobbiamo farcela». Nel solito ufficio che fu di Quintino Sella, Pier Carlo Padoan riassume così la sua «visione» dell’Italia che, renzianamente, «cambia verso». Un’Italia stretta tra i vincoli europei, «che rispetteremo tutti», e le resistenze corporative, «che non possono e non devono fermarci». Il ministro dell’Economia non nasconde le difficoltà, «che sono tante», ma si concentra sulle «opportunità», «che ci sono e vanno colte». Padoan è preoccupato dallo scossone populista che scuote l’Europa. Le elezioni europee sono a un passo, l’onda antieuropeista cresce ovunque. Come si può arginare? Come deve cambiare il paradigma europeo? …