Tutti gli articoli relativi a: lavoro

"Cercando il lavoro si trova l’Europa", di Giuseppe Provenzano

Primo: il lavoro: Ma prim’ancora il lavoro che non c’è. Il primo maggio c’era poca aria di festa, per l’Italia dei disoccupati, per i troppi che ancora rischiano di perderlo, il lavoro. E hanno fatto bene la Cgil e l’Unità a rimarcare quel giorno ciò che dal 2008 sappiamo troppo bene, raccontato dalle lettere dei lettori, dai messaggi di tanti coetanei: il 1° maggio di chi non ha un lavoro per festeggiare. Il giorno dopo, col ritardo consueto della statistica sulla vita, l’Eurostat avrebbe certificato tutto questo nella cifra – sempre più sconvolgente – del 12,7%, in controtendenza rispetto al lieve miglioramento registrato in Europa. E però, non ci stancheremo di ripeterlo: si discuta pure, con maggiore preoccupazione, del dato nazionale della disoccupazione, ma nella consapevolezza che questo ne nasconde altri, che restituiscono un’immagine assai più reale – più drammatica, cioè – della crisi. L’immagine di un’Italia spezzata, con un Centro-Nord che peggiora la sua condizione ma che, con poco più del 9% di disoccupati (giovani, nella stragrande maggioranza), rimane ben al di sotto della …

"Disoccupazione record: colpa anche dei salari bassi", di Carlo Buttaroni

Nei quarant’anni che hanno preceduto la crisi, il Pil in Italia è più che raddoppiato ma il numero degli occupati è rimasto sostanzialmente stabile. Un risultato che dipende, prevalentemente, dalle innovazioni che hanno reso più efficienti i processi e hanno permesso alle aziende di produrre quantità sempre maggiori di merci con un numero sempre minore di lavoratori. Ma le trasformazioni che hanno riguardato il mondo della produzione e del lavoro sono state molteplici. L’innovazione più significativa è venuta da un nuovo paradigma che ha capovolto la tipica logica del flusso produttivo: la produzione, anziché essere spinta dall’alto, è tirata dal basso. Trasformazione, questa, che ha determinato profonde ripercussioni nell’organizzazione del mondo del lavoro, ribaltando la logica delle economie di scala e dell’integrazione verticale. Progressivamente, è quindi diminuita la dimensione media dell’impresa per numero di addetti, è aumentata la quota degli occupati nelle imprese minori sul totale e il sistema delle imprese si è andato disponendo e articolando in orizzontale. LA LISTA DELLE PROFESSIONI La conseguenza sul mercato del lavoro è che, a livello macro, la …

"Crisi, la top list dei tagli degli italiani: -16% su vestiti e -8% sul cibo", da Il Sole 24 Ore

Gli acquisti delle famiglie hanno subito un taglio che va dal 16 % per i vestiti e calzature al 12 % per mobili, elettrodomestici e manutenzioni fino all’8 % per gli alimentari, rispetto dal’inizio della crisi nel 2008. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su come la crisi ha cambiato le abitudini di acquisto degli italiani nel 2013 sulla base dei consumi finali delle famiglie a valori concatenati dell’Istat. In media la diminuzione è stata del 7 % e a subire tagli, seppur minori, sono stati anche – sottolinea la Coldiretti – l`abitazione, l`acqua, l`elettricità (-1,4%), la sanità (-1,5 %), l`istruzione e la cultura (-1,2 per cento) che hanno sofferto nonostante la maggiore rigidità della domanda. Crollo record per la spesa alimentare Gli italiani nei primi anni della crisi – precisa la Coldiretti – hanno rinunciato soprattutto ad acquistare beni non essenziali, dall’abbigliamento alle calzature, ma una volta toccato il fondo hanno iniziato a tagliare anche sul cibo con un crollo record del 3,1 per cento della spesa alimentare nel 2013 rispetto all`anno …

Manifatturiero italiano al top da 3 anni, aumentano le assunzioni

Si rafforza la ripresa nel manifatturiero italiano, dove secondo una indagine tra i responsabili degli approvvigionamenti ad aprile si è registrata l’attività più sostenuta da tre anni a questa parte. Il Purchasing Managers Index, relativo alle aziende del comparto della penisola, è aumentato a 54 punti, dai 52,4 punti di marzo, segnando il valore più elevato dall’aprile del 2011, secondo la società di ricerche Markit Economics. In questo tipo di indagine i 50 punti rappresentano la soglia limite tra crescita e calo dell’attività. Inoltre secondo Markit l’ultima indagine ha segnato un «notevole» aumento dei livelli occupazionali, al tasso più forte dal febbraio 2011. Con questo sono sei mesi che si registrano variazioni positive sui livelli di personale nel manifatturiero, la serie più lunga dal 2007 sebbene dopo una prolungata fase di cali. Secondo Phil Smith, economista di Markit, il manifatturiero italiano è stato «incoraggiato dall’ennesimo successo delle esportazioni». Cresce la produzione e «l’indagine ha sottolineato una contrazione del carico dei costi, provocata dal minore prezzo di materie prime, che conseguentemente ha consentito di applicare ulteriore …

"Donne, più della metà senza reddito da lavoro. Ruoli chiave: un abisso il gap con gli uomin", di Michela Scacchi

Disoccupazione, precarietà, uguaglianza salariale e conciliazione: i dati Istat fotografano una situazione femminile che in Italia è ancora drammatica e indietro rispetto ad altri Paesi europei. A sud le percentuali precipitano: in Puglia hanno un impiego appena 26 su 100. Tetti di cristallo: 7 dirigenti su 10 sono maschi In Italia è donna soltanto il 6,5% degli ambasciatori, il 31,3% dei prefetti, il 14,6% dei primari, il 20,3% dei professori ordinari e – nei ministeri – il 33,8% dei dirigenti di prima fascia. A prima vista, l’unica eccezione parrebbero farla i dirigenti scolastici visto che il 58,6% è femmina. Nel ‘pianeta scuola’, però, le donne rappresentano complessivamente il 79% del totale degli incarichi e, quanto a piramidi e gerarchie nei ruoli, risultano ampiamente spalmate dall’alto in basso. Di contro, i dirigenti scolastici uomini sono, sì, il 41,4% ma siccome vanno calcolati su un totale complessivo che è soltanto del 21%, ne consegue che, in rapporto alle donne, quei ‘pochi’ uomini che lavorano nella scuola stanno quasi tutti in alto. Sempre in Italia, più di 5 …

"Quanti nemici ha il lavoro", di Maurizio Ferrara

Seicentottantamila. Questo il numero di giovani disoccupati nel mese di marzo. Un piccolo esercito, a cui si devono aggiungere più di due milioni di «né, né»: ragazzi e ragazze fra i 18 e i 29 anni che non studiano e non lavorano. Cosa si può fare per aiutarli? Da oggi, Festa del Lavoro, l’Unione Europea e il governo italiano offrono una nuova possibilità: la «Garanzia giovani». Chi si iscrive ad un apposito portale Internet verrà contattato nei prossimi mesi dai servizi per l’impiego al fine di concordare un percorso di inserimento. Una dote di un miliardo e mezzo di euro (co-finanziati dalla Ue) consentirà di agevolare e incentivare le varie opzioni: dall’apprendistato allo stage, dall’addestramento professionale all’autoimpiego. I servizi per l’impiego (pubblici e privati) dovranno affrontare una sfida enorme. In paragone ad altri Paesi, in Italia queste strutture non hanno mai funzionato bene: la stragrande maggioranza dei giovani in cerca di occupazione è perciò costretta ad arrangiarsi e molti si perdono per strada. Un moderno mercato del lavoro non può più reggersi solo sul «fai …

"Quattro giovani su dieci restano senza occupazione", di Luigina Venturelli

La realtà dei numeri, punto più punto meno, continua ad essere drammatica. L’Istat ha diffuso ieri i dati provvisori di marzo che, ancora una volta, raccontano di un’emergenza occupazionale da livelli record, con un tasso di disoccupazione pari al 12,7%, in calo dello 0,1% rispetto al mese precedente, ma in aumento dello 0,7% rispetto ad un anno fa. Variazioni decimali che non cambiano l’ordine di grandezza del fenomeno e fotografano una situazione «sconvolgente», per usare le parole scelte dal premier Matteo Renzi. Ma se il quadro generale è stabile, ed è caratterizzato dal lavoro che non c’è, soprattutto per i giovani che si ritrovano con una disoccupazione ferma al 42,7% – vale a dire, quasi un giovane su due tra quelli che hanno dai 15 ai 24 anni cerca inutilmente lavoro – si vede anche qualche piccolo segnale di ripresa. Per la prima volta in questa fase della crisi, infatti, si registra un’inversione di tendenza nell’andamento dell’occupazione, il cui tasso si assesta ora al 55,6%. A marzo gli occupati sono saliti 10 a 22 milioni …