Tutti gli articoli relativi a: lavoro

"Quei «cognitivi» disposti a cambiare", di Bruno Ugolini

La ricerca di cui parliamo è opera di tre Istituti di ricerche economiche e sociali (Ires) di Emilia Romagna, Toscana e Veneto Ecco una ricerca che dovrebbe interessare la ministra Marianna Madia, Alla vigilia di un’operazione tesa a portare una ventata «rivoluzionaria» nel lavoro pubblico. Un settore dove sono preponderanti quelli chi chiamano i «lavoratori cognitivi», oppure «lavoratori della conoscenza». Sono insegnanti, operatori scolastici, formatori, ricercatori, musicisti. Chi con contratto stabile, chi con contratto a termine o di collaborazione. Chi precario. Sono i possessori di «saperi» da trasmettere anche se ormai questa caratteristica invade anche molte altre mansioni. La ricerca di cui parliamo è opera di tre Istituti di ricerche economiche e sociali (Ires) di Emilia Romagna, Toscana e Veneto. Hanno condotto più di 100 interviste e raccolto 1.094 questionari. Una prima sintesi di tale iniziativa testimonia come questi lavoratori abbiano, tra le loro caratteristiche, una spiccata passione per quanto fanno. E tra le preoccupazioni principali quella di «innovare periodicamente il proprio bagaglio di saperi perché questi nel mio settore sono in continua evoluzione». Non …

"I giovani se ne vanno e la povertà si allarga", da L'Unità

Un Paese in stallo, dove la recessione lascia sul tappeto 6,3 milioni di persone senza lavoro. Il Rapporto Istat 2014, presentato dal presidente Antonio Golini, fotografa un Paese che ancora non riesce a ripartire, ed è sempre più frammentato: il Sud aumenta ulteriormente la distanza dal resto del Paese, la disuguaglianza rimane consistente, la povertà aumenta, solo il 30% delle imprese negli ultimi due anni ha migliorato occupazione e fatturato, l’occupazione femminile migliora, ma solo perché servono più baby sitter e badanti per supplire alla cronica inadeguatezza dei servizi sociali. E l’Istat informa che ci vorrebbero 15 miliardi per ridurre la povertà. Dall’inizio della crisi, l’occupazione ha conosciuto solo il segno meno, e nell’ultimo anno il calo è stato ancor più marcato: nel 2013 l’occupazione è diminuita del 2,1% (-478mila). In 2,3 milioni di famiglie lavorano solo le donne. Tra disoccupati (3 milioni e 113mila) e persone che sarebbero disposte a lavorare (3 milioni e 205mila) nel 2013 si contano 6,3 milioni di «potenzialmente impiegabili», uno spreco di risorse colossale che riguarda soprattutto i giovani. …

"Istat, autoritratto di un’emergenza", di Federico Fubini

Se siamo di nuovo al 1929, non è perché un altro panico di borsa sembri alle porte o si profili un’altra Grande depressione dopo la traversata del deserto di questi anni. No, è più semplice di così. Vale oggi ciò che disse allora John Maynard Keynes dopo una tornata elettorale segnata da più del 10 per cento di disoccupazione. Con questi tassi di povertà, non si può sprecare neanche un penny di denaro pubblico che deve raggiungere chi più ne ha bisogno. Allora aveva votato la Gran Bretagna, domenica scorsa lo hanno fatto l’Europa e l’Italia. Ma le parole di Keynes devono suonare attualissime al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan o a quello del Lavoro, Giuliano Poletti, quando ricordano che un Paese in emergenza sociale ha bisogno di usare al meglio tutte le risorse che ha. Ieri l’Istat ha spiegato perché: tre milioni di famiglie in condizioni di povertà, nascite ai minimi da vent’anni, centomila giovani emigrati dall’Italia in cinque anni sono peggio che una situazione intollerabile. Sono la promessa che essa proseguirà: un Paese …

"La fattoria si tinge di rosa", di Maria Cristina Ceresa

Quando l’azienda è guidata dalle donne aumentano i ricavi. La forza dell’agricoltura italiana sta anche nella discreta fetta di quote rosa che le dà vita, tanto che si valuta che un imprenditore agricolo su tre sia donna. Ma il dato più interessante è che quando l’impresa è guidata dal gentil sesso, i ricavi sono più alti: in media 28.500 euro contro 24.800 euro. Il che cuberebbe una cifra pari ai 9 miliardi di euro l’anno. È quanto dimostra il Rapporto Censis presentato in questi giorni da Cia (Confederazione Italiana Agricoltori). Lavorando la terra le donne non hanno niente da invidiare: sono un piccolo esercito positivamente agguerrito di circa 228mila imprese (Elaborazione Coldiretti su dati Unioncamere). Con un vigore che risulta essere più “resistente”: secondo elaborazioni Istat, infatti, nell’ultimo decennio le aziende a conduzione femminile sono diminuite meno di quelle a conduzione maschile (-29,6% contro -38,6%). «Vero è – riflette Serena Giudici, coordinatrice nazionale di Donne in Campo, associazione di imprenditrici agricole in seno a Cia – che le donne, soprattutto in Italia, hanno contribuito ad …

"Nuove imprese e lavoro con i fondi Ue", di Giuseppe Chiellino

Più di 47mila posti di lavoro creati in Italia grazie ai fondi europei. E poi 3.700 nuove imprese; banda larga estesa a più di 940mila persone; sostegno per 26mila Pmi. Il bilancio della Commissione europea sull’efficacia della politica di coesione nel periodo 2007-2013 è ancora provvisorio. Non solo perché si ferma al 2012 ma anche perché molte regioni sono ancora indietro nella realizzazione dei progetti cofinanziati dalla Ue. All’attivo ci sono anche 1.500 chilometri di ferrovie, costruite o ricostruite, e progetti di depurazione delle acque reflue per un milione di persone. Queste cifre si riferiscono solo agli interventi del Fesr (Fondo per lo sviluppo regionale) che rappresenta circa la metà delle risorse europee disponibili, considerando anche il Fondo sociale (Fse) e il Fondo per l’agricoltura e le aree rurali (Feasr). Servono a dare concretezza alla politica di coesione dell’Unione e ai fondi europei, troppo spesso associati nell’immaginario collettivo all’idea di spreco e malagestione. Non che non ci siano – purtroppo – episodi di truffa o corruzione, ma come sempre un albero che cade fa più …

"Decreto Poletti perché dico sì", di Cesare Damiano

Le correzioni al Decreto lavoro votate dalla Camera restano confermate. I cambiamenti introdotti dal Senato, anche se presentano alcune criticità, non stravolgono le modifiche volute dal PD. In alcune parti il testo risulta migliorato, come nel caso della formazione per gli apprendisti. Restano confermate le proroghe dei contratti a termine che da 8 passano a 5 e che sono complessive nell’arco dei 36 mesi e non collegate ai rinnovi; resta la sanzione, nel caso di superamento del tetto del 20% di contratti a termine, non prevista nel decreto iniziale, che diventa pecuniaria (su questo cambiamento avvenuto al Senato avevamo già dato la nostra disponibilità al ministro Poletti nella riunione di «maggioranza» tenutasi il giorno della prima fiducia alla Camera: mediazione rifiutata all’epoca dal Ncd); il fatto che il calcolo del 20% sia esclusivamente correlato ai dipendenti a tempo indeterminato (non includendo quindi tipologie come il lavoro a progetto, l’interinale o altre forme di assunzione flessibili), riduce il numero di contratti a termine utilizzabili dalle imprese; resta il diritto di precedenza che verrà richiamato in forma …

"La grande fuga dei giovani italiani a Londra", di Luca Pagni

Non si ferma la grande fuga degli italiani che si trasferiscono all’estero per lavoro. Secondo l’Aire (l’uffici del ministero degli Interni che registra i trasferimenti dei cittadini in altre nazioni), anche nel 2013 i flussi in uscita sono aumentati del 19 per cento, un dato che fa seguito all’incremento del 30 per cento comunicato nel 2012. Questo significa che in soli due anni, gli italiani che hanno varcato i confini sono cresciuti del 55 per cento: erano 61mila nel 2011 e ora sfioriamo i 100mila. Ma il dato ancora più clamoroso del 2013 riguarda i giovani e l’Inghilterra. Sempre l’anno scorso, nella fascia di età compresa tra i 20 e i 40 anni è stato dell’71 per cento (mentre complessivamente è stato dell’81%). A rivelarlo è stata la trasmissione di Radio24 “Giovani Talenti” che si è procurata i dati ufficiali dell’Aire per il 2013. Con una prevalenza della fascia 20-30 anni (4.531 espatriati) su quella dei 30-40 anni (4.136). Ma il dato complessivo potrebbe essere ancora più clamoroso se si considera che, secondo gli esperti …