Tutti gli articoli relativi a: lavoro

"Il lavoro: giovani per la pensione, vecchi per un posto a 40 anni con l’incubo della disoccupazione", di Roberto Mania

Scarti a 40 anni. Scarti dopo aver perso un lavoro e non riuscirne a trovare un altro. Scarti. Quella degli over 40 espulsi dal mercato del lavoro rischia di diventare presto una nuova emergenza sociale. Perché non ci sono solo i giovani precari del lavoro. Secondo alcune stime sarebbero quasi un milione e mezzo i disoccupati e gli scoraggiati cosiddetti “maturi” (età media 45 anni), troppo giovani per la pensione, troppo vecchi per una nuova occupazione stabile. Con una differenza: i giovani possono tornare (e in molti casi lo fanno) alla famiglia d’origine, i “vecchi” hanno moglie e figli da mantenere e un mutuo da pagare. Il 65% dei disoccupati over 40 è capofamiglia, l’80% è uomo. È una vita che finisce quando si viene licenziati a 40 anni e passa. Ne comincia un’altra dominata dall’incertezza. Meno del 5% ritrova un lavoro solido. Non si torna più indietro. È uno sconquasso, anche emotivo. Gli esodati, nuova categoria sociale prodotta dall’ultima durissima riforma delle pensioni, ci hanno mostrato un pezzo del fenomeno in carne ed ossa …

"Per fronteggiare la crisi serve un Piano del Lavoro", di Laura Pennacchi

Il dinamismo impresso da Bersani all’iniziativa politica del Pd con la proposta congiunta «carta di intenti/primarie aperte» rilancia l’elaborazione valoriale, progettuale, programmatica, nel cui ambito le problematiche di medio periodo dovranno inevitabilmente misurarsi con quelle immediate. L’emergenza economico-sociale da fronteggiare è di proporzioni immani. Se guardiamo alla catastrofe che incombe sulla Grecia e al possibile dilagare della crisi bancaria spagnola, vediamo che non è sconfitto il rischio di una deflagrazione dell’euro e dell’intera Europa. La recessione avanza in tutti i Paesi europei e in Italia il cui Pil si prevede crolli nel 2012 fino al -2% non abbiamo ancora raggiunto l’apice perché il picco negativo è atteso verso la fine dell’anno e nei primi mesi del 2013, quando entreranno in vigore le misure di austerità recessiva già prese nel 2011. E il governo Monti si è impegnato ad adottare se niente varierà nel quadro istituzionale, per esempio con un rinvio nel raggiungimento del pareggio di bilancio ben altri 40 miliardi netti di manovra finanziaria. A dare la misura della gravità è l’esplosione della disoccupazione: dei …

"Terremoto, nasce il marchio EmiliAmo: 100 donne imprenditrici e negozianti unite per fare business", di Paolo Bricco

Se cento vi sembran poche. Sono le donne del cratere. Le mogli e le mamme, ma anche le imprenditrici e le negozianti. Della Bassa Modenese e dell’Alto Ferrarese. E, appena fuori dal raggio della morte e della distruzione del terremoto, di Modena. Si sono riunite dando vita al network EmiliAmo. «Non vorremmo sembrare delle sentimentali disorganizzate – dice la loro coordinatrice, Claudia Miglia, di professione consulente aziendale – in realtà siamo delle pragmatiche organizzate. La scelta del nome, dal nome Emilia e dal verbo amare, risponde a una precisa scelta di branding: abbiamo creato un marchio che garantisca una sorta di certificazione di qualità». Una certificazione di qualità finalizzata a due precise attività economiche: la vendita dei prodotti degli esercizi commerciali oggi chiusi per il terremoto e la pressione sulla politica nazionale e locale perché la ricostruzione avvenga con il recupero dei centri storici, cuori pulsanti oggi feriti di queste comunità economiche e civili. «Stare insieme ci fa bene – racconta Claudia – ma soprattutto ci permette di reagire con forza a qualunque ipotesi di …

"Politica industriale, un dossier chiuso da oltre dieci anni", di Paolo Bonaretti

Siamo all’allarme rosso. La crisi che la manifattura sta attraversando rischia di mettere in discussione l’identità e il ruolo che il nostro Paese ha nell’economia mondiale, lasciando di fronte a noi una prospettiva di vuoto. La crisi dell’industria sta compromettendo gravemente la competitività del lavoro e delle imprese italiane, dell’insieme della nostra economia, i livelli occupazionali, di consumo e di reddito delle famiglie, del sistema di welfare ed in generale della coesione sociale del Paese. L’indice della produzione industriale scende di quasi 2 punti in un mese e del 9,2% su base annua, il peggior risultato degli ultimi anni. Ma il dato più preoccupante, ormai drammatico è che l’indice, sta scendendo ormai ininterrottamente da 12 mesi senza alcun segno di rallentamento, anzi. Insomma, ci siamo ormai dimenticati della timida ripresa della produzione del secondo semestre del 2011 e ci ritroviamo ancora sotto di 16 punti (!) percentuali rispetto al livello del 2005: un disastro. Un ruolo esiziale lo ha giocato e lo gioca la colpevole assenza di un quadro di riferimento per le politiche industriali. …

"Chiudono 42 aziende al giorno crolla la produzione, decreto in bilico", di Roberto Mania

L’Italia sta per esplodere. La crisi sta corrodendo il tessuto sociale. «La protesta civile rischia di esondare in rivoli minacciosi e inaccettabili », dice Jacopo Morelli, presidente dei Giovani di Confindustria, aprendo il convegno a Santa Margherita Ligure, proprio mentre l’Istat da Roma comunica che la produzione industriale ad aprile è letteralmente crollata: meno 9,2% rispetto all’anno scorso, il livello più basso dal 2009. Una gelata. Che certo non sarà sciolta dal decreto per lo Sviluppo, ormai spolpato dagli altolà della Ragioneria, e probabilmente destinato ad essere approvato la prossima settimana sempre che all’interno del governo, al di là delle smentite di rito, si trovi una linea condivisa. Così le provocazioni intellettuali, pure un po’ ciarlatane, che hanno alimentato i dibattiti delle edizioni precedenti, sono scomparse tra i confindustriali junior. Sì, c’è ancora un po’ di sfarzo molto provinciale, qualche Suv di troppo, qualche tubino nero con annesso tacco dodici modello palazzo Grazioli, ma ora anche gli industriali under 40 fanno i conti con la recessione. Verrebbe da dire che sono diventati quasi sobri e …

"Il Belpaese produce sempre meno", di Massimo Franchi

In Italia si produce sempre meno e, di conseguenza, la cassa integrazione schizza a livelli senza precedenti. Il nostro Paese scivola velocemente nella classifica mondiale della produzione manufatturiera. Lo denuncia il Centro studi di Confindustria per il quale il Paese è sceso dalla quinta all’ottava posizione e la stretta dell’erogazione del credito da parte delle banche «fa mancare ossigeno all’industria». «Il baricentro della produzione manifatturiera mondiale – spiega il rapporto presentato ieri – si muove sempre più velocemente verso i Paesi emergenti. Tra il 2007 e il 2010 Cina, India, e Indonesia hanno conquistato 8,7 punti percentuali di quota. La Cina, con +7,7 punti al 21,7%, è in vetta alla classifica da un triennio, avendo scalzato gli Usa». Meno brillanti i Paesi emergenti europei: la Turchia perde una posizione, la Polonia rimane ventesima. L’Italia dal 4,5% è passata al 3,3%, un meno 1,2% molto superiore al Regno Unito (-0,9%) e Spagna (0,7%). Sulla situazione finanziaria delle imprese italiane grava anche l’ulteriore allungamento dei tempi di pagamento della pubblica amministrazione: nel primo trimestre dell’anno l’attesa è …

Crescita economica al palo. Molte imprese a rischio chiusura

Crescita economica confermata al palo sul primo trimestre nell’area euro: il Pil non ha registrato variazioni positive o negative rispetto ai tre mesi precedenti, secondo un primo aggiornamento dei dati fornito da Eurostat. Nel confronto con lo stesso trimestre di un anno prima, il Pil risulta diminuito dello 0,1 per cento. I dati diffusi oggi corrispondono a quelli della stima preliminare e segnano un miglioramento del quadro rispetto al meno 0,3 per cento registrato dal Pil nell’ultimo trimestre del 2011. La performance media di Eurolandia nasconde però andamenti molto differenziati tra paesi. La Germania ha registrato un consistente più 0,5 per cento del Pil rispetto ai tre mesi precedenti, la Francia una variazione nulla mentre l’Italia ha subito il calo più forte, un meno 0,8 per cento. In Spagna il Pil è calato dello 0,3 per cento, secondo Eurostat. Negli ultimi due mesi le indagini sull’attività delle imprese hanno peraltro fornito finora letture che fanno temere un indebolimento del quadro nel secondo trimestre. Guardando a tutta l’Unione europea a 27 il Pil del primo trimestre …