Tutti gli articoli relativi a: lavoro

"Taranto può rinascere. Occorrono scelte rapide", di Vittorio Emiliani

Morire di diossina o morire di fame? a Taranto molti vivono così il lacerante dilemma creatosi dopo che la magistratura ha deciso di chiudere le aree «a caldo» del più importante centro siderurgico italiano. La gravità dei dati tarantini sulle malattie respiratorie, sulla diffusione dei tumori è incontestabile. Ma le alternative occupazionali all’Ilva (gruppo Riva) – 12.000 dipendenti diretti e altri 6.000 nell’indotto – sono per ora quasi inesistenti. Il vecchio Arsenale è ormai ridotto ai minimi termini. Il sogno di un porto-containers strategico nel Mediterraneo – per il quale si era speso Prodi – è impallidito mesi fa col trasferimento al Pireo di alcune grandi navi di Evergreen e di Hutchison. L’agro-industria e il turismo, balneare e culturale, sono stati ridimensionati dalla «nuvola di smog» che grava sul territorio (la Regione ha proibito il pascolo nel raggio di 20 Km dall’enorme fabbrica). C’è «allarme rosso» per coltura dei mitili: tonnellate di cozze «alla diossina» sono state gettate. Un cortocircuito. Operai e sindacati difendono disperatamente la grande fabbrica, in origine Italsider, nata male, purtroppo. L’industria …

"Due diritti da difendere", di Stefano Rodotà

È possibile che entrino duramente in conflitto la salute, diritto fondamentale della persona (art. 32 della Costituzione), e il lavoro, fondamento della Repubblica (art. 1)? Sì, è possibile. E non è la prima volta che, nelle piazze italiane, si pronunciano le terribili parole “meglio morti di cancro che morti di fame”. Quando si è obbligati ad associare il lavoro con la morte, si tratti di produzioni nocive o di infortuni, davvero siamo di fronte a inammissibili violazioni dell’umanità delle persone. Il lavoro si trasforma in condanna quotidiana, che non arriva però da una maledizione biblica, ma dal modo in cui è concretamente organizzato il mondo della produzione. Da dove cominciare per cercare di comprendere queste vicende? Ancora una volta ci aiuta la Costituzione con il suo articolo 41. Qui si dice che l’iniziativa economica privata, dunque l’attività d’impresa, «non può svolgersi in contrasto con la sicurezza, la libertà e la dignità umana». Vale la pena di sottolineare la lungimiranza dei costituenti, che posero la sicurezza prima ancora di libertà e dignità. E la sicurezza riguarda …

"Disoccupazione, un altro record. I sindacati accusano l'esecutivo", di Giuseppe Vespo

Medaglia d’oro alla disoccupazione, che segna un nuovo record a giugno e si posizione a quota 10,8 per cento. Un primato che vale solo in casa nostra e non basta ancora a sbaragliare la media dell’Eurozona, dove in diciassette Paesi con la moneta unica il tasso dei senza lavoro è di 0,4 punti più alto di quello italiano e si contano diciotto milioni di braccia conserte. Di questi, quasi tre – 2 milioni e 800mila per l’esattezza – hanno residenza in Italia e spesso sono donne e giovani. Ma anche gli uomini non scherzano: col tempo la crisi cerca di livellare le discriminazioni di età, genere e provenienza (geografica). Una cifra mai vista I ritmi di crescita della disoccupazione, dice l’Istat, segnano aumenti di tre decimi percentuali da maggio a giugno e di 2,7 punti in un anno: in termini assoluti si trasforma in un record storico assoluto, una cifra mai vista almeno da quando sono cominciate le rilevazioni statistiche, cioè dal lontano 1992. Unica nota positiva, se così può dirsi, è che il mostruoso …

"Crescono i disabili disoccupati "in Italia sono 750 mila"", di Valentina Santarpia

«Le faremo sapere»: la frase, poco incoraggiante per un disoccupato, diventa micidiale per un disabile. In Italia sono 750mila le persone con handicap iscritte alle liste di collocamento obbligatorio: secondo le stime dell’Istat, l’80% dei diversamente abili denuncia di aver cercato lavoro senza trovarlo. Una percentuale più ampia anche di quel 50-70% dei disabili che, in base ai dati Onu, è senza lavoro nei Paesi industrializzati. C’è di più: solo il 17% dei diversamente abili occupati nel nostro Paese afferma di aver trovato lavoro grazie ai centri per l’impiego, mentre il 31% si è affidato alla rete di parenti e amici, il 20% ha partecipato a un concorso pubblico e solo il 16% ha inviato un curriculum in risposta agli annunci. Una situazione pesante per chi si trova tagliato dal mondo della produttività, ma anche un costo sociale per l’intera collettività: lasciando fuori dal mercato del lavoro i disabili si brucia tra l’1 e il 7% del Pil (Prodotto interno lordo) secondo le stime dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo). La crisi ha inevitabilmente peggiorato le …

"Due aziende su tre riaperte dopo il sisma", di Francesco Alberti

Due su tre sono tornati. E se il bicchiere mezzo vuoto è quel 39% di imprenditori che ancora non si sono rialzati e non dormono la notte al pensiero di quanti mesi dovranno passare prima di poter riaccendere i motori, è su quel 61% di «risorti» che trae linfa la ricostruzione emiliana: un’avanguardia di sopravvissuti che a forza di domeniche e ferie cancellate, a testa bassa, notte e giorno, inventandosi soluzioni in una sorta di «fai da te» creativo quanto coraggioso, ha riallacciato i fili con il mercato, recuperato fornitori e clientela, alla faccia di chi parlava di inevitabile desertificazione, dando per spacciato il modello industriale di questa porzione d’Emilia, miracoli annessi. La strada è in salita. La crisi non fa sconti a nessuno, figurarsi ai terremotati. E gli eterni mali italiani (estenuante burocrazia, legislazione farraginosa, crediti con il contagocce, una politica spesso inconcludente), visti e vissuti dall’epicentro, fanno ancora più male, oltre che rabbia. Però sono tornati: grandi imprenditori e piccoli artigiani, botteghe e multinazionali, commercianti e bancarelle. Con una grinta quasi sfacciata. Più …

"Non solo Taranto, sono 131 le vertenze aperte", di Pino Stoppan

La crisi è profonda. E purtroppo non riguarda solo Taranto e la sua Ilva, di Fiat, Alcoa. A luglio è salito a 131 il numero delle vertenze che vengono discusse con maggiore frequenza al ministero dello Sviluppo economico (erano 109 a gennaio 2011) per un totale di 163.152 lavoratori coinvolti (135.839 a gennaio 2011), secondo i dati riportati dallo stesso Mise. Questo quanto emerge da un dossier della Cgil. Cifre è l’allarme della Cgil «che stanno crescendo vertiginosamente, se si considerano gli innumerevoli altri casi di crisi aziendali non ancora giunte al Ministero, ma già avviate a livello territoriale che contribuiscono a mettere in ginocchio il tessuto industriale ed occupazionale di intere Regioni». Per la Cgil «occorre risolvere, al più presto i singoli casi di crisi presenti a partire dai tavoli aperti al Ministero dello sviluppo economico, che non possono concludersi con il solo intervento degli ammortizzatori sociali». Sono tante, troppe, le crisi industriali che in lungo e in largo attraversano tutto lo stivale. «Dal 2009 ad oggi oltre 30mila imprese hanno chiuso i cancelli …

"Ecco il dramma della questione meridionale", di Giuseppe Provenzano

Taranto, cuore d’acciamio e sangue avvelenato, si è fermata. Ma non può essere troppo tardi, di fronte a questo dramma economico e sociale. Gli operai dell’Ilva e dell’indotto sono pronti a tutto pur di non perdere il lavoro. E si tratta di ventimila famiglie, la maggior parte monoreddito. La città, due mari e polveri rosse, stretta tra il porto, l’Arsenale e questa grande fabbrica che fu di Stato, è la questione meridionale, il suo braccio forte che va in cancrena. Cos’è Taranto oltre l’acciaio?, si chiedono laggiù. E cos’è l’Ilva, quest’azienda che secondo le perizie in mano ai magistrati produce morte, nel Sud di oggi? Già fiore all’occhiello dell’industrializzazione di Stato che qualche intellettuale dalla pancia piena, qualche giovane scrittore come Mario Desiati, liquida alla buona, trasognando forse un Sud tutto di capperi e muretti a secco, non avendo mai conosciuto miseria e violenza delle campagne del dopoguerra dopo decenni di inefficienza pubblica, in cui la questione ambientale non fu mai posta, in pochi anni dalla privatizzazione ha volto, persino insperabilmente, le sue produzioni all’efficienza. …