Tutti gli articoli relativi a: lavoro

"Con le fabbriche ferme non ci sarà alcuna ripresa", di Laura Matteucci

«Il problema non è più la chiusura o meno di uno stabilimento. Ormai è in discussione la permanenza stessa del gruppo in Italia, l’assetto societario, i livelli occupazionali di tutti gli stabilimenti. La domanda vera è che cosa conservare di questa azienda». Ma Marchionne ancora l’altro giorno ha ribadito non mollo l’Italia , e non si è parlato di chiusure di fabbriche. «Se è per questo, aveva anche dichiarato che avrebbe prodotto 1 milione e 600 vetture, tra auto e non, entro il 2014: mi sembra evidente non riuscirà a mantenere la promessa. Sono dichiarazioni che attengono nella migliore delle ipotesi alla speranza, nella peggiore alla propaganda. Mi lascia perplesso che sindacalisti accorti, come il segretario della Cisl Bonanni, non si rendano conto degli impegni disattesi. Sono proprio loro, i firmatari dell’accordo, che dovrebbero essere veramente furiosi». È il deserto nelle fabbriche Fiat: il problema non sono le ferie d’agosto, ma la cassa integrazione che, anche alla riapertura dei cancelli, tra fine mese e inizio settembre, le costringerà alla produzione a singhiozzo. A Mirafiori, per …

"Perché il lavoro resta un diritto", di Luca Baccelli

«Tutti, non solo i lavoratori, devono capire e cambiare. Compresi i giovani, che devono rendersi conto che un posto di lavoro non è qualcosa che ottieni per diritto ma qualcosa che conquisti, per cui lotti, per cui puoi anche dover fare sacrifici». Nonostante i tentativi di smentita, sono queste le parole di Elsa Fornero nell’intervista a The Wall Street Journal del 27 giugno scor-o (riscontrabili nell’originale su wsj.com). Ci si può semmai chiedere quanto siano compatibili con queste altre parole: «La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società»: l’art. 4 della Costituzione italiana. Fornero è comunque in ottima compagnia. Tutta una tradizione di pensiero ha attribuito ai diritti sociali, in primis al diritto al lavoro, status incerto e debole prescrittività. Non si tratta solo dei liberisti, che non perdono occasione per riaffermare che i «veri» …

"Ilva, oltre l'emergenza il futuro dell'industria", di Patrizio Bianchi

Si è detto mille volte in questi giorni: con l’Ilva è in gioco non solo il più grande impianto siderurgico europeo e la più grande fabbrica di lavoro del Sud, dopo lo Stato, ma un pezzo fondamentale dell’industria italiana. Il 45% della domanda di acciaio del sistema manifatturiero nazionale è soddisfatta da questo stabilimento, che rifornisce, dalle lamiere per le grandi casi automobilistiche europee (Fiat e Volkswagen) sino ai tubi per gli oleodotti siberiani. Eppure c’è un altro tema che l’intricata questione solleva con forza. Quello di ripensare quale debba essere il ruolo dello Stato, conseguente a scelte della politica, nel gestire la transizione dell’industria. Nessuna esperienza come quella dell’Ilva permette di leggere come proprio le scelte della politica, nel bene e nel male, abbiano determinato le diverse fasi della sua lunga storia. Lo stabilimento è un gigante che ha attraversato la storia industriale e politica italiana: che è stato prima fiore all’occhiello dell’industrializzazione di Stato, poi è sopravvissuto alle inefficienze della fase conclusiva delle Partecipazioni Statali e che, infine, con la privatizzazione e il …

"Consumi in picchiata. Aumentano i cassaintegrati", di Laura Matteucci

Il livello del Pil in Italia «sta raggiungendo i suoi minimi storici». Quello dei consumi sembra tornato agli anni Trenta. Crolla l’impiego dell’auto a causa del caro-benzina e, secondo l’osservatorio Findomestic, la fiducia dei consumatori resta ferma ai minimi storici: 3,2 punti ad agosto, come nei due mesi precedenti. L’Ufficio studi Confcommercio aggiorna bilanci e previsioni, tutti in peggioramento: il Pil quest’anno dovrebbe flettere del 2,2%, dello 0,3% l’anno prossimo. Per i consumi, si prevede un calo del 2,8% nel 2012 e dello 0,8% nel 2013. A fare pendant, l’Inps fornisce disastrosi dati sulle ore di cassa integrazione, che a luglio sono state 115,7 milioni, in aumento del 21,3% rispetto a giugno (95,4 milioni di ore), e addirittura del 44,2% rispetto a luglio dello scorso anno (80,3 milioni di ore). A giugno, invece, le ore erano calate del 9,6% rispetto al mese precedente. In forte aumento sono sia le ore di cig ordinaria (+11,6% su giugno e +71,6% sul 2011) sia quelle di cig straordinaria (+19,6% su giugno e +36,2% sul 2011) e in deroga …

"Non si spenga l'altoforno. E' una questione nazionale", di Guglielmo Epifani

La vicenda dell’Ilva di Taranto mette in contrapposizione due diritti fondamentali: il diritto alla salute e alla sicurezza di cittadini e lavoratori, il diritto al lavoro e all’occupazione di migliaia di persone dell’area interessata e dell’intera filiera della siderurgia italiana. Non deve perciò preoccupare la durezza del confronto in atto quando questo non travalica, come in parte è avvenuto, i limiti della correttezza e del rispetto che si deve alle posizioni in campo quanto piuttosto il ritardo e le modalità con cui la comunità nazionale ha preso coscienza dei rischi che stiamo correndo. Rischio da una parte di ulteriore contrazione della base produttiva del Paese, nel Mezzogiorno ma non solo, e rischio dall’altra di compromettere le esigenze di sicurezza ambientale e delle condizioni di lavoro. Arrivati a questo punto, il problema che si pone per tutti magistratura, azienda, governo e forze sindacali è lavorare per una soluzione che provi a contemperare tutti i legittimi interessi in campo, evitando sia di considerare il tema della sicurezza come un nodo secondario della vicenda produttiva, sia di pensare …

"Teppisti, non contestatori", di Sergio D'Antoni

Ladri di diritti. Sabotatori. Nemici dei lavoratori Ilva. I responsabili del blitz che ieri ha tentato di rovinare la manifestazione unitaria possono essere chiamati in molti modi, ma non “contestatori”. Chi contesta, anche duramente, usa gli strumenti della dialettica e della democrazia. Sostiene tesi e propone alternative, rimettendole al voto e al giudizio dei più. Quando la protesta si riduce ad azione violenta e si rivolge contro quegli operai che si pretenderebbe persino di rappresentare, allora diventa puro teppismo. O, peggio, deliberata e destabilizzante strategia antisistema. Piena solidarietà, dunque, ai leader dei tre sindacati, che hanno coraggiosamente deciso di concludere i loro interventi, dando forza agli strumenti del confronto alla rappresentanza democratica. E, soprattutto, pieno sostegno alle migliaia di lavoratrici e lavoratori che hanno dato forma a una lotta puntuale, pacifica, composta, ma non per questo meno dura. La responsabilità di queste persone conferisce una forza formidabile ai loro argomenti. A cominciare dal fatto che l’Ilva non può e non deve assolutamente chiudere. Serrare quei cancelli metterebbe per strada oltre 20mila lavoratori, tra dipendenti e …

"Cassaintegrati, boom a luglio: in un anno +44%", di Melania Di Giacomo

Siamo già a 640 mila ore di cassa integrazione autorizzate quest’anno, con luglio che registra un vero record con 115 milioni di ore: viaggiamo sui livelli dell’anno nero 2010, quando fu sfondata quota un miliardo e duecentomila ore di cassa richieste dalle aziende. Il bollettino dell’Inps sugli ammortizzatori sociali è uno degli strumenti più veritieri per misurare lo stato di salute del nostro sistema economico. E i dati, che fanno il paio con quelli sulla disoccupazione al 10,8%, segnalano una grande sofferenza. Con la recessione che — secondo le stime aggiornate ieri dalla Confcommercio — si protrarrà anche al prossimo anno: in conseguenza di un andamento peggiore dei consumi, al -2,8%, e della «caduta profonda» degli investimenti (-6,5%), quest’anno il prodotto interno lordo segnerà il -2,2% (dal -1,3% delle previsioni di marzo), mentre nel 2013 calerà ancora la ricchezza prodotta, allo -0,3% (dallo zero). «Il sistema produttivo — dice il presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua — mostra ancora forti segni di debolezza; si poteva sperare che il 2010 fosse stato il punto più basso della crisi», …