Tutti gli articoli relativi a: interventi

"Prodi: «L’Italia paga per la debolezza di questo governo»", di Francesco Cundari

L’allarme per l’attacco della speculazione contro l’Italia si inserisce nel contesto della crisi dell’Europa, dice Romano Prodi, ma se in questo quadro l’Italia ha preso «la bastonata più forte» è perché «lo scossone europeo ha coinciso con un momento di grande debolezza e di fortissime tensioni interne al governo italiano». Negli ultimi anni Romano Prodi ha scritto molto e parlato poco. Ha partecipato al dibattito pubblico più attraverso articoli e interventi d’occasione che attraverso interviste. In questo caso, l’occasione è offerta dagli auguri che l’ex presidente del Consiglio e della Commissione europea ha voluto fare al nuovo direttore dell’Unità, «tanto più doverosi in un momentoc osì difficile per la stampa quotidiana». Certo non è un momento facile nemmeno per l’Italia nel suo complesso. Qual è la sua impressione, all’indomani del tracollo della borsa e dei titoli di stato sui mercati? «Sono problemi che partono da lontano. Pesa, in particolare, l’incapacità della leadership europea di affrontare i problemi della moneta unica. Ormai è più di un anno che si continua a rinviare, lasciando così uno spazio …

«Non sempre è giusto salvare i figli», di Ferdinando Camon

A Vaprio d’Adda, nella provincia milanese, in piena notte, un figlio di 34 anni travolge con l’auto un ragazzo in bicicletta e scappa, e suo padre di 76 anni si presenta dai carabinieri per dire: «Sono stato io, arrestatemi, voglio pagare». I carabinieri non gli credono. Indagano freneticamente, e all’alba scoprono il vero colpevole, che alla fine confessa. Qui s’impone una domanda: un padre pronto ad andare in prigione al posto del figlio, lo ama? Gli fa del bene? Lo aiuta? Non tutti i lettori saranno d’accordo, ma bisogna rispondere di no. Certo, l’amore è disposizione al sacrificio, chi ama soffre nel vedere l’amato che soffre, vorrebbe mettersi al suo posto. Ma chi ama non può togliere un diritto all’amato. Deve anzi aiutarlo a far valere i suoi diritti, ad attuarli. Noi diciamo sempre che chi ha ucciso, sia pure colposamente, ha il dovere di espiare, scontando la pena. È una formula imprecisa, anzi errata. La formula giusta è: chi ha fatto un omicidio, colposo o colpevole, «ha il diritto» di espiare. Se non lo …

“Palla avvelenata”, di Oreste Pivetta

S’erano giurati che avrebbero cambiato strada, ma poi nella confusione ricascano nel solito vizio: l’insulto. La Lega in prima fila nella critica: dai medi dirigenti alla Salvini, ai medio grandi alla Castelli in bretelle (così era apparso in conferenza stampa subito dopo il voto, in compagnia di Calderoli, in spezzato verde secco), al sommo Bossi, che aveva deciso per tutti: «Campagna elettorale sbagliata». Alla prima prova, però, proprio Bossi non resiste alla tentazione e si lascia andare al solito sfogo, alle panzane insensate, agli insulti, ripercorrendo il percorso di sempre. «I milanesi – dice convinto dopo l’incontro con Berlusconi – non daranno la città in mano agli estremisti di sinistra. La Lega si impegnerà. Non la lasciamo in mano ad un matto, Pisapia, che vuole riempirla di clandestini, di chiese… per musulmani, di moschee e vuole trasformarla in una zingaropoli. Non abbandoniamo Milano nelle mani di questa gente». Concludendo: «Vinceremo. Milano rinascerà ». Quindi, per rassicurare Berlusconi, minaccioso: «La base leghista sta dove sto io». Infine, cauto: «La Lega è un partito abbastanza unito. C’è …

"La solitudine di un liberista", di Roberto Perotti

Sono tempi duri per i liberisti. Niente illustra meglio il loro dilemma di ciò che sta avvenendo a Milano, dove sono costretti a scegliere fra uno schieramento storicamente agli antipodi della cultura liberista e un altro che occasionalmente vi si richiama ma nei fatti dimostra di esservi ugualmente estraneo. Per un liberista è impensabile negare a qualcuno il diritto di praticare la propria religione in modo dignitoso; come tutti, un liberista ha a cuore l’ordine pubblico, ma non lo userebbe mai come scusa per sopprimere le legittime manifestazioni della libertà individuale. Un liberista crede nella concorrenza, anche delle idee e delle culture; per questo non potrebbe mai allearsi con chi quotidianamente insulta e minaccia stranieri e diversi. Un liberista crede nella libertà di scelta delle famiglie, ma non ha bisogno di denigrare indiscriminatamente la scuola pubblica. Piuttosto, cerca di correggerne le tante storture con misure credibili e attuabili, invece di lanciarsi ogni due anni in improbabili riforme epocali, spesso ispirate da zeloti ideologizzati che pretendono d’insegnare due lingue a bambini di undici anni, mentre la …

«La mia parola è “numeri”», di Luciano Modica *

Non parlerò di matematica, non preoccupatevi. Non è da matematico che vi parlerò di numeri, ma da politico. Spero anzi di stupirvi. Parlerò contro i numeri, o meglio, contro un certo delirio numerologico che sta attanagliando la nostra politica. Non voglio creare equivoci. Conoscere un fenomeno vuol dire anche saperlo e doverlo misurare. Misura e numeri sono sinonimi, il risultato di una misura è sempre un numero. Per i fenomeni naturali questa è l’essenza della scienza moderna, diciamo pure galileiana con qualche orgoglio cittadino. Ma ridurre un fenomeno sociale ai valori numerici che lo misurano, o addirittura pretendere di regolarlo solo in base ad essi, è un errore, nel quale spesso cadono le nostre società intrise (così positivamente!) di scienza. Siccome i fenomeni di cui si occupa la politica sono tutti fenomeni sociali, ecco che l’errore diventa della politica. E’ la politica ridotta a sondaggio, come ahimè ci hanno recentemente “inculcato”. E’ la legge ridotta a tabella. E’ la qualità ridotta a quantità, la qualità del vivere ridotta all’incremento del PIL. Sono i valori culturali …

«Un nuovo patriottismo», di Ernesto Galli Della Loggia

Il ruolo della Presidenza della Repubblica L’anniversario dell’Unità ha messo in luce un cambiamento importante dell’Italia di questi anni: il patriottismo è diventato anche di sinistra (mi riferisco, com’è chiaro, a quella sinistra di ascendenza marxista da molto tempo maggioritaria nella sua area; non già all’altra, ultraminoritaria, di ascendenza repubblicana e democratica, che invece patriottica lo è sempre stata). Naturalmente anche prima di oggi moltissimi italiani appartenenti alla sinistra suddetta hanno nutrito un forte sentimento della patria, e in moltissime occasioni lo hanno manifestato con le parole e coi fatti. Tuttavia mai prima d’ora il patriottismo era entrato nel bagaglio ideologico di tale sinistra, nel suo orizzonte emotivo e culturale. Addirittura per gran parte della Prima Repubblica quella sinistra, lo si ricorderà, di patrie non nascondeva di averne due (l’altra essendo, ahimé, l’Unione sovietica). Oggi, invece, le cose per fortuna appaiono (se non altro appaiono) ben diverse. I motivi del cambiamento sono molti. Innanzi tutto il fatto che la tradizionale inquilina dello «spazio patriottico», e cioè la destra, intralciata politicamente dalla presenza della Lega, si …

«Quando la giustizia è alle dipendenze del governo», di Nadia Urbinati

La battaglia sulla giustizia è un capitolo importante di una grande mutazione in corso nel nostro Paese che riguarda l´equilibrio delle forze sociali in generale e, per conseguenza, dei poteri dello Stato. Si tratta di un processo comprovabile di erosione dell´eguaglianza economica e di cittadinanza, con dati che mettono in luce l´aumento della povertà e la diseguaglianza tra i cittadini di influire sulle scelte politiche. Vista dal versante delle istituzioni, questa grande mutazione tocca l´ordine costituzionale che ci ha accompagnato in questi ultimi sessant´anni per riequilibrarlo in un senso che è più decisionista. Si tratta di una battaglia tutta da combattere e non conclusa e che impegna in forme e modi diversi chi opera nelle istituzioni. I magistrati hanno espresso come sappiamo giudizi fortemente negativi sulla proposta di riforma della giustizia, tanto che l´Associazione nazionale magistrati ha proclamato una “mobilitazione diffusa” denunciando i nodi nevralgici del testo Alfano: la separazione delle carriere, lo sdoppiamento del Csm e le norme sulla obbligatorietà dell´azione penale. Se il perno della nostra Costituzione è l´indipendenza della magistratura, il perno …