Tutti gli articoli relativi a: interventi

"Le riforme che la Sinistra deve realizzare", di Felipe Gonzales*

Quarto anno di crisi e la prospettiva ci spinge a pensare al famoso decennio perduto dell’America Latina, negli Anni 80 del secolo scorso. A questi livelli, si tende a dimenticare che l’origine di tutto fu l’implosione di un sistema finanziario sregolato, colmo d’ingegneria finanziaria carica di presunzione, senza alcun rapporto con l’economia produttiva. Tutto ciò causò una recessione mondiale dell’economia reale, particolarmente grave nei Paesi centrali, epicentro di questo assurdo sistema.

"Europa e Italia, non sprecate la bonaccia", di Giuliano Amato

«Se convinceremo i mercati, la strada per le nostre misure sarà più facile anche in Parlamento». Così – a quanto si legge – avrebbe detto Mario Monti al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato le liberalizzazioni. Io non so se i leaders politici, gelosi delle proprie prerogative e quindi della propria autonomia dagli agenti finanziari, apprezzeranno un commento del genere. So per certo che esso dimostra quanto Monti abbia chiari i termini della partita nella quale l’Italia e l’Europa si stanno ormai giocando la sopravvivenza stessa dell’euro. Metterla così può sembrare inutilmente allarmistico al termine di una settimana apertasi sotto gli infausti presagi suscitati dal declassamento di tre quarti dell’Eurozona da parte di Standards & Poor e conclusasi invece con le Borse in salita, gli spread (e in particolare i nostri) in discesa e, appunto, un pacchetto italiano di liberalizzazioni certo parziale, ma comunque sufficiente a dimostrare che i compiti a casa li prendiamo sul serio. Insomma, la fiducia sta tornando, i compratori che avevamo perso per i nostri titoli stanno cominciando a …

"Il paradosso dei partiti nella rete delle lobby", di Carlo Galli

VIVIAMO il tempo della politica dei paradossi. Quello di Monti è un governo espresso dalle élites che si sono sganciate dalla miscela di populismo e corporatismo, vera fonte di legittimazione dell´esperienza berlusconiana. Eppure, questo governo è il più qualificato a operare in nome della salus populi, della salvezza di tutto il popolo. Élites e popolo non stanno su opposte barricate, quindi; nonostante le furiose proteste di influenti lobby e di parti non piccole della popolazione davanti alle ipotesi di intervento sui mali sociali che la politica ha lasciato incancrenire (evasione, corruzione, particolarismo corporativo), il governo gode (ancora) di una popolarità maggiore di quella che lo stesso premier si aspetterebbe. Così, l´esecutivo – che fisiologicamente dovrebbe essere di parte, ossia l´espressione di un preciso orientamento politico – è oggi un´istituzione relativamente universale, mentre il parlamento è la rappresentanza di una frammentazione sociale e civile che i partiti non riescono a ridurre. Un ulteriore paradosso è che, a fronte del rispetto che ancora circonda il governo, i partiti siano invece investiti da un´ondata di astio contro la …

"L´amaca", di Michele Serra

La giornalista del tigì che insegue trafelata il comandante De Falco e gli chiede (gridando per farsi sentire): «lei è un eroe?», mentre quello, giustamente, fugge e preferirebbe sprofondare piuttosto che risponderle (perché quale persona al mondo accetterebbe di rispondere a una domanda del genere senza sentirsi ridicolo o stupido?); quella giornalista, dicevo, è a sua volta un´eroina, perché accetta di incarnare fino in fondo, fino allo stremo, il ruolo assurdo che il dovere le assegna. Che è quello di confezionare la realtà come uno spettacolo facile facile, commestibile per tutte le bocche, uno spettacolo con i buoni e i cattivi, gli eroi e gli infami, i vincitori e i vinti. Senza le sfumature, le ambiguità, i margini di dubbio, uno spettacolo fatto solo di chiari e di scuri, che lo capiscano anche i bambini, oppure quegli adulti ridotti a bambini che la tivù amerebbe noi fossimo. Una volta vidi Benigni sistemare le luci prima di una sua apparizione televisiva. Tenne ai tecnici una breve lezione: «Mi raccomando levatemi ogni ombra. Il comico deve apparire …

"Piccoli, grandi valori in una manciata di noci", di Roberto Napoletano

Non so se siano state la letterina a Gesù Bambino di Ermanno Olmi o i buoni propositi di Francesco Cataluccio, storie di un gesto che smuove la zolla, e di alberi di oggi adulti, in certi casi decrepiti. Potrebbe essere stato anche Vincenzo Cerami con il suo Natale «profumo misto di abete e agrumi». Forse, è solo il senso pieno delle inquietudini di questa stagione e la consapevolezza che siamo al giro di boa di un anno (davvero) difficile. Non so se sia colpa della mia testa, che da un po’ di tempo in qua gira all’indietro, e scava nei ricordi. Certo è che mi viene prepotentemente in mente, in questi giorni, una storia di uomini e donne che si lanciano secchi e muovono le mani con gesti rituali e veloci tra un solco e l’altro pieno di noci e nocciole. Ad ‘abbacchiare’ le noci o a raccogliere le nocciole, le mani si spellano, si macchiano, diventano di una certa maniera. Un uomo sui cinquant’anni segue il gruppo con una specie di scopa in mano. …

"Letterina a Gesù Bambino", di Ermanno Olmi

Buon Natale, tanti auguri, felice anno nuovo! Cos’altro scrivere? In questa vigilia di Natale c’è in giro una gran brutta aria che neanche i cartoncini decorati degli auguri riescono a scongiurare. Nessuno può aiutarci a venirne fuori se non da noi stessi, tutti insieme, con le nostre forze. Ma anche confidando nell’aiuto dei sogni e delle belle favole. Come quella di Gesù Bambino a cui da piccolo anch’io scrivevo la mia letterina per confidargli i miei desideri. Sono passati più di settantacinque anni. Una vita. E adesso che sono vecchio e le energie affievoliscono, ecco che torno ad aver ancora bisogno di sogni e belle favole. E allora, sommessamente, ma con un nuovo slancio, voglio scrivere a Gesù Bambino che non l’ho dimenticato. Certo: un po’ trascurato, questo sì. Tuttavia Lui sa bene come vanno queste cose. Si comincia che quasi non ce ne si accorge e poi ci facciamo prendere dentro dai cambiamenti del mondo e un po’ alla volta si finisce col cambiare anche noi. E così è stato. Appena siamo diventati ricchi …