Tutti gli articoli relativi a: interventi

"Quelle parole che fanno crescere l'Italia", di Massimo Gramellini

Da La Stampa di Torino, pubblichiamo parte dell’intervento al Quirinale per la Giornata dell’informazione “Nel preparare con Carlo Fruttero l’almanacco dei 150 anni di storia italiana, ci siamo imbattuti in tanto giornalismo di qualità. Certo, erano tempi non avari di retorica e nelle cronache dei funerali di Vittorio Emanuele II si scioglievano inni «al più valoroso fra i Maccabei». Ma i giornali erano anche capaci di parlare chiaro al potere, come Matilde Serao che in una lettera aperta al ministro Depretis denunciava le condizioni igieniche dei bassi di Napoli, chiedendo di smetterla con «la retorichetta del mare glauco e del cielo di cobalto». E furono i giornalisti a rivelare i primi scandali finanziari dello Stato unitario e a tratteggiare il profilo di Bernardo Tanlongo, presidente della Banca Romana, amico di cardinali e massoni, inesausto dispensatore di mance e di barzellette, che ha fornito il prototipo ai furbetti del quartierino. Furono sempre i giornalisti a strappare il velo di tanti inferni. Come quello dei carusi, i bambini impiegati nelle miniere di zolfo della Sicilia, la cui …

«Missione 2011 impariamo a cambiare la nostra mente», di Oliver Sacks

I propositi per l´anno nuovo spesso riguardano un´alimentazione più sana, il frequentare di più la palestra, lo smettere di mangiare dolci, il perdere peso: tutti encomiabili obbiettivi che servono a migliorare la salute fisica. La maggior parte della gente, tuttavia, non si rende conto di poter potenziare allo stesso modo anche il proprio cervello. Sebbene alcune aree cerebrali siano determinate geneticamente fin dalla nascita o dalla prima infanzia, altre zone – specie quelle poste nella corteccia cerebrale, che è nevralgica per le funzioni cognitive superiori come il linguaggio e il pensiero, nonché per le funzioni sensoriali e motorie – possono essere in larga misura ricondizionate nell´età adulta. In effetti, il cervello possiede la sorprendente capacità di recuperare la propria funzionalità dopo aver subito un danno: persino un danno devastante come la perdita della vista o dell´udito. Nella mia veste di medico che si occupa di pazienti affetti da malattie neurologiche, mi accade continuamente di assistere a questo fenomeno. Ad esempio, una delle mie pazienti rimasta sorda a 9 anni, in seguito a una scarlattina, era …

2001-2010: i volti e le storie del decennio*

L’eredità del decennio sono le sfide aperte della democrazia, di Bill Emmott I giornalisti spesso pensano che le notizie possano definirsi tali in termini di giorni o di minuti. I politici sembrano lungimiranti se pensano in termini di poche settimane, o visionari se fanno arrivare lo sguardo fino alle prossime elezioni. La maggior parte della gente comune ha ricordi che variano a seconda dell’argomento, più a lungo termine per la famiglia o per la carriera, più a breve per gli affari politici o economici o, soprattutto, per le notizie che riguardano altri. Gli storici, tuttavia, amano pensare in termini di decenni, perché 10 anni sembrano loro un tempo abbastanza lungo per fissare delle tendenze o cambiare rotta. Così vale la pena chiedersi: secondo gli storici del futuro cosa potrebbe essere stato importante durante il primo decennio del XXI secolo? E il giudizio sul decennio potrebbe essere positivo, in termini di sviluppo umano o di progresso, o negativo? Non sono, in parte, domande corrette, perché gli storici futuri hanno un vantaggio decisivo su di noi: sanno …

Napolitano: "Investire sui giovani per un futuro degno del nostro grande patrimonio storico"

“Dedico questo messaggio soprattutto ai più giovani tra noi, che vedono avvicinarsi il tempo delle scelte e cercano un’occupazione, cercano una strada. Dedico loro questo messaggio, perché i problemi che essi sentono e si pongono per il futuro sono gli stessi che si pongono per il futuro dell’Italia”. Così il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha aperto il tradizionale messaggio, a reti unificate, di fine anno. Nel richiamare la preoccupazione già espressa, anche in occasione del saluto con le Alte magistrature dello Stato, “per il malessere diffuso tra i giovani e per un distacco ormai allarmante tra la politica, tra le stesse istituzioni democratiche e la società, le forze sociali, in modo particolare le giovani generazioni”, il Capo dello Stato ha sottolineato “l’esigenza di uno spirito di condivisione – da parte delle forze politiche e sociali – delle sfide che l’Italia è chiamata ad affrontare; e l’esigenza di un salto di qualità della politica, essendone in giuoco la dignità, la moralità, la capacità di offrire un riferimento e una guida”. Ma – ha aggiunto il …

Napolitano: Unità nazionale e coesione sociale non significano burocratismo

Intervento del Presidente della Repubblica Napolitano alla Celebrazione dell’anniversario della morte di Cavour. “”La cerimonia di oggi in questo luogo intensamente evocativo della figura di Camillo Benso Conte di Cavour, è una nuova, essenziale tappa del percorso celebrativo già avviato, in vista del 150° anniversario di quel 17 marzo 1861 che sancì – con la proclamazione di Vittorio Emanuele II a Re d’Italia – il compimento del processo unitario, la nascita del nostro Stato nazionale. Già in questi mesi abbiamo ricordato e celebrato eventi che segnarono nel 1860 la fase conclusiva del movimento per l’Unità d’Italia : così, il 5 maggio, la partenza da Quarto in Genova della spedizione dei Mille, e la settimana successiva lo sbarco a Marsala, che aprì la strada alle battaglie per la liberazione della Sicilia e infine dell’intero Mezzogiorno. Questa mattina – rendendo omaggio alla tomba che custodisce le spoglie di Cavour – noi vogliamo piuttosto dare impulso al discorso che dovrà svilupparsi attorno all’insieme delle vicende destinate a sfociare nell’unificazione dell’intera nazione italiana : vicende la cui trama e …

Napolitano: "L'Italia consolidi la sua unità, si rinnovi, divenga più moderna e più giusta"

Un augurio affettuoso a quanti vivono e operano nel nostro paese per la festa che celebriamo insieme : festa dell’Italia che si unì e si fece Stato 150 anni orsono, festa della Repubblica che il popolo scelse liberamente il 2 giugno 1946″. Inizia così il videomessaggio del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per la Festa della Repubblica. “In questo momento, sentirsi nazione unita e solidale, sentirsi italiani, significa – ha aggiunto il Presidente Napolitano – riconoscere come problemi di tutti noi quelli che preoccupano le famiglie in difficoltà, quelli che nei giovani suscitano, per effetto della precarietà e incertezza in cui si dibattono, pesanti interrogativi per il futuro”. “Parlo dei problemi del lavoro e della vita quotidiana, dell’economia e della giustizia sociale. Stiamo attraversando, nel mondo e in particolar modo in Europa, una crisi difficile : occorre dunque un grande sforzo, fatto anche di sacrifici, per aprire all’Italia una prospettiva di sviluppo più sicuro e più forte. Per crescere di più e meglio, assicurando maggiore benessere a quanti sono rimasti più indietro, l’Italia deve crescere …

Basta volgarità sulla storia del Risorgimento

Pubblichiamo un estratto del discorso pronunciato dal Presidente della Repubblica durante l’incontro all’Accademia dei Lincei che ieri ha aperto le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Con l’avvicinarsi del centocinquantenario si vedono emergere, tra loro strettamente connessi, giudizi sommari e pregiudizi volgari sul quel che fu nell’800 il formarsi dell’Italia come Stato unitario, e bilanci approssimativi e tendenziosi, di stampo liquidatorio, del lungo cammino percorso dopo il cruciale 17 marzo 1861. C’è chi afferma con disinvoltura che sempre fragili sono state le basi del comune sentire nazionale, pur alimentato nei secoli da profonde radici di cultura e di lingua. E chi sostiene che sono state sempre fragili, comunque, le basi del disegno volto a tradurre elementi riconoscibili di unità culturale in fondamenti di unità politica e statuale. E c’è chi tratteggia il quadro dell’Italia di oggi in termini di così radicale divisione, da ogni punto di vista, da inficiare irrimediabilmente il progetto unitario che trovò il suo compimento nel 1861. *** Noi abbiamo da fare come italiani il nostro esame di coscienza collettivo cogliendo …