Tutti gli articoli relativi a: economia

"Quello spread tra regole e speranze", di Franco Bruni

Ieri Draghi ha deluso i mercati. C’è stato qualcosa di troppo nelle aspettative suscitate dalle sue affermazioni della settimana scorsa, oppure c’è stata qualche inadeguatezza nelle decisioni di ieri. Forse un po’ di entrambe le cose: nel discorso di Londra non è stata ascoltata l’insistenza con cui sottolineava che Francoforte sarebbe intervenuta con forza ma rimanendo «nell’ambito del suo mandato»; ma è possibile che lo stesso Draghi sperasse di ottenere maggior consenso, subito, attorno a qualche prima mossa concreta, che confermasse le intenzioni combattive antispread che aveva preannunciato. Comunque, fra l’impazienza dei mercati e i tempi delle decisioni politico-economiche rimane troppa distanza: i mercati dovrebbero farsi meno nervosi e la politica più spedita. La Bce vuole muoversi con indipendenza, ma in un quadro di rafforzato coordinamento con la Commissione e con i fondi intergovernativi salva-Stati. A ciascuno il suo compito. La Bce userà il suo bazooka per comprimere quella parte degli spread che si può attribuire al fatto che i mercati pensano possibile una rottura dell’euro e un ritorno alle monete nazionali: eventualità che la …

"Per Francoforte è un passo avanti", di Andrea Bonanni

I mercati che hanno reagito così negativamente all’esito del Consiglio Bce sembrano non aver afferrato fino in fondo la portata della nuova mossa di Draghi. Il presidente della Banca centrale europea non ha fatto nessun passo indietro. Semmai ne ha fatti due avanti mettendo con le spalle al muro non solo i tedeschi, ma anche gli italiani e gli spagnoli ai quali chiede un impegno, formale e sostanziale, che li vincoli alla disciplina di bilancio oltre il prevedibile orizzonte politico. Una mossa che ha nel mirino soprattutto l’Italia e le incertezze sul dopo-Monti. Vediamo in dettaglio il senso delle decisioni prese ieri a Francoforte. Rispetto al discorso di Londra, tanto apprezzato dai mercati, in cui annunciava l’irreversibilità dell’euro e la determinazione a fare «tutto il necessario » per salvaguardare la moneta unica, Draghi ha ottenuto il consenso unanime (non scontato) del board e del Consiglio dei governatori. Rispetto alla prospettiva di un intervento della Banca centrale sul mercato dei titoli per limitare lo spread, il presidente ha incassato una larghissima maggioranza: hanno votato a favore …

"Sisma emiliano, scosse inglesi", di Stefano Pitrelli

Imprenditori pronti a rimetterci per tenersi il cliente. Per quanto?. «Può il battito d’ali di una farfalla in Brasile provocare un tornado in Texas?», chiedeva il matematico americano Edward Lorenz. Certo è che in questi giorni le crepe del sisma emiliano stanno lambendo le sponde inglesi, perché quella sotto i piedi dell’industria biomedica italiana – che trova il suo cuore nella devastazione di Mirandola – è un’unica grande e minacciosa faglia. Che l’Italia sta ignorando, a suo rischio e pericolo. Tutto comincia in Inghilterra, con l’allarme lanciato dal ministero della salute britannico – riportato lunedì dal Financial Times e dal Telegraph– e da tre importanti ospedali londinesi: due designati per le Olimpiadi e uno pediatrico. Qui i macchinari per la dialisi, tutti firmati dall’americana Baxter, per funzionare adoperano indispensabili tubicini di gomma monouso. Parti che la multinazionale – con sedi in ogni continente – produce solo a Mirandola. Interpellata da Europa, la Baxter ora “corregge” quanto scritto in una lettera pubblica alla sanità d’Oltremanica, garantendo che i suoi due fornitori emiliani, la Bellco e l’Haemotronic, …

"La nuova idea di unione politica europea", di Andrea Manzella

Che fare per il 2014, quando si voterà per il Parlamento europeo? Quale prospettiva si darà al popolo degli elettori, unificato dalla stessa stretta che grava sul “mestiere di vivere” quotidiano? “Titoli neri come temporali”: la grande crisi riporta alla mente la fulminea sintesi che Cesare Pavese faceva dei giornali in altri tempi d’ansia. Allora, al fondo del tunnel europeo c’era la speranza della pace. Oggi, c’è la speranza di una cosa che sembra più vicina, e invece si rivela ogni giorno più sfuggevole e astratta, quella che si chiama “unione politica”. La chiedono i governanti, gli economisti, i giuristi. Si moltiplicano gli appelli degli intellettuali. Ma nessuno fa una cosa, una sola cosa che dichiari apertamente quel fine. Dominano ancora quei tabù che hanno fatto sbianchettare dai Trattati parole come costituzione, federazione, legge (persino). Tutti sanno, però, che lo scenario è mutato. I vincoli sempre più stringenti dei Trattati annullano di fatto la sovranità nazionale degli Stati, condizionando i diritti più legati alla loro identità. I diritti sociali, così diversi nelle tradizioni di comunità …

"Gli assist che servono alla Merkel", di Stefano Lepri

Come si fa a sostenere che è normale se a una impresa italiana sana il credito costa più caro che a una impresa tedesca in difficoltà? A che serve condividere l’euro se, come ci informa la Reuters, su un mutuo casa la famiglia finlandese media paga un tasso di interesse che è meno della metà di quello che è richiesto alla famiglia spagnola? Non è solo questione di salvare i debiti degli Stati. Tutto il funzionamento delle economie dei Paesi euro è distorto dal rischio che l’unione monetaria si spacchi. Gli stessi spread sui titoli pubblici dipendono più da questo fattore che dalle scelte dei governi o dalle incerte prospettive politiche di alcuni Paesi. Questo hanno inteso dire ieri il capo del governo italiano e il presidente della Repubblica francese riaffermando il loro pieno appoggio a Mario Draghi. Eppure il compito di tenere insieme l’euro per il momento resta tutto affidato al presidente della Banca centrale europea. Ha dalla sua i governi, tedesco compreso; ma la riunione del consiglio Bce di domani e la successiva …

"Lo strano volo del calabrone euro", di Paul Krugman

La settimana scorsa il presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, ha dichiarato che il suo istituto è «pronto a fare il necessario per mantenere l’euro» e i mercati hanno esultato. In particolare i tassi di interesse sui bond spagnoli sono fortemente diminuiti e tutte le borse sono volate.Ma davvero l’euro si salverà? La questione resta molto dubbia. Innanzitutto la moneta unica europea ha molte pecche e a Draghi va dato merito di riconoscerle. «L’euro è come un calabrone», ha dichiarato. «È un mistero della natura, non potrebbe volare eppure vola. E l’euro ha volato benissimo per parecchi anni». Ora però ha smesso. Che fare? Deve imparare a trasformarsi in ape, dice Draghi. La metafora è imperfetta, ma il messaggio chiaro. Nel lungo periodo l’euro potrà funzionare solo se l’Unione europea assumerà le caratteristiche di un Paese unificato. Prendiamo ad esempio la Spagna e la Florida. Entrambe hanno vissuto i drammi dello scoppio della bolla immobiliare. Ma la Spagna vive una crisi ben più intensa. Perché? Perché nel momento del bisogno la Florida ha potuto …

"La doppia sfida per il Professore", di Guido Crainz

Non è possibile nessuna discussione sul presente e sul futuro, nessuna valutazione sul governo Monti e sul “dopo Monti”, se non vi è un giudizio condiviso su due aspetti centrali. Vi è da un lato la situazione economica internazionale, la più grave conosciuta dalle generazioni cresciute dopo la guerra: forse mai, neppure nella crisi petrolifera degli anni Settanta, l’incertezza per il futuro è stata così forte, le incognite così dense, e così presente il rischio di un precipitare disastroso degli eventi. Evi è d’altro lato un rifiuto della “politica esistente” che non è stato così radicale neppure nell’inabissarsi della “prima Repubblica”. Sul primo versante appare sempre più decisiva la capacità del governo di ridare al Paese quella credibilità e quel prestigio internazionale che Berlusconi aveva mandato in cenere. E di trasformare progressivamente non solo modi di governare ma anche modi di essere profondamente radicati: entrambi gli elementi sono alle origini dell’abnorme debito pubblico che da vent’anni incombe come un macigno, pesantissima eredità dei dissennati anni Ottanta. Il poco dignitoso sfaldarsi del Popolo delle Libertà e …